Già ai tempi della prima Playstation, una decina abbondante di anni fa, una software house giovane e promettente, ma ancora relativamente poco famosa, soprattutto in ambito picchiaduro, Arc System Works, ebbe il coraggio di inserirsi nello scontro tra titani che divideva le genti di ogni continente, dai giapponesi agli americani: Capcom contro Snk, due modi diversi, e secondo chi scrive ugualmente eccellenti, di intendere e produrre picchiaduro bidimensionali.Guilty Gear, il loro primo lavoro di genere, era tecnico, ma non troppo, soprattutto era dannatamente veloce e proponeva un’alternativa al sistema a quattro tasti dei creatori del Neo Geo e a quello a sei tasti della casa di Street Fighter, con un sistema a tre pulsanti (attacco forte, medio e veloce) e una grafica dettagliata e colorata, che richiamava gli anime giapponesi.Ne è passata di acqua sotto i ponti, ma a dominare la scena 2D ci sono ancora gli stessi protagonisti. Vediamo come se la sono cavata i ragazzi di Arc System Works con la riduzione portatile della loro ultima fatica su PS3.
Port … o non port?Solo un anno è passato dalla versione casalinga di BlazBlue Calamity Trigger, picchiaduro che ha mietuto consensi nonostante la Playstation 3 e Xbox 360 non siano propriamente il paradiso per gli amanti della bidimensionalità: eppure, grazie ad un gameplay veloce e sufficientemente tecnico, un dettaglio grafico da urlo e quel feeling particolare che solo le due dimensioni riescono a donare ai picchiaduro, il gioco era molto gradevole.Su queste pagine abbiamo più volte criticato i porting da PS3, perché, oltre a non rendere giustizia alle possibilità offerte dall’hardware PSP (non in termini di potenza, ovviamente, ma di specifiche e architettura della console), il risultato, il più delle volte, è stato deludente, con delle versioni che, nel migliore dei casi, potevano essere definite “cugine povere” di quelle da salotto.Il trend sembra essersi tuttavia invertito negli ultimi mesi, e titoli come Little Big Planet e Modnation Racers si sono rivelati delle piacevoli sorprese.Che Sony abbia finalmente prestato orecchio alle lamentele della sua utenza?Pur continuando a preferire i titoli pensati e sviluppati con le caratteristiche di PlaystationPortable in mente, non si può tuttavia non dirsi soddisfatti di BlazBlue Portable, la cui storia (per quanto questa possa essere importante in un picchiaduro) ricalca fedelmente quanto già visto sulla sorella maggiore.
Tre tasti per me, posson bastareNel passaggio dai vostri salotti alle vostre tasche, infatti, BlazBlue non ha perso nulla che non fosse lecito perdere, con una sola, grave, eccezione, che analizzeremo più avanti.L’analisi del gameplay risulta snella, veloce, fresca, in linea con lo stile cui Arc System Works ci ha abituato negli anni: i tecnicismi, secondo alcuni esagerati, delle serie di SNK e Capcom sono ben lontani, e la frenesia degli scontri è decisamente privilegiata, anche se, rispetto al marchio Guilty Gear abbiamo riscontrato meno ritmo.Scordatevi, quindi, interminabili sequenze di colpi e complessi sistemi di parata o di dodge, perché il cuore di BlazBlue è fatto di riflessi, tempismo, e Drive, le supermosse personalizzate (ogni personaggio ha la sua) che spostano spesso la bilancia del match anche in maniera inaspettata.Non stiamo dicendo nulla di nuovo a chi ha già apprezzato i precedenti lavori di questo sviluppatore, ma per i neofiti è giusto sottolineare di non aspettarsi cinque o sei mosse speciali per personaggio, o un cast particolarmente ricco, soprattutto se confrontato con i vari King of Fighters o Street Fighter Alpha 3, entrambi disponibili per PlaystationPortable.Fatte salve le limitazioni dovute ai controlli disponibili (ma, si sa, questo è un difetto congenito della piccola di casa Sony), il sistema di controllo di BlazBlue si adatta perfettamente alla trasposizione portatile, richiedendo tre soli tasti e ponendosi come molto più immediato rispetto a quelli della già citata concorrenza: tra l’altro la durata media degli scontri è molto più bassa (il timer c’è ma raramente lo vedrete scadere), e l’impressione netta è che il gioco tenda a premiare i combattenti più propositivi e offensivi rispetto a quelli che giocano d’attesa (e contropiede), che invece vanno a nozze con i titoli più ragionati.Apprezzabile, poi, l’aggiunta della modalità Legion, che aumenta la longevità del titolo, tallone d’Achille di molti picchiaduro, soprattutto in single player: su una mappa a nodi, dovremo avanzare con la nostra squadra, conquistando a poco a poco le postazioni avversarie.Ci verrà data la possibilità di arruolare tra le nostra fila un combattente di una fazione appena sconfitta, fino a coprire tutta la mappa di gioco con i nostri colori, in una versione riveduta e corretta del caro vecchio Risiko.
