Sempre più spesso si sente dire che il mercato videoludico ristagna. Meccaniche già viste, gameplay riciclati e giochi che rinnovano sé stessi semplicemente incrementando il numero posto alla fine del titolo portano gran parte dei giocatori a desiderare qualcosa di innovativo. Ecco quindi che entra in gioco il fenomeno dell’ibridazione, intelligente soluzione che rinfresca generi standard incrociandoli tra loro e dando vita a prodotti dal sapore tutto nuovo. Per quanto riguarda la fusione tra FPS e puzzle-game Portal e il suo seguito rimangono sicuramente i titoli più di spicco. I ragazzi di 5 Bits Games però, supportati e distribuiti da Namco Bandai, hanno voluto dire la loro nel campo degli incroci videoludici con Deadcore, un prodotto dalla assoluta personalità che vanta una bivalenza propria di pochi altri giochi.
Verso l’infinito e oltre
Ci risvegliamo ai piedi della torre, se così possiamo chiamarla, una titanica costruzione composta da piattaforme galleggianti, tunnel sospesi e intricate strutture fluttuanti. Tutto attorno a noi una densa foschia squarciata da lampi elettrici riempie l’aria, impedendoci di vedere l’orizzonte. Nulla ci è stato spiegato, nessun preambolo narrativo né istruzioni da seguire, solo alcuni ologrammi ci incitano a cominciare la nostra ascesa. Una lunga strada si dipana verso la cima della torre e la risoluzione del mistero a cui essa è legata.
All’inizio è possibile solo saltare, ci si rende subito conto di quanto la gravità sia bassa e di come questo ci permetta di aggiustare le nostre traiettorie con grande libertà. Quasi immediatamente ci viene concesso il doppio salto (un classico intramontabile) e dopo essere balzati su alcune piattaforme ci viene fornita l’unica arma del gioco: la switch gun. Questo particolare fucile ci consente di interagire con tutti gli elementi attivabili nel corso della nostra scalata. All’inizio ciò significa semplicemente sparare contro pareti contrassegnate che si apriranno per garantirci il passaggio, ma con il proseguire dell’ascesa il nostro fido fucile sarà la chiave di volta per la risoluzione di praticamente tutti gli enigmi ambientali. Il numero di proiettili sarà limitato, ma le munizioni si ricaricheranno ogni qualvolta raggiungeremo un checkpoint e ad ogni respawn. Sulla nostra bocca da fuoco sarà inoltre presente un piccolo schermo dal quale potremo tenere d’occhio l’inesorabile scorrere del tempo. Inizialmente i colpi a nostra disposizione saranno più che sufficienti alle nostre necessità, ma con l’aumentare dei livelli si renderà necessario fare un uso ponderato delle munizioni. Limitare al massimo gli sprechi sarà un buon modo per non trovarci sospesi a mezz’aria con il fucile scarico e l’esigenza di dover attivare la piattaforma su cui era nostra intenzione atterrare. Durante la scalata i sistemi di difesa della torre faranno di tutto per impedirci di raggiungere la vetta e ci troveremo quindi a dover fronteggiare torrette, sentinelle volanti e altri piccoli ma fastidiosi guardiani. Il loro scopo sarà principalmente quello di spingerci via con delle onde d’urto, facendoci cadere oltre le piattaforme o impedendoci di raggiungerle, lasciandoci precipitare verso l’oblio e il conseguente respawn al precedente punto di controllo.
Livello difficoltà: Messner
Deadcore presenta un innumerevole numero di puzzle ambientali, quasi mai ripetitivi e tutti ben architettati. Questi avranno ovviamente un livello di difficoltà crescente, all’inizio coinvolgendo solo la coordinazione occhio-mano e successivamente richiedendo anche l’uso del cervello per la loro risoluzione. Proprio in riferimento a questo, alcuni passaggi risultano particolarmente frustranti in quanto si rivela necessario affrontarli un numero elevato di volte per capire come procedere e poi, una volta intuita la soluzione, ripeterli sino a quando anche la parte di platforming puro sarà espletata. Gli sviluppatori comunque hanno disposto i punti di controllo saggiamente, in modo da permetterci di affrontare gli enigmi più complessi e funamboleschi senza dover ripetere lunghe parti già giocate. La visuale in prima persona dal canto suo non è adattissima per l’esecuzione delle acrobazie più precise e ci capiterà di tirare in causa vari santi del calendario quando verremo smaterializzati dopo essere entrati a contatto con una parete laser che eravamo sicuri di ever evitato per un soffio.
