Bit Dungeon II arriva quasi due anni dopo il predecessore, che tra i fan dei rogue like ha furoreggiato in versione mobile su device Android e iOS. Questa volta analizziamo la versione PC disponibile da alcuni giorni su Steam a poco più di 4 euro, quasi il doppio rispetto alle versioni mobile. Non avendo giocato al primo capitolo, non possiamo dire quali siano le differenze principali, anche se a livello grafico il confronto tra gli screenshot del predecessore e quelli del secondo episodio non rivela miglioramenti di sorta. Dopotutto stiamo parlando di un classico omaggio in pixelart alla generazione zeldiana degli 8 bit, ma va anche detto che abbiamo visto di meglio anche in ambito “pixelloso, mentre qui KintoGames si è limitata al minimo indispensabile. C’è veramente poco da segnalare a livello artistico a parte le musiche carine, visto che sia le ambientazioni estremamente spoglie, sia i nemici e il design dei boss non propongono nulla di nuovo e risultano scialbi e trascurati.
Il fuocherello ristoratore
Passando invece al gameplay, bit Dungeon II è un classico action-GdR dei tempi che furono con iniezioni di rogue like, ben visibili nel permadeath (se morite per una seconda anche se siete al livello 29, dovrete ricominciare da capo al livello 1), sia nel respawn continuo dei mostri nelle aree esterne e nella proceduralità dei livelli, anche se quest’ultimo elemento sembra inserito un po’ un tanto al chilo. Per il resto non c’è una trama, non ci sono classi tra cui scegliere e non si possono stabilire i punti da applicare alle caratteristiche del nostro eroe, che al passaggio di ogni livello vengono incrementate automaticamente dal gioco. Manca anche un vero e proprio inventario, nel senso che se raccogliamo una spada (o un qualsiasi altro oggetto tra armi e pezzi di armatura), questa va a sostituirsi a quella in nostro possesso. Assente anche lo spazio per le pozioni, che usiamo automaticamente passandoci sopra, e l’unico modo per riacquistare la totalità dell’energia è trovare un fuoco azzurro presso cui riposarsi, presente però solo nelle aree esterne e non nei dungeon. Bisogna poi aggiungere l’assenza di una qualsiasi mappa e un sistema di controllo a dir poco discutibile. A parte l’accesso all’inventario e il recap delle statistiche, gli sviluppatori hanno infatti affidato a un unico pulsante (tastiera o pad) l’attacco, la raccolta del loot, la parata e l’attacco speciale, tenendo premuto più o meno a lungo per ottenere l’effetto desiderato.
Poca varietà sotto il sole
Una decisione davvero incomprensibile fatta forse per semplificare al massimo i comandi, ma che in realtà rende tutto molto più scomodo e impreciso, per non dire dannoso. Ci è infatti capitato di continuare a premere il pulsante A del pad per uccidere un nemico e di raccogliere inavvertitamente un’armatura inferiore a quella che già indossavamo. Quando ce ne siamo accorti dopo un po’, siamo tornati indietro, ma la nostra vecchia e più prestante armatura non c’era più. Inoltre, per qualche oscuro motivo, gli attacchi speciali a volte non ne vogliono proprio sapere di funzionare e alla fine, esclusa qualche parata contro i nemici più ostici, il tutto consiste nell’esplorare questo duplice mondo (dungeon e spazi aperti) e premere come forsennati il pulsante A per l’attacco rapido. C’è davvero pochissima varietà di soluzioni e anche i boss si limitano ad avere più energia e lanciare qualche attacco (fulmini, palle infuocate ecc.), non dando però il giocatore la possibilità di studiare chissà quale tattica di approccio. Anche per questo bit Dungeon II risulta un rogue like molto meno impegnativo del previsto.
Il divertimento dura poco
Si può morire molto nella prima mezz’ora di gioco perché magari (mancando un tutorial) uno è completamente spaesato e non sa bene cosa fare, ma dopo un po’ basta aggrapparsi a del sano grinding, salire di livello, risolvere qualche semplicissimo puzzle nei dungeon e finire il tutto in un paio d’ore. Poi è vero che una volta usciti da un dungeon ritroviamo nemici più forti di prima, ma il livello di sfida si attesta sempre sul medio-basso, che per un gioco del genere è quasi una controindicazione. Alla fine si salva davvero poco. Giusto la spinta di salire di livello e di diventare sempre più forti, la curiosità di scoprire nuove armi e nuovi attacchi speciali e di addentrarsi in nuovi dungeon, ma è poco per poter aspirare a una piena sufficienza e spiace non trovare nessuna concessione al multiplayer, anche se la voce Disabled nel menu delle opzioni lascia sperare in un futuro aggiornamento che forse abiliterà una modalità multigiocatore. Per ora comunque, contando anche alcuni bug, solo i veri patiti del genere potranno trovare qualcosa di interessante in questo sequel. Tutti gli altri, nonostante il prezzo invitante, si astengano pure.
– Musiche simpatiche
– Alternanza di dungeon e spazi aperti
– Gioco breve e ripetitivo
– Poco impegnativo per essere un rogue like
– Artisticamente poco ispirato
– Sistema di controllo discutibile
Un rogue like un po’ all’acqua di rose questo bit Dungeon II, che tenta con poca convinzione la carta della nostalgia zeldiana aggiornata a meccaniche più moderne senza però riuscirci. Poco impegnativo, poco longevo, graficamente scialbo e con un sistema di controllo da rivedere, il gioco di KintoGames potrà trovare qualche sostenitore solo tra i fan a oltranza del genere, ma è fin troppo anonimo per venire incontro alle preferenze di tutti gli altri.