Recensione

Cossacks II: Napoleonic Wars

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a cura di pWi

Aspettando S.T.A.L.K.E.R. Certamente vi starete chiedendo cosa ci azzecchi un gioco ultra-moderno come S.T.A.L.K.E.R. con uno abbastanza datato, sempre restando nell’ottica della grafica, come Cossacks II. Ebbene, sia l’attesissimo shooter 3D che lo strategico ambientato nell’ottocento sono realizzati da GSC Game World, il team ucraino che ha sconvolto il mondo con i primi filmati dell’ancora non rilasciato S.T.A.L.K.E.R.: Shadow of Chernobyl. Si tratta di un bel salto: dalle piccole unità in due dimensioni estremamente spixellate della serie Cossacks alle centinaia di migliaia di dettagli delle strutture poligonali dei personaggi dell’atteso shooter 3D. Eppure, anche Epic Games aveva cominciato in modo analogo. Pensate che il primo gioco della software house autrice della saga Unreal e Unreal Tournament fu un gioco di flipper, l’indimenticabile Epic Pinball. A parte, comunque, i corsi e ricorsi storici, occupiamoci della storia della saga Cossacks prima di lanciarci nella recensione vera e propria. Il primo episodio della serie è del 2001, il suo nome completo Cossacks: European Wars. Era un gioco che si occupava di strategia su vasta scala, nel senso che venivano affrontate diverse ere storiche. Si passava dalla Guerra dei Trent’Anni alla Guerra Civile Inglese, dalla Guerra per la successione spagnola alla disgregazione del Sacro Romano Impero di Carlo Magno. Tutto questo non succede in Cossacks II, il quale prende a spunto solamente l’era napoleonica, come ci suggerisce il titolo stesso del gioco. Vedremo tra un attimo le ripercussioni di questa scelta sul gameplay vero e proprio. Tra il primo e il secondo Cossacks abbiamo anche due riuscite espansioni: The Art of War e Back to War.

