Castlevania Chronicles
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a cura di Makinit
Anno 1987, ovvero l’anno in cui uscì il primo episodio della lunga saga di Castlevania, furono in molti a godere della sua forte personalità, data principalmente da un’atmosfera suggestiva, da una grafica pregevole e da una “colonna sonora” degna di questo nome.
X68000Anno 1993, periodo di splendida fioritura per il genere platform, nel quale vide la luce un rifacimento di quel primo episodio, purtroppo in esclusiva per un personal computer giapponese, lo Sharp X68000, che rappresentava la summa tecnologica di quell’epoca. Solo le più grandi software house, come la Konami, potevano permettersi di sviluppare un videogioco per un PC così poco diffuso, ma così potente da consentire una realizzazione tecnica nettamente sopra la media. E proprio da quel gioiello dell’hardware ne derivò un gioiello del software, quel Akoumajo Dracula X68000 che stupì la critica di tutto il mondo, e fece soffrire di invidia tutti quegli appassionati non-giapponesi che, desiderando quel gioco, potevano solo ammirare le immagini da una qualsiasi rivista specializzata. Ciò che colpiva maggiormente era l’incredibile efficacia della grafica e delle colonne sonore, che si amalgamavano alla perfezione conferendo al titolo una atmosfera ed una personalità fuori dal comune, consacrandolo come uno dei migliori platform 2D. L’azione era la più classica che si potesse trovare nella serie: si salta, si attacca i nemici con la frusta, e si colpiscono le candele per prendere i cuoricini (che servono per utilizzare le armi speciali). Si procede lungo gli 8 livelli, affrontando altrettanti boss, e lungo il cammino potrete usare le armi secondarie, scoprire passaggi segreti, scorciatoie e tanto altro.
ChroniclesAnno 2001, quel Castlevania perduto fa la sua magica ricomparsa nella console più diffusa del periodo, la PlayStation, cambiando anche il nome in Castlevania Chronicles. Il gioco può contare su diverse novità in quest’ultima versione, ma la maggior parte di esse ruotano intorno alla modalità Arrange. Questa variante permette sostanzialmente di abbassare (o aumentare) il livello di difficoltà, improponibile nella versione originale, gestire il limite di tempo, e aumentare il numero delle vite. Tutte queste innovazioni rendono il gioco maggiormente appetibile, permettendo anche ai novizi di godersi questo episodio. Inoltre, gli amanti dell’estetica noteranno che l’abito originale di Simon Belmont, protagonista dell’avventura caratterizzato dalla sua giubba di cuoio marrone, è stato sostituito con una giubba di pelle nera, accoppiata ad una variante di colore dei capelli, che passano dal castano al rosso acceso. Da segnalare anche i nuovi filmati che permettono di gustarsi l’introduzione e il finale in un ottima computer grafica. Infine, gli estimatori della musica non potranno che drizzare le orecchie di fronte ad una colonna sonora di questo calibro, che è da sempre il fiore all’occhiello della serie, e che si presenta sia in forma originale, che in tracce remixate.
L’originaleChi sia così masochista da preferire la versione originale a quella “arrangiata”, sarà contento di sapere che è stata inserita. Ma la difficoltà da essa proposta ha veramente dell’incredibile, principalmente a causa del fatto che l’handicap della vostra barra d’energia è impostato in modo tale che possiate essere colpiti solo 4 volte, prima di stramazzare al suolo privi di sensi. I checkpoint sono anche molto distanti fra loro, e non è nemmeno possibile salvare la partita prima di un boss (ma solo alla fine del livello). Inoltre, gli stage devono essere completati entro un periodo limitato di tempo, e nel caso non ci si riuscisse allora la morte istantanea sarebbe assicurata.
Mancato rimedioUnico vero peccato è che la Konami non abbia colto l’occasione della modalità Arrange per porre fine ad alcune piccole lacune e mancanze della giocabilità. La frusta, ad esempio, non può essere indirizzata da nessuna parte, se non dritta davanti a voi; in compenso può essere indirizzata diagonalmente e in basso durante gli attacchi aerei. Durante una scalinata non si può saltare, magari per una fuga veloce per evitare un attacco nemico, ma si può al massimo continuare a salire o scendere. Inoltre, per usare le armi è ancora necessario premere la combinazione Su+Attacco, abbastanza scomodo nelle situazioni estreme, e viene da chiedersi come mai non sia stato inserito un tasto apposito. Tutti questi difetti potevano tranquillamente essere risolti, poiché non avrebbero affatto snaturato la serie, ma anzi l’avrebbero resa maggiormente appetibile ai palati moderni.
Vs. Symphony of the NightAll’inevitabile confronto col grande SOTN, Chronicles ne esce allegramente sconfitto sotto tutti i punti di vista. La varietà di situazioni, di livelli, di nemici, di abilità, di atmosfera, di musiche, di segreti, e di possibilità in SOTN schiacciano letteralmente la linearità dei livelli, la scarsa fluidità delle animazioni, le lacune di giocabilità in Chronicles sotto un peso insostenibile per qualunque platform 2D. Non è quindi nemmeno il caso di spendere parola di più in questo inutile confronto a senso unico.
– Ottima grafica 2D
– Musiche ai massimi livelli
– Arrange mode per i novizi
– Original mode per i veterani
– Nuovi filmati in CG
– Animazioni blocchettose
– Giocabilità basilare
– Avventura lineare
– Difficoltà poco bilanciata
– Non all’altezza di Symphony of the Night
6.6
Castlevania Chronicles non è certo all’altezza di SOTN, di cui non vale nemmeno la metà. Ma non per questo è meno consigliato ai fan della saga, anzi, chi non ha mai molto gradito le novità di SOTN, ritroverà finalmente un Castlevania classico, arduo e senza fronzoli. Chronicles è azione 2D allo stato puro, forte anche di una spiccata personalità, data, oltre che dal design dei livelli, anche dalle incredibili tracce sonore. La possibilità poi di scegliere la versione originale o quella remix testimonia la volontà da parte di Konami di riportare in auge la serie, ma di fatto, si tratta di un prodotto consigliato principalmente ai fan di vecchia data.
Voto Recensione di Castlevania Chronicles - Recensione
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