Recensione

Demon Stone

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a cura di Fabfab

E’ incredibile come, dopo anni di sfruttamento intensivo, la licenza di Dungeons & Dragons risulti ancora appetibile per i publisher e irresistibile per le schiere di appassionati pronti a fiondarsi all’acquisto dell’ultimo prodotto ispirato all’universo dei draghi e dei sotterranei.Questa volta tocca ad Atari ed ai ragazzi di Stormfront Studios (quelli dei due giochi de Il Signore degli Anelli usciti per EA) cercare di coinvolgerci in un’avventura indimenticabile in un mondo fantastico ma pericoloso: ci saranno riusciti?

La compagnia del destinoA dire il vero le premesse non sono esattamente originali: Demon Stone è il classico action/gdr ambientato nei Forgotten Realms come ormai sovrabbondano su PS2 e il gameplay (nonché il motore grafico) è stato preso di peso dai precedenti due titoli EA.La sceneggiatura è ad opera nientemeno che di R. A. Salvatore, uno dei più importanti scrittori fantasy contemporanei, autore di una ventina di romanzi ambientati nel mondo di D&D e creatore, tra gli altri, della figura di Drizzt Do’Urden, il famosissimo (almeno tra gli appassionati) elfo oscuro (drow) che, naturalmente, fa la sua comparsa come guest star nel titolo Atari.La trama, in breve, vede il Faerun minacciato dalla lotta di due malvagie creature extradimensionali e dei rispettivi eserciti, Ygorl, signore degli Slaad e Sereka, generale dei Githyanki; imprigionati tempo fa da un potente stregone, i due sono stati accidentalmente liberati da un trio di avventurieri che ora dovranno darsi da fare per rimettere a posto le cose. Vediamo dunque nel dettaglio le caratteristiche dei tre eroi che ci troveremo ad impersonare:– Rannek è un poderoso guerriero umano in grado di tener testa da solo con il suo spadone ad intere orde di nemici: gira il mondo per vendicarsi della distruzione del suo villaggio avvenuta ad opera dei troll. Nel gioco è il personaggio “da mischia”, quello da utilizzarsi nei furiosi corpo a corpo contro decine di avversari; la sua abilità speciale, conferitagli dai guanti del potere orchesco che indossa, è quello di poter fare a pezzi qualunque ostacolo gli sbarri la strada.– Zhai è un’elfa mezzosangue che dalla sua metà drow ha ereditato la pelle scura ed i capelli bianchi ma non, per fortuna, la malvagità tipica di questa razza. E’ la ladra del gruppo ma in un titolo totalmente action come questo non la vedremo mai impegnata a scassinare serrature o svuotare tasche: le sue abilità consistono piuttosto nel saltare agilmente da una piattaforma all’altra, magari per attivare un interruttore irraggiungibile dagli altri, e di nascondersi nelle ombre per sorprendere alle spalle ed eliminare furtivamente le sentinelle (capacità inattuabile durante le mischie).– Illius è lo stregone del gruppo, anch’esso umano come Rannek: gira il mondo per fare esperienza e sentirsi finalmente all’altezza del suo illustre casato. In quanto mago va tenuto il più lontano possibile dalle mischie: le sue abilità consistono in letali attacchi a distanza, qualche incantesimo di supporto per il party e la capacità di usare le sue perle della forza quali vere e proprie mine, da piazzare in punti strategici e far esplodere al momento più opportuno.Nel gioco i tre compagni agiscono assieme, il giocatore può passare liberamente da uno all’altro a seconda delle situazioni e una discreta IA fa si che i personaggi non controllati direttamente riescano comunque a non diventare carne da macello.

I due nemiciIl gameplay, discorso dei tre personaggi a parte, è la riproposizione fedele di quanto già visto nei due giochi dedicati al film de Il Signore degli Anelli usciti per i tipi di EA: sostanzialmente tutto quello che si richiede al giocatore è di avanzare massacrando le orde di mostri che ci si fanno incontro. Nonostante la presenza di un’infiltratrice provetta come Zhai avrebbe potuto aprire nuove soluzioni di gioco, al giocatore non è invece concesso scegliere: per procedere occorre massacrare tutti i nemici presenti in quell’area, quindi si passa alla successiva in cui occorrerà fare la stessa cosa e poi quella ancora dopo e così via (in praticala stessa meccanica del vecchio Double Dragon). Le possibilità di esplorazione sono nulle, quelle di interazione minime (del tipo che se c’è una catapulta potete tagliare la fune e colpire gli orchi che vi stanno bersagliando, se c’è una cassa potete frantumarla per raccoglierne il contenuto), il gioco procede su rigidi binari intervallato dai canonici scontri con i boss di fine livello e da brevi sequenze animate che illustrano il dipanarsi degli avvenimenti.L’espediente dei tre personaggi è carino ma, alla resa dei conti, non troppo sfruttato: durante i combattimenti (il 90% del gioco) Rannek è la scelta obbligata, salvo le volte in cui dovrete far ricorso agli incantesimi di Illius per eliminare dei nemici che vi bersagliano alla distanza, mentre le capacità stealth ed acrobatiche di Zhai possono essere utilizzate unicamente ove previsto dai programmatori. E’ vero che con un accorto sfruttamento delle capacità dei tre protagonisti le battaglie possono risultare più interessanti e movimentate, ma perchè prendersi il disturbo quando la spada di Rannek basta e avanza nella maggior parte dei casi?I comandi sono molto semplici, ogni personaggio ha un attacco primario ed uno secondario, un colpo speciale da utilizzarsi solo una volta riempita l’apposita barra (combattendo), un tasto per la parata, uno gli attacchi a distanza (o gli incantesimi, nel caso di Illius); in caso di necessità si possono richiamare in proprio aiuto i due compagni controllati dalla cpu e, qualora la barra speciale di tutti e tre gli eroi sia al massimo, sarà possibile compiere un devastante attacco combinato. Naturalmente è possibile eseguire svariate combo (acquistabili con i punti esperienza), mai troppo complesse da eseguire (richiedono un massimo di tre tasti) e comuni a tutti e tre i personaggi (nella sequenza dei tasti, non nella mossa che ne consegue).L’IA dei nemici è elementare, arrivano, ci vedono, ci attaccano e non si fermano finché non vengono sterminati (oltre che a spadate, se la conformazione del terreno lo consente è possibile spingerli giù da dirupi o torri) e non aspettatevi di più dai boss, che attaccano seguendo sempre lo stesso pattern che, una volta memorizzato, non presenta problemi. Molti dei nemici sconfitti perdono pozioni curative (che è l’unico modo per rigenerare la salute del personaggio, dato che non esistono incantesimi di cura), esperienza o denaro, da raccogliere passandoci sopra.Gli elementi da gdr si limitano, purtroppo, alla possibilità di potenziare i tre eroi a fine livello: a seconda dei risultati ottenuti, infatti, verremo ricompensati con punti esperienza, da utilizzare per aumentare le caratteristiche dell’eroe oppure dotarlo di nuovi poteri o colpi speciali, e denaro, da spendere in un ipotetico negozio virtuale per acquistare armi, armature od oggetti magici, tutto qui. Non aspettatevi, dunque, villaggi da visitare, persone con cui parlare, locazioni da esplorare: in Demon Stone non si fa altro che combattere, combattere, combattere.

