Durante la scorsa generazione di console gli zombie andavano parecchio forte. Da quando Walking Dead è approdata sugli schermi di tutto il mondo infatti, questi marcescenti non morti dall’incerta andatura hanno vissuto una seconda giovinezza. A onor del vero, sono stati infilati a forza un po’ dappertutto e il medium videoludico è stato forse quello che ha subito la farcitura di mangiacervelli più abbondante. Dead Island è uno dei brand che ha saputo sfruttare al meglio questi antagonisti, calando il giocatore in un paradiso tropicale infestato e permettendogli di sfogare la propria brama di violenza attraverso un numero di armi home-made veramente elevato. A distanza di una manciata di anni dalla release i ragazzi di Techland hanno pensato bene di cavalcare l’onda del fenomeno remastered e rifare il trucco al loro titolo di punta e al suo seguito, aggiungendo al pacchetto una sorpresina per i fan. Inforcate gli occhiali da sole perché a Banoi il sole splende come non aveva mai fatto prima.
La crema solare è per i vivi
Per i pochi che non conoscono il marchio,
Dead Island è un hack ‘n slash in prima persona in cui prendiamo le parti di uno dei quattro sopravvissuti alloggiati presso un resort in un idilliaco paradiso tropicale. Una misteriosa epidemia scoppiata di recente ha trasformato la maggior parte della popolazione dell’isola di Banoi in famelici zombie e noi siamo alcuni dei pochi fortunati a possedere una naturale immunità al virus. La storia principale non riserva grandi gioie a livello narrativo, e le moltissime fetch quest servono solo a darci un buon motivo per esplorare le splendide ambientazioni e fare incetta di armi e materiali. Nel titolo è presente un solido sitema di crafting, che spinge il giocatore a mettere spesso mano ai propri strumenti di morte aggiornandoli e rendendoli sempre più letali.
Dopo il primo capitolo della serie uscì Dead Island: Riptide, che più che un vero e proprio seguito è considerato da critica e pubblico un Dead Island 1.5.
Riptide ha mantenuto la formula di gioco praticamente invariata rispetto al predecessore, riprendendo gli eventi della storyline proprio da dove si erano interrotti alla fine del titolo originale. Se la ricetta del combat system e del crafting è rimasta identica, la narrativa invece è stata ritoccata, con una campagna principale coinvolgente e meglio strutturata, che conduce ad un doveroso climax nelle fasi finali dell’avventura. Anche i nemici sono migliorati, aumentando in tipologie e costringendo il giocatore ad adottare strategie di approccio allo scontro differenti fra loro. Fatta questa breve premessa notifichiamo che l’articolo che segue è incentrato principalmente sulle migliorie tecniche della remastered e sulle altre novità presenti nel pacchetto. Se siete interessati ad approfondire i singoli titoli vi consigliamo di dare un’occhiata alla nostra recensione di
Dead Island e
Dead Island: Riptide.
Anche gli zombie si rifanno il trucco
E’ già da un po’ di anni, purtroppo, che ci siamo abituati a veder mettere in atto manovre come quella compiuta da Deep Silver. La riedizione di giochi in versione rimasterizzata è il triste simbolo dell’attuale generazione di console, e a quanto pare anche Dead Island si aggiunge alla lunga lista di titoli degni di ricevere una bella svecchiata. Dead Island Definitive Edition comprende Dead Island e Dead Island: Riptide, entrambi in edizione rimasterizzata, in aggiunta ai quali vediamo Dead Island Retro Revenge, una chicca per i fan dell’era Coin Op di cui vi parleremo più avanti. In merito ai due titoli principali possiamo dire che il lavoro fatto per restituire lustro al comparto tecnico è parzialmente riuscito. La maggior parte delle texture sono ora sono in alta definizione e questo dona a tutte le superfici un aspetto più realistico e piacevole. Purtroppo questo non è sufficiente ad elevare agli standard odierni una produzione che, per numero di poligoni e legnosità delle animazioni, rimane visibilmente della scorsa generazione. Altro elemento che è stato pesantemente aggiornato è il comparto di illuminazione, a cui è stato aggiunto un sistema di shading che migliora la resa visiva di alcuni elementi in base alle condizioni di luce. In aggiunta a tutto questo abbiamo l’introduzione di un anti aliasing che contribuisce a dare una veste più moderna al comparto grafico. Un’aggiunta