Le guerre di Napoleone Le vicende narrate in Cossacks II: Napoleonic Wars fanno riferimento ai primi anni del XIX secolo. Diciamo subito che ci sono due modalità di gioco principali: la campagna e Battaglia per l’Europa. Stranamente, per una volta, non è la modalità campagna quella centrale, si tratta piuttosto di un punto di partenza, quasi di un allenamento, in vista della ben più sostanziosa Battaglia per l’Europa. D’altra parte, proprio quest’ultima rappresenta la vera novità rispetto al predecente episodio della serie Cossacks, contribuendo a irrobustire il fattore longevità di questo sequel in maniera non indifferente. Quello che manca rispetto al passato è l’elemento legato all’evoluzione in termini di miglioramenti delle varie tecnologie che in precedenza si notava nel passaggio da epoche storiche antiche ad epoche moderne. Mentre la modalità campagna prosegue di missione in missione, svelandoci man mano tutti i meccanismi di gioco; nella Battaglia per l’Europa saremo noi a decidere come agire e dove combattere. Quest’ultima modalità, per capirci, è una sorta di enorme Risiko dove le battaglie non sono lasciate al caso ma affidate alla nostra sagacia tattica. Sì, avete capito bene, è un po’ quello che ci viene proposto in giochi come Rome: Total War e Imperial Glory. L’unico elemento che ritroveremo nella campagna e che manca nella Battaglia per l’Europa è quello relativo alla raccolta delle risorse direttamente sul campo di battaglia. Nella seconda modalità, come vedremo, la gestione delle risorse sarà estremamente più articolata. Invece, nella campagna, dove tutta la struttura di gioco è inevitabilmente più limitata e soggetta agli eventi contingenti che ci vengono proposti in maniera ovviamente preprogrammata, la fase della raccolta delle risorse è legata a quello che succede sul campo di battaglia. Avremo a disposizione un certo numero di contadini e potremo realizzare il nostro villaggio e l’esercito che desideriamo. I contadini possono costruire o riparare edifici, raccogliere risorse o essere reclutati nell’esercito. Per quanto riguarda la raccolta delle risorse nel gioco abbiamo legno, viveri, ferro, oro, pietre e carbone. Questa fase si è rivelata estremamente monotona, portando solamente a frammentare il ritmo, peraltro frenetico, delle battaglie. Fortunatamente non è presente nell’altra modalità del gioco, la Battaglia dell’Europa, dove il tutto è estremamente più veloce e conciso.Ma veniamo ad analizzare proprio la Battaglia per l’Europa che, come abbiamo detto, è il vero fulcro del gioco. In questo tipo di partita dovremo interagire con una mappa in stile Risiko e quindi suddivisa in un determinato numero di territori. Ogni territorio sarà posseduto da una delle sei nazioni presenti nel gioco: Gran Bretagna, Francia, Austria, Prussia, Russia, Egitto. Con queste nazioni dovremo stringere delle relazioni nel corso della partita, relazioni che potranno essere di amicizia o di ostilità. Il nostro scopo ultimo è ovviamente quello di conquistare tutta l’Europa. La schermata principale è composta da cinque schede: mappa, diplomazia, comandanti, mercato, messaggi. Tramite di esse avremo il completo controllo delle risorse civili e militari della nostra nazione. Nella scheda mappa potremo osservare gli spostamenti dei vari comandanti avversari e i confini delle nazioni. Per quello che concerne i comandanti dobbiamo dire che ogni nazione ne possiede solamente uno (i nomi di essi riportano alla mente eroi realmente esistiti come Wellington o Murat). Ad ogni comandante corrisponde un esercito costituito da un numero di squadroni proporzionale al livello di esperienza del comandante stesso. Più battaglie avrà sostenuto quest’ultimo più squadroni potrà avere sotto il suo controllo. Una cosa bizzarra è che l’esperienza del comandante crescerà anche in caso di sconfitta: cosa che ci permetterà di progredire anche dopo le prime inevitabilmente complicate battaglie. Tramite la scheda diplomazia potremo imbastire le relazioni internazionali con le varie potenze. E’ possibile dichiarare guerra, stringere trattati di pace, formalizzare alleanze, chiedere patti di non aggressione reciproca. Purtroppo, però, non vi sono fasi di contrattazione (come avveniva, ad esempio, in Imperial Glory). Potremo spendere una predeterminata cifra per ognuna di queste proposte di relazione e il nostro interlocutore l’accetterà sempre. Insomma, se siamo in difficoltà e abbisogniamo di stringere un’alleanza o un trattato di pace in breve tempo basterà recarsi nell’apposita schermata, avere il denaro sufficiente e tutto sarà risolto. Tramite la scheda comandanti potremo arruolare diversi squadroni all’interno del battaglione del comandante. In questa fase è molto importante diversificare oculatamente il nostro esercito, in modo da non renderlo scoperto per qualsiasi tipo di attacco che possa imbastire il nemico di turno. Serviranno unità capaci di attacchi dalla distanza, unità in grado di cavarsela in attacchi corpo a corpo, l’artiglieria, la cavalleria per attacchi veloci. Molto importante la scheda mercato, tramite la quale potremo commercializzare le risorse in nostra disposizione o acquisire quelle di cui non disponiamo in numero sufficiente ai nostri scopi. Per capire bene questo punto dobbiamo fare riferimento al sistema di risorse della Battaglia per l’Europa. Questo non è più sul campo di battaglia vero e proprio come avveniva nella campagna, ma avviene proprio nella fase gestionale di cui stiamo parlando in questo momento. Ogni territorio posseduto ci fornirà un determinato numero di risorse, il quale accrescerà il computo complessivo delle stesse relativamente ai possedimenti della nostra nazione. E’ ovvio che questo ci spingerà a conquistare e difendere principalmente le nazioni che ci garantiranno quel tipo di risorsa che in quella determinata fase di gioco ci serve. Ma, come dicevamo, in caso di carenza potremo fare riferimento al mercato internazionale. E’ possibile comprare risorse in cambio di oro ma anche barattarle in cambio di altre risorse. Tuttavia, anche questa fase è estremamente statica, un po’ come avveniva con i rapporti diplomatici, nel senso che richiedendo una determinata quantità di merce ci verrà richiesto un certo quantitativo di denaro in maniera ancora una volta precalcolata. Infine, la scheda messaggi ci terrà informati sui rapporti internazionali di amicizia e ostilità con tutte le nazioni. Ad esempio, se qualcuno ci dichiarerà guerra è da questa scheda che verremo a saperlo. Stranamente, comunque, le nazioni che si dichiarano ostili non ci avvisano con ultimatum o roba del genere, ma attaccano quando meglio credono e senza alcun tipo di preavviso. E’ per questo che assumono un ruolo importante le alleanze e i patti di non aggressione, visto che con questi potremo stare al sicuro da possibili attacchi a sorpresa.Benché la fase gestionale sia giustificatamente complessa e accresca non di poco il fattore longevità del gioco, il vero fulcro di Cossacks II restano le battaglie vere e proprie. Se spostiamo, nella fase gestionale, il nostro comandante su una nazione non in nostro possesso allora scoppierà un conflitto armato. Notate bene che il numero di battaglioni che ci fronteggeranno dipenderà da diversi aspetti. Se nella nazione attaccata ci sarà un comandante avversario dovremo vedercela con il suo esercito, inevitabilmente molto forte a causa del livello di esperienza accumulato. Se la nazione attaccata non avrà difese rigide avremo un ostilità limitata, se invece sarà dotata di fortificazioni sarà molto complesso ottenere la vittoria. Quest’ultimo caso si presenta allorché tentiamo la conquista