PaperSeven è un team nato da poco e formato da ex dipendenti dell’ormai defunto Black Rock Studio, il cui obiettivo è cercare di produrre giochi che non siano a scopi prettamente ludici e che lascino riflettere il giocatore, mantenendo sempre una morale da elargire. Dopo poco più di un anno di sviluppo, il loro primo titolo è finalmente pronto per la release internazionale.
Amore fraterno
Blackwood Crossing, questo il titolo del loro primo titolo di cui oggi vi andremo a parlare, non è un videogioco come tutti gli altri, ma è più somigliante a una storia interattiva e si avvicina a quella tipologia di giochi che qualcuno ha definito come “walking simulator”. Nel gioco sono presenti alcune parti dove solo il nostro input potrà far procedere la storia, ma si tratta di puzzle molto semplici e in cui non è necessario scervellarsi troppo; noi ci immedesimeremo interamente nella giovane protagonista del gioco, Scarlett, tramite un viaggio magico nei suoi ricordi, o meglio, quelli del suo fratellino Finn, sempre alla ricerca delle cause che possono aver compromesso il loro rapporto e di un modo per sistemare tutti i relativi problemi.
La scelta di riassumere il gameplay in poche e semplici attività ci ha quindi convinto, perchè permette di immergersi completamente nel comparto narrativo, rimanendone sempre comunque gli attori principali.
Lascia che ti aiuti
Ci troveremo all’improvviso in luoghi magici, creati dall’immaginazione del nostro fratellino: una della casa sull’albero su cui i due fratelli giocavano spesso, o perfino la “Finnlandia”, luogo immaginario ricco di verde in cui potersi rilassare. Riusciremo a far parte in maniera totale di questi ambienti anche grazie a una buona realizzazione tecnica e uno stile grafico decisamente azzeccato.
Non saremo comunque soli in questo viaggio: troveremo infatti le persone più importanti con cui è entrato in contatto, ognuna con indosso una maschera diversa che rispecchia la sua personalità agli occhi del ragazzino: per esempio una maschera da maiale per il bulletto della classe, una da leone per i suoi genitori e un anonimo sacchetto di carta per il fidanzato di Scarlett, “colpevole” di aver allontanato la sorella da lui quando ne aveva più bisogno. Attraverso poteri magici che acquisiremo durante il tragitto, come dare vita a delle farfalle di carta e la possibilità di poter attrarre il fuoco da un luogo verso un altro, potremo cercare di chiarire tutte le incomprensioni del passato, scoprendo che il disagio di Finn, ma non solo suo, fosse molto più profondo di quanto chiunque potesse immaginare.
L’importanza di andare avanti
Il treno rappresenta a tutti gli effetti una metafora che, in maniera intelligente, gli sviluppatori hanno voluto provare a raccontare a tutti i giocatori: l’importante in questo titolo, così come nella vita reale, non è la destinazione finale della vita ma il viaggio stesso. Un viaggio ricco di momenti felici, ma ovviamente non tutti, tra cui alcuni apparentemente impossibili da superare; non dovremo mai sentirci soli nell’affrontarlo, perchè i nostri familiari e i nostri amici saranno pronti a darci una mano nelle situazioni più impegnative, e anche se potremmo sentirci abbandonati non sarà mai realmente così. L’impatto emotivo di queste vicende è stato enorme e mentiremmo se vi dicessimo di non esserci perfino commossi un po’ una volta arrivati alla fine del titolo; un’esperienza breve (purtroppo la longevità non supera le due ore), ma sicuramente intensa ed emozionante; accessibile a tutti ma, allo stesso tempo, non adatta ai “semplici” videogiocatori e destinata a tutti coloro che si sentiranno in grado di affrontare questo viaggio.
– Trama solida e ben narrata
– Graficamente azzeccato
– Buone meccaniche di gameplay…
– Dura solo 2 ore
– Rigiocabilità quasi nulla
– …ma usate in maniera troppo semplice
E’ stato difficile riuscire a raccontarvi Blackwood Crossing senza fare spoilers sulla trama, punto focale di questa esperienza. Il titolo è sicuramente un’esperienza unica e consigliata a chi sia ben disposto a farsi coinvolgere in un turbinio di emozioni. I ragazzi di PaperSeven infatti hanno sicuramente dimostrato di possedere talento non solo nel raccontare storie, ma anche nel piegare il medium videoludico ai fini narrativi, avendo realizzato un gameplay appena accenato ma decisamente efficace.