Recensione

Cyto

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Cosa fareste voi se, risvegliandovi, vi accorgeste di aver perso la memoria e di essere finiti in un luogo mai visto prima? Comincia così l’avventura di Cyto, il piccolo essere unicellulare protagonista dell’eponimo nuovo puzzle game della pluripremiata Chillingo. A spasso in questa nuova dimensione, Cyto dovrà recuperare tutti i suoi ricordi, facendo bene attenzione ad evitare i pericoli, per scoprire chi è e da dove viene.

Recuperare la memoria tra un balzo e l’altro
Il gioco si compone, in complesso, di ottantuno diversi stage distribuiti in tre diversi mondi. All’interno di ogni stage sono presenti tre ricordi che è necessario recuperare per proseguire nella scoperta del passato di Cyto. Come fare? Una volta avviato il livello, notiamo che sono presenti nell’ambientazione diversi “nuclei” ai quali, se presente l’apposito simbolino costituito da puntini luminosi, Cyto potrà attaccarsi. Per arrivare da un nucleo all’altro, il nostro esserino dovrà effettuare dei balzi, che saremo noi a controllare tramite l’interazione con il touchscreen: se questo tipo di impostazione  vi ricorda vagamente qualcosa, vi basti sapere che si presenta esattamente con lo stesso schema che ha fatto furore grazie ad Angry Birds. Cyto sarà infatti immobile in un punto – a meno che non gli ordiniamo, cliccando sul nucleo, di sganciarsi e precipitare più in basso – e starà a noi controllare il suo lancio trascinando il dito e facendo affidamento sulla linea che comparirà ad indicarci la traiettoria. L’idea della gestione del lancio di Cyto, quindi, è chiaramente la stessa che Rovio ha utilizzato per far lanciare i suoi uccellacci suicidi dalla fionda. Tuttavia, Cyto aggiunge al mero lancio del protagonista altri elementi: come accennavamo, il nostro amichetto potrà anche sganciarsi dal nucleo, magari cadendo sopra a quello sotto e aggianciandosi ad esso, oppure potrà cercare di allungarsi fino a raggiungere un ricordo poco distante dal punto in cui sta sostando. È anche possibile – sopratutto dopo aver ottenuto il potenziamento che consente di allungarsi di più in direzione di un obiettivo – aggianciarsi contemporaneamente a due nuclei, con Cyto che rimarrà sospeso al centro di essi e che potrà quindi farci leva per eseguire un lancio più potente e meglio mirato.
Una volta recuperati tutti i ricordi – ammesso che vogliate farlo – potete puntare al portale dimensionale che rappresenta l’uscita dello stage e l’accesso a quello successivo, che potrete comunque giocare anche non avendo recuperato nessuno dei tre ricordi presenti. In sostanza, quindi, entrare nel portale fa avanzare nel gioco, recuperare i ricordi fa avanzare nella storia.

Vagare tra i ricordi può essere ripetitivo

La struttura di gioco di Cyto, insomma, non fa gridare al miracolo per innovazione, ma è sicuramente collaudata nel panorama mobile – non si contano più i titoli che si fondano su questo tipo di interazione clicca, trascina e lancia – ed aggiunge ai canoni divenuti ormai classici qualche elemento interessante, come accennavamo in precedenza. Tuttavia, quando si tratta di veri e propri schemi degli stage – dove sono posizionati i pericoli che possono uccidere Cyto, come raggiungere i ricordi, dove sono siti i nuclei ai quali agganciarsi – il gioco traballa notevolmente: il level design è davvero poco ispirato, spesso ripetitivo, e vi capiterà anche di chiedervi se, per caso, anziché su “next level” non abbiate premuto su “retry”. Le azioni compibili da Cyto non sono numerose e la cosa, sommata alla povertà degli schemi offerti dagli sviluppatori, rischia di farvi sentire in bocca il sapore di già visto fin dal primo mondo di gioco.
Ad un’interazione solida e collaudata che prevede di lanciare il protagonista, quindi, Cyto sposa una serie di stage abbastanza ripetitivi e poco stimolanti, dove spesso perfino la strategia che avete utilizzato per risolvere il puzzle precedente potrebbe rivelarsi vincente.
Design artistico da capolavoro
Il vero punto forte di Cyto, però, dobbiamo ancora trattarlo: è la sua atmosfera. Esteticamente, il gioco si presenta come un vero e proprio capolavoro, con originali fondali di grande impatto, ben disegnati e suggestivi, ai quali sposa quella che è indubbiamente una delle migliori soundtrack del panorama mobile. Già dalla prima schermata, in effetti, Cyto invita ad indossare le cuffie per vivere al cento per cento l’esperienza offerta: un consiglio che dovete assolutamente seguire, per godere pienamente dell’ottimo lavoro svolto dal compositore David Ari Leon, capace di dare vita a delle tracce veramente evocative e che contribuiscono in maniera decisiva a creare quell’atmosfera di smarrimento ed ignoto che Chillingo ha voluto ricreare attorno al piccolo Cyto.
Se, quindi, da un lato parliamo di un titolo che non brilla sicuramente per l’originalità del level design, dall’altra il design artistico merita davvero di essere sottolineato e premiato per cura e qualità offerta all’utente.

– Colonna sonora perfetta

– Impatto grafico di personalità

– Buone l’idea dei ricordi da recuperare e la storia

– Level design poco ispirato

– Rischia di diventare presto ripetitivo

– Poteva avere qualche stage in più

7.0

Cyto non brilla sicuramente per originalità dell’impostazione del gameplay e dei livelli, spesso simili tra loro e non in grado di stimolare molto l’utente, ponendolo troppo sovente innanzi a puzzle simili ed abbastanza frustranti. All’altra faccia della medaglia, però, il gioco offre un’atmosfera davvero unica, vantando dei fondali per gli stage curati e d’effetto, ed una colonna sonora che varrebbe, da sola, il prezzo del download. Se siete alla ricerca di un titolo che possa offrirvi una sfida abbastanza immediata e non vi spaventa la possibilità di trovare similitudini tra gli stage, Cyto è sicuramente consigliato dal momento che, tra le decine di altri giochi simili fondati sul lancio del protagonista, spicca indubbiamente per il suo design artistico, che gli conferisce una personalità unica.

Voto Recensione di Cyto - Recensione


7

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