Recensione

Command & Conquer: Red Alert 3

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a cura di ViKtor

Otto anni. Tanto hanno dovuto aspettare i fans di Red Alert. Era il 2000 quando il secondo episodio vide la luce, e in tutto questo tempo solo un’espansione, Yuri’s Revenge.Ma ora possiamo gioire e stappare la bottiglia delle grandi occasioni, perché EA Los Angeles ci riporta indietro nel tempo e pubblica il mai troppo desiderato terzo capitolo di uno degli strategici che ha fatto la storia dei videogiochi.

Dal Giappone con furorePrima considerazione: Red Alert 3 non cerca di rivoluzionare il genere, si modernizza. Seconda considerazione: lo fa molto bene, ma questo punto lo approfondiremo più avanti.Iniziamo la recensione dando spazio all’esordio di una fazione inedita che va ad affiancarsi agli storici Alleati e Sovietici. Il terzo incomodo arriva fresco e micidiale direttamente dall’oriente e batte bandiera giapponese, presentandosi sul campo di battaglia con il grandioso nome di “Impero del Sol Levante”. Come si scopre dallo strepitoso filmato iniziale, la nascita di questo esercito è in realtà il frutto di un passo troppo avventato da parte dei massimi generali sovietici che, in un momento di follia e di crisi nell’eterna battaglia contro gli Alleati, decidono di utilizzare la macchina del tempo per scovare e uccidere nientemeno che Einstein, cambiando per sempre il corso della storia. Ciò che avrebbe comportato questa scelta nei decenni successivi non ci è dato saperlo, ma l’estremo oriente sarebbe diventato una potenza bellica moderna e terribile ed il mondo non avrebbe mai fatto la conoscenza della bomba atomica. Ed il futuro? Ovviamente siamo chiamati a scriverlo noi comandanti attraverso le tre lunghe campagne single player.

Ventata di frechezza orientaleL’Impero del Sol Levante va a riempire diversi buchi strategici e gestionali lasciati dalle fazioni principali: le sue unità chiamano il giocatore ad una microgestione fino ad ora sconosciuta per la serie, grazie a diverse peculiarità. Innanzitutto permette di edificare in qualunque punto della mappa, anche a notevoli distanze dal centro di controllo, per la felicità di quei giocatori che fanno dell’esplorazione e dell’insediamento nel territorio la loro tattica di guerra preferita. In secondo luogo è l’esercito che più beneficia dell’introduzione delle cosiddette “abilità secondarie”, capacità aggiuntive per ogni unità che si affiancano all’azione principale (solitamente l’attacco) e che donano nuove vie alle strategie delle nostre anime belliche.Come da tradizione nipponica, l’Impero è caratterizzato da truppe che ricordano spesso i “robottoni” dei cartoni animati. Molte di queste possono addirittura trasformarsi, passando ad esempio dallo stato anfibio a quello aereo in un istante, cambiando drasticamente il corso di un combattimento. Vi sarà ormai palese che per assimilare e dominare a dovere l’esercito dell’Impero occorrerà molta più pratica rispetto ai casi di Sovietici e Alleati, soprattutto nelle schermaglie multiplayer dove l’abilità tattica e la conoscenza approfondita delle singole unità è determinante.Per farvi capire meglio l’importanza delle inedite “abilità secondarie” portiamo l’esempio del Bullfrog, mezzo di trasporto anfibio sovietico che oltre all’attacco ha la capacità di “lanciarle” le truppe in un punto preciso della mappa con un raggio d’azione discretamente ampio, garantendo un alto fattore sorpresa al rush. Le possibilità di approccio allo scontro sono quindi aumentate drasticamente e saper scegliere quella migliore di caso in caso farà la differenza tra un giocatore davvero esperto e uno più casuale.Un’altra aggiunta interessante è quella dei “Protocolli Segreti”, attivabili tramite un albero molto simile a quelli visti in MMORPG stile World of Warcraft; queste skill si rendono disponibili con il procedere dell’espansione e della crescita delle nostre basi. Ogni fazione ha i propri protocolli attivi e passivi, con tempi di recupero abbastanza lenti tra un utilizzo e l’altro.

Alleanze vincentiPer continuare a descrivere le migliorie in termine di gameplay passiamo ad analizzare il comparto single-player del gioco, che fortunatamente rimane molto di più di un semplice “training” in vista del multiplayer.Il consiglio, valido anche per chi è cresciuto a pane e Red Alert, è di iniziare dall’esaustivo tutorial, passo fondamentale per iniziare a masticare le novità che EALA ha portato al titolo. Completato l’addestramento sarete più pronti ad immergervi in una delle campagne proposte, scegliendo tra i consueti tre livelli di difficoltà.A questo punto vi troverete davanti alla novità più clamorosa dell’intero gioco: le campagne sono pensate e strutturate per essere affrontata in coppia. Ovviamente la soluzione migliore è quella di scegliere un alleato umano, che inviterete ad unirsi alla missione in corso sfruttando le lobby online. Il tutto è in realtà un po’ macchinoso, causa un’interfaccia non molto felice, ma se si ha la possibilità di condividere l’esperienza di gioco con qualcuno non può essere sprecata, perché sarà tutto più bello, divertente e, perché no, facile.Volete giocare da soli? Non disperatevi, perché l’alleato in questo caso sarà una discreta intelligenza artificiale, sufficientemente solida da compiere sempre (o quasi) il proprio dovere in missione. Sono previsti anche alcuni semplici comandi da impartire a questo compagno virtuale, ma li utilizzerete solo prima di qualche rush decisivo.Certo qualcuno potrà storcere il naso di fronte ad un’innovazione sulla carta così pesante, ma ci sentiamo di rassicurare anche i fans più duri e radicali: tutto ciò non influisce minimamente sul carisma e sull’anima inimitabile di Red Alert, che rimane limpida e intatta.

Deep Blue SeaMa le novità non si fermano qui, perché una delle prime missioni della campagna dei sovietici introduce l’elemento “acque aperte”. La guerra, oltre alla terra e al cielo, in Red Alert 3 si sposta infatti anche in mare, grazie ad una serie di unità producibili nei cantieri navali che daranno davvero una dimensione in più al gioco. Cacciatorpedinieri, navi da trasporto, mezzi anfibi o enormi vascelli da guerra sono ora a disposizione di ogni fazione, e l’acqua non diventa più un semplice elemento grafico nella mappa, bensì un importantissima zona da conquistare o difendere che può spesso fare la differenza tra la vittoria e la sconfitta. Interessante, in particolare in ottica multiplayer.Conclude l’offerta single player quella caratteristica che ormai non è più un valore aggiunto, bensì un marchio di fabbrica della serie: i cinematografici filmati di intermezzo. Per l’occasione EA ha fatto le cose in grande, unendo un cast degno di una produzione hollywoodiana di primo piano. Jenny McCarthy, Randy Couture e J.K. Simmons sono solo alcuni nomi dei famosissimi attori che si alterneranno in più di un’ora di scene magistralmente girate. Un film insomma. Da questo punto di vista, Red Alert è davvero inarrivabile.Ma è davvero tutto così ineccepibile? Purtroppo no. Come accennato all’inizio la saga si è rinnovata con stile e fin qui non ci sono dubbi, ma è altrettanto vero che si è portata dietro uno dei suoi talloni d’Achille storici: il pathfinding problematico. Seguire le proprie unità spinti dalla paura che non sappiano trovare il percorso verso la destinazione indicata è ancora un fattore di cui dovremo tenere conto. Se inizialmente quasi non ci si fa caso, con il procedere delle campagne questa “microgestione obbligata” diventa frustrante, in particolare quando le nostre attenzioni andrebbero indirizzate verso ben altri obiettivi. In multiplayer, poi, il tutto è per ovvi motivi ancora più pesante. Spiace davvero perché finisce per minare l’intera esperienza di gioco, ma onestamente nel 2008 è lecito aspettarsi una gestione decisamente più brillante del pathfinding.

