Recensione

Carmageddon: Max Damage

Avatar

a cura di Mapaan

Alla fine degli anni ’90 veniva rilasciato sul mercato un videogioco che fece parecchio scalpore, a causa di una certa violenza “gratuita” e di elementi splatter e gore: una produzione che consentiva al giocatore di falciare pedoni e annientare i veicoli per strada. Parliamo ovviamente di Carmageddon, un titolo che all’uscita attirò su di sé un’incredibile quantità di critiche e polemiche – che tra l’altro aiutarono, e non di poco, le vendite del gioco – con alcuni paesi che addirittura ne vietarono espressamente la vendita, e altri che si lasciarono andare a un’operazione totale di censura, sostituendo i pedoni con robot o zombie, e colorando il sangue di verde. Una caccia alle streghe, leggermente ottusa e moralista, per un gioco che davvero poco provava a prendersi sul serio, e che faceva anzi, dello splatter e di quel ritmo infernale, elementi quasi comici su cui costruire il gioco; Carmageddon riusciva a divertire presentando un concept di base particolare e un gameplay molto semplice. Non vogliamo comunque addentrarci nei meandri bui delle critiche sulla violenza dei videogiochi, ancora oggi considerati da molti come un’arma di distruzione di massa e tutt’ora alla ricerca di un rispetto a tutto tondo. Dunque, fermiamoci qui, perché tali argomenti andrebbero senza alcun dubbio trattati in interi articoli di tutt’altra tipologia, e questa è soltanto una recensione. 
Dopo diversi anni di assenza, il brand è tornato dopo una campagna Kickstarter di successo, che ha portato prima la versione Reincarnation su PC, ed ora Max Damage su console; un’edizione per Playstation 4 e Xbox One, con funzioni extra e nuovi contenuti. Valutare Carmageddon: Max Damage, come vedrete, non sarà molto semplice, principalmente perché ci siamo trovati di fronte un prodotto fatto da fan per i fan (perdonateci per la ridondanza di parole), che richiede determinate premesse per essere apprezzato. Cerchiamo comunque di capirne di più insieme. 
Violenza Anni ’90
In pieno stile Carmageddon, il gioco vi getta nell’azione con regole parecchio semplici e banali: dovrete distruggere tutto ciò che occuperà il vostro schermo, dando vita ad una vera e propria carneficina. Il gioco va contestualizzato in un’ottica totalmente priva di serietà: Carmageddon era uno dei racing game meno racing del panorama ludico più di dieci anni fa e tale è rimasto. L’idea di base non è invecchiata benissimo, ma presenta comunque qualche spunto interessante e prova ancora a difendersi dopo tutti questi anni. Nella sua totalità, il gameplay risulta infatti molto semplice e intuitivo; presenta però, molto potenziale inespresso per i non amanti del brand, a causa di un modello di guida poco moderno, che seppur con qualche lievissima miglioria, si mostra esageratamente ancorato al passato. Per tale motivo – oltre che per l’idea di base, non proprio per un’ ampia utenza – non tutti i tipi di giocatori riusciranno ad apprezzare la produzione Stainless Games, rendendo sempre più chiaro come il gioco sia rivolto principalmente a chi è cresciuto con i primi capitoli della saga di cui stiamo parlando. I muri portanti sono rimasti sostanzialmente gli stessi e si è preferito non deviare in alcun modo la formula originale. Ciò che importa, in Carmageddon: Max Damage, è compiere un massacro pedonale tra bersagli di ogni tipo, non solo umani ma anche orsi, pinguini o alieni, oltre alla classica demolizione delle auto. Sono disponibili diverse modalità; presente ovviamente quella classica, in cui dovrete decidere se correre per vincere, oppure se demolire le altre vetture e creare scompiglio tra i pedoni – o magari combinando le due cose – con il fine di accumulare un buon punteggio. In Corsa Mortale sarà possibile, attraverso specifiche demolizioni, rubare i giri degli avversari e vincere la corsa pur avendo compiuto un percorso totale minore rispetto agli altri, mentre in Inseguimento Pedone vincerà chi colpirà per primo i bersagli evidenziati. Infine, c’è Assalto Checkpoint, il cui obiettivo sarà battere gli avversari nei diversi punti di controllo (utilizzando astuzia e mezzi molto poco onesti); Volpi e Segugi, a nostro avviso una delle modalità migliori, che vede la fuga di alcuni giocatori, fino allo scadere del tempo, dai segugi, che invece tenteranno di demolirli; e Fratuma Vetture, che come potrete intuire dal titolo, vedrà uscire vincitore chi distrugge il maggior numero possibili di auto nemiche in un simil-Demolition Derby mortale e totalmente folle. Quest’ultima fatica Stainless Games si presenta a 360° come un vero Carmageddon: un titolo crudo e volgare, che senza prendersi sul serio, presenta un gameplay libero che vuole semplicemente intrattenere. Pertanto, siamo convinti che gli amanti del franchise riusciranno ad apprezzarlo, così come gli utenti amanti di videogiochi old-school dal concept semplice – che in questo caso tocca la mera distruzione di tutto ciò che c’è su schermo – ma comunque, nonostante le mancanze, funzionale. Chi è alla ricerca di altro, tenga bene in mente cosa sia realmente Carmageddon prima di prenderlo in considerazione come eventuale acquisto, perché la base del gioco è rimasta tale e quale a quella dei vecchi capitoli della saga e, come scritto in precedenza, il gioco in questione si rivolge a un tipo di utenza ben precisa. 
I Pedoni Non Hanno La Precedenza
Vero piatto forte del pacchetto proposto è la longevità, particolarmente elevata, con eventi, sbloccabili e sfide che riusciranno a tenervi impegnati per diverse ore. Sono disponibili più di trenta veicoli, ognuno con caratteristiche uniche per demolire avversari e pedoni nei modi più disparati e folli piloti alla guida, totalmente differenti. Tutto risulta sufficientemente bilanciato, con veicoli veloci ma per nulla robusti, adatti allo scontro con i pedoni, oppure veicoli pieni di spuntoni e lentissimi, ottimi nell’uno contro uno, ma penalizzati in specifiche modalità. La Eagle classica ad esempio, appare come una vettura in grado di poter fare bene – senza però eccellere in nulla – sia contro i pedoni che contro altre vetture. Carmageddon: Max Damage si articola in cinque ambientazioni, da quelle più aperte, più adatte allo speronamento, ad arene di dimensioni minori, ottime invece per la demolizione e il combattimento. Non tutti i percorsi presentano purtroppo un design particolarmente brillante, e avremmo gradito inoltre un numero maggiore di stage; ciononostante, ci riteniamo complessivamente soddisfatti, grazie alla varietà di ciò che viene proposto – tra campagne, strade e terre ghiacciate – e il buon lavoro svolto su Bleak City e Frosty Pass. Con oltre cinquanta eventi e sedici capitoli totali, il gioco si presenta molto ricco per gli amanti del brand, che avranno davvero tantissime ore di gioco davanti per completare il tutto.  Inoltre, andando avanti nella modalità carriera, sbloccherete il gioco libero, senza alcuna regola o limitazione e molto utile per allenarsi, provando magari le diverse combinazioni d’annientamento possibili. Sono presenti, come detto precedentemente, sbloccabili e potenziamenti per la propria vettura; questi ultimi sono ben novanta e presentano gli effetti più strani: si va dallo sparabanane al “classico” mortaio, passando per oggetti che cambiano la gravità o strani eiettavversari. Pur presentando qualche problemino al livello di netcode, il comparto multiplayer risulta molto divertente – in cui ovviamente valgono le stesse “regole” di carneficina di tutte le altre modalità disponibili per il single player – che a conti fatti è uno dei punti di forza del gioco. 
Mancanza Di Finezza
La parte più debole dell’intero pacchetto è senza alcun dubbio il comparto tecnico, che a causa di alcuni problemi nel caricamento delle texture – con conseguente presenza di un buon numero di elementi a bassa qualità su schermo – non riesce ad avvicinarsi alla sufficienza. Sostanzialmente, Carmageddon: Max Damage appare poco dettagliato, a causa dei problemi sopracitati, e ciò che viene proposto al giocatore è esageratamente arretrato. Inoltre, considerando proprio un tale impatto grafico così poco esaltante e un basso livello qualitativo complessivo, sarebbe stato lecito aspettarsi i 60fps; gli sviluppatori hanno preferito invece puntare ai 30fps, che il gioco mantiene stabilmente nella maggior parte dei casi. Rimaniamo con la speranza però, che i ragazzi di Stainless Games possano rifinire maggiormente il titolo con delle patch post-D1, considerando quanto Carmageddon: Reincarnation sia migliorato su PC rispetto al giorno d’uscita. Da sistemare anche l’IA nemica, che risulta ben calibrata ai livelli di difficoltà maggiori, mentre mostra purtroppo più di qualche incertezza a quelli inferiori, mostrandosi spesso inadeguata. Ci saremmo aspettati qualcosina di più anche per quanto riguarda la resa visiva del gore vero e proprio; le animazioni e i movimenti dei pedoni non risultano infatti per nulla convincenti. All’interno di questo rozzo quadro, davvero poco esaltante, risulta più che buona invece la gestione delle collisioni, con vetture che interagiscono tra esse e con l’ambiente in modi molto vari complessivamente gradevoli da vedere; da segnalare inoltre un lavoro appena sufficiente sul sistema di danni. Il comparto audio, d’altro canto ci ha tutto sommato convinti, nonostante il basso numero di tracce a disposizione. 

