Recensione

Bleach GC: Tasogare Ni Mamieru Shinigami

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a cura di Onilink

Nato da un manga giapponese Beach racconta la storia di un giovane ragazzo di 15 anni, Ichigo Kurosaki, in grado di vedere i fantasmi, come nel “Sesto Senso” insomma.Un giorno, ritornando a casa (un ambulatorio dove lavora il padre, insieme alle figlie minori) trova una strana ragazza nella sua stanza, in grado anch’essa di vedere gli spiriti.La giovanotta, tale Rukia Kuchiki, è un “Shinigami” (dio della morte), il cui incarico consiste nel condurre gli spiriti benevoli (plus) alla Soul Society e distruggere gli spiriti maligni, qui chiamati Hollow.All’improvviso, però, un attacco: un hollow tenta di distruggere Ichigo e la sua famiglia. Il giovane, per difendere se stesso e i suoi cari, impugna la spada ed assume i poteri degli Shinigami.Da qui in avanti sarà un crescendo di avventure per il piccolo eroe giapponese. Poteva mancare quindi un tie-in per la console Nintendo su una delle serie che stà andando per la maggiore nel paese del Sol Levante insieme a Narro? Certo che no.

La storiaIl lasso di tempo raccontato da Bleach GC: Tasogare Ni Mamieru Shinigam abbraccia le avventure vissute nella Soul Society (prima della nuova stagione dell’anime), nei panni di Ichigo.Storia purtroppo malamente raccontata da filmati abbastanza tristi, che aggiungono maldestramente una vena comica anche nelle scene più serie snaturando cosi la natura della serie originale.Certo, non è tutto da buttare, qualche artworks si salva pure, ma non è sufficiente.Per dare il colpo di grazia al tutto, le vicende sono raccontate da una serie di scontri apparentemente senza alcun collegamento, se non fosse per le scene raccontate in precedenza… Sega poteva sforzarsi un po’ di più in questo senso e rendere il tutto almeno lineare con la saga invece di pasticciare con essa.

Mazzate da cecati.Bleach è un picchiaduro orientato ai giovani otaku giapponesi, e per adattarsi ad un maggior numero di persone possibili si è optato per un sistema di controllo quanto più semplice sia stato mai visto prima d’ora.Con due pulsanti utilizzati, uno per l’attacco debole ed uno per il colpo forte (da combinare con le diverse direzioni selezionate sull’analogico) il gameplay del titolo molto ricorda quello intrapreso dal più famoso Dragonball Z: Budokai (o il sistema di gioco di Smackdown per PS2, fate vobis).Come già detto, Bleach è uno Shoen (un manga dove i protagonisti si pigliano a mazzate), e poteva mai non essere implementata la caratteristica principale dei protagonisti del fumetto?Certo che no, ed ecco comparire sullo schermo una bella barra piena piena di energia spirituale, da utilizzare per sferrare attacchi ben più potenti, con la pressione del dorsale R in combinazione del tasto A oppure X.Purtroppo gli attacchi speciali sono solo 2 per personaggio, ma gli appassionati non mancheranno di notare il Getsuga Tenshou di Ichigo, od il Senbonzakura di Byakuya.Con L si attiva lo slow (avete presente Viewtiful Joe? Ecco) con il quale rallentare notevolmente l’avversario e mazzolarlo per bene, la mossa consuma un po’ più energia spirituale del normale; il risultato in termini di efficacia e danni effettuati è assai migliore di una super, anche perché lo slow dura un bel po’, anche troppo.Dopo i confetti vengono i difetti, andiamo ad analizzare cosa non va in questo titolo e perché ne siamo rimasti parzialmente delusi.In effetti, l’uso dello slow è abbastanza noioso, il personaggio colpito quasi non si muove, e basta una combo con una final (R+ Y, si genera un colpo imparabile) per far scendere la barra della vita in modo importante e rendere di conseguenza i vari combattimenti ripetitivi, noiosi e fin troppo semplici; ritornando sulla final, colpendo l’avversario con la stessa genera una sequenza abbastanza lunghetta, purtroppo non skippabile (ottimo per i fan, un po’ meno per gli altri, che preferiranno accantonare queste mosse per non spezzare il ritmo di gioco).In effetti, il difetto di fondo di Bleach è l’eccessiva ripetitività che permea tutto il gioco, i combattimenti si andranno a somigliare un po’ tutti, e se aggiungiamo che le mosse disponibili per personaggio si contano sulle dita di una mano sola, il quadro è (quasi) completo.Sul fronte personaggi, si possono dare buone nuove.La scuderia di 27 lottatori (di cui più della metà da sbloccare) non delude, nota di demerito, però, per un cattivo bilanciamento, in effetti la potenza dei guerrieri è quella riscontrata nel manga (lottatori deboli ed altri più forti), tuttavia in un picchiaduro è cosa buona e giusta rendere quanto più equilibrate possibili le caratteristiche dei vari personaggi.Nota positiva invece per gli stili di combattimento, assai fedeli all’anime (anche se qualche clone si trova sempre.).Lo story mode, modalità precedentemente illustrata (in pratica è quella che racconta la storia della Soul Society, come descritto nell’introduzione alla recensione) si completa in poco più di un paio d’orette… un po’ poco come gioco in sé, accettabile magari se pensiamo che questo è in ogni caso un picchiaduro ad incontri.Vengono poi a completare il quadro una modalità Arcade ed una modalità Survival.Questa ultima ci mette contro 13 lottatori, ma non facciamoci spaventare dalla difficoltà; anche perché questa raggiunge un valore prossimo allo zero: i nemici hanno un’intelligenza artificiale paragonabile a quella di un gatto di marmo.I personaggi da sbloccare non salveranno il gioco dal limbo della monotonia: certo, con 2-3 amici la situazione può anche risollevarsi, ma non di molto…

