Data di uscita: Disponibile (PC) - 23 giugno 2017 (PS4 - Xbox One) - 24 settembre 2019 (Switch)
Evolve non ha avuto grande fortuna: pochi contenuti, troppi DLC a pagamento e ben presto i server si sono svuotati ed il gioco di Turtle Rock Studios è finito nel dimenticatoio. Nonostante la sua triste fine, il titolo aveva delle ottime premesse e uno dei suoi maggiori pregi era la peculiare formula multiplayer, 4 cacciatori vs 1 preda, che infatti è stata ripresa, capovolta e riadattata in chiave horror-splatter dai ragazzi di Behaviour Interactive ed è così diventata la base di Dead by Deaylight, uno dei giochi con maggior successo attualmente su Steam che, in pochissime parole, potrebbe essere definito come un guardia e ladri, solo che al posto della guardia abbiamo un killer psicopatico, invincibile e dalle fattezze mostruose, mentre i ladri sono quattro disperati che cercano di sfuggire dalla loro triste sorte.
Ognuno ai suoi posti
La formula di Dead by Deaylight è tanto semplice quanto funzionale e non c’è alcuna ambizione narrativa oppure particolari spunti di innovazione nelle tematiche horror. Avviando un match, si decide da che parte stare: vestire i panni del carnefice armato della classica motosega o altri truci mezzi, oppure se essere una delle quattro vittime sacrificali. Nel primo caso, la visuale del killer è in prima persona e lo scopo è uno ed uno soltanto: stanare i fuggitivi, ferirli con il primo colpo, abbatterli col secondo, caricarseli sulla spalla ed infine agganciarli su uno degli uncini sparsi per la mappa ed attendere che delle zampe nere escano dal cielo e portino con sé il mal capitato. La prospettiva del fuggiasco è ovviamente del tutto opposta, a partire dalla visuale, che ora in terza persona: per aumentare il senso di tensione e di paura, i sopravvissuti non devono semplicemente correre e nascondersi, ma per scappare definitivamente dalla mappa hanno prima l’obbligo di attivare i cinque generatori, i quali in ogni partita sono piazzati in posizioni differenti, in modo tale da aumentare il fattore rigiocabilità. Una volta individuato questo generatore, esso va anche aggiustato, operazione in teoria molto semplice e dove basta la pressione di un solo tasto, ma che con un pazzo alle calcagna diventa un po’ più complessa: inoltre, durante le fasi di riparazioni, si innestano alcuni quick time event che, se sbagliati, causano una piccola esplosione e a quel punto l’unica soluzione diventa il correre a gambe levate e sperare che il killer si trovi nell’angolo opposto della mappa. Su questi elementi di base, Behaviour Interactive ha inserito qualche piccola variante, come delle torce a pila da puntare negli occhi del mostro per distrarlo, ma i veri pregi di Dead by Deaylight sono i rapporti di collaborazione e/o tradimento che si innestano con gli altri giocatori e un ambiente del quale leggere ed interpretare gli indizi. Citando qualche esempio dalla nostra esperienza personale, non sono stati rari i casi in cui abbiamo salvato la pelle abbandonando proprio un nostro compagno appeso ad un gancio oppure, una volta feriti e sanguinanti, siamo corsi proprio in direzione degli altri fuggiaschi, con la speranza che il mostro decidesse di lasciarci andare per prendersela con qualche altro mal capitato. Durante una partita, queste interazioni e dinamiche si susseguono una dietro l’altra e sta solo a voi decidere come sfruttarle a vostro favore. Giusto un ultimo esempio: nei panni di un impiegato in maniche corte e improbabile cravatta, siamo risusciti a salvarci semplicemente standocene chiusi tutto il tempo in un armadietto, abbiamo fatto fare il lavoro sporco ai nostri compagni che, falciati uno dopo l’altro, ci hanno comunque permesso di svignarcela a gambe levate. L’altro elemento fondamentale in Dead by Deaylight è la lettura degli indizi, come il battito del proprio cuore che aumenta quando il killer si avvicina, oppure i rumori delle frasche spostate, le scie lasciate da un fuggitivo che scappa di corsa o, ancora, il volo dei corvi che si levano in cielo quando qualcuno gli passa accanto. In un titolo del genere, le mappe giocano un ruolo chiave ma purtroppo in Dead by Deaylight esse hanno alcuni alti e bassi: innanzitutto, il loro numero è davvero basso, le dimensioni sono esigue e molti degli elementi presenti nello scenario sono riutilizzati in vari punti, dando sempre l’impressione di fare il medesimo tragitto. Ottima invece l’atmosfera e la ricostruzione delle mappe, tutte quante tratte da luoghi iconici dei film dell’orrore, come l’autorimessa abbandonata o la fattoria spettrale.