Il ritorno della paceVisivamente il titolo Atari beneficia dell’ottimo motore grafico che Stormfront ha già avuto modo di sperimentare con i titoli EA, in grado di gestire senza problemi un discreto numero di creature su schermo. Il livello di dettaglio, sia per quanto riguarda i protagonisti che i nemici è rimarchevole così come le animazioni degli stessi; più altalenante la qualità degli sfondi che alterna momenti esaltanti (l’incipit, in cui ci troveremo a combattere contro orde di mostri mentre, sullo sfondo, i draghi volano e la città va in fiamme è stupendo) ad altri meno ispirati. Molto azzeccato anche il fatto che ogni modifica all’equipaggiamento del personaggio si ripercuota sul suo aspetto.Le inquadrature sono statiche e pensate per dare una visione molto cinematografica delle varie situazioni, ma qualche volta questa scelta comporta ha degli svantaggi: capita talvolta che la telecamera sia troppo distante dall’azione oppure copra parte dei nemici, rendendo difficile il lavoro del giocatore (in uno dei primi livelli, ad esempio, ci troveremo a dover portare in salvo degli elfi ma la telecamera, in alcune inquadrature, mette in primo piano la lotta tra Ygorl e Sereka e relega i protagonisti sullo sfondo, dove è veramente difficile distinguere quale sia il proprio personaggio, quali i nemici e quali gli elfi da salvare).Il titolo vanta una convincente localizzazione in italiano ed una discreta colonna sonora, il che aiuta ad immedesimarsi più facilmente nelle vicende di Rannek, Zhai e Illius.La longevità, infine, proprio come accadeva con i titoli EA è un po’ carente: selezionando il livello di difficoltà più elevato le battaglie sono piuttosto impegnative, ma la decina di livelli disponibili si finiscono comunque troppo in fretta. Incomprensibile, poi, l’assenza di una modalità multiplayer, che mina il replay value di un titolo che, una volta portato a termine (con piacere) la prima volta, non offre molti stimoli alla rigiocabilità…

– Visivamente spettacolare

– Bella l’idea dei 3 protagonisti

– Immediato e divertente

– Gameplay troppo limitato e lineare

– Breve e prevedibile

– Tre personaggi mal sfruttata

7.6

Sarò sincero: sono appassionato di fantasy e di giochi ad esso ispirati da molti anni, ormai, ma quest’ultimo prodotto di Atari non mi ha convinto completamente. Si potrà obiettare che in fondo è identico ai giochi de Il Signore degli Anelli della EA, che solo pochi mesi fa sono stati premiati con votazioni più alte; in quel caso, però, si trattava di giochi ispirati ad una produzione cinematografica e legati ad ambientazioni e situazioni presenti nelle pellicole che dovevano essere riproposte e, in qualche modo, ne giustificavano la linearità. Demon Stone, invece, gode di una sceneggiatura originale e non è vincolato a nessuna opera preesistente, dunque dispiace che Stormfront abbia scelto la via più facile, quella del picchiaduro a scorrimento, a fronte delle mille possibilità offerte, a partire proprio dal trio di protagonisti dalle diverse abilità, che potevano essere meglio sfruttati.

Precisato questo, bisogna riconoscere che Demon Stone è un bel action, divertente da giocare e molto spettacolare da vedere, con quella spruzzatina di elementi da gdr che non guasta mai: l’ideale per trascorrere un po’ di tempo in assoluto relax, ma incapace di appassionare e coinvolgere il giocatore dopo che l’avventura è stata completata. In quest’ottica la presenza di una modalità multiplayer, che purtroppo manca, avrebbe sicuramente giovato al titolo aumentandone la longevità.

Voto Recensione di Demon Stone - Recensione


7.6

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