Ci siamo. L’ora è arrivata e il Viaggiatore ha bisogno di noi. Destiny 2 è finalmente disponibile e, in concomitanza con l’apertura dei server, iniziamo il nostro coverage, che sarà variegato e completo. Abbiamo passato l’intera nottata nei panni del nostro Guardiano e quella che state per leggere è una road to review, ovvero un articolo d’introduzione a quella che sarà la recensione vera e propria. Le prime ore di Destiny 2 saranno quelle dedicate alla campagna: cerchiamo quindi di capire come questo secondo capitolo del brand Bungie vuole migliorarsi; dal gameplay, alla spettacolarità della quest principale. Ecco le nostre impressioni: benvenuti in Destiny 2, Guardiani.
Lotta per la Luce
Dominus Ghaul. Il feroce leader della Legione Rossa, è un condottiero senza pietà e intenzionato più che mai a reclamare il potere che, per qualche motivo, sente suo di diritto. Il Viaggiatore è imprigionato fra le ardenti morse dell’esercito Cabal e la Luce scompare, vittima di un assalto che non lascia tempo e spazio ai Guardiani per difendersi. L’ultima Città è caduta; la Luce è persa… forse per sempre. Tutte le epiche avventure affrontate nel primo capitolo di Destiny vengono rese vane da un’introduzione narrativa che sin da subito convince e lascia stupiti. Il disperato tentativo di arginare la guerra perpetrata dal folle Ghaul risulterà inutile. I Guardiani sono dispersi, la Torre distrutta, tutto è perduto. Ci risvegliamo fra le macerie del fatiscente agglomerato urbano alla ricerca disperata di un appiglio fisico e morale per trarci in salvo. Sopra di noi fluttuano navi Cabal e di fronte la fanteria fedele al Dominus pattuglia la zona. Sembra tutto finito, il Guardiano arranca, la musica ci porta ad arrenderci. Ma no, non è cosi. Uno spettro, un’ultima fioca speranza ci porta in salvo. Viaggiamo disperati fra le terre selvagge del pianeta terra, che regalano scorci e vedute mozzafiato, arricchiti da una musica che si fa via via sempre più palpitante. Arriviamo a un rifugio sicuro: ultimo disperato baluardo dei Guardiani che ora più che mai dovranno lottare per la Luce. Qui inizia Destiny 2, qui inizia la nostra nuova avventura. Insomma la campagna della seconda incarnazione di Destiny si presenta come un’esperienza completa, molto più dinamica, sfaccettata, cinematografica ma soprattutto appassionante. Ora le vicende sono raccontate in modo molto più diretto, scenico e per questo efficace: ogni quest è spiegata in modo comprensibile e le cut-scene ci presentano personaggi accattivanti e dal carattere definito. Motivazioni e scopi espliciti contribuiscono a formare un ecosistema che ancor prima d’esser divertente da vivere è credibile. Questo contribuisce a creare un senso d’immersione che perdurerà nel corso di tutte le avventure. Il distacco da Destiny 1, in questo senso, è lampante e riuscito. L’obiettivo era potenziare un aspetto lacunoso e la missione è davvero compiuta: ora tocca a noi Guardiani compiere la nostra.
Volere è Potere
Pad alla mano Destiny 2 si conferma uno shooter estremamente solido, che punta molto su un gunplay immediato e appagante, per via di un feedback di risposta delle armi da sempre peculiare e ben accolto dalla community. In questo senso Bungie non ha voluto stravolgere le carte in tavola, al contrario ha voluto lasciare intatto l’archetipo ludico, puntando invece su un miglioramento di tutte le attività primarie, secondarie e anche sul ribilanciamento dell’equipaggiamento. La nuova suddivisone delle armi, di cui vi abbiamo ampiamente parlato nelle nostre anteprime, conferisce un bilanciamento che non intacca solo il PvP, ma anche il PvE, per via dei danni elementali spostati esclusivamente allo slot secondario. Peccato invece per lo slot dedicato alle armi pesanti, che scoraggia l’utilizzo di alcune tipologie di bocche da fuoco che utilizzavamo con piacere, pensiamo per esempio ai cecchini e ai fucili a pompa. Va da sé che dovremo tener bene a bada il conto delle munizioni, utilizzandole nei momenti più opportuni. Il gameplay è dunque invariato, e la vera novità, lo sottolineiamo, risiede nella qualità dello story-telling: mai oppressivo, sempre incalzante e dai tani anche relativamente umoristici, quando serve. L’esperienza proposta da Bungie è, fino ad’ora, un’ottima opera di rifinitura del materiale originale: più contenuti, più qualità. Quello che abbiamo visto in queste prime ora di campagna ci ha soddisfatti, eccezion fatta per la quest utile a ottenere la terza sottoclasse. Senza addentrarci troppo nei particolari, possiamo dirvi d’esser delusi dalla maniera sbrigativa con cui è stata gestita: stona molto rispetto alla qualità media delle attività e ha il forte odore di mero pretesto per appiopparci la nuova sottoclasse. Peccato, perché anche la lore è stata espansa e arricchita di succulenti dettagli che faranno certamente felici i fan, situati all’interno di ambientazioni che artisticamente viaggiano su livelli altissimi, nonostante la potenza delle console non permetta di raggiungere i risultati della controparte PC. Ma il colpo d’occhio è ugualmente mozzafiato e ammaliante, perfettamente coerente con il tipo di immaginario sci-fi che la storia si propone di raccontare. Il passo in avanti da Destiny 1 c’è e si vede tutto: i paesaggi del primo capitolo erano talvolta poco grintosi, qui invece non siamo stati mai assaliti da questa sensazione. Punte di diamante della narrazione sono certamente il Dominus Ghaul e i comprimari che incontreremo nei vari pianeti delle galassia. E’ davvero ambizioso questo Destiny 2, e lo capirete fin da subito. I giocatori di vecchia data rimarranno stupiti per via di alcune scelte produttive molto pompose nella messa in scena della storia; i neofiti verranno accolti in un mondo che sembra aver davvero tanto da raccontare.
Campagna davvero spettacolare
Gameplay solido
Attività dinamiche e abbastanza variegate
Ambientazioni artisticamente molto valide
La missione per ottenere la terza sottoclasse è deludente
La nuova suddivisione delle armi scoraggia l’utilizzo di alcuni archetipi storicamente amati in Destiny
In attesa di testare l’endgame, la campagna di Destiny 2 ci ha tenuto compagnia per le prime, intense ore di gioco. N’è venuta fuori un’esperienza inaspettatamente rigogliosa e ambiziosa, sia per quanto riguarda l’estetica, sia per i contenuti. Le missioni principali sono ora raccontate in modo incisivo e davvero spettacolare; le attività sono numerose e la lore è affascinante e fruibile. Insomma tutte caratteristiche di cui il primo capitolo era in qualche modo orfano e che siamo entusiasti di trovare in questo secondo volume della storia dei Guardiani. Nei prossimi giorni arriverà la recensione finale, nel frattempo possiamo dirvi che la disperata missione per salvare la Luce e il Viaggiatore ci ha rapito, entusiasmato e divertito.