Recensione

Dark Cloud

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a cura di Massimo

In un’antica rovina venne ritrovato un libro. Gli studiosi che decifrarono il libro diventarono matti per capirne il mistero. Un mondo con due lune che risplendono in cielo… Le incredibili avventure di un ragazzo… Chissà se è una storia vera… E tu credi alla storia narrata dal libro? Forse è soltanto l’immaginazione nel cuore del ragazzo… Lascia che te la racconti. Questo antico libro narra… Una magica E splendida Favola…

Il Genio e ToanCavolo, dove siamo, a Twin Peaks? Il gioco inizia con una danza cerimoniale magistralmente realizzata dai grafici che hanno spremuto come un limone l’emotion engine della PS2, regalandoci una coreografia decisamente perfetta. Durante l’evento, fra la confusione generale, ecco apparire il solito rompiscatole di turno, il cattivone, venuto a rovinare la festa, come nemmeno il più assillante dei vicini di casa farebbe, nei panni, o sarebbe più giusto dire visto la mole, nei superpanni di un ciccione genio malvagio, di colore viola (!), che decide in un lampo di radere al suolo metà dell’intero mondo umanamente conosciuto. A questo punto, entrerà in scena il ragazzo che poi sarà il protagonista del gioco, Toan, il quale nel terrore generale farà quasi in tempo a salvare la sua migliore amica quando una luce accecante sembra avvolgere tutto il circondario. E’ davvero la fine di ogni cosa? Non proprio. Un vecchio saggio dai poteri soprannaturali è infatti riuscito a salvare l’intero mondo poco prima che venisse raso al suolo, racchiudendo abitanti, vegetazione, abitazioni ed ogni cosa all’interno di alcune sfere magiche per proteggerli dall’impatto. Ecco spiegata la misteriose luce, un energia benefica protettiva. Ed ecco iniziare il gioco vero e proprio: le sfere di luce contenenti tutto il mondo di Dark Cloud sono andate perdute per l’intero pianeta, e sarà nostro compito ritrovarle tutte e rimetterle al loro posto, ricostruendo il pianeta così com’era o magari rendendolo migliore. Così, grazie anche all’aiuto del potere dell’ Atlamilla, ci mettiamo in viaggio in compagnia del buon Toan alla ricerca delle Sette Sfere Del Drago… ehm, non scusate, quello era Dragon Ball, non so quante siano in totale le sfere del gioco…

Indiana Toan alla ricerca delle “palle” perduteA questo punto, il giovane Toan, novello Indiana Jones, si incammina per il mondo alla ricerca dei globi contenenti le parti di Diorama necessarie alla ricostruzione del pianeta, e per far ciò dovrà attraversare sotterranei incavati nella roccia per più di quindici piani, lande desolate, combattere contro amenità di ogni tipo, scoprire segreti e tesori, insomma, dovrà fare tutto quello che un “normale ed onesto” eroe di videogiochi normalmente fa per guadagnarsi da vivere. Ma a questo punto dell’articolo, nella vostra mente sarà rimasto impresso un termine che lentamente inizia a venir fuori dai vostri pensieri e vi starete chiedendo: cos’è un diorama? Facendo sfoggio della mia immensa cultura e… vabbè, scherzavo, diciamo che faccio tesoro della mia passione per il modellismo, vi dirò che un diorama altri non è che la ricostruzione di un ambiente, di una scena, con la presenza di edifici, oggetti e personaggi in scala. Ad esempio alcuni modellisti amano ricreare le fasi salienti di una battaglia, per cui su una base di compensato vengono realizzati gli scenari dell’evento (alberi, case, colline, etc) e inseriti dei soldatini disposti in modo da far “rivivere” il fatto storico nella finzione. Recuperati gli item appositi, si torna in città. E qui si passa all’altra fase di gioco. Tramite l’apposito comando DIORAMA, dovremo infatti, in una sorta di SIM CITY completamente tridimensionale, ricostruire le città, i boschi, le foreste scomparse, dopodichè vi potremo entrare dentro ed esplorarle, entrando nelle case, visitando i loro abitanti e chiedendo loro se hanno bisogno di qualcosa. Ad esempio qualcuno potrebbe chiederci un caminetto nuovo o un albero piantato nel proprio giardino, e starà quindi a noi accontentarlo in modo da ottenere in cambio preziosi item volti al proseguimento dell’avventura. Oppure pensate a quanto sia bello poter creare un castello e subito dopo entrarci per scoprire i tesori nascosti al suo interno. Questa impostazione di gioco tuttavia non deve ingannarvi: Dark Cloud ha comunque una trama ed un filo logico da seguire, ed è meno dispersivo di quanto possa sembrare a primo impatto. Infatti troveremo come sempre scene di intermezzo predefinite, il susseguirsi della mattina, del giorno e della notte in tempo reale e una trama che andrà sempre infittendosi fino alla fine, che vi lascerà a bocca aperta. Nel gioco sono presenti, come in tutti gli Rpg che si rispettino decine di boss senza scrupoli e situazioni sorprendenti. Insomma, è vero che è quasi come se voi foste i produttori di questo videogame, tant’è vero che ognuno di voi giocherà Dark Cloud in modo diverso ripetto ad un altro videogiocatore, però è pur sempre un Rpg che segue una sua logica, fino a portarvi ad un finale.

