Recensione

Boiling Point: Road to Hell

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a cura di Death_Knight

Enjoy your freedom Non mi va di girarci tanto attorno, un’introduzione in medias res mi sembra la più appropriata per un gioco con un hype non mastodontico ma di sicure pretese, e perciò vi dirò da subito come stanno le cose: se cercate un titolo con una libertà di azione quasi infinita, ambientato in una gigantesca e pittoresca repubblica delle banane, ma siete disposti a tollerare numerosissimi bug e diverse imperfezioni del gameplay Boiling Point: Road to Hell è quello che fa per voi. Non voglio sembrare scontento del gioco, anzi, da anni non vedevo novità interessanti nel campo degli FPS (no, la gravity gun di Half-Life 2 non è una novità “grossa”…), mentre Boiling Point riesce a introdurre diverse caratteristiche parecchio interessanti (in alcuni casi già viste, almeno in parte), ma la cosa certa è che non raggiunge comunque la perfezione.

Trama Saul Mayers è un veterano della legione straniera ed è sopravvissuto a numerosissime battaglie; ha una figlia, Lisa, giornalista in cerca di avventura. Lisa è scomparsa alcune settimane fa, mentre si trovava nello stato di Realia, e Saul ha deciso di provvedere personalmente al suo salvataggio, ma sarà un’avventura lunga e pericolosa. Realia è uno strano paese, la tipica repubblica sudamericana da film comico, con un governo di stampo militaristico, ma che in sostanza controlla poco o nulla: guerriglieri desiderosi del regime, banditi più o meno sanguinari e servizi segreti da ogni dove. Saul ha poche informazioni e contatti, ma col tempo riuscirà a comprendere sempre di più del paese in cui si trova e alla fine sarà in grado di scovare e liberare Lisa, tutto questo sempre che noi lo vogliamo.

First Person RPG Difficile definire chiaramente questo titolo: i due che più gli si avvicinano sono, a mio giudizio, Deus Ex e GTA, il primo per l’unione di FPS e RPG, il secondo soprattutto per la grande libertà di azione e le mappe piuttosto vaste (ma mai come in BP). In Boiling Point potremo fare quasi qualunque cosa immaginabile: guidare una macchina, una barca, parlare con i personaggi che incontreremo, sparare all’impazzata in piazza, finire in ospedale e chi più ne ha più ne metta. Questa grande libertà vale anche per le missioni, guidate da un filo conduttore principale (liberare Lisa), ma assolutamente libere. Potremo infatti decidere di volta in volta cosa fare o non fare e, cosa ancora più importante, potremo decidere come portare a termine le missioni assegnateci. Per essempio una locazione potrebbe essere raggiungibile in diversi modi (acqua, aria, terra, il fuoco manca ancora…) con vantaggi e svantaggi differenti. Inoltre potremo decidere per un approccio più sportivo, assaltando ad armi spianate eventuali nemici, oppure decisamente più furtivo e diplomatico, cercando di esporci il meno possibile.Devo introdurre subito una delle caratteristiche piuttosto interessanti di questo gioco: la presenza di varie fazioni che potremo farci più o meno amiche e che contribuiranno a far assumere alla storia forme differenti a seconda del nostro comportamento. Le fazioni sono sei: governo, mafia, CIA, guerriglia, banditi, indiani, a queste va aggiunta quella neutrale dei civili. Durante le missioni (ma anche semplicemente girovagando per Realia), le nostre relazioni con queste fazioni potranno essere diverse, cosìcche nel giro di breve tempo (anche in base ai compiti secondari che accetteremo di svolgere) costruiremo da un lato una serie di legami con alcune di queste, dall’altro finiremo ben presto nel mirino delle rimanenti. La scelta ovviamente sta a noi.

La fisica è un’opinione Uno degli aspetti che meno mi è piaciuto del gioco è la gestione dei vari modelli fisici necessari a consentire al giocatore di poter, per esempio, guidare o pilotare un velivolo. Da un lato l’idea è assai allettante (per quanto non particolarmente nuova), ma purtroppo la semplicizzazione dei modelli porta a un discreto irrealismo, che compromette decisamente le possibilità del gioco. Stare in una macchina significherà sostanzialmente potersi spostare più velocemente, ma l’esperienza sarà tutt’altro che simile a quella reale o di altri giochi. Non pretendo realismo assoluto o simulazioni complete all’interno di un gioco, ma piuttosto una “sensazione” che sia in grado di appagare il giocatore, anche un modello arcade (tipo quello di GTA III, per intenderci, che secondo me è parecchio più coinvolgente su questo piano, pur essendo lontanissimo dalla realtà) sarebbe andato benissimo, ma con una caratterizzazione maggiore. Non intendo demolire completamente quest’aspetto del gioco, che per altro significa la possibilità di muoversi con totale libertà lungo la mappa, ma sembra decisamente appartenere al passato (avete presente “Operation Flashpoint”, ma si parla di diversi anni fa) e poteva sicuramente essere molto più determinante nel lanciare Boiling Point verso l’olimpo dei videogiochi.