– Gameplay semplice e funzionale…

– Lo spirito del franchise non è stato tradito

– Buon numero di contenuti da sbloccare

– … ma non si è evoluto per nulla

– Tecnicamente insufficiente

– Struttura dei percorsi poco convincente

6.0

Pur soffrendo di un comparto tecnico non esattamente encomiabile, ci troviamo di fronte ad un prodotto complessivamente sufficiente, dotato di un gameplay ancora funzionale e divertente. Appare chiaro come i ragazzi di Stainless Games abbiano deciso di lavorare per i grandi amanti del brand; dando così vita a quello che può essere definito, proprio per loro, un buon capitolo di Carmageddon; non ci troviamo pertanto di fronte a una produzione da consigliare indistintamente a tutti, ma parliamo di un gioco che riuscirà a farsi amare dai fan del franchise – pronti a tuffarsi nuovamente in questo mix perverso di vetture folli e distruzione – o più in generale, non dispiacerà, a chi ha voglia di un gioco fuori dagli schemi e dalle parziali tinte old-school. Ai giocatori più giovani il titolo risulterà esageratamente banale, perché il tipo d’intrattenimento che offre Carmageddon: Max Damage è fortemente ancorato agli anni ’90 e quello specifico concept proposto, da lì (purtroppo o per fortuna) non si è mosso di un centimetro.

Voto Recensione di Carmageddon: Max Damage - Recensione


6

Leggi altri articoli