Recensione

Blade Arcus From Shining: Battle Arena

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a cura di Francesco Ursino

Shining Hearts e Shining Blade sono due RPG dedicati a PSP e pubblicati in Giappone tra il 2010 e il 2012. Nei due titoli in questione è possibile seguire le vicende di numerosi personaggi, attraverso i canovacci classici dei giochi di ruolo di stampo giapponese. Con una scelta un po’ coraggiosa, Studio Saizensen ha deciso di riproporre al pubblico occidentale alcuni dei personaggi dei due giochi citati, inserendoli però in un nuovo contesto; Blade Arcus from Shining: Battle Arena, infatti, continua in qualche modo le linee narrative di Rick, Rufina e compagni, all’interno però di un tipico gameplay da picchiaduro bidimensionale. Vediamo come è andata.

Le sette sfere del drago… o quasiPensato inizialmente per le sale giochi giapponesi e già disponibile da qualche tempo su PlayStation 3 e PlayStation 4, Blade Arcus from Shining: Battle Arena approda su PC riproponendo le sue caratteristiche primarie; trova posto, così, un roster composto da 16 personaggi, i quali, per vari motivi, sono alla ricerca delle cosiddette sette Sfere dell’Anima. Queste garantirebbero, una volta riunite, un potere enorme, che dunque fa gola ai combattenti di tutto il mondo; la narrazione avviene nel pieno stile dei giochi di ruolo giapponesi: verremo a conoscenza delle storie dei vari personaggi, allora, attraverso dei semplici testi. Il fatto è che, in certe occasioni, alcuni personaggi baseranno le loro storie su avvenimenti propri dei titoli pubblicati nel 2010 e 2012, difatti non proprio così conosciuti al grande pubblico. 

Una volta scelto il personaggio di Rage, ad esempio, si intuirà come questo sia particolarmente legato a Roselinde; entrambi, infatti, hanno fatto parte del roster di personaggi di Shining Blade. Alcuni personaggi, invece, sono stati introdotti per l’occasione, come Ryuga o Pairon, entrambi alla ricerca delle sfere per motivazioni diametralmente opposte. Il titolo contempla alcune modalità di gioco classiche: accanto al match singolo e all’allenamento, trovano posto così il comparto online, e ovviamente la Story Mode. Questa opzione di gioco, nello specifico, consiste di otto incontri che, anche scegliendo il più alto tra i cinque livelli di difficoltà disponibili, porteranno via al massimo un’ora. È giusto dire che ogni personaggio propone storie e legami differenti con gli altri combattenti ma, difatti, dopo aver completato una prima volta la Story Mode l’incentivo a ricominciare tutto di nuovo non sembra sia così forte; a risollevare la situazione dovrebbe intervenire il multiplayer, ma vedremo in seguito come nella realtà le cose non stiano proprio in questo modo.

Attacchi combinatiDal punto di vista del gameplay, Blade Arcus from Shining: Battle Arena è un picchiaduro 2D dalle soluzioni tutto sommato basilari. Ogni personaggio può contare su attacchi di tre differenti intensità, e su un numero limitato di mosse speciali; queste, inoltre, sono richiamabili attraverso le combinazioni che i giocatori di lunga data hanno imparato a usare parecchi anni fa. Trovano posto così le mezzelune, i quarti di luna (semplici o da ripetere due volte), e altre sequenze base. Gli attacchi portati a segno, così come quelli parati o subiti, riempiono la barra della forza, che ospiterà tre differenti colorazioni corrispondenti alla quantità di energia sprigionabile negli attacchi. Una volta che la barra sarà interamente riempita, infatti, ci si potrà lanciare nelle super mosse che, nella quasi totalità dei personaggi, corrispondono a due attacchi attivabili ripetendo due volte il quarto di luna verso destra e sinistra. Questo sistema, come si intuisce, risulta molto classico ma anche ripetitivo, visto che sono veramente pochi i personaggi che offrono una move list con qualche sussulto. 