Guarda, quell’uomo assomiglia a tuo padre hahahahahaGraficamente parlando il titolo si attesta su vette di sufficienza: certo, i personaggi sono ottimi, molto curati e con delle animazioni paragonabili a quelle dell’anime, anche gli artworks sono notevoli, ma non appena la telecamera si allontana un pochetto i lottatori iniziano a sgranare; se poi aggiungiamo che le bocche restano immobili durante un discorso… cosa ci combini, Sega?Se poi vogliamo aggiungere gli scenari vuoti come un edificio scolastico il 25 dicembre… certo, la Soul Society non è il mercatino della domenica, ma un po’ d’animazione non avrebbe guastato.A salvare un po’ la situazione è un framerate accettabile, ma è un po’ poco.Sul fronte sonoro possiamo dire che è uscito il sole sui panni stesi.Le composizioni originali del gioco certo non reggono in confronto alle musiche della serie animata (fortunatamente anch’esse presenti), nota di merito per il doppiaggio: le voci sono quelle originali del cartone che faranno gioire sicuramente tutti i fan ed appassioanti.

– Buon numero di combattenti

– Fedele alla storia

– Graficamente altalenante

– Metodo di combattimento semplicistico

– Ripetitivo, molto.

6.0

Bleach GC in effetti è un prodotto che sfrutta in modo abbastanza indecoroso la licenza del popolare anime; ad i fan della serie potrebbe anche piacere, in effetti c’è varietà di lottatori ed il tutto è anche abbastanza fedele al cartone animato giapponese, ma toppa nel voler realizzare un picchiaduro degno di questo nome, a causa di un gameplay troppo semplicistico ed una meccanica dei combattimenti ripetitiva e priva di tecnica.

Per gli altri consiglio di ripiegare su un Naruto a caso oppure sull’ottimo Bleach DS, ad oggi il miglior titolo dedicato alle vicende di Ichigo e compagni.

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Voto Recensione di Bleach GC: Tasogare Ni Mamieru Shinigami - Recensione


6

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