Cortex Command è un apparentemente piccolo videogioco indipendente sulla bocca di molti da diverso tempo. Ha richiesto qualcosa come undici anni di sviluppo presso Data Realms, studio di sviluppo composto da una sola persona fisica. Il momento di gloria e notorietà è giunto con l’Humble Indie Bundle 2 dove fu inclusa una versione beta piuttosto godibile per quanto lontana dall’essere completa e rifinita. Ora il titolo in questione è approdato su Steam e GamersGate in una versione pressochè definitiva seppur da limare e rifinire in qualche aspetto a dir poco secondario.
Umanità senza confini
Il presupposto che dà il là a Cortex Command è un futuro remoto dove l’umanità ha compiuto passi da gigante a livello tecnologico esplorando l’universo e conoscendo altre razze che lo popolano. Nonostante l’aver superato i propri confini fisici rinchiudendo i propri cervelli in piccole bocce d’acqua, l’umanità sembra non voler cambiare abitudini, al punto che guerre per questioni di pura avidità o la volontà di primeggiare continuano a stravolgere gli equilibri.
Si indossano i panni di uno di questi cervelli e si viene catapultati su un pianeta inesplorato per sfruttarne a dovere le risorse a scapito delle fazioni avversarie che per forza di cose si dovranno affrontare.
Peccato per la mancanza di una trama e una storia strutturata in modo veramente coinvolgente, in grado di fare da collante tra una battaglia e l’altra della campagna principale. A far da contrappeso vi è una certa dinamicità di quest’ultima. Possiamo decidere di giocare in maniera più difensiva o più offensiva arroccandoci sulle mappe conquistate o andando aggressivamente all’assalto dei cervelli nemici così da aumentare il controllo sul terreno della macro-mappa strategica, la quale svolge il ruolo di hub centrale.
Più unico che raro
Il gameplay è senza dubbio il pezzo forte di Cortex Command. Cercando di riassumerlo in parole povere comparandolo ad altri giochi si presenta come un misto tra Worms, Liero e Terraria conditi da una sana dose di elementi strategico-gestionali nonchè di tower defense.
L’azione si sviluppa interamente su un piano bidimensionale e lo scopo è generalmente quello di distruggere i cervelli avversari ovviamente preservando al tempo stesso il proprio. Per far ciò si ricorre a una serie di soldati controllati a distanza. Se ne può manovrare direttamente solo uno alla volta mentre i restanti vengono gestiti dall’IA, spesso poco brillante e fonte di frustrazione, alla quale possiamo rilasciare qualche comando generico come ad esempio il pattugliare una certa zona o l’andare a scavare il terreno alla ricerca di oro. Proprio così: i soldati e le armi che possiamo schierare sul campo di battaglia hanno un costo spesso non indifferente al punto che, oltre a spendere con oculatezza, si rivela fondamentale riuscire ad avere il giusto flusso di risorse aurifere in entrata. Non meno importante è scegliere la giusta fazione di appartenenza che meglio si adatta alle nostre preferenze, sopratutto durante la campagna onde evitare di sperperare il proprio prezioso oro duramente accumulato di battaglia in battaglia in armi o oggetti delle altre fazioni dal prezzo esagerato.
Il sistema di controllo alla twin-stick shooter è semplicemente perfetto nella combo mouse più tastiera, accettabile e sufficientemente rapido e preciso quello con joypad mentre quello con la sola tastiera risulta troppo lento, astruso e arcaico.
Il tutorial disponibile spiega giusto le basi sia del sistema di controllo che delle meccaniche di gioco. Purtroppo lascia il videogiocatore spaurito e confuso, decisamente impreparato per affrontare le insidie che si troverà ad affrontare. Un gradino non indifferente da superare al quale viene però in soccorso una difficoltà regolabile in maniera estrema e al tempo stesso estremamente graduata. Si passa dall’affrontare quasi infinite ondate di nemici, coriacei precisi e armati fino ai denti sino a una manciata di soldatini o zombie statici, male armati i quali difficilmente rappresenteranno un serio pericolo.
Fog, Gold Rush, Survive, Maginot Line, Treasure Hunt
Il vero pregio di Cortex Command è la esuberante disponibilità di modalità aggiuntive estremamente varie e diverse tra loro. Quasi innumerevoli le variazioni al punto che è praticamente impossibile nominarle tutte in questa sede. Oltre a diversi tipi di skirmish vi sono modalità che esplorano ogni singolo aspetto del gioco dove lo scopo può diventare il recuperare più oro, costruire un bel bunker per far fronte a un determinato numero di ondate, sopravvivere più a lungo possibile con un solo fante, raggiungere un punto della mappa, e così via. Peccato solo che alcune di queste si possano fare solo su una specifica mappa e qualcuna sia ancora sprovvista di un’adeguata descrizione a priori.
Ciò in cui eccelle è l’esplorare ogni possibilità che viene concessa. È molto divertente sperimentare gli effetti delle varie armi e vedere come si comportano quelle più letali come per esempio l’utilissima bomba al napalm. Progettare il proprio bunker difensivo durante la campagna o prima di una partita fa letteralmente dimenticare lo scorrere del tempo. Pure il potente e vasto editor mette a disposizioni interessanti strumenti con cui sperimentare sempre nuove cose.
La componente multigiocatore in locale con schermo condiviso eleva il divertimento all’ennesima potenza sia che si giochi in maniera coopetitiva o competitiva, con IA o senza IA a patto che tutti i giocatori non siano alle prime armi e dotati di joypad. Peccato per la mancanza di qualsiasi forma di multiplayer online.
Nostalgia
Il comparto tecnico di Cortex Command ha del sorprendente oscillando in continuazione tra una grafica bidimensionale vecchio stile e una fisica estremamente moderna.
Qualcuno poco abituato alla pixel art potrebbe obiettare che sia poco definita eppure non è così. Gli sprite sono estremamente convincenti così come gli elementi e i dettagli che caratterizzano ogni singola mappa, tutte create con cura certosina. Anche le animazioni non sono da meno. Ciò che fa impazzire è il motore fisico, lo stesso scritto inizialmente undici anni fa, tremendamente realistico e crudo nel calcolare tutti gli scontri pixel per pixel. Il jet-pack va adeguatamente dosato se si vuole andare da qualche parte così come bisogna fare attenzione ad ogni salto onde evitare di perdere preziosi punti vita. Impressionante la fisicità che si percepisce al momento dell’atteraggio sul terreno. È godurioso vedere i propri soldati perdere qualche arto e ritrovarsi disarmati o impossibilitati a camminare. Ancor più divertente è prendere il controllo del proprio razzo, indispensabile per trasportare sul campo di battaglia le proprie truppe, e scagliarlo contro il nemico arrostendolo con una grande, vivace esplosione dove i detriti schizzano letteralmente da tutte le parti.
Ottimi i menù semplici, rapidi e intuitivi, perfettamente integrati anche per quel che riguarda lo stile, senza sostanziali problemi di leggibilità neppure alle risoluzioni più elevate.
Anche il comparto audio dice la sua con convincenti effetti audio, e infine una traccia introduttiva semplicemente strepitosa, al punto da ritrovarsi ad ascoltarla per intero ogni volta che si lancia il gioco.
Senza dubbio apprezzabile la disponibilità per la piattaforma Mac, e presto anche Linux, oltre che PC. Manca ancora una qualsiasi forma di achievement.
– Interessante mix di generi
– Numerosi modi con cui sbizzarirsi
– Buon comparto audio
– Multiplayer locale esaltante
– Prezzo troppo elevato
– Non per tutti e non così immediato come sembra
– IA spesso deficitaria
– L’online sarebbe stato strepitoso
– Difficile definirlo come un prodotto completo
Tirando le somme Cortex Command è senza dubbio una sopresa, sia in positivo che in negativo. Un titolo indipendente tutt’altro che banale e assolutamente divertente, sia in singolo che in multiplayer locale, una volta superate certe barriere.
Il vero problema è il prezzo fuori mercato al momento praticamente quasi doppio rispetto ai concorrenti. Inutile dire che chi lo possiede già grazie all’Humble Indie Bundle ha tra le mani un gran bel giochino.