Recensione

Bioshock Infinite: Burial at Sea 2

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a cura di Pregianza

Il Verdetto di SpazioGames

8

“Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine” diceva Neruda. Eppure la morte è spesso imprevedibile, e può calare di colpo la sua falce anche su chi nuota senza problemi nelle soffocanti acque della monotonia. Oggi chiaramente non parliamo di cari estinti, bensì di decessi videoludici, ovvero della scomparsa di una software house, evento che si ripete con frequenza fin troppo alta negli ultimi anni. 
Che l’industria sia un luogo arduo e pieno di pericoli chi ci bazzica da tempo lo sa bene, e non sorprende che una squadra di sviluppatori venga smantellata dopo un flop, ma se accade a un team che di debolezze non sembrava averne e con alle spalle dei titoli di culto… la preoccupazione sale.
Irrational era una casa di tal tipo, una di quelle da cui ti aspetti una crescita costante e decenni di capolavori. Poi arriva dal nulla la scure, e vedi la sua testa rotolare sul pavimento, quando avrebbe meritato invero un posto su un lucido podio. Della perdita di Irrational, però, abbiamo discusso fin troppo. Qui si parla del suo ultimo lascito, ovvero della chiusura sotto forma di DLC di quel Bioshock Infinite che sembrava aver consacrato ulteriormente Levine e compagnia nell’olimpo degli infallibili. 
Sarà una degna chiusura?
Sempre più a fondo
Il secondo episodio di Burial at Sea riprende da dove avevamo lasciato il giocatore l’ultima volta, solo che stavolta gli fa vestire i panni di Elizabeth, in una zona ancor più inabissata di Rapture dove si troverà ad avere a che fare con una vecchia, e malefica, conoscenza. Cercando di non spoilerarvi troppo, vi diremo solo che la Elizabeth di cui prenderete il controllo sarà privata dei poteri visti nel gioco originale: niente strappi dimensionali, niente visioni del futuro, solo tante conoscenze derivanti dai libri e una certa abilità con le armi da fuoco. 
Se vi aspettate una storia convoluta e ricca di colpi di scena, complimenti, significa che ormai conoscete la serie Bioshock. La prima parte di Burial at Sea non era risultata particolarmente memorabile dal punto di vista narrativo, ma con questa chiusura si raggiungono ben altri livelli di maestria letteraria. Non manca qualche forzatura, così come sono presenti twist fin troppo ingarbugliati, ma è apprezzabile come tutto, o quasi, riesca a ricongiungersi in un contenuto scaricabile dalla longevità relativamente limitata. Ancora una volta il brillante doppiaggio e la caratterizzazione notevole dei personaggi fanno il resto, creando un disegno dal tratto netto e di sicuro impatto. Accontenterà tutti? No. Ma noi siamo rimasti molto colpiti, e non saremo certo gli unici. 
Vestire i panni della bella Liz, peraltro, porta grossi cambiamenti anche nel gameplay. Gli Irrational hanno rimaneggiato pesantemente la formula di base, prendendo in considerazione il fatto che la giovane non dispone della forza fisica di Booker e che senza i suoi poteri è piuttosto delicata, seppur sempre perfettamente in grado di cavarsela da sola. Ciò ha portato a uno spostamento verso lo stealth, con tanto di chiari indicatori che mostrano l’attenzione dei nemici, e di plasmide per vedere attraverso i muri e diventare temporaneamente invisibili. Uno scontro a fuoco è sempre una soluzione valida, ma muoversi con cautela conviene, perché la protagonista muore in pochissimi colpi, non ha uno scudo rigenerante, è in grado di mettere ko i nemici con un attacco corpo a corpo solo se li prende alle spