Castlevania II: Simon's Quest
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a cura di Mauro.Cat
Dracula a rate Castlevania II: Simon’s Quest prodotto e pubblicato per Nes da Konami, tra il 1987 ed 1990, è uno dei titoli più assurdi ai quali abbia giocato. Non possedevo il titolo originale, ma lo avevo giocato grazie al vecchio “prestito di giochi tra amici”, ed ho subito accolto con entusiasmo la possibilità di rigiocarlo su Virtual Console di Wii. Come quasi tutti i titoli per Nes Simon’s Quest è disponibile al prezzo di 500 Wii Points (circa 5 euro). Konami decise all’epoca di sperimentare qualcosa di originale cambiando decisamente rotta rispetto al primo episodio e proponendo qualcosa che ricorda vagamente i titoli più recenti della serie. SQ non è un gioco di azione classico, ma un mix tra avventura ed azione. Non ci sono livelli in sequenza da affrontare ma solo un unico mondo da esplorare.Scopo del gioco è cancellare la maledizione che l’oscuro vampiro ha gettato sulla famiglia Belmont. È quindi necessario guidare Simon alla ricerca delle cinque case che contengono cinque parti del corpo di Dracula (ribrezzo!). L’utilizzo di queste reliquie torna utile nell’avventura.Una volta ricomposto il puzzle è necessario compiere il rito per risvegliare il non morto e sconfiggerlo eliminando la maledizione.
Chiacchieriamo Il primo aspetto che colpisce è il livello di difficoltà dei combattimenti decisamente settato verso il basso. Si lasciano per strada molte vite questo è vero, ma spesso per cadute nel vuoto o nell’acqua. Se si perde una vita si ricomincia dal punto esatto nel quale si è stati sconfitti. Terminando la partita (esaurendo le tre vite a disposizione) si ricomincia allo stesso modo con l’azzeramento dei cuori (moneta di scambio) a disposizione. In questo episodio i cuori si raccolgono solo uccidendo i nemici e non esistono i celebri candelabri da abbattere. A disposizione del giocatore c’è un sistema di password reso quasi inutile dalla possibilità offerta dal Wii di ricominciare da dove si era interrotta la giocata precedente. Si possono trovare in rete password interessanti per proseguire l’avventura (ma attenti a non perdere il vostro salvataggio!). Non ci sono particolari boss finali da eliminare che richiedono sudore e fatica, ma nonostante questo il titolo Konami è da non sottovalutare.Giocai questo titolo da bambino e, un po’ per la mia scarsa conoscenza dell’inglese un po’ per la pessima traduzione, lo trovai assolutamente astruso ed inconcepibile.Tutta la meccanica di gioco si basa sui dialoghi con i vari abitanti delle città (viaggiatori, mendicanti, anziani, suore etc.) che forniscono indizi assurdi al giocatore. Questi amabili cittadini però hanno la cattiva abitudine di non essere così… ehm onesti (forse sono solo distratti o buontemponi). Il fatto è che a volte danno indicazioni del tutto sbagliate che non fanno altro che portarci fuori strada. Le case (a parte la prima) sono davvero ben nascoste e le condizioni da soddisfare a volte ai limiti dell’assurdo. Importante è poi il ruolo del traghettatore che ci trasporta in luoghi diversi a seconda di determinate condizioni (oggetti, tempo). Per trovare una casa bisogna possedere alcuni oggetti, selezionarli e poi continuare a morire cercando di raggiungere una piattaforma troppo alta fino alla magica riuscita del salto… assurdo. Io terminai Castlevania II solo grazie alle soluzioni di una vecchia rivista di videogiochi.Ora capendo quasi senza problemi l’inglese mi sono reso conto di come il gioco sia in effetti meno complesso, ma comunque fuori di testa.
Le ore piccole “What a horrible night to have a curse”. Questa frase ci informa di come stia calando la notte (ho scoperto che ha ispirato il titolo di un album metal). Konami ha deciso di rendere l’avventura ancora più intrigante inserendo lo scorrere del tempo e l’alternarsi del giorno e della notte. Questo fatto, non solo estetico, produce interessanti effetti e rende il tutto ancora più profondo. Di notte le città sono abitate solo da creature simili a streghe e non è possibile parlare con i cittadini. Le foreste e le ambientazioni esterne si arricchiscono ancora di più di nemici che acquisiscono potere grazie all’oscurità. Alcune situazioni si possono affrontare solo di notte. L’idea è molto originale (per i canoni dell’epoca), ma un po’ troppo invadente. Ci si trova spesso a dover attendere l’arrivo del giorno per poter acquistare questo o l’altro oggetto e viceversa. Una scelta di questo genere contribuisce però a creare una bella atmosfera.Simon’s Quest è un titolo molto particolare a livello di struttura. Potrebbe non piacere a tutti e per molti è l’episodio per Nes meno riuscito. Tecnicamente soffre di alcuni disturbi che già all’epoca dell’uscita avevano creato qualche fastidio. Il motore grafico in parte rivisitato rispetto al primo episodio è a tratti incerto. I rallentamenti e gli sfarfallii sono presenti in buona quantità (questo aspetto era piuttosto frequente nei titoli Konami per Nes). Incertezze di questo tipo potrebbero rappresentare un ostacolo decisivo per chi non è abituato ad affrontare titoli di quel periodo.La struttura richiede ingegno ed una più che buona conoscenza dell’inglese. Chi non comprende un testo scritto in quella lingua farebbe meglio a lasciare perdere. Il pregio maggiore è dato dalla straordinaria colonna sonora che ci accompagna per tutta l’avventura. Castlevania sotto questo aspetto non tradisce mai.Simon’s Quest è un titolo che richiede riflessione e pazienza, ma non una notevole abilità manuale. L’atmosfera del titolo è ottima e la trama si sviluppa in maniera sapiente ma tutto va giocato procedendo per gradi ed imparando a conoscere alla perfezione ogni personaggio ed ogni ambientazione. Come Metroid è un titolo che richiede voglia di portarlo a termine ed impegno nel giocarlo, altrimenti è meglio rivolgersi a giochi da una partita e via.
– Colonna sonora magnifica
– Richiede ingegno
– Atipico
– Contorto nella struttura
– Molte imprecisioni
– I cittadini sono troppo bugiardi
– Solo per chi conosce l’inglese
7.2
Castlevania II: Simon’s Quest è un prodotto atipico. Il titolo è un discreto mix tra azione ed avventura ed ha poco da spartire con gli altri episodi della serie già disponibili su Virtual Console.
L’atmosfera è molto intrigante ed alcune intuizioni invogliano il giocatore a proseguire l’avventura. La colonna sonora è superba. Tecnicamente purtroppo sente il peso degli anni più di altri titoli. C’è la possibilità di non riuscire a capire dove e come muoversi e la troppa libertà potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio per molti. È necessaria una buona conoscenza dell’inglese senza la quale è molto difficile proseguire oltre le prime due case. A mio parere è comunque un buon prodotto magari non per tutti.
Voto Recensione di Castlevania II: Simon's Quest - Recensione
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