Recensione

Call of Juarez

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a cura di umbojami

Quando mi è stato detto che avrei dovuto recensire un gioco dedicato al mondo del selvaggio Far West ero dubbioso; capito che si trattava di uno sparatutto in prima persona le mie perplessità crebbero ulteriormente, dato che questo particolare genere non ha mai avuto grandi esponenti e ultimamente ha visto l’uscita del solo, comunque abbastanza buono, GUN. Nonostante, quindi, non ci sia una grande tradizione in questo senso, la Techland ha deciso di scommettere su Call of Juarez, cercando di apportare alcune innovazioni che rendessero il prodotto unico non solo per l’ambientazione. La demo rilasciata qualche settimana addietro ha fatto molto ben sperare, ma solo ora possiamo analizzare il prodotto completo e capire se finalmente gli FPS western avranno un grande esponente.

Una storia, due punti di vistaLa storia narra di Billy, cowboy di giovane età che, tornato a casa dopo una lunga assenza, scopre che la madre ed il patrigno sono stati barbaramente trucidati e capisce come il paesino in cui è cresciuto sia cambiato irrimediabilmente. Ad aggravare una situazione già drammatica ci pensa il prete della città, Rey, che pur essendo anche lo zio del sopracitato ragazzo, vede in lui il colpevole degli omicidi e comincia a dargli la caccia. Si crea così un intreccio in cui tutti cercano un colpevole, una ricerca che porterà a galla incredibili verità e stravolgerà le vite di entrambi. Ah, prima che mi dimentichi del tutto, la cittadina in questione prende il nome di Juarez e pare ospiti da qualche parte un immenso tesoro capace di cambiare la vita di chi lo trovasse.La trama è quindi molto ben sviluppata ed ha l’ulteriore pregio di incidere anche sul gameplay. Durante l’esperienza dovrete infatti alternare l’uso dei personaggi: se Rey affronterà le vicende in modo più violento, prendendo di petto le sparatorie e portandoci in situazioni più consone ai first person shooter, Billy dovrà cercare di portare a casa la pelle nascondendosi ed agendo in modo furtivo. Due approcci completamente diversi che sono stati implementati in modo intelligente ed equilibrato, con l’unico inconveniente che durante le prime partite potreste avere difficoltà ad abituarvi a tale alternanza di stili. Una curva di apprendimento un po’ ripida quindi, ma capace di dare soddisfazioni nel lungo termine.

Due gameplay, molte cose da fareLa doppia natura offerta dal gioco vi porterà a dover risolvere a vostro favore una molteplicità di situazioni.Quando userete Billy il vostro strumento di sopravvivenza consisterà in una frusta, che potrete usare sia per colpire i nemici che per aggrapparvi a degli oggetti al fine di raggiungere luoghi altrimenti inaccessibili. Purtroppo capiterà più di una volta di doversi nascondere per molto tempo, o di dover avanzare mimetizzati per lunghi tratti, rendendo questa esperienza noiosa. Sarebbe stato più saggio darci qualche ulteriore strumento d’offesa in modo da ravvivare i momenti morti.L’uomo di chiesa, Rey, a dispetto della sua attività, si dimostrerà anche un uomo d’azione, capace di essere crudele ed un tantino malato con i suoi avversari. Le armi che avrà a disposizione sono sostanzialmente delle pistole a tamburo, il cui uso è stato sottoposto ad un profondo studio: quando impugnerete entrambi i revolver la pressione dei tasti destro e sinistro del mouse corrisponderà ad uno sparo dell’arma corrispondente; se non vi sarà subito facile capire come sfruttare questa tecnica vi garantisco che con il tempo, se padroneggiata a dovere, regalerà enormi soddisfazioni. In alternativa è possibile impugnare una sola pistola, con la mano rimasta libera utile per ricaricare con maggiore velocità, facilitando gli scontri in cui sono coinvolti meno nemici. È anche presente la modalità bullet time, che pur non aggiungendo nulla di ancora sconosciuto regala un ulteriore motivo di divertimento.Come è facile intuire dalle due descrizioni, le sessioni action sono migliori sia per varietà che per divertimento rispetto a quelle stealth. In ogni caso la differenza, seppur sostanziale, non causerà il vostro disinteresse verso le seconde, ma è indice di una – forse – troppa fretta nell’ideazione di questi momenti più riflessivi.I controlli devono essere stati molto complessi da realizzare. La molteplicità di movimenti ed operazioni attuabili riempie la tastiera e costringe ad un certo sforzo mnemonico, per non trovarsi nel momento del bisogno in difficoltà. Il risultato finale è accettabile poiché con l’avanzare del gioco troverete un vostro modo di affrontare ogni pericolo, privilegiando l’uso di certe tecniche d’attacco o certi movimenti rispetto ad altri e snellendo così il numero di tasti utilizzati.La longevità è più che buona grazie ad un’avventura che vi occuperà diverse ore di gioco ma che non propone un elevato numero di motivi che ne giustifichino un ulteriore inizio. È presente il multiplayer, sia online che via LAN, che però non offre nulla più se non i classici deathmatch, a squadre e non, e poco altro. Sempre riguardo il gioco a più utenti i programmatori non sono stati in grado di mantenere tutte le differenze tra le due impostazioni date al gameplay in singolo, portando a delle sfide più piatte e classiche.

Bello da vedere, meno da ascoltareGraficamente Call of Juarez mostra splendide cose. I paesaggi sono fantasticamente modellati e vi daranno la sensazione di essere davvero nel vecchio west: le zone desertiche si alternano a quelle più montane e ricche di vegetazione, mentre molto evocativi sono i piccoli agglomerati di case basse che popolano la nostra fantasia grazie a diverse opere cinematografiche. Gli effetti sono molto validi così come i modelli dei personaggi, il realismo generale garantito è degno dei migliori giochi di ultima generazione. Tutto questo ben di Dio ha però un prezzo in termini di hardware richiesto: se infatti i requisiti minimi consentono di giocarci dignitosamente, potrete sfruttare per intero quanto creato solo se disponete di un computer davvero molto potente.Il sonoro non è all’altezza dell’altro parametro tecnico preso in considerazione, raggiungendo solo la sufficienza. Sia le musiche che gli effetti, infatti, non garantiscono una varietà molto alta e comunque non fanno nulla per regalare ulteriori motivi di immedesimazione.

HARDWARE

Processore Pentium a 1500 Mhz512 MB di ramScheda video con 128Mb di Vram dedicati6 GB di spazio libero su Hard-Disk

MULTIPLAYER

Il gioco in Multiplayer prevede sfide fino a 8 giocatori sia online che via LAN. Si consiglia una connessione a banda larga, ADSL o superiore.

– Gameplay innovativo

– Ottimo sviluppo della trama

– Graficamente davvero notevole

– Fasi stealth perfettibili

– Sonoro non all’altezza

7.5

Call of Juarez riesce nella non facile impresa di attestarsi come un FPS ad ambientazione western in grado di convincere appieno, diventando così il nuovo punto di riferimento per il genere. Il gameplay si avvale di una doppia struttura, action e stealth, regalando specialmente nel primo caso grandi soddisfazioni e portando alcune buone idee. Tecnicamente poi la grafica lascia a bocca aperta grazie ad una realizzazione al top sotto tutti i punti di vista. L’acquisto è quindi consigliato alla grande maggioranza degli utenti che sapranno passare sopra i pochi difetti, comunque per tutti almeno una prova è caldeggiata.

Voto Recensione di Call of Juarez - Recensione


7.5

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