Recensione

Brothers: A Tale of Two Sons

Avatar

a cura di Specialized

Prima due anni fa con le versioni per PC, Xbox 360 e PlayStation 3, poi il mese scorso con lo sbarco su Xbox One e PlayStation 4 e ora l’arrivo su iOS  (per Android ci sarà da aspettare ancora un po’). Non si può dire che Brothers: A Tale of Two Sons non ne abbia fatta di strada dal suo esordio nell’agosto del 2013, a testimonianza di come questo poetico viaggio familiare di Starbreeze Studios diretto dal regista finlandese Gustaf Grefberg abbia riscosso un grande e per certi punti di vista inaspettato successo. Abbiamo scaricato il gioco su un iPad Air 2 da 64 GB, ovvero uno dei tablet più potenti oggi in commercio e lo abbiamo rigiocato da cima a fondo riscoprendo bene o male le stesse sensazioni provate due anni fa, nonostante qualche inevitabile compromesso dovuto al nuovo approccio touch. Il gioco, se ancora non lo conoscete, è un piccolo e poetico gioiellino che racconta l’avventuroso e drammatico viaggio in un mondo fantasy di due fratelli orfani di madre nel tentativo di salvare il padre malato. Qui trovate la nostra recensione di due anni fa che vi spiega per filo e per segno il gameplay e altri dettagli, anche perché (touch a parte) il gioco in versione mobile è rimasto del tutto identico alla versione originale.    
Che bellezza… e che fatica
Per questo port su iOS si è ricorsi ancora all’Unreal Engine 3 e dobbiamo ammettere che il quadro grafico del gioco è davvero fantastico. Dettaglio elevatissimo (merito anche del display Retina dell’iPad Air 2), aliasing quasi invisibile, effetti di luminosità e resa dell’acqua strepitosi, soprattutto se visti su un dispositivo mobile. Se poi aggiungiamo la bellezza di certi paesaggi (in alcuni punti si possono ammirare in modalità “turista”) e il design curatissimo del gioco, graficamente parlando Brothers: A Tale of Two Sons convince pienamente e molto di più rispetto alla sua uscita iniziale sulle console old-gen. Purtroppo bisogna segnalare anche qualche rallentamento di troppo, un innalzamento considerevole della temperatura del tablet e una sensazione generale di grande pesantezza dovuta appunto a tutto questo ben di Dio su schermo. Su iPad Air 2 la cosa non arriva mai a livelli tali da rappresentare un problema, ma immaginiamo che su dispositivi con qualche anno alle spalle il gioco sarà molto meno fluido. Stranamente Apple cita la compatibilità partendo da iPhone 4S (non immaginiamo davvero come il gioco possa girare su uno smartphone di quattro anni fa) e dall’iPad di terza generazione (stesso discorso), ma visti i rallentamenti presenti su iPad Air 2 pensateci bene prima di acquistare il gioco se avete un dispositivo iOS non più giovanissimo. Il passaggio del gioco in versione touch ha poi portato un deciso cambiamento a livello di controlli, che già su console non avevano convinto tutti.
Fratelli di touch
Se là infatti controllavamo i due fratelli con i due stick analogici e interagivamo con l’ambiente tramite i grilletti posteriori, su iOS il tutto è affidato a due stick virtuali di colore diverso (uno per fratello) posti ai lati dello schermo grandi al punto giusto e non troppo invadenti, con al centro una specie di pulsante che se premuto per qualche secondo permette di interagire con l’ambiente o con eventuali oggetti dello scenario. Lo stesso set-up di molti twin-stick shooter in versione touch e dobbiamo ammettere che il passaggio su iOS è stato piuttosto indolore. Certo, il fatto di dover controllare due personaggi differenti può portare a una certa confusione in un primo momento, anche perché i due stick sono fissi. Possiamo insomma ritrovarci in una fase di gioco con il fratello minore a sinistra e quello maggiore a destra, ovvero l’esatto contrario del posizionamento degli stick. In questi casi si rimane un po’ confusi e il consiglio è quindi quello di posizionare i due fratelli sempre nel modo giusto (il grande a sinistra e il piccolo a destra), così da avere una perfetta corrispondenza con i due stick di controllo. Per il resto non esistono altri comandi, se non uno swipe verso sinistra o destra per gestire la telecamera. Insomma, un sistema di controllo molto limitato e funzionale e per fortuna il gioco non richiede chissà quale precisione nei movimenti (i salti tra le piattaforme ad esempio sono automatici), anche perché in caso contrario il tutto sarebbe sfociato in un gameplay al limite del frustrante. Che dire di più? La conversione è ben fatta e il gioco costa circa 4,99 euro, ovvero un terzo delle versioni per PC e console. Un ulteriore motivo per non lasciarsi sfuggire questo piccolo gioiello nel caso ve lo foste perso negli ultimi due anni… sempre che abbiate un iPhone o un iPad di ultima generazione.  

– Graficamente splendido

– Il gioco è un piccolo gioiello

– Trasposizione touch quasi indolore

– Prezzo appetibile

– Motore grafico piuttosto pesante

– Longevità limitata

8.5

Due considerazioni. La prima è che questa conversione per iOS è pienamente riuscita da un punto di vista grafico e offre controlli meno traumatici di quanto si temesse. La seconda è che Brothers: A Tale of Two Sons rimane un gioco estremamente piacevole, poetico e originale (un co-op “singolo” non si vede certo tutti i giorni), sebbene piuttosto corto (si può finire anche in due ore e mezza volendo) e ben poco impegnativo. L’unico neo del suo sbarco su iOS è il pesante motore grafico, tanto che persino su iPad Air 2 la fluidità è tutto tranne che impeccabile.

Voto Recensione di Brothers: A Tale of Two Sons - Recensione


8.5

Leggi altri articoli