Recensione

Dark Souls 2: Crown of the Ivory King

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a cura di Pregianza

Benvenuti a Eleum Loyce, una bianca fortezza ricoperta da ghiaccio e neve, dove tempeste inarrestabili straziano la carne come un cilicio e una presenza dalla voce femminile non fa che intimare alla fuga. Benvenuti, nel terzo e ultimo DLC della trilogia delle corone, e nella mappa più estesa, angosciante e riuscita di Dark Souls 2. Oggi, non fosse abbastanza chiaro, tratteremo Crown of the Ivory King, l’ultimo contenuto scaricabile dell’opera di From Software, e fidatevi se vi diciamo che è il caso di mettere una sciarpina e buttarsi subito su questa nuova mappa, perché chiude alla perfezione uno dei migliori titoli dell’anno.
Che dite, ci facciamo un gelato?
Luogo di riposo dell’ultima corona, Eleum Loyce rappresenta l’ultimo muro da scavalcare per avere finalmente un quadro completo del nebbioso background su cui Dark Souls 2 è stato costruito. I precedenti pezzi del puzzle chiarivano molti punti bui, ma Crown of the Ivory King fa di più, offre una sorta di chiusura, rappresenta una quadratura del cerchio che più di una persona aspettava. L’importanza di questo DLC a livello di storia, comunque, rivaleggia con le novità offerte al giocatore: dopo aver usato l’altare del Santuario d’Inverno, ci si ritrova infatti in una mappa dove la maggior parte dei forzieri, dei nemici e delle entrate sono congelati, e si arriva quasi subito in quella che dovrebbe essere la zona conclusiva del DLC, solo per poi scoprire che si tratta solo dell’inizio dell’avventura. 
I From hanno voluto giocare con la mente degli utenti (non che non lo facciano spesso, ma tant’è) e mettere in campo un luogo dove gran parte dell’esplorazione è facoltativa. La mappa è enorme, un labirinto di mura, collinette innevate, sotterranei e pontili, ma l’unico reale motivo per esplorarla è il ritrovamento di alcuni cavalieri dormienti, al solo scopo di facilitare l’ultima boss fight. Il resto è tutta ricerca di oggetti e avversari sempre più pericolosi. Un altro ritorno alla formula dei primi Souls insomma, dove si possono tagliare brutalmente tutti i contenuti se lo si desidera, a patto di affrontare sfide nettamente più difficili. 
L’andazzo d’altro canto lo si coglie subito se si tenta di sconfiggere il primo boss senza gironzolare un pochino. Parliamo dopotutto di un enorme mostro invisibile, praticamente impossibile da eliminare senza uno specifico oggetto. Passato lui, avrete libertà assoluta. Eleum Loyce offre ore di divertimento (o incazzature apocalittiche), basta aver voglia di cercare, e chiaramente ne vale la pena.
Il livello di sfida, al solito, è molto più elevato rispetto alla campagna base: questi sono contenuti pensati per l’end game e nei new game+ vi metteranno a dura prova. Gli avversari sono agguerriti e diversificati, gli attacchi improvvisi e le invasioni non mancano, e i boss sono davvero brutali (in particolare quelli segreti, che pur non essendo molto soddisfacenti quanto a originalità, sono di una cattiveria rara). L’unica reale debolezza di Ivory sta nella presenza di pochi enigmi legati principalmente a un solo tipo di avversario, caratteristica che rende questo DLC leggermente meno creativo rispetto a Crown of the Sunken King o al secondo episodio. 
Quello che manca a livello di puzzle e particolarità, ad ogni modo, viene rapidamente riacquistato a forza di loot, visto il numero non da poco di chicche e armi poderose recuperabili vagando tra le sale della fortezza. Interessante anche l’uso delle tempeste di neve, che in certe zone fanno calare la visibilità al punto da rendere invisibili dei nemici.
Non dimenticatevi, infine, della “grande sorpresa” promessa dagli sviluppatori una volta ottenute le tre corone. Non è nulla di spettacolare, ma a livello di pura narrativa si tratta di una trovata importantissima.

– La mappa più estesa tra quelle dei DLC

– Ricchissimo di segreti e oggetti da trovare

– Numerose informazioni importanti per svelare al meglio il background

– Atmosfera notevole

– Perde in originalità rispetto ai predecessori

8.0

Crown of the Ivory King è una perfetta conclusione per Dark Souls 2. Fa quadrare la narrativa, stupisce con la sua bellezza, e offre senza dubbio una delle mappe più estese e ricche di segreti del gioco. Questa trilogia si è chiusa col botto e rappresenta un’espansione da manuale per uno dei migliori giochi dell’anno. Non siamo fan dei DLC, ma se la qualità è questa sono ben accetti.

Voto Recensione di Dark Souls 2: Crown of the Ivory King - Recensione


8

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