La storia dello sviluppo di Dark Void è costellata da innumerevoli peripezie che hanno portato gli uomini della software house al traguardo del lancio sul mercato, nonostante il secco “no” di Capcom che ha più volte cestinato il progetto, obbligando i ragazzi di Airtight a rivedere più volte il concept di gioco, che ha sulle spalle oltre tre anni di sviluppo e numerosissime revisioni al progetto.L’idea, essenzialmente, è semplice ed estremizzando si potrebbe affermare, senza timore di sbagliare, che si tratta di uno shooter in terza persona unito a The Rocketeer, vecchio videogame uscito su NES e SNES negli anni ’90.
Una storia…mai sentita?Dark Void, da un punto di vista narrativo, conferma alcuni dei capisaldi che affliggono il genere umano da decenni: gli alieni ci vogliono morti. La storia di Dark Void, non particolarmente originale, ci catapulta direttamente nei panni di Will Grey, un pilota di cargo che si trova suo malgrado ad accompagnare una sua vecchia conoscenza, la bella Ava, sino al fantomatico triangolo delle Bermuda. Il viaggio li porterà a precipitare su un’isola apparentemente deserta ma che in realtà ci farà ben presto conoscere le Sentinelle, razza aliena dall’aspetto cibernetico che si dimostrerà sin da subito alquanto ostile nei confronti degli uomini.Combattimenti, fuga e quant’altro, fino all’incontro con il personaggio che cambierà la vita del nostro alter ego digitale: Nikola Tesla. Il brillante scienziato ci appiccicherà sulla schiena il fulcro del gameplay di questo Dark Void: il jet pack, l’unico mezzo in grado di permetterci di affrontare i minacciosi alieni nel corso dei vari capitoli che compongono la storia ideata da Airtight Games.Sarà proprio il volo il vero protagonista della storia, che ci spingerà ben presto in una dimensione parallela, chiamata The Void, in cui gli uomini, organizzatisi nella “resistenza”, affronteranno come dei moderni pirati-rivoluzionari i misteriosi ed ostili alieni, sconfitti in passato dall’umanità ed imprigionati nel “Vuoto” ma che, inevitabilmente, bramano vendetta.
I believe I can fly!Il comparto del gameplay di Dark Void presenta fortunatamente delle note positive, che vanno a bilanciare alcune incertezze a livello di giocabilità riscontrate nel corso della prova. La sensazione trasmessa infatti, sin dalle prime ore di gioco, è assai positiva ed è notevole l’impatto nelle fasi in volo ideate dai ragazzi di Airtight Games, che propongono un sistema concettualmente semplice ma efficace, in grado di divertire grazie alle numerose missioni proposte, sebbene queste ultime non brillino particolarmente in quanto ad originalità. Sia che si tratti di scortare una nave o di intercettare dei nemici in volo, il jetpack si è dimostrato un validissimo strumento per gli sviluppatori, che hanno ben pensato di offrire al giocatore numerose possibilità di approccio al gioco aereo. Sono stati implementati infatti in questi razzi un doppio funzionamento, tramite il classico volo o la modalità hoover, che permette di frenare la forza propellente per rimanere a mezz’aria, fornendoci per di più il controllo diretto delle armi del personaggio, al contrario del classico flight mode che ci consente invece di sparare solamente in linea retta tramite i mitragliatori installati al fianco dei retrorazzi. Questa soluzione regala situazioni divertenti, specialmente nelle fasi di gameplay strettamente legate al combattimento, poiché permetterà al caro Will di scalare e combattere in verticale nelle varie strutture, come torri, antenne e navi sospese senza troppe difficoltà, e donerà anche ai puri combattimenti aerei un’apprezzabilissima varietà di approcci possibili. Non mancano alcuni simpatici diversivi come la possibilità di abbordare una nave nemica, tramite brevi QTE e, una volta preso il controllo dei comandi del velivolo, sfruttarne la maggiore potenza di fuoco. I quick time event si ripresenteranno anche in occasioni delle sporadiche boss fight, piuttosto divertenti. Risalta senz’altro l’idea molto interessante di introdurre un sistema di coperture anche verticale, in grado di regalare situazioni inedite per il genere. Implementato con competenza, il tutto funziona molto bene, anche grazie ad un’interfaccia semplice quanto discreta. In caso di contatto ravvicinato col nemico, inoltre, è possibile sfruttare una mossa corpo a corpo, forse troppo efficace, in quanto in grado di eliminare il robot nemico a mani nude anche solo con uno o due colpi. Discreto il campionario di armi, che pecca solo sul fronte originalità in quanto l’elemento futuristico non è stato sfruttato per includere strumenti di morte diversi dai classici mitragliatori, fucili o granate.Purtroppo il comparto giocabilità non è immune da difetti, perlopiù ascrivibili in grandissima parte alle fasi TPS a terra, le cui meccaniche di gioco risultano essere lente, prevedibili e poco coinvolgenti, complice anche la totale assenza di interattività con gli ambienti, la quasi nulla possibilità di esplorazione e la scarsa IA di gioco. Questa propone dei nemici non particolarmente reattivi e che molto spesso resteranno immobili ad incassare i colpi senza eccessiva resistenza, anche alle difficoltà più elevate. L’unico elemento interessante risulta essere, ancora una volta, il jetpack, che permetterà ai giocatori di aggirare i nemici, attaccarli dall’alto e via dicendo, confermando di fatto l’assoluto protagonismo di questo elemento di gameplay nella produzione. Un “quid” su cui Dark Void ha sicuramente puntato molto, ma a conti fatti forse non abbastanza, viste le lunghe quanto noiose sessioni a piedi, molto sottotono rispetto a quando vi potrete librare in volo.
