Recensione

BlazBlue Continuum Shift II

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

In principio fu Guilty Gear, e gli utenti Playstation videro che era ancora possibile realizzare picchiaduro bidimensionali di grandissimo livello e divertirsi con un gioco interamente in due dimensioni, senza nulla togliere a Tekken e compagnia bella, che contribuirono a portare nella tridimensionalità il genere.L’anno scorso la serie di BlazBlue, dopo aver mietuto consensi e proseliti sulle console da salotto, sbarcò su PlaystationPortable, con una versione soddisfacente ma non eccelsa, che trovate recensita qui. Dopo un anno esatto, ecco giungere sul mercato (solo americano, ma ormai ci siamo tristemente abituati) la versione portatile di BlazBlue Continuum Shift 2, secondo capitolo della saga made in Arc System.

Blazblue 1.5Quella che abbiamo testato per voi lettori è una versione promo, e quindi non possiamo esprimerci sul prezzo finale, anche perché, come detto, l’uscita in Europa è, al momento, liquidata da un generico TBA (to be announced). Iniziamo subito parlando di prezzo perché il voto e il giudizio finali sul gioco dovrebbero tenere conto di questa variabile, giacché quello che ci siamo trovati davanti somiglia molto di più ad una versione riveduta e corretta, a un DLC particolarmente corposo, che non a un titolo ex novo. Passi mantenere le atmosfere, non traumatizzare i fan e premiare un lavoro di character design che si segnala ancora una volta come uno dei migliori in ambito picchiaduro che abbiamo visto sulla console portatile di Sony, ma qui si rasenta la presa in giro ai danni dei poveri videogiocatori: praticamente nulla all’interno delle meccaniche di gioco è variato e il titolo porta, nel 2011, i pregi e i difetti che caratterizzavano la versione dell’anno prima, compresa l’inspiegabile, e sinceramente irritante, esclusione di qualsivoglia modalità online.

Quanto di buono c’era, c’è Non è per pigrizia o per sfruttare il lavoro di scrittura di dodici mesi fa che vi diciamo che il gioco è la copia carbone di quanto già visto sullo schermo a 16:9 nel 2010, con aggiunte marginali, che puntano sulla quantità piuttosto che sulla qualità. Ciò che meglio dispone alla fruizione del titolo è lo sterminato menu principale, questo sì più ricco del precedente: abbiamo contato undici voci di interesse per il giocatore, più la classica dedicata alle opzioni. Andiamo ad analizzarle una per una:Tutorial, come si intuisce dal nome, porta per mano i neofiti nel cuore di una delle serie più violente, spettacolari e rapide che ci siano viste negli ultimi quindici anni, consentendo di impratichirsi con le meccaniche di base.Arcade è la modalità più breve e indolore, dove i combattimenti non sono intervallati da dialoghi interminabili e dove il furioso scambio di colpi sarà il protagonista assoluto della scena.Versus mette a confronto due giocatori, rigorosamente nella modalità ad hoc, perché, in maniera quasi offensiva, nell’ultimo anno scarso di età di PSP, ancora c’è chi si ostina a negare una modalità online.Score Attack permette una scalata al miglior punteggio possibile, come si faceva in sala giochi una volta, premiando una condotta aggressiva e spettacolare, tesa a far brillare continuamente lo schermo con esplosioni e special move.Training mette il giocatore di fronte ad un manichino personalizzabile, con la possibilità di tentare combinazioni di tasti e mosse anche improbabili, senza il rischio di venire adeguatamente massacrati.Network sembra schernire il giocatore: dopo la delusione del 2010, confessiamo di aver evidenziato subito questa voce, solo per incassare una nuova botta. Due PSP, due giochi e una connessione locale è il massimo che potrete fare. Challenge metterà il giocatore dinanzi a sfide di difficoltà crescente, facendogli affrontare condizioni anche estreme, come combattere con mezza barra di energia o con un tempo limite scandalosamente limitato.Legion 1.5 (ironicamente 1.5 come questa versione del gioco) è un’evoluzione dell’esclusiva modalità introdotta per la versione portatile del gioco un anno fa e, come allora, fa il suo lavoro nell’aumentare la longevità globale del titolo con una modalità “Risiko-style”. Abyss fa discendere il giocatore, letteralmente, nelle viscere dell’inferno, proponendo ondate infinite di nemici, in una modalità che somiglia molto a quella “survival” presente in molti altri picchiaduro. Story è una modalità ambiziosa, ma mal riuscita: se da un lato è apprezzabile il tentativo di fornire un background narrativo ad un gioco che appartiene ad un genere che raramente ha fatto della trama un punto di forza, il wall of text cui sarà sottoposto il giocatore, con tempi che sfiorano i quindici minuti tra un combattimento e l’altro, è sinceramente pesante da digerire. Gallery, infine, permette di accedere, una volta sbloccati, a tutti i video e gli artwork inclusi dai programmatori nell’UMD di gioco. A questa grande quantità di contenuti, corrisponde la solita, buonissima qualità delle dinamiche di gioco, veloci, rapaci e soddisfacenti come sempre.Solo grazie a queste, Continuum Shift 2 strappa comunque una sufficienza molto ampia.

Arte al rallentatoreL’ispirato character design, una moltitudine di effetti scenografici di grande impatto, il carisma che trasudano i quattordici personaggi selezionabili, non riescono a coprire del tutto i difetti del comparto tecnico, “copia incollato” da quello dello scorso anno ma, se l’occhio non ci inganna, addirittura più afflitto da rallentamenti inspiegabili, che possiamo imputare solo alla grande quantità di avvenimenti a schermo. Scordatevi l’alta definizione (e questo lo sapevamo), ma scordatevi anche una risoluzione accettabile e il mantenimento costante di un frame rate che renda giustizia ad un titolo originariamente pensato per fare della frenesia e della velocità d’esecuzione le sue doti migliori.Dispiace, anche perché rimaniamo convinti che sarebbe bastato davvero poco per migliorare i risultati raggiunti dal primo capitolo e offrire, di fatto, uno dei tre migliori picchiaduro bidimensionali disponibili per PlaystationPortable.E invece eccoci a parlare di un’occasione mancata: il fatto che l’offerta ludica sia di spessore e che, nonostante le magagne evidenziate, il titolo si lasci giocare volentieri non fa altro che aumentare il rimpianto.

– Tantissime modalità

– Frenetico e divertente

– Character design di prim’ordine

– L’assenza dell’online suona come un insulto

– Quasi identico al predecessore

– Rallentamenti ingiustificabili

7.3

Una longevità superiore alla media del genere, la bellezza di animazioni bidimensionali come se ne vedono sempre più raramente, una giocabilità semplice e reattiva, adatta alla fruizione portatile, sono elementi che aumentano il rimpianto per ciò che sarebbe potuto essere e invece è solo in parte. L’assenza dell’online, l’eccessiva somiglianza con il precedente episodio e il conseguente abbassamento del rapporto qualità/prezzo, unitamente a dei rallentamenti fastidiosissimi, che Arc System Works e Aksys si sono guardate bene dall’eliminare, non consentono a BlazBlue Continuum Shift 2 di ascendere all’Olimpo dei picchiaduro in salsa portatile.

Voto Recensione di BlazBlue Continuum Shift II - Recensione


7.3

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