Rimpicciolimento tecnicoSe la recensione si fosse chiusa qui, sarebbe normale aspettarsi un gran voto.Purtroppo, invece, le magagne ci sono, e sono perlopiù concentrate nel comparto tecnico e nel multiplayer: iniziamo proprio da quest’ultimo, che altri non è che il difetto di cui si diceva a inizio recensione.Nel passaggio da PS3 a PSP, infatti, BlazBlue ha perso ogni tipo di funzionalità online, e solo una modalità ad hoc, peraltro realizzata così così, è riuscita a sopravvivere ai tagli operati dagli sviluppatori.Che non ci vengano a raccontare che la PSP non ce l’avrebbe fatta: i giochi che sfruttano (ed egregiamente, anche) modalità multigiocatore online si sprecano ormai, nella ludoteca portatile di Sony, e in quest’ottica appare davvero incomprensibile la scelta di limitare il multiplayer al solo locale, afflitto peraltro da lag abbastanza fastidiosi (sebbene non continui) che, in un gioco che fa della velocità e della prontezza di riflessi due cardini, finiscono con il danneggiare il gameplay.La sensazione che sia stata realizzata una conversione un po’ “pigra” scaturisce anche ad un’attenta analisi del lato tecnico: se l’impatto grafico, pur inferiore all’originale, non delude, con sprite non sempre definiti benissimo ma decisamente grandi e con il solito, eccellente, character design a renderli unici, è il sonoro a deludere, con un accompagnamento anonimo, che sfocia addirittura nel fastidioso in un paio di quadri.Gradita la possibilità di scegliere le voci giapponesi o americane, ma se poi le si realizza male, e raramente le si fa emergere dalla colonna sonora, allora ogni sforzo è vano.
– Rapido e violento
– Esclusiva modalità Legion
– Sistema di controllo perfetto per PSP
– Online inspiegabilmente troncato
– Sonoro poco più che mediocre
– Ad hoc afflitto da lag consistenti
Immotivatamente monca della modalità a due giocatori online, e dei luccichii che hanno contribuito a decretarne il successo su Playstation3, la versione portatile di BlazBlue riesce comunque a soddisfare grazie ad una meccanica di gioco agile e collaudata, che ben si adatta alla portabilità della console ospite e a sessioni di gioco sì brevi ma adrenaliniche e soddisfacenti.
Aggiunta forse per farsi “perdonare” altre mancanze, anche l’inedita modalità Legion fa la sua figura, allungando l’esperienza di gioco, come anche lo speciale negozio in cui spendere i crediti guadagnati combattendo per sbloccare nuove versioni dei personaggi e art work varie.
Se già di vostro non amate il gioco online e siete dei tradizionalisti, vi divertirete, e non poco, con l’ultima fatica dei ragazzi di Arc System Works, ma se cavalcate (com’è in fondo anche giusto che sia) le possibilità offerte dalla rete, ponderate bene l’acquisto.