Cinghia stretta
Escludendo qualche difetto delle mappe, il gameplay di Dead by Deaylight risulta brillante e piuttosto originale ma, dopo qualche ora di gioco, ci si accorge che purtroppo – almeno fino a che non arrivino i già annunciati nuovi contenuti – si è già visto tutto quello che c’era da vedere. Per spingere il giocatore a macinare match su match, Behaviour Interactive ha inserito anche l’accumulo dei punti esperienza, un sistema di sblocco delle abilità a ragnatela ed un livellamento dei singoli personaggi. Proprio questo sistema si è però rilevato piuttosto debole e non rappresenta una vera molla per proseguire nel gioco: la scelta di rendere la ragnatela delle abilità procedurale non è stata infatti una fra le decisioni più felici ma soprattutto, anche attivando nuove capacità o equipaggiamenti, come un passo più silenzioso, un medikit o una nuova trappola, non si ha la vera sensazione di avere un personaggio, sia un killer o sia un fuggitivo, più efficace e quindi ci si attiene più o meno sempre alla stessa strategia di gioco. La ripetitività è quindi uno dei più grandi difetti riscontrati, le poche mappe non sono certo di aiuto, così come le poche differenze che vi sono fra i vari fuggitivi ed i tre mostri ad oggi presenti. Ma questo non sarà il solo punto su cui gli sviluppatori dovranno rimboccarsi le maniche: Dead by Deaylight ha infatti anche gravi carenze proprio là dove non dovrebbero essercene, ossia nel matchmaking, con la ricerca delle partite che spesso può anche durare parecchi minuti, soprattutto a causa dell’assenza del browser dei server e giocatori che entrano ed escono di continuo dalle lobby.
Due ultimi appunti, uno sulla realizzazione tecnica e uno sulle opzioni di gioco. Dead by Deaylight è mosso dall’Unreal Engine 4, che in questa occasione non ha però mostrato tutto il suo potenziale, con il risultato di un impatto visivo buono, ma di certo non eccellente, con svariate texture in bassa definizione e nebbie volumetriche approssimative. Inoltre, aprendo il menù delle opzioni ci si accorge in fretta della pochezza delle impostazioni e sono veramente scarni i parametri da settare. Ottima invece la direzione artistica, impreziosita dalla palette dei colori e dalle forti tinte cupe. Se le poche opzioni grafiche sono un dettaglio su cui siamo anche disposti a soprassedere, dobbiamo invece essere molto più severi sul fatto che non venga data al giocatore la possibilità di rimappare i tasti, costringendolo ad esempio a tenere costantemente premuto il tasto C per abbassarsi dato che non c’è modo di impostare l’attivazione/disattivazione della postura.
HARDWARE
Requisiti minimi:– Sistema operativo: 64-bit Operating Systems (Windows 7, Windows 8 & Windows 8.1) – Processore: Intel Core i3-4170 or AMD FX-8120 – Memoria: 8 GB di RAM – Scheda video: DX11 Compatible GeForce GTX 460 1GB or AMD HD 6850 1GB – DirectX: Versione 11 – Rete: Connessione Internet a banda larga – Memoria: 15 GB di spazio disponibile – Scheda audio: DX11 compatible
Requisiti consigliati:– Sistema operativo: 64-bit Operating Systems (Windows 7, Windows 8 & Windows 8.1) – Processore: Intel Core i3-4170 or AMD FX-8300 or higher – Memoria: 8 GB di RAM – Scheda video: DX11 Compatible GeForce 760 or AMD HD 8800 or higher with 4GB of RAM – DirectX: Versione 11 – Rete: Connessione Internet a banda larga – Memoria: 15 GB di spazio disponibile – Scheda audio: DX11 compatible
– Formula di gioco fresca ed originale
– Continua e necessaria interazione fra i giocatori
– La tensione si sente in ogni match
– Necessità già da ora di nuovi contenuti
– Matchmaking decisamente migliorabile
– Il sistema di progressione aggiunge poco
7.0
Dead by Deaylight è un mezzo rimpianto, un gioco che aveva tutte le caratteristiche per spiccare in mezzo all’offerta di Steam grazie al suo gameplay fresco ed innovativo ma che, per scarsezza di contenuti ed alcune scelte di game design poco azzeccate, si limita ad essere un buon titolo. In ogni caso, anche grazie al suo costo ridotto, Dead by Deaylight è un acquisto consigliabile a chiunque sia alla ricerca di un multiplayer in grado di regalare ore di tensione e divertimento, mischiate con sane dosi di horror, sangue e splatter.