Frullato di varietà Dopo qualche critica è anche opportuno esaltare i punti di forza del gioco. Quello che forse risalta di più, esclusa l’immensità dell’ambiente esplorabile, è senza dubbio la grande varietà di oggetti, situazioni, armi, con cui avremo a che fare. Il nostro inventario conterrà di tutto: da bevande alcoliche a mitragliatori, e potremo fare qualcosa con ogni oggetto che troveremo. Volete diventare alcolisti? I bar di Realia vi aspettano con impazienza! Le armi sono davvero moltissime e, fatto che apprezzo molto, saranno personalizzabili con aggiunte (che dovremo scovare a zonzo per il paese) come mirini o sienziatori, e ovviamente tutto ciò influenzerà il modo in cui combatteremo. Le missioni saranno davvero di varia natura: da semplici colloqui da effettuare, ad assalti diretti, a investigazioni furtive e quant’altro ma, come ho già detto, quasi mai saremo obbligati a fare qualcosa in un determinato modo e solo alcune missioni saranno vitali per proseguire nel gioco. Ciò non toglie che poco dopo l’inizio avremo già bisogno di soldi ed armi, ma avremo davvero moltissime strade per procurarceli.

Evolution Una caratteristica interessante di Boiling Point: Road to Hell è lo sviluppo che nel tempo e nel corso del gioco avrà il protagonista e nostro alter ego. Dovuto in parte all’esperienza, in parte all’apprendimento, imparerà ad usare meglio determinate armi o a pilotare veicoli particolari (per esempio all’inizio del gioco in una delle missioni secondarie dovremo farci insegnare a guidare una barca), nonchè a trasportare sempre più cose nel suo zaino. E’ senza dubbio una caratteristica interessante, almeno nel campo degli FPS, ed è una delle tante, anzi forse la principale, che avvicina questo titolo al mondo degli RPG, in cui lo sviluppo del personaggio e l’immedesimazione con esso è uno dei punti chiave del gameplay. Tra i vari FPS che hanno sfruttato questa possibilità non posso non citare nuovamente Deus Ex, che seppe davvero far tesoro della possibilità di modificare il personaggio (anche se i presupposti erano un po’ diversi), costringendo poi i giocatori ad agire in base alle scelte di sviluppo fatte in precedenza.

Tecnica La grafica è, nel complesso, piacevole, ma di certo non eccezionale come si era sperato dalle voci di corridoio circolate prima della pubblicazione del gioco. Gli ambienti sono resi abbastanza bene ma non sono dettagliatissimi, per altro questo è comprensibile visto l’enorme spazio di 625 chilometri quadrati a nostra disposizione. Al contrario mi ha deluso abbastanza la rappresentazione di personaggi, veicoli e altri oggetti in generale. Insomma, potrà capitarci qualche scorcio da cartolina degno di una lode, ma per il resto il motore non da certamente spettacolo.La sezione audio è abbastanza curata, con effetti credibili e musiche piuttosto gradevoli (anche se alla lunga possono risultare noiose). Devo segnalare in questa sezione la presenza di diversi bug (non sarà raro vedere i poligoni interesecarsi tra loro), così come una certa difficoltà nel far girare degnamente il gioco sulla maggior parte dei PC, e per quello che ho potuto capire, non si tratta della necessità di configurazioni eccessivamente spinte, ma piuttosto di ricercare conflitti presenti con altri software e provare le varie opzioni nella speranza di eliminare scatti e rallentamenti.

HARDWARE

Processore a 2GHz, 512 MB di ram, scheda acceleratrice 3D 128Mb, Windows 98/ME/2000/XP, 4 GB di spazio libero su HD, lettore dvd-rom 8x , DirectX 9.0c

MULTIPLAYER

Assente.

– Ambientazione vastissima

– Tanti oggetti a disposizione

– Mix tra FPS e RPG

– Grafica non eccellente

– Diversi bug

– Fisica non ai massimi livelli

7.8

Difficile valutare questo gioco, davvero difficile. Da un lato si tende a voler perdonare i diversi bug visto la mole di lavoro necessaria a creare un mondo così articolato e complesso, dall’altro la necessità di condividere con l’esperienza di gioco numerosi fastidi non può che far scendere in maniera importante il voto. Un capolavoro mancato? Forse. Certo è che sarà apprezzato da tanti, ma altri invece non riusciranno a tollerare i difetti del gioco. Se, come tanti, siete corsi a leggere voto e commento, vi invito per una volta a leggere il testo integrale per capire veramente il giudizio, inevitabilmente piuttosto ambiguo, che abbiamo dato a questo titolo.

Voto Recensione di Boiling Point: Road to Hell - Recensione


7.8

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