Recensione

Criminal Girls Invite Only

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

La censura è una brutta bestia. Una piaga che, a differenza del vaiolo o della tubercolosi, l’uomo non è riuscito a debellare e che, purtroppo, spesso si abbatte sul nostro medium più amato, i videogiochi.Criminal Girls – Invite Only, dal canto suo, sembra sviluppato ad hoc per rinfocolare la polemica tra chi ritiene la forbice della censura necessaria e chi invece la addita come una violazione alla libertà artistica e d’espressione: si tratta di un dungeon crawler abbastanza usuale, salvato dal suo grigiore solamente dalla continua messa in vetrina di una serie di donzelle svestite e prostrate nei confronti del giocatore.Ma non fatevi ingannare:il problema sta nella parola “grigiore”, non in quella “donzelle”.

Molto bastone e poca carotaTra tutti i titoli che mi sarei aspettato di veder sbarcare in occidente, questo gioco di ruolo distribuito da Nippon Ichi Software era decisamente il meno probabile: la trama racconta di una manciata di ragazze che devono ascendere i gironi infernali per potersi mondare degli orrendi peccati compiuti nella vita precedente.Caratteristiche comuni, oltre al caratteraccio, un’attitudine battagliera e la presenza di pochi vestiti a coprire le grazie: il giocatore sarà chiamato ad impersonare l’unico ometto della situazione e sulle sue spalle graverà il peso della leadership, imposta dall’alto (a suon di ceffoni) da un’arcigna generalessa, il cui ruolo sarà poi più chiaro con il progredire dell’avventura.Le personalità di ognuna delle ragazze reclutabili, che aumenteranno con il passare delle ore, sono sufficientemente variegate e diversificate tra loro, e il tempo che trascorreremo in loro compagnia sarà sufficiente ad affezionarsi ad almeno una, che sia la più timida o la più petulante del lotto.Criminal Girls – Invite Only non spicca né per originalità né per brillantezza della trama, con l’unica, parziale scusante derivata dal fatto che tutti i congeneri sono, più o meno, sulla stessa barca: il titolo si configura infatti come il più classico (e meno ispirato) dei dungeon crawler, con una serie di livelli abbastanza anonimi da affrontare, intervallati da scrigni contenenti tesori, boss fight, e tanti, tantissimi dialoghi.Questi ultimi, come da tradizione NIS, sono estenuanti nella loro quantità ma generalmente godibili, con battute che, quando non fanno riferimenti abbastanza espliciti ai contenuti sessuali del titolo, riescono a strappare un sorriso, grazie anche ad una buona sottotitolazione inglese come contrappunto alla traccia audio originale giapponese.

Nuda mediocritàLa vera zavorra del gioco di ruolo sviluppato da Imageepoch non è però rappresentata dalla gratuità dei suoi riferimenti sessuali, quanto piuttosto da un gameplay monotono e poco bilanciato, che nulla aggiunge al genere di appartenenza.Al centro del gameplay di Criminal Girls – Invite Only c’è la dinamica della “motivazione” (ribattezzata così per noi occidentali per non incappare nella censura, visto che il suo nome originale era “punizione”), attraverso la quale potenziare il livello delle donzelle che comporranno il nostro party: questa procedura avviene in una schermata apposita, dove il giocatore, premendo un dito su uno dei due schermi tattili di PSVita, dirada una nebbiolina rosa da immagini statiche delle ragazze, colte in pose che spaziano dal provocante al soft core.Rispetto alla versione giapponese, in cui durante queste scene si poteva udire un audio che toglieva ogni dubbio sulla natura della “punizione” inflitta, la quantità di nebbia è notevolmente aumentata e queste fasi sono avvolte nel silenzio: cionondimeno, la gratuità di questo passaggio (che effettuerete centinaia di volte durante l’avventura) è fastidiosa, e il tedio riuscirà a sopraffare il giocatore già prima che il count delle ore di gioco abbia raggiunto la doppia cifra.