Schermaglie mondialiNon potevano mancare le classiche modalità multiplayer che hanno fatto la storia di questo strategico. Tramite Gamespy ci si collega ad una lobby in cui è possibile invitare giocatori, stringerci amicizia e sfidarli in più di venti mappe dalle dimensioni e caratteristiche più disparate.Tutto funziona a meraviglia, manco a dirlo, e da queste stesse interfacce possono essere inviate anche richieste di cooperazione per le campagne singleplayer.Il piatto è dunque ancora una volta ricco proprio come ce lo aspettavamo, e la sensazione è che la guerra di Red Alert 3 possa durare per diversi anni, proprio come accadde per i suoi predecessori.

I colori della battagliaChiudiamo con le consuete pillole tecniche. Il motore grafico scelto da EALA è lo stesso di Command & Conquer 3, debitamente potenziato e ottimizzato. Ne consegue una palette più vivace ed una maggiore spettacolarità generale, per venire incontro al tipico stile scanzonato ed “esagerato” che contraddistingue la serie. Stile peraltro apprezzabile soprattutto giocando con l’Impero del Sol Levante e alcune delle sue unità più potenti, come i mech che si trasformano con animazioni convincenti e molto “cartoon”.Per quanto riguarda le mappe il livello di dettaglio è sempre sufficientemente elevato, con costruzioni ed elementi naturali ben disegnati e completamente distruttibili. Buono anche lo zoom, adattabile alle proprie esigenze con un angolo abbastanza ampio.Gli effetti durante i combattimenti terrestri sono spettacolari, ma diventano addirittura eccezionali se spostati in mare, grazie a stupendi shader sapientemente utilizzati per la rappresentazione degli spazi d’acqua. Il prezzo di tutto questo non è poi così elevato: l’engine è ottimizzato a dovere, quindi anche con un PC entry level riuscirete a giocarci decentemente a dettaglio medio, a patto di disabilitare l’anti-aliasing. Provato su un dual core con una scarsa GeForce 8400 GT il gioco è risultato fluido anche ad alte risoluzioni e con dettagli medio/alti, ed è bastato cambiare GPU con una qualsiasi scheda grafica di fascia media per giocare al massimo e godere di ogni effetto.Dato lo stampo cinematografico del titolo vi consigliamo caldamente di utilizzare un sistema audio degno di nota, quantomeno per godervi a dovere i filmati di intermezzo. Un 5.1 come quello utilizzato per la recensione, ad esempio, vi farà godere ancora di più il titolo.

HARDWARE

REQUISITI MINIMIOS: Windows XP (SP2)Processore: single core 2.6 GhzRam: 1 GbSpazio su HD: 10 GbScheda video: Geforce 6800 128 Mb RamE’ richiesta la connessione a internet per l’attivazione

REQUISITI CONSIGLIATIOS: Windows XP (SP2)Processore: dual core 2.2 GhzRam: 2 GbSpazio su HD: 10 GbScheda video: 256 Mb Ram

MULTIPLAYER

1-2 giocatori per la modalità co-op nelle campagne.Gamespy per le schermaglie online.

– E’ Red Alert

– Una nuova interessante fazione

– Le campagne co-op sono una bella novità

+ Filmati di intermezzo da urlo

– Pesanti problemi di pathfinding

8.3

EA è riuscita a ripagarci di otto anni di febbrile attesa?

La risposta è sì, e tanto deve bastare ad ogni appassionato della serie per correre in negozio e acquistare una copia di Red Alert 3.

Stile inimitabile, sottile humor, una fazione tutta nuova e un’ora di strepitosi filmati confezionano un prodotto riuscito, che non raggiunge l’eccellenza a causa dei pesanti problemi di pathfinding.

Diverse le migliorie nel gameplay, tra le quali la più interessante è la modalità cooperativa nelle campagne. Che lo giocate da soli o con un amico, in ogni caso, ritroverete il solito divertentissimo strategico, impegnativo e bilanciato con sapienza.

Per quanto il mercato degli RTS su pc sia saturo di ottimi titoli, Red Alert 3 riesce comunque a conquistarsi ancora il suo spazio a suon di cannoni Tesla e cani killer, segno che per alcune serie di qualità, il tempo sembra davvero non passare mai.

Voto Recensione di Command & Conquer: Red Alert 3 - Recensione


8.3

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