delle capitali dei regni. Venendo alla fase strategica vera e propria diciamo subito che sono almeno tre gli elementi fondamentali della struttura di gioco di Cossacks II: il morale, la portata di tiro, le risorse. Analizziamo questi fattori uno per uno. Per quanto riguarda il morale diciamo che questo contraddistingue lo stato delle truppe in base alla presenza e alla consistenza dell’esercito nemico. Se i nostri soldati si accorgeranno di essere in inferiorità numerica o se le sorti della battaglia andranno a loro sfavore inizieranno a spaventarsi e non saranno più sensibili ai nostri ordini. Considerate che tutto questo deve essere visto in riferimento al singolo battaglione: insomma, se uno dei battaglioni inizia a spaventarsi questo non vorrà dire che tutto il nostro esercito se la darà a gambe. Il morale dipende anche dalla stanchezza: più faremo spostare i nostri uomini più essi si stancheranno e più questo inciderà sul morale stesso. Per risollevarlo abbiamo sostanzialmente due possibilità: distruggere eserciti su eserciti, schierare vicino ai soldati dei sacerdoti. Di primaria importanza è la portata di tiro. Cossacks II, come abbiamo detto, è ambientato nei primi anni dell’800 e quindi la maggior parte dei nostri soldati combatterà tramite i moschetti. Come sicuramente saprete (avete visto Il Patriota, no?), ogni arma è dotata di un solo colpo: questo assumerà ripercussioni sostanziali nella struttura di gioco di Cossacks II. Se non vogliamo perdere un battaglione e vogliamo avere la meglio sugli avversari dovremo, innanzitutto, avvicinarci con oculatezza al nostro bersaglio. Selezionando un battaglione potremo vedere la portata di tiro delle sue armi semplicemente spostando il cursore del mouse sulle armi stesse. Se, ad esempio, selezioniamo un battaglione dotato di moschetti e spostiamo il mouse sull’icona relativa al moschetto potremo conoscere la portata di tiro del nostro battaglione. Questa viene raffigurata con delle zone colorate: se un soldato nemico sarà nella zona rossa sarà sicuramente colpito dai nostri proiettili, se si troverà in quella gialla ci sarà qualche possibilità in meno di colpirlo, nella zona verde non sarà quasi sicuramente colpito. Ora, se considerate il fatto che abbiamo un solo colpo e che è fondamentale trovarsi alla distanza giusta dal nemico, capite bene che lo spostamento di grandi eserciti in maniera veloce è una delle operazioni centrali all’interno della strategia di gioco di Cossacks II. Trovarsi nella situazione per la quale un nostro esercito è senza colpo in canna e vicino ad uno nemico significherà matematicamente la fine del nostro battaglione. Per quanto riguarda i tempi di ricarica dei moschetti questi sono molto dilatati e, inoltre, richiedono che i nostri uomini siano inevitabilmente fermi per tutto il tempo necessario alla ricarica. Molto importante è anche il quantitativo di risorse a nostra disposizione. No, non preoccupatevi: non si tratta dello stesso metodo che avevamo descritto per la modalità campagna. Per ottenere le risorse bisognerà conquistare i villaggi sparsi sul campo di battaglia. Questi saranno protetti, per lo più, da una striminzita forza di polizia. Basterà sopraffarla per avere il possesso del villaggio. All’interno di questo la fase di raccolta delle risorse procederà in maniera automatica, in modo che saremo riforniti costantemente durante la missione. Le risorse conquistate andranno ad arricchire anche i nostri possedimenti generali. In ogni modo, durante le missioni potrà capitare che saremo a corto di carbone, risorsa fondamentale per i proiettili delle nostre armi. In questo caso, sarà obbligatorio conquistare un villaggio che possa rifornirci del carbone necessario.Vediamo adesso velocemente le caratteristiche delle varie unità a nostra disposizione. Abbiamo già detto dei contadini e dei sacerdoti, vediamo adesso le unità militari vere e proprie. Per quanto riguarda la fanteria dovremo stare attenti soprattutto a due elementi: la forza di attacco relativa al corpo al corpo e quella relativa all’attacco dalla distanza, il quale avviene ovviamente con i moschetti. Tutti i diversi tipi di fanteria si contraddistinguono in base a questi due aspetti. Inoltre, ogni tipo di fanteria ha delle peculiarità secondarie. Ad esempio, i cacciatori possono correre su terreni accidentati senza stancarsi, i granatieri far saltare edifici avversari grazie agli esplosivi, i genieri erigere fortificazioni, gli arcieri far fuoco attraverso ostacoli. Di grande importanza è il ruolo della cavalleria. Abbiamo detto di come sia centrale il dover spostare rapidamente gli squadroni sul campo di battaglia. Ebbene, tutto questo avviene più facilmente e rapidamente con i soldati dotati di cavallo. E’ possibile, grazie al loro supporto, compiere attacchi fulminei e ritirare subito le forze impegnate. Infatti, la cavalleria è utile nel primo scontro, ma non è convenevole lasciarla per molto tempo nel vivo della battaglia. Ad ogni modo il suo ruolo sarà sempre più importante, in quanto si rivelerà notevolmente più preziosa rispetto a tutte le altre forze presenti sul campo di battaglia grazie soprattutto alla consistenza del suo attacco ravvicinato. Cosa che ci ha lasciato leggermente delusi è l’impossibilità di usare la carica. Questo avrebbe consentito attacchi violenti e repentini, un po’ come li abbiamo visti in Rome: Total War o nello stesso Imperial Glory. Utile è anche l’artiglieria, tramite la quale potremo sostenere un’importante potenza di fuoco contro le truppe nemiche. Essa è preziosa se collocata dietro la fanteria e quindi a grande distanza rispetto al nemico. Richiede un certo quantitativo di uomini per essere trasportata e ricaricata. Abbiamo, infine, le fregate, le quali acquisiscono importanza per gli attacchi vicino alle coste e per gli scontri con le fregate nemiche. Facciamo un veloce riferimento anche a ciò che concerne le formazioni assunte dai vari battaglioni sul campo di battaglia, in quanto questo aspetto assume in Cossacks II una rilevanza più sostanziale rispetto ad altri RTS. Per la fanteria abbiamo tre tipi di formazione: quadrato, linea, colonna. La prima formazione consente rapidi spostamenti, la seconda una più ampia portata di fuoco, la terza una maggiore protezione dagli attacchi nemici. Per la cavalleria abbiamo: cuneo, linea, colonna. Anche qui abbiamo più potenza di attacco negli scontri ravvicinati nel primo caso, più portata di fuoco nel secondo, più protezione nel terzo. Se manteniamo fermo per diversi secondi un battaglione questi ergerà una più consistente difesa relativamente agli attacchi nemici. C’è anche da sottolineare un proficuo lavoro da parte dei programmatori sui waypoint delle nostre truppe, le quali non si metteranno quasi mai nei guai a seconda del cammino che decidiamo di assegnare loro, cosa che purtroppo succede invece nella stragrande maggioranza degli RTS. Abbiamo notato, inoltre, che le truppe acquisiscono con grande prontezza i nostri ordini, in special modo quelli relativi alla composizione in termini di formazione.Due paroline le spendiamo anche per quello che concerne il supporto multiplayer. E’ possibile giocare nelle modalità partita classificata e partita personale. Nel primo caso ci viene proposto lo stesso schema di gioco che abbiamo analizzato per la modalità Battaglia per l’Europa. Ogni giocatore gestisce una nazione e può decidere di dichiarare guerra o essere costretto a difendere determinati territori. Non mancano ladder online o statistiche di diverso tipo. La partita personale consiste invece nella classica modalità schermaglia per un massimo di sette giocatori contemporaneamente.