Visivamente parlandoIl comparto tecnico di Dark Void partiva da una premessa promettente: l’Unreal Engine 3 di Epic, motore grafico che ha dato vita a innumerevoli capolavori di questa next-gen sulle varie piattaforme in cui è stato impiegato. Il primo impatto con il comparto grafico messo a punto per l’occasione tuttavia appare piuttosto deludente, forse figlio dei continui rinvii che quest’opera ha subito nel corso degli anni. Ciò non sembra aver influenzato in maniera eccessiva i modelli poligonali dei personaggi, che appaiono di buona fattura e realizzati con un buon numero di poligoni, tuttavia ad essere esageratamente lacunoso è il comparto texture, di qualità veramente molto bassa, che offrono purtroppo al giocatore un impatto visivo non del tutto soddisfacente, specialmente, nel caso della versione PC, alle risoluzioni più elevate.Sempre relativamente a questa versione, citiamo una fluidità, sia nelle fasi in-game che nelle sequenze animate, renderizzate tramite il motore di gioco, vittima di saltuari blocchi e cali di framerate che fanno la propria comparsa sistematicamente al momento sbagliato, soventemente nelle fasi in volo, diventando molto spesso un tedioso ostacolo nelle fasi più concitate. Fortunatamente su console, la situazione è leggermente migliore, ma comunque non del tutto soddisfacente, soprattutto considerato il non eccelso dettaglio grafico restituito. Il comparto audio si è invece rivelato decisamente molto buono, grazie ad effetti azzeccati ma soprattutto ad una colonna sonora firmata da Bear McCreary, artista dietro alle bellissime partiture della serie Battlestar Galactica. Senza dubbio il lavoro svolto dagli sviluppatori di Airtight Games ha portato in dote abbastanza ore di gioco, tuttavia il fattore rigiocabilità risulta essere alquanto lacunoso, vista l’assenza, almeno nella versione PC, di particolari bonus, missioni sbloccabili o altre trovate in grado di incrementare la durata complessiva dell’esperienza di gioco, a cui non è stata nemmeno concessa una semplice modalità online. Ovviamente su console in parte compensano i vari achievement e trofei, comunque poca cosa. E quest’ultimo in particolare risulta essere un vero peccato, poiché l’aggiunta di una modalità multigiocatore, specie con questa alternanza di fasi a terra e di combattimento aereo, avrebbe fornito diverse ore di divertimento in più.
– Fasi di volo divertenti
– Alcune idee originali
– Colonna sonora notevole
– Comparto tecnico lacunoso
– Fasi a terra noiose
– IA insufficiente
L’attesa di chi nutriva la speranza di trovare in Dark Void un esponente finalmente capace di portare una ventata di aria fresca al genere action in terza persona, rimarrà purtroppo delusa, almeno in parte, dall’ultimo titolo di Airtight Games. Senz’altro la componente aerea è stata implementata in modo decisamente soddisfacente, ma purtroppo non si è puntato a sufficienza su queste fasi, alternandole con sezioni a piedi fin troppo sotto tono. Quanto di buono il titolo ha da offrire è inoltre appannato da un comparto tecnico solo sufficiente, risollevato in parte da una colonna sonora d’autore. Peccato davvero, le potenzialità c’erano, ma così com’è il titolo ha qualcosa da offrire solo agli appassionati più accaniti.