Recensione

Book of Unwritten Tales:Critter Chronicle

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a cura di Specialized

Il Verdetto di SpazioGames

7.5

Qui in Italia The Book of Unwritten Tales lo hanno giocato giusto i fan sfegatati delle avventure grafiche, ma in Germania il bel titolo di King Art Games si è rivelato un successone, almeno per quanto riguarda un mercato non certo di massa come quello avventuroso. Non ci stupiamo quindi di vedere il team tedesco alle prese con un secondo capitolo della serie, anche se The Book of Unwritten Tales: The Critter Chronicles non è un sequel del predecessore bensì un prequel. Questa volta, al posto dei quattro protagonisti del primo capitolo, impersoneremo solo Nathaniel e Critter, personaggi già visti nel predecessore dove però avevano poco spazio per mettersi in mostra come avrebbero meritato. 
La strana coppia
La trama di questo prequel è ambientata poco prima degli avvenimenti di The Book of Unwritten Tales e il racconto, sempre pervaso di grande umorismo e di tantissimi riferimenti alla miglior tradizione sci-fi (soprattutto Star Trek e Star Wars), assomiglia molto al predecessore per atmosfere, tipo di battute e omaggi vari. Su questo versante quindi chi ha apprezzato il gioco precedente troverà qui lo stesso spirito narrativo, anche se la presenza di soli due protagonisti, la longevità leggermente minore e le poche macrolocation disponibili (praticamente cinque) rendono il mondo di gioco un po’ più ripetitivo rispetto a quanto visto lo scorso in The Book of Unwritten Tales. La strana coppia di protagonisti, con il mostriciattolo rosa Critter in testa, funziona però bene e la possibilità di controllarli entrambi nel corso dell’avventura è apprezzabile, soprattutto perchè Nathaniel e Critter hanno capacità diverse che vanno sfruttate a seconda delle situazioni, con il primo che sfrutta più la forza e il secondo più piccolo e capace di passare più inosservato. Inoltre i due possono scambiarsi oggetti e ciò aumenta leggermente il livello di difficoltà degli enigmi, che rimane comunque su standard medi senza eccessivi picchi di difficoltà.
Poco di nuovo sotto il sole
Su questo versante abbiamo però notato la presenza di qualche combinazione di oggetti piuttosto assurda a partire dal terzo capitolo, che in alcuni casi, come nella Torre di Seastone, ci ha costretti a provare soluzioni un po’ a casaccio per proseguire. Si tratta comunque di episodi sporadici e anche la presenza di pochi puzzle, tutti tra l’altro abbordabili, non cambia l’impostazione molto classica dell’avventura, che trova appunto nell’esplorazione delle location e negli enigmi con gli oggetti i suoi punti forti. Per quanto riguarda la longevità e scegliendo il livello Hard piuttosto che quello Normal, mettete in conto almeno 9-10 ore di gioco. Durata di tutto rispetto per un’avventura grafica, ma pur sempre qualcosa in meno rispetto al predecessore e ad essere sinceri certi passaggi vicini al finale possono diventare un po’ “stanchi” e un po’ risaputi, almeno per chi ha già giocato al precedente capitolo. 
Presto lo giocherete in italiano
Difetti che però non tolgono la piena riuscita del gioco, che grazie soprattutto alla strana (ma funzionale) alchimia dei due protagonisti sa strappare più di una risata, propone enigmi piacevoli, ambientazioni poche ma buone (lande ghiacciate, una caverna, la nave volante Mary, un sottomarino, la già citata Torre dall’architettura indefinibile) e omaggi e citazioni a non finire. Manca giusto quel qualcosa in più capace di elevare il tutto a livelli di eccellenza, ma contando anche il discreto comparto grafico e il valido doppiaggio inglese non ci si può davvero lamentare. Se siete interessati, potete scaricare il gioco in versione inglese da Zodiac a 19,99 euro, ma nelle prossime settimane dovrebbe essere disponibile anche la versione italiana. 

– Avventura divertente e ricca di citazioni

– Due personaggi giocabili

– Buon livello di enigmi…

– …seppur con qualche caduta da metà gioco in poi

– Ritmo non sempre avvincente

– Manca un po’ la freschezza del predecessore

7.5

The Book of Unwritten Tales: The Critter Chronicles è la classica avventura “media”, priva cioè di elementi davvero innovativi o di un’elevata caratura ma capace comunque di divertire e di tenere impegnati per una decina di ore. A King Art Games va dato il merito di aver creato dialoghi, situazioni e personaggi buffi e simpatici, condendo il tutto con un valido comparto tecnico (i fondali sono sempre bellissimi), con enigmi quasi sempre azzeccati e con qualche puzzle un po’ cervellotico. Se avete giocato al predecessore, passate pure a questo prequel senza esitazioni; in caso contrario tenetelo come seconda scelta e fiondatevi su The Book of Unwritten Tales.

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