Oltre che lavorare di dita (ehm…), per potenziare le nostre eroine dovremo spendere i CM, punti che si guadagnano combattendo e che fungono anche da valuta all’interno del gioco, utile ad acquistare oggetti utilizzabili in battaglia…e solo quelli: pur appartenendo alla categoria dei dungeon crawler, nel titolo non c’è traccia di equipaggiamento, né a livello di armi né di armature, a ulteriore testimonianza di quanto poco siano approfondite le dinamiche da gioco di ruolo.Con il roster delle condannate che si riempirà velocemente, il grinding diventerà obbligatorio: nonostante il livello di difficoltà medio sia tutt’altro che proibitivo, infatti, i CM non basteranno mai, a meno di non mantenere bloccate azioni basilari, come l’attacco magico o l’uso di abilità particolari.Oltre a un level design davvero poco ispirato, che farebbe pensare ad una generazione casuale dei livelli (che sfortunatamente non c’è), c’è anche un sistema di combattimento che rafforza il timore che tutto ciò che c’è attorno alle scene con le donzelle desnude sia posticcio.Gli incontri sono casuali, con un ritmo che inizia piano per poi salire di grado di pari passo con l’ascensione verso la redenzione delle penitenti, e sono un concentrato di casualità: in netto contrasto con le dinamiche hardcore che hanno fatto la fortuna del genere, Criminal Girls – Invite Only pone un forte accento sull’aleatorietà, come se il giocatore fosse seduto davanti ad una slot machine invece che ad una console portatile.Ad ogni turno sarà disponibile un solo set randomico di comandi: una delle nostre combattenti potrebbe proporre un attacco fisico, un’altra un’abilità speciale, una terza una magia curativa, senza che il giocatore possa in alcun modo influire su questa scelta.Certo, i ruoli delle ragazze sono complementari (Yuko e Alice sono discrete maghe, laddove Sako e Ran prediligono attacchi fisici, giusto per fare qualche esempio), ma le scelte per il giocatore sono nondimeno fortemente limitate, con la fortuna che finisce per giocare il ruolo della vera protagonista: aggiungete al tutto frustranti picchi di difficoltà a fare capolino tra decine di combattimenti molto abbordabili, e avrete la ricetta della frittata indigesta che è il gameplay del titolo.

PSP 2.0Il versante tecnico della produzione risente delle origini PSP del progetto originario (Invite Only è un porting “potenziato” di un titolo uscito sulla prima console portatile di Sony), con animazioni minimali, un aspetto decisamente retro e un bestiario nemico poco vario e poco ispirato.Criminal Girls non era già all’uscita una delle punte di diamante del catalogo PlaystationPortable, e quindi era irrealistico aspettarsi che facesse faville su Vita, ma onestamente le carenze a livello grafico sarebbero passate in secondo piano a fronte di un gameplay stimolante.La durata generale è “dopata” dall’eccessiva quantità di grinding necessario a progredire, ma comunque siamo ben oltre le venti ore, una durata sufficiente per il genere ma lontana dalle vette raggiunte dai vari Legend of Grimrock ed Etrian Odyssey.

– Buon doppiaggio in lingua originale

– Sistema di combattimento basato sulla fortuna

– Inutili e noiose dinamiche di “motivazione”

– Grinding eccessivo

– Tecnicamente una generazione indietro

4.5

Quando pose sconce e adolescenti seminude si accompagnano a contenuti ludici rilevanti, si tende a chiudere un occhio, ma Criminal Girls – Invite Only lascia a desiderare sotto troppi punti di vista per non dubitare sulla sua natura di semplice cash-in.

Dietro alle schermate pruriginose e alla loro nebbiolina rosa, c’è un dungeon crawler banale e senza nerbo, che pone molta più enfasi sulla fortuna e su dialoghi prolissi che non sulle effettive capacità ruolistiche del giocatore.

Un passaggio a vuoto ogni tanto, in fondo, ci può stare anche per un publisher brillante come NIS.

Voto Recensione di Criminal Girls Invite Only - Recensione


4.5

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