Un mondo fai da te Attenzione però: arrivare alla fine non sarà una passeggiata, la cosa è meno semplice di quanto possa sembrare. Per via dei nemici? Non solo. C’è un “nemico” peggiore di tutti in Dark Cloud… Il generatore casuale dei livelli! Questo significa che di volta in volta re-inizierete a giocare, tutti i labirinti verranno ricreati da zero! Per cui ogni qualvolta deciderete di ritornarci, essi saranno generati nuovamente, e niente sarà come prima. Inutile aggiungere come questa particolarità del gioco farà si che il gameplay generale subirà un incremento ulteriore di difficoltà. Una delle peculiarità più interessanti del titolo Sony è che inoltre mentre cercherete le sfere nei dungeon inizierete ad avere fame e sete, e dovrete sfamarvi e dissetarvi in apposite sorgenti o con vari item, prima di svenire e ritrovarvi nel villaggio. Una novità davvero niente male anche se talvolta è una rottura di scatole dover pensare al “Tamagotchi” Toan mentre magari si sta risolvendo un enigma. Per affrontare i nemici che cercheranno di sbarrarci la strada in queste fasi di esplorazione, avremo a disposizione delle armi che potremo upgradare con varie polveri magiche e globi fatati che troveremo sulla nostra strada. Una volta che il level up della nostra arma sarà stato effettuato per cinque volte, potremo racchiuderla in un globo magico e fonderla con una nuova arma, che ne acquisirà i poteri e ne continuerà l’elevamento a potenza.

Uno occhio alla grafica, un “orecchio” all’audio Graficamente devo dire che dark Cloud mi ha favorevolmente impressionato, con effetti di luce stupendi e ombre calcolate in real time, buona varietà nell’uso delle texture e nella “distribuzione” dei poligoni. Date un occhiata ai combattimenti per farvi un idea di ciò che dico. Oltre a quelli normali, stile Zelda e dunque non casuali, ci sono quelli speciali, spettacolari, detti duelli. Infatti Toan e i suoi alleati, quando incontreranno dei nemici diversi dal solito o i boss di fine dungeon, entreranno in battaglia in modalità duel. Qui, durante delle “LIMIT BREAK”, premendo il pulsante indicato nello stesso momento in cui esso appare sullo schermo su una barra lucente, alla Bust A Groove, potremo eseguire delle pirotecniche mosse speciali alla Matrix, con tanto di inquadrature che compiono autentiche prodezze visive per mostrarci la spettacolarità della mossa, aldilà di qualche fastidioso effetto pop-up in alcuni sotterranei, deliziandoci con tutta la bellezza della grafica del gioco. L’audio in questi casi si rivela anche lui di ottima fattura, con musiche ed effetti vari a tema, ben realizzati dai tecnici del suono. Provare per credere.

Buona longevità

Bella grafica e trama di buon livello

Interessante modalità alla Sim City-Popoulos

Personaggi carini

Qualche difetto grafico nelle fasi più caotiche

Potrebbe non piacere ai puristi del genere

8.5

Commento

Dark Cloud è un titolo un pò atipico. E’ un Rpg ma anche una sorta di Populous, o un action-adventure. Tuttavia, mentre tutti questi generi racchiusi in un unico titolo spesso generano confusione nel videogiocatore, nel caso di DC sono miscelati alla grande, rendendo l’esperienza di gioco assai longeva e valida sotto ogni punto di vista. Qualitativamente elevato, quando uscì a suo tempo costituì uno dei pochi motivi validi per l’acquisto di una PS2, che all’epoca offriva davvero poco in termini di Grandi Giochi (oggi per fortuna le cose sono ben diverse). In definitiva, Dark Cloud resta un titolo non poi così difficile da completare, ma che vi terrà impegnati per qualche settimana e quindi un acquisto consigliato a chiunque ami questo genere, come antipasto, in attesa di “riempirsi la pancia” con Sua Maestà FFX…

Voto Recensione di Dark Cloud - Recensione


8.5

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