Sul design delle unità Il motore grafico di Cossacks II è quasi interamente in due dimensioni. Certo molti di voi storceranno il naso, ma devo dire invece che comunque il discorso grafico in generale non è deludente, anzi. La realizzazione di edifici, dei corsi d’acqua, degli alberi e, insomma, di tutto quello che costituisce la mappa è stata molto attenta, andando a costituire, in fin dei conti, un aspetto comunque gradevole del gioco. Alcuni elementi, poi, sono in tre dimensioni, e si vede. I corsi d’acqua sono realizzati con i pixel shader, mentre il fumo che proviene dalle varie armi è estremamente realistico, ritagliandosi un posto principale nei confronti di tutto il resto, il quale risulta invece più pixelloso. Ma quello che ci ha entusiasmato di più è il design delle unità. Queste sono molto grandi, si muovono sul campo di battaglia con personalità e sono ben ricostruite in confronto al periodo storico nel quale il gioco è ambientato. Insomma, le unità sono veramente accattivanti e, a lungo andare, sono uno degli elementi che più rimangono in mente relativamente all’esperienza di gioco a Cossacks II. Quello che, invece, ci ha poco convinto è che spesso le unità stesse sono molto simili tra loro, cosa che genera un certo grado di confusione. Soprattutto nelle prime partite stenteremo a riconoscere i nostri uomini rispetto a quelli avversari, cosa che porterà a rovinare diverse missioni e strategie di gioco. Purtroppo, l’elemento confusione e spiazzamento è abbastanza consistente in Cossacks II, rendendo molto frustranti le prime partite. Solo con il passare del tempo riusciremo a prendere la mano con tutte le meccaniche di gioco, in modo da poter usufruire degli aspetti migliori. Abbiamo anche notato alcuni innaturali rallentamenti in termini di frame rate allorché il numero di unità su schermo aumentava consistentemente.Per quanto riguarda il sonoro non siamo certo su livelli stratosferici. Diciamo che questo aspetto è abbastanza assente, non ritagliandosi una fetta importante rispetto agli altri elementi del gioco. La parola giusta per definirlo potrebbe essere anonimo. L’unica cosa che desta il giocatore rispetto al languore generale è l’effetto sonoro generato dallo sparo dei moschetti: è risultato veramente realistico riuscendo a dare la sensazione della terribile atmosfera di morte che grava sul campo di battaglia. Concludiamo la nostra recensione dicendo che Cossacks II è commercializzato in Italia in una versione localizzata nel nostro idioma per quello che riguarda i sottotitoli, mentre il parlato resta in inglese. E’, invece, completamente in italiano il voluminoso manuale che accompagna la confezione del gioco.