che invece non abbiamo gradito è l’effetto blur che permea la produzione, e che si fa sentire soprattutto durante gli spostamenti della visuale e in alcune cutscene. La sfocatura che ne risulta è sgradevole in molte situazioni, appanna senza pietà il colpo d’occhio generale e non è nemmeno eliminabile dalle opzioni. Tecnicismi a parte, dobbiamo ammettere che, seppur il titolo sia innegabilmente di qualche anno fa, riesce comunque a regalare scorci di notevole bellezza, invitando il giocatore a soffermarsi sulle guglie rocciose dell’isola per ammirare lo splendido paesaggio. Il pacchetto verrà venduto al prezzo consigliato di 39,99€, ma è possibile acquistare i due titoli principali separatamente al costo di 19,99€ ciascuno. I due giochi sono capaci di intrattenere per un numero di ore veramente elevato, quindi se qualche anno fa vi siete persi questo blockbuster e siete dei tritatutto smaniosi di macellare carne putrefatta il nostro consiglio è quello di valutarne l’acquisto. Se invece siete stanchi di picchiare degli stupidi quanto affamati non morti e magari avete già passato molte ore sui titoli in questione, forse i soli miglioramenti tecnici non sono sufficienti a giustificare nuovamente l’acquisto. ù
Carneficina in pixel art
Il pacchetto proposto, oltre ai due titoli principali, include anche Dead Island Retro Revenge, un giochillo che saprà fare la gioia di coloro che negli anni novanta amavano smanettare sui vecchi cabinati. Il titolo è un side scroller realizzato in pixel art, in cui vestiamo i panni di Max, un brutale metallaro a cui alcuni malintenzionati hanno rapito l’amato gatto che risponde al nome di Rick Furry. Max non ci pensa due volte a scendere per le strade della California infestate da mangia-cervelli pur di riportare a casa il suo amato micio. Egli si dimostra un abile combattente, sfoggiando una conoscenza delle arti marziali da far invidia a Kung Fury in persona! Nel gioco Max avanza autonomamente verso destra, il nostro unico compito è quello di spostarlo alto o in basso, in corrispondenza delle tre corsie disponibili, e di pigiare forsennatamente sui tasti corrispondenti alle sue micidiali mosse di kung fu. Il nostro eroe ha inoltre a disposizione una supermossa, che generalmente stermina tutti i nemici a schermo, e può accedere a vari power up recuperandoli da alcune casse. I nemici sono di diverse tipologie e già dopo una manciata di partite impareremo a riconoscere quelli più pericolosi ed affrontarli nel modo corretto. La produzione è chiaramente votata al trial and error e il livello di difficoltà, tarato verso l’alto, ci costringe a ripetere gli schemi fino a quando non si è interiorizzata la sequenza dei nemici e la relativa strategia per contrastarli al meglio. Si contano tre capitoli ognuno dei quali suddiviso in otto livelli, una volta terminati i quali ci viene assegnato un punteggio in base al numero di combo che siamo riusciti a portare a casa. Dead Island Retro Revenge è un piacevole valore aggiunto, in grado di stuzzicare gli amanti dei coin op, i quali sicuramente ci perderanno molte ore con il solo intento di scalare la classifica mondiale.
– Tre giochi ad un prezzo accessibile
– Lavoro su texture e impianto di illuminazione lodevole
– Retro Revenge è una gradevole aggiunta
– I problemi storici della serie permangono
– Effetto blur fastidioso
– Qualche magagna tecnica
Dead Island Definitive Edition è l’ennesima remastered ad approdare sulle console current gen. A suo favore abbiamo la presenza di due titoli belli corposi, ai quali si aggiunge una produzione dedicata specificatamente a chi negli anni 90 era solito spendere i propri soldi nei cabinati mangia monete. Sul piano tecnico si riscontrano dei netti miglioramenti, sia delle texture che del comparto illuminazione, e il titolo ne giova sicuramente. Il rovescio della medaglia sono una mole poligonale e delle animazioni chiaramente della scorsa generazione, alle quali si abbina un effetto blur poco convincente. I vecchi problemi della saga, come alcune compenetrazioni poligonali e qualche sporadico calo di frame, tornano a farsi sentire, non inficiando però in maniera drastica sulla bontà della produzione. Insomma se ve li eravate persi questa può essere una buona occasione per recuperare, se invece li avete già giocati risparmiate i vostri soldini e spendeteli su qualcosa di nuovo.