In ogni caso, gli scontri avvengono in round: viene decretato vincitore il combattente che raggranella per primo tre vittorie, ma in questo contesto trova posto probabilmente l’unico elemento un po’ inusuale del gioco. Nel momento in cui si dovrà scegliere il proprio combattente, infatti, il gioco ci inviterà a indicare anche un personaggio di supporto; questi potrà intervenire, durante gli scontri, a nostro favore, andando cioè ad eseguire mosse speciali o a completare combo (mai così incisive, però). In alcuni casi, questa mossa si rivela utile anche per parare gli attacchi che altrimenti sarebbero destinati a noi; l’utilizzo di questa sorta di tag team è limitato, e viene segnalato al giocatore tramite quattro indicatori, che si riempiono dopo aver subito degli attacchi. Si tratta dunque di un’aggiunta che può movimentare un po’ le sfide, anche perché alla fine di ogni round il gioco ci darà la possibilità di decidere quale personaggio utilizzare.
In ogni caso, dobbiamo dire che i difetti maggiori del gioco, almeno nel gameplay, riguardano la monotonia e la scarsa difficoltà. Abbiamo detto, infatti, che le move list praticamente speculari di tutti i protagonisti minano la varietà delle tattiche da utilizzare; i personaggi, inoltre, sono divisibili in quelli dotati di una qualche arma e quelli che prediligono il corpo a corpo. Diversi combattenti, infatti, sono armati di spada o altra opzione simile, e dunque le loro mosse sono tutte incentrate proprio sull’utilizzo della lama; discorso diverso va fatto per i combattenti sprovvisti di armi, che per assurdo propongono una varietà di mosse maggiore. Volendo dare qualche indicazione sui personaggi da scegliere, possiamo dire di esserci trovati molto bene con Pairon, che propone attacchi tutto sommato equilibrati sia sulla corta che sulla media distanza; chi vuole fare il “trollone”, invece, potrebbe optare per Melty, che come super mossa non propone altro che un enorme cono gelato da far cadere sul malcapitato avversario. Tutti questi discorsi, evidentemente, perdono di sostanza nel momento in cui il gioco non riesce a proporre una vera sfida: come detto in precedenza, anche scegliendo il livello di difficoltà più elevato si avranno poche difficoltà a venire a capo della faccenda. Il gioco online, allora, potrebbe risollevare un po’ il tutto ma, durante le nostre prove, non ci è stato possibile sfidare neanche un solo giocatore. Anche questo dovrebbe far capire come Blade Arcus from Shining: Battle Arena, difatti, sia al momento un gioco abbastanza anonimo.

Marchio di fabbricaChe Blade Arcus from Shining: Battle Arena sia un prodotto puramente giapponese lo si capisce fin dalla schermata iniziale, laddove una voce con un volume nettamente più alto del normale urlerà il nome del gioco. Il titolo, in ogni caso, propone un’estetica solo sufficiente; nei menu di gioco, i personaggi vengono raffigurati secondo uno stile molto piacevole e proprio degli anime, in cui è possibile ammirare anche un buon lavoro di character design. Durante i combattimenti, invece, sorgono i primi contrattempi. Le dieci arene proposte offrono una realizzazione tridimensionale che mostra contorni scalettati, texture non proprio in alta risoluzione, e in generale una qualità solo sufficiente. La situazione migliora di poco se si analizza la riproduzione dei combattenti, anch’essi in qualche modo incapaci di offrire una resa visiva adeguata alle risoluzioni moderne. Il comparto audio, invece, si segnala per il doppiaggio in giapponese dei vari combattenti, e per musiche di accompagnamento non certo trascendentali, ma adatte allo scopo.

HARDWARE

Requisiti minimi: Sistema operativo: Windows 7 / 8.1 / 10 Processore: Intel Core 2 Duo 2 GHz or faster processor Memoria: 4 GB di RAM Scheda video: OpenGL 3.1 compliant video card DirectX: Versione 9.0c Memoria: 4 GB di spazio disponibile Scheda audio: DirectSound Note aggiuntive: Controller recommended

– L’introduzione del Tag Team diversifica l’azione di gioco

– Cura stilistica dei personaggi

– Basato su titoli non molto conosciuti al grande pubblico in Occidente

– Gameplay fin troppo semplificato

– Livello di difficoltà molto basso

– Comparto multiplayer attualmente deserto

5.5

Blade Arcus from Shining: Battle Arena è un gioco abbastanza anonimo. Il picchiaduro in questione, infatti, pone le sue basi narrative su eventi propri di giochi non così conosciuti al pubblico occidentale, proponendo al tempo stesso un gameplay troppo semplificato e un livello di difficoltà veramente basso. Constatata l’assenza pressoché totale di giocatori nella modalità multiplayer, e una resa grafica che strappa solo la sufficienza, l’unica nota positiva pare essere la possibilità di poter contare su un personaggio principale e uno di supporto. Tutto questo, come si intuisce, non basta a fare arrivare alla sufficienza un prodotto che, in ultima analisi, sembra essere in qualche modo superfluo.

Voto Recensione di Blade Arcus From Shining: Battle Arena - Recensione


5.5

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