Commandos Strike Force
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a cura di Cyberdex
Chi non conosce la famosa serie Commandos? Chi non l’ha mai sentita almeno nominare? Sono ormai passati ben otto anni da quando debuttò sulla scena mondiale, conquistando per altro ottimi consensi dalla critica e dal pubblico. Si trattava di giochi ad ampio sfondo strategico, dove si prendeva possesso di truppe specializzate e ci si doveva infiltrare sul suolo nemico (non a caso il primo capitolo era sottotitolato Behind Enemy Lines, dietro le linee nemiche) non senza una manovrata strategia stealth, evitando cioè lo scontro diretto. Vi chiedete perchè uso il passato? Beh, i ragazzi della Pyro Studios hanno deciso di dare una bella sterzata alla saga, imboccando la difficoltosa via dello sparatutto in prima persona. Vediamo com’è andata.
Da strategico a FPS, ovvero come rovinare una sagaPur essendo uno sparatutto in prima persona, Commandos Strike Force tenta di non perdere la venatura di strategia che ha fatto la fortuna della Pyro Studios, senza riuscire però ad eguagliare i risultati passati, bisogna dirlo. Avremo a disposizione tre personaggi diversi che potremo liberamente scegliere mediante la pressione di un tasto, ammesso che la missione che stiamo affrontando ce lo concede, esistono infatti missioni affrontabili con uno solo dei tre personaggi a disposizione. Scendendo nel particolare, i tre eroi sono: Il berretto verde, il cecchino, e la spia.– Il berretto verde è il più duttile dei tre. Addestrato a combattere su ogni tipo di territorio, è l’unico a poter utilizzare armi pesanti ed è sicuramente il più adatto per uno scontro a fuoco diretto.– Il cecchino non credo che abbia bisogna di particolari presentazioni, sappiamo tutti cos’è. Soldato scelto per i combattimenti a distanza, dotato di fucile di precisione, è capace di decimare le schiere nemiche dalla lunghissima distanza. Mediante la pressione di un tasto specifico il cecchino può trattenere il respiro e migliorare la mira per un breve periodo, sottolineato dal fatto che il gioco entrerà in una momentanea fase a rallentatore, in modo da facilitarci il compito di mirare alle parti vitali del nemico e renderci ancora più letali.– Infine la spia è il personaggio che più incarna lo spirito della saga di Commandos. Esperto nel travestimento, può arrivare alle spalle del nemico senza farsi udire ed ucciderlo, per poi rubare i suoi vestiti e somigliare, quindi, in tutto e per tutto al nemico. Soldato indiscutibilmente utile se travestito, può entrare nel territorio nemico senza farsi scoprire, o quasi: i soldati nemici, infatti, sono ordinati, com’è giusto che sia in un esercito, per gradi d’onore (Soldato, Ufficiale, Generale e via dicendo), ed il travestimento funziona alla perfezione unicamente con i gradi inferiori al proprio. Per esempio, se rubassimo l’uniforme di un Ufficiale, il travestimento funzionerebbe solo con i soldati semplici, mentre se incontrassimo un Ufficiale (grado uguale al nostro) attireremmo un sospetto. Infine, nel caso in cui dovessimo incontrare un grado superiore al nostro, il travestimento sarebbe definitivamente smascherato.I presupposti per la creazione di un gioco con un buon coefficiente di varietà d’azione ci sono, ma non pienamente supportati da quella che è la realtà di fatto, ovvero che ci troviamo di fronte ad un prodotto mediocre. Il trio della Strike Force (per l’appunto, spia, cecchino, e berretto verde) sarebbe più adatto ad un ruolo di protagonista in un cartone animato, vista la presentazione a mo di supereroi a cui sono stati destinati agli inizi del gioco i tre componenti del gruppo. In effetti la figura di questo trio, proprio per la sua natura piuttosto surreale, va a cozzare con l’intento stesso del gioco, ovvero quello di ricreare un evento storico nella maniera più realistica possibile. Ma d’altronde già dopo pochi minuti si nota la scarsa qualità, forse anche attenzione, con cui è stato programmato il gioco. La strategia, vera bandiera della saga Commandos, è andata tranquillamente a farsi benedire, a favore di un gameplay decisamente più votato all’azione, come da tradizione FPS. Nel gioco affronteremo missioni discretamente varie fra loro, ma l’originalità non è chiaramente di casa alla Pyro Studios, avendo fra le mani un quasi clone dei tantissimi sparatutto a sfondo bellico che sono stati rilasciati in questi anni. Effettivamente il ruolo della spia è l’unico che riesce a conferire al gioco un certo interesse, ma possiamo dire con una certa sicurezza che è poco, davvero troppo poco.
TecnicamenteNon c’è niente da dire se non che il gioco si presenta, sotto il profilo tecnico, con una forma quanto meno imbarazzante: non ci troviamo davanti al peggior gioco dell’ultimo periodo, ma non ci siamo neanche troppo lontani. Modelli poligonali e textures davvero di altri tempi, se confrontati con le ultime produzioni del genere, per un comparto sonoro che di certo non migliora la situazione. La sceneggiatura, di per sè, lascia molto a desiderare, se poi il doppiaggio italiano è realizzato con questi risultati, vale davvero la pena giocare senza volume. Le musiche sono l’unica nota positiva, spesso infatti l’azione è accompagnata da motivi gradevoli ed adatti al contesto, ma state tranquilli: il desiderio di disattivare completamente il volume della vostra televisione vi tornerà in un batter d’occhio, appena vi imbatterete in una situazione che richieda un effetto sonoro di qualsiasi genere, data la qualità indescrivibile di questi ultimi.
– Discreta varietà d’azione
– Che fine ha fatto la saga Commandos?
– Comparto tecnico inenarrabile
– I.A. inesistente. Non si può neanche parlare di “intelligenza”
6.0
Ci si aspettava qualcosa di meglio. Insomma, non pochi ricordano i primi episodi della saga come dei grandissimi giochi, ed è indegna questa fine. Francamente sul mercato c’è di meglio, per appassionati del genere e non.
Voto Recensione di Commandos Strike Force - Recensione
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