Recensione

Claire

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a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

Gli amanti dei survival horror classici, in fondo al loro cuore, sanno benissimo che quel modo di intendere il genere non tornerà mai più. È duro da accettare, ma di quel periodo sono ormai rimaste solo delle magnifiche memorie, e un’eredità che nessuno ha saputo raccogliere e sfruttare a dovere. “È tutto in mano agli indie”, si ostinano a ripetere in molti, e per certi versi non hanno tutti i torti. Quando un paio di anni fa uscì Lone Survivor, si capì chiaramente che anche attraverso una realizzazione tecnica minimalista sarebbe stato possibile creare gli stessi sentimenti di sconforto, paura e angoscia che la facevano da padrone tra le seconda metà degli anni ’90 e i primi del 2000.

Good ol’ games
Lone Survivor deve tantissimo a Silent Hill: ne ricalcava perfettamente le dinamiche e le contestualizzava in un mondo bidimensionale dove un presunto strano morbo aveva decimato chiunque, lasciando il protagonista “You” in balia della solitudine più totale, da dove può realmente svilupparsi il seme della follia. A tratti, il gioco di Jasper Byrne sembrava quello che in gergo viene definito un “demake”, ossia un rifacimento di un gioco ma con grafica retrò, a testimonianza dell’incredibile vicinanza con la serie Konami. Claire è un gioco su questa falsariga, un titolo che non solo strizza l’occhio ai capisaldi del genere, ma li abbraccia talmente forte da inglobarli al suo interno. Ecco quindi che i rimandi alla Collina Silente, a Clock Tower e persino al poco conosciuto Haunting Ground si fanno subito immediati, con tutta la meraviglia della cosmesi old school a incorniciare una direzione artistica decisa e con pochissimi tentennamenti. La storia di Claire è talvolta criptica e a tratti risulta difficile cogliere dei riferimenti da collegare al tronco narrativo principale. La protagonista si risveglia da quello che sembra un incubo che coinvolge la sua infanzia, e solo da quel momento in poi capiamo che si trova all’interno di un ospedale in cui veglia su sua madre, costretta all’immobilità dal suo stato comatoso. Improvvisamente, l’edificio si trasforma in qualcosa di terrorizzante e malato, con pareti invase da materiale organico pulsante, squarci, mobilia consunta e distrutta, e un’oscurità densa e pervasiva dalla quale vengono partorite creature da incubo. L’atmosfera è quella giusta, e sebbene non riesca a creare uno stato di tensione tale da atterrire l’utente lungo tutto l’arco dell’avventura, si gioca comunque le sue carte grazie al senso di incertezza e pericolo costante che è in grado di comunicare. Il monster design è buono ma non eccelso, e si limita a un paio di tipologie di nemici per mettere a repentaglio la vita di Claire, la quale deve anche costantemente tenere sott’occhio la sua salute mentale, onde evitare di morire letteralmente di paura qualora si scelga la difficoltà più elevata messa a disposizione. 

Il miglior amico dell’uomo
Claire è completamente priva di armi ed è costretta a scappare per tutto il tempo dai mostri che possono anche sfondare le porte (ma se ne superate un paio sarete al sicuro) e inseguirvi fin quando non vi hanno ucciso. Ciò, può capitare anche inaspettatamente, perché ci sono momenti in cui si palesano d’improvviso e vi attaccano all’istante, pertanto è sempre conveniente non andare in giro con la salute troppo bassa, a meno che non vogliate riprendere da checkpoint talvolta un po’ troppo distanti. La protagonista è inoltre accompagnata per quasi tutta l’avventura dal suo cane Anubis, solo che a differenza del già citato Haunting Ground, la sua funzione è unicamente estetica e non c’è mai neanche un momento in cui interverrà o vi avvertirà di qualcosa, e questo naturalmente è un peccato, perché qualche buona idea di design sarebbe potuta venire fuori con relativa facilità. Di dubbia utilità è anche la torcia, controllabile liberamente col mouse e adatta a illuminare con più intensità alcune zone che in fondo non nascondono chissà quali segreti. In effetti, non serve neanche per ritrovare la via smarrita, perché l’avanzamento è interamente basato su strutture labirintiche dalle quali è possibile districarsi solo grazie a continui controlli della mappa, i cui template sono presi di peso da Silent Hill. Ecco dunque che le porte sbarrate vengono segnate automaticamente con una marcatura in rosso, i punti d’interesse sono cerchiati e le piantine possono cambiare da un momento all’altro per via di una trasfigurazione da incubo che si fa sempre più grottesca e arcigna. Persino gli effetti sonori dei menù sono i medesimi, come a sottolineare ulteriormente la volontà di riportare in auge lo stesso feeling di quel periodo, che nel tempo è andato vieppiù smarrendosi. In questo senso, non stupisce neanche il modo di intendere i puzzle, né la loro discreta qualità: sono modellati secondo i taciti dettami del passato e vanno risolti spesso con l’ausilio di buone intuizioni. Talvolta possono sembrare completamente illogici  o privi di senso, ma esplorando un po’ le stanze limitrofe si riesce ad arrivare alla soluzione senza impazzire dietro a incredibili ragionamenti. Nonostante Claire sia un titolo che funzioni piuttosto bene, vanno segnalati alcuni bug non trascurabili, come i danni causati dai nemici e lo stress da paura che continuano a incidere sulla salute del personaggio anche col gioco in pausa, o qualche glitch visivo e sonoro. Per tutto il resto, il titolo di Hailstorm Games è un horror psicologico dalla grande atmosfera, che sa bene come mescolare i tratti distintivi delle serie di maggior successo, e proseguire lungo la via già tracciata dal magnifico Lone Survivor.

HARDWARE

Minimi: OS: Windows Vista Processor: Dual Core 2.0 Ghz Memory: 3 GB RAM Graphics: 256 MB Card Hard Drive: 1 GB available space

Raccomandati: OS: Windows 7 Processor: Dual Core 2.5 Ghz Memory: 4 GB RAM Graphics: 512 MB Card Hard Drive: 5 GB available space

– Ottima atmosfera

– Horror psicologico con una storia complessa

– Il cane Anubis è inutile

– A volte inutilmente confusionario

7.5

Claire dimostra che anche senza un comparto tecnico all’ultimo grido è possibile fare horror di qualità. Fortemente derivativo da qualunque punto di vista lo si osservi, il titolo di Hailstorm Games strizza con decisione l’occhio alla filosofia di fondo di Silent Hill, inglobando al suo interno molte caratteristiche della vecchia scuola dei survival horror.

Voto Recensione di Claire - Recensione


7.5

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