HARDWARE

Requisiti minimi: Processore da 1,5 Ghz, 512 MB di RAM, scheda video con 64 MB, 2 GB di spazio libero su hard disk.

Requisiti consigliati: Processore da 2,4 Ghz, 768 MB di RAM, scheda video con 128 MB.

MULTIPLAYER

E’ possibile giocare nelle modalità partita classificata e partita personale. Nel primo caso ci viene proposto lo stesso schema di gioco che abbiamo analizzato per la modalità Battaglia per l’Europa. Ogni giocatore gestisce una nazione e può decidere di dichiarare guerra o essere costretto a difendere determinati territori. Non mancano ladder online o statistiche di diverso tipo. La partita personale consiste invece nella classica modalità schermaglia per un massimo di sette giocatori contemporaneamente.

– Strategicamente complesso

– Accattivante design delle unità

– Longevità sostenuta grazie alla fase gestionale

– Inizialmente confusionario

– Eccessivamente statico in diversi aspetti

– A lungo andare ripetitivo

7.5

Cossacks II: Napoleonic Wars è uno strategico in tempo reale molto solido, dalle meccaniche di gioco giustificatamente complesse e che, insomma, non deluderà gli appassionati della serie o quelli del genere al quale appartiene. Abbiamo da rimproveragli solamente una certa staticità, la quale contraddistingue purtroppo diversi elementi del gioco. Sui campi di battaglia è facile vedere soldati morire senza riuscirne a capire dinamicamente le cause. Anche nella fase gestionale qualche animazione in tempo reale avrebbe reso più piacevole la pianificazione delle strategie di gioco. Aggiungiamo a questo un primo impatto leggermente complesso, a causa di una certa confusione generata da una grafica non certamente dell’ultima generazione, e una certa ripetitività di fondo che si presenta a lungo andare, visto anche che le missioni nella modalità gestionale sono un po’ tutte le stesse. Tra gli elementi positivi aggiungiamo comunque un’accattivante design delle unità come abbiamo spiegato nella recensione e un livello di longevità comunque sostenuto grazie alla modalità Battaglia per l’Europa.

Voto Recensione di Cossacks II: Napoleonic Wars - Recensione


7.5

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