Un altro fattore che innalza il livello di difficoltà è la complessità riscontrata a volte nell’individuare la direzione da prendere per raggiungere la sezione di livello successiva. Come detto in precedenza la torre non ha un’architettura lineare ma è composta da varie piattaforme che si susseguono (a volte in maniera non proprio chiara) all’interno di uno spazio circondato da nebbia. Quando ci troveremo ad attivare switch che modificano la gravità e contemporaneamente saremo costretti a saltare frettolosamente su piattaforme temporizzate, sarà facile entrare in confusione e capiterà di trovare la via giusta quasi per caso, ma solo dopo un numero elevato di tentativi andati male. L’elevata difficoltà nel portare a termine con successo alcuni passaggi, però, è direttamente proporzionale alla gioia provata una volta superati e il sospiro di sollievo che tireremo una volta raggiunto il checkpoint sarà foriero di grande soddisfazione.
Tron ci fa un baffo!
Quando si parla di grafica spesso saltano fuori discussioni da feticisti della risoluzione e altre simili quanto inutili velleità. Deadcore è la dimostrazione di come un comparto artistico ispirato faccia passare in secondo piano tutte le necessità relative al numero smodato di configurazioni video. L’ambientazione, per accostamenti cromatici e stile, ricorda molto Tron, con le tinte plumbee delle superfici della torre contornate da fulgidi neon azzurri elettrici. Spiccano per contrasto anche tutte le parti “vive” ed ostili, come le pareti laser (che imparerete ad odiare) le sentinelle e le torrette, caratterizzate da colori caldi come il rosso e l’arancione. Il design futuristico della nostra arma è ispirato e, anche se alcuni utenti hanno espresso la loro preferenza in riferimento al modello presente nella versione alpha del gioco, quella del codice definitivo rimane un oggetto dall’estetica accattivante. La sensazione di procedere sempre verso la cima senza la precisa cognizione del perché contribuisce ad alimentare un senso di crescita interiore, un viaggio nel quale la strada percorsa risulta più importante della meta stessa.
Dispersi per l’intricata struttura comunque saranno presenti alcuni collezionabili che sbloccheranno tracce musicali e file testuali che ci aiuteranno a comprendere meglio la natura della torre e del nostro viaggio. A proposito di musiche quelle che faranno da sottofondo alla nostra impresa saranno ovviamente di tipo elettronico, una pseudo dubstep che per quanto non ispiratissima ben si sposa con il contesto fantascientifico della produzione. In ultima nota è da specificare come la natura del gioco, come indica il cronometro apposto sul nostro fucile, sia fortemente votata alla speedrun, modalità sbloccabile che ci darà accesso ad una classifica mondiale che (ironia della sorte) ci troveremo a scalare proprio come la torre.
– Puzzle ambientali vari e ben congegnati
– Artisticamente ispirato
– Ibridazione di generi ben riuscita
– La prima persona a volte crea difficoltà nel calcolo delle aree di collisione
– Meccaniche trial and error in alcuni casi frustranti
– L’ambientazione così libera genera talvolta la perdita dell’orientamento
Deadcore è un titolo che si inserisce di diritto nella lista degli ibridi ben riusciti. La sua natura visionaria in termini di ambientazione e il comparto artistico ispirato ne fanno un piacere per gli occhi. Tralasciando alcuni passaggi particolarmente ostici, il livello di difficoltà è stemperato da checkpoint ben disposti e il gioco risulta godibile sia dai patiti del platforming puro sia da coloro che vogliono dedicarsi ad un prodotto diverso dal solito. In definitiva, se avete amato Portal e aspettavate un prodotto in grado di discostarsi dalla massa e mettere alla prova riflessi e pazienza, troverete nel titolo dei 5 Bits Games ciò che fa per voi.