Quella di Company of Heroes è ormai rimasta l’unica serie di un certo spessore produttivo a fare la gioia degli amanti degli RTS ambientati durante la Seconda Guerra Mondiale. Pubblicato nel giugno del 2013, Company of Heroes 2 ha venduto circa un milione di copie, è stato ben accolto dalla stampa specializzata e ha già dato vita a diversi DLC ed espansioni tra cui The Western Front Armies, incentrata prevalentemente sulle aggiunte multiplayer. Oggi, a oltre diciotto mesi di distanza dall’uscita del gioco principale, torniamo a parlare della serie di Company of Heroes 2 grazie alla nuova espansione stand-alone Ardennes Assault, rivolta invece solo al gioco in singolo e disponibile da alcuni giorni su Steam a 39,99 euro, più altri 4 euro se si vuole sbloccare la compagnia dei Ranger che si aggiunge alle tre già presenti (Aviazione, Fanteria meccanizzata, Unità di supporto).
Yankee contro Wehrmacht
Qualcosa vi sarà già risuonato in testa e in effetti 40 euro per un’espansione, seppur dotata di una buona longevità, sono sinceramente troppi, soprattutto considerando la mole di materiali in-game non certo pari a quella di Company of Heroes 2 e l’impossibilità di giocare almeno qualche missione nei panni dell’esercito tedesco. Le missioni che ci aspettano in questa espansione sono infatti viste solo attraverso la compagine americana, che dal dicembre del ’44 fino al gennaio del ’45 affrontò nello scenario invernale delle Ardenne una Wehrmacht ormai sull’orlo della resa. Come da tradizione della serie, anche qui Relic Entertainment mischia missioni immaginarie con operazioni militari realmente accadute, ma a differenza del passato non siamo di fronte a una classica Campagna lineare con le solite missioni da completare una dopo l’altra nell’ordine richiesto dal gioco. Sulla mappa divisa in stile Risiko, possiamo infatti muovere le nostre truppe liberamente per conquistare le aree in mano ai tedeschi, pur tenendo bene a mente le conseguenze dei nostri attacchi. In Ardennes Assault infatti non basta vincere una battaglia, ma bisogna considerare anche le conseguenze che ciò avrà in futuro. Perdiamo troppi uomini in uno scontro? Meglio pianificare bene quello successivo in modo da non fiaccare troppo il morale dei nostri soldati, o, in altri casi, conviene sempre considerare dove le truppe nemiche sconfitte si stanno ritirando.
Le skill degli Alleati
Insomma, l’aggiunta di questo ulteriore substrato tattico è davvero piacevole e profonda e si sposa all’ormai abituale struttura strategico della serie. Ogni compagnia ha caratteristiche proprie e, con i Punti Requisizione che si ottengono in battaglia, è possibile modificare e sviluppare ognuna delle tre “fazioni” con un classico sistema ad albero per un totale di oltre 70 livelli di potenziamento. Ce n’è davvero per tutti i gusti e scegliere attentamente quale skill potenziare a seconda della situazione è un ennesimo tassello che solidifica ulteriormente l’impatto tattico-strategico dell’espansione. La varietà delle missioni non riserva invece particolari scossoni rispetto al passato della serie, ma sinceramente non ci aspettavamo il contrario, mentre abbiamo accolto con favore la caratterizzazione dei tre Comandanti che andremo a impersonare nel corso del gioco. Nulla di eccezionale sia ben chiaro, ma nonostante qualche stereotipo di troppo fa comunque piacere essere nei panni di personaggi finalmente non del tutto anonimi, ma con un passato alle spalle e sufficientemente carismatici.
La guerra si fa hardcore
Considerando che già a livello medio vi serviranno 15-20 ore per portare a casa la vittoria finale contro la Wehrmacht, possiamo di fatto premiare Ardennes Assault con un voto più che positivo, anche se i difetti non mancano. Abbiamo già detto del prezzo e della decisione di relegare i Ranger a un DLC a pagamento, ma non dimentichiamo l’assenza del salvataggio libero (che in certe occasioni può portarvi a infinite sequele di imprecazioni) e la mancanza di un vero e proprio tutorial approfondito, cosa che getterà i neofiti della serie in una serie di scenari e battaglie dalla difficoltà molto elevata. Un po’ per la velocità con cui si svolgono gli scontri e si evolvono i vari fronti della mappa, un po’ per la facilità con cui si perdono soldati, Ardennes Asssault non è certo un RTS per tutti e certe meccaniche potevano essere semplificate proprio per venire incontro ai giocatori meno esperti, lasciando comunque la possibilità agli hardcore gamer di scegliere un livello di difficoltà più elevato per godersi il gioco in tutta la sua complessità. Già si sapeva comunque che Company of Heroes non è mai stata una serie casual e questa nuova espansione lo dimostra ancora una volta. Pensateci bene quindi prima di procedere all’acquisto.
– Campagna non lineare
– Potenziamenti e modifiche
– Longevità elevata
– Struttura strategica impegnativa
– Costo troppo elevato
– Sistema di salvataggio
– Il gioco non perdona davvero nulla
Non fosse per il prezzo elevato (e che rabbia quel DLC a pagamento), per il sistema di salvataggio, per il solo punto di vista americano e per l’impatto fin troppo traumatico che può travolgere chi ha poca esperienza con Company of Heroes 2, Ardennes Assault meriterebbe un voto ancora più alto. Eppure già così questa espansione stand alone targata Relic convince e appassiona, gode di una buona longevità e vanta uno svolgimento non lineare che farà piacere a molti appassionati della serie. In ogni caso gli “strateghi casual” si astengano pure.