Devil May Cry
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a cura di Knock Out
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Capcom
- Produttore: Capcom
- Distributore: Sony
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE , SWITCH , PS2
- Generi: Azione
- Data di uscita: disponibile - 25 giugno 2019 Switch
Il nome Capcom irrimediabilmente trascina nella nostra mente quel gran gioco dei 32-bit di nome Resident Evil. Ma un nuovo progetto figlio del genio di Mikami-san era previsto in uscita sulla neonata console di casa Sony . Tra indiscrezioni e rumors il team di sviluppo procedeva alla creazione di un titolo che lentamente prendeva i connotati di un action game.Erano i primi passi che si muovevano verso la realizzazione di Devil May Cry.Non si dovette attendere a lungo perchè il gioco si svelasse in tutta la sua peculiare bellezza. Il titolo esordisce in terra giapponese e gli echi di un capolavoro inaudito giungono sin qui, nel vecchio continente. Finalmente il gioco approda nei nostri lidi con un carico d’adrenalina e rimpianto.
Dante figlio di SpardaLa presentazione è un summit delle potenzialità del nostro carismatico alter ego digitale: Dante. Capelli brizzolati, padronanza nell’uso della spada, forza inusitata sono chiari stilemi di un’entità sovrumana chiamata a ripercorrere le perigliose vie tracciate dal padre Sparda, eroe leggendario che salvò il mondo dalla malvagità di Mundus. Dopo aver saggiato le nostre capacità, Trish, a quanto pare un’amica, convince il “demone-buono” a seguirla su di un’isola, sede del male, dove si svolgerà la nostra avventura. La storia si sviluppa per missioni, al termine delle quali verremo valutati in base alla continuità e all’assortimento dei nostri attacchi. Avremo inoltre la possibilità di salvare, potenziarci o rifornirci di oggetti utili per il prosieguo dell’avventura. Il sistema di up-grading del personaggio è semplice ed immediato: durante il gioco sarà possibile ricavare delle sfere rosse, per lo più sconfiggendo nemici (la quantità dei globi sarà proporzionale alla forza delle creature avverse ), che ci permetteranno di acquisire nuove tecniche di combattimento.Oltre alle suddette sfere ci si potrà avvalere di maschere verdi, per la ricarica istantanea della barra dell’energia, gialle, per continuare il gioco post mortem, e blu , per aumentare il limite massimo di energia.Al termine della prima missione un bivio segnerà l’incedere della creatura demoniaca: modalità facile-automatica o normale? A chi piace dilettarsi in un cinismo istintivo e vedere i vari nemici ubriacati da combo infernali o semplicemente a chi per la prima volta si avvicina al gioco, consigliamo la modalità facile-automatica che vi consentirà di eliminare nemici d’ogni guisa con semplici combinazione di tasti. Chi invece crede ciecamente nelle proprie abilità di massacratore o non ama la semplicità, prediligerà la seconda opzione.Il gioco nella sua struttura non è un miracolo di originalità, e gli enigmi sono di quanto più semplice ci si possa immaginare più o meno tutti articolati secondo lo schema “trova l’oggetto-usa l’oggetto”. Devil May Cry, però, trova proprio in questa dimensione semplicistica il nerbo della sua forza: senza realmente pensare all’obiettivo delle missioni sarete trascinati in funesti combattimenti contro orde di nemici, che vi divertirete a sbriciolare ora con colpi di spada ora con ruggenti pugni infuocati. Nel corso del gioco infatti l’inventario si arricchirà di armi mefistofeliche (la leggendaria Alastor, Ifrit e Sparda) potenziabili attraverso l’utilizzo di sfere rosse, e armi “comuni” (dalle Pistole all’oscura Nightmare-B). Qualora il vostro arsenale non dovesse bastare, sarà Dante, memore della sua primordiale natura, a sbarazzarsi degli avversari trasformandosi in un demone alato (se avete equipaggiata Alastor) oppure in un essere forgiato dal fuoco (se avete Ifrit). La metamorfosi viene regolata premendo il tasto L1 e comporta un dispendio di energia magica segnalata da strane icone, che perderanno di splendore man mano che il tempo trascorrerà; una volta esaurite, Dante tornerà nel suo stato originario. E’ previsto, inoltre, un sistema di lock-on premendo R1, che permetterà al nostro eroe di agganciare uno dei nostri avversari e concentrare la sua vena distruttrice su uno solo di loro.La molteplicità di attacchi, la varietà di armi, la concentrazione sull’azione pura rendono il gioco eminente sul piano della giocabilità e gradito ai palati più esigenti creando il nuovo modo di intendere il beat ’em up.
Giappone: Morituri te salutant“Poveri europei…” senz’altro così siamo etichettati dai videogiocatori americani e giapponesi. Come dargli torto. Innanzi tutto c’è da registrare la mancata possibilità di scelta tra i 60/50 Hz con conseguenze negative sulla velocità di refresh. In secondo luogo due fascioni neri (ormai divenuti delle spiacevoli costanti nelle conversioni Pal) restringeranno l’immagine offrendoci un valore falsato del lavoro titanico effettuato da Capcom. Un ulteriore disappunto nasce se confrontiamo “Dante Pal” con “Dante Ntsc”. Il nostro, lento, tarchiato e macchinoso, è solo un lontano ricordo di quel bel ragazzo slanciato e aitante di cui potranno godere i giocatori d’oltreoceano. Ciò, sicuramente, non infirma eccessivamente l’alta qualità del prodotto, ma lascia senz’altro l’amaro in bocca per una conversione indegna.
Il gotico che torna di modaAl di là della conversione balorda, l’impatto grafico è di tutto rispetto. Tutto è curato con grande attenzione: le ambientazioni, i nemici e lo stesso Dante, per quanto maltrattato, mostrano egregiamente la capacità della Ps2 nel gestire apprezzabili motori poligonali; le texture, dal canto loro, sono di qualità altalenante.Il gotico fa da padrone: la struttura ripropone il verticalismo tipico di questa corrente artistica, attraverso archi a sesto acuto, pennacchi, guglie e ampie vetrate istoriate. La luce si diffonde opaca con chiaroscuro digradante. Solo alla fine verremo a contatto con ambienti meno mitici, vedi i meandri infernali dai colori più caldi.Non si ravvisano cali di frame-rate, neanche nelle situazioni più concitate. Unico neo l’aliasing (le fastidiose scalettature) di cui per una volta possiamo anche scordarci.Il personaggio è un altro esempio della perizia tecnica con cui è stato concepito il gioco: le sue fattezze contribuiscono a rendergli quel carisma e quella potenza che ci permettono di affrontare con spavalderia Boss tanto grossi quanto impossibili da sconfiggere per qualunque altro paladino del Bene che non sia Dante.Insomma non possiamo che complimentarci con il team creativo di Capcom, capaci di erigere un capolavoro tecnico-artistico che va oltre la grafica e riproduce ambienti degni di una scenografia da Oscar. Il sonoro si attesta su ottimi livelli, abbracciando sempre bene l’incedere dinamico dell’avventura con musiche a cavallo tra il techno e il rock, che incrementano l’alto tasso di coinvolgimento. capaci di mitizzare alcuni passaggi caricandoli di un’epicità incredibile; ciò che più d’ogni altra cosa ci piacerà sentire, però saranno le grida degli avversari che cadranno sotto le nostre mani.
LongevitàIl gioco non è di certo lunghissimo (anzi…), anche se si considerano le missioni segrete. Un giocatore novello non impiegherà più di 12 ore per finirlo, mentre quello più navigato dovrebbe riuscirci in 6 o 7. In ogni caso se siete dei patiti del genere (e forse anche se non lo siete) non vi risparmierete di terminarlo più volte e più volte ancora.C’è, poi, la possibilità di ripetersi in modalità diverse, sbloccando tra l’atro succulenti extra (qualcuno ha detto Sparda?).
– Grande storia
– Grande sonoro
– Grande protagonista
– Pessima conversione
– E’ veramente un peccato che giochi così belli finiscano in una manciata di ore
9.0
Devil May Cry si mostra finalmente al pubblico occidentale, e lo fa forte di una splendida realizzazione tecnica e di una giocabilità davvero eccezionale. Il marchio Capcom è già di per sè una garanzia ma stavolta il risultato è positivo più della aspettative: tralasciando le pur evidenti magagne in quanto a conversione, il gioco si rivela follemente divertente e destinato a divenire assoluto metro di paragone per il genere. E poi c’è Dante: “stiloso”, “impavido”, “folle”, “carismatico”, “imperturbabile”… e potremmo andare avanti fino ad esaurire il nostro bagaglio linguistico per definire chi, prepotentemente (è proprio il caso di dirlo!), ambisce a divenire il personaggio simbolo di mamma Capcom. Insomma se siete amanti dell’azione pura catapultatevi a comprare questo titolo e regalatevi un “Natale Infernale”, se invece siete dei tipi pacifici e tranquilli statene alla larga: potreste rimanerne scioccati!
Ultimo felice appunto riguarda ciò su cui non si è voluto calcare troppo la mano ossia la storia, il primo passo verso la realizzazione di un Capolavoro: la macchina narrativa, presenta una prodigiosa unità d’azione che si risolve in piccoli ed imprevedibili risvolti ora tragici ora patetici, ora appassionati ora delicati, ora lieti e quasi comici. L’avventura implica le coordinate per piste tematiche di ampio respiro, che avvicinano il giocatore a sentirsi parte di un’esperienza sconfinata, di emozioni che non si lasciano racchiudere in una trama ma che forniscono le basi di una riflessione che riesce a rompere gli argini della dimensione virtuale.
Ora anche il diavolo può piangere.
Voto Recensione di Devil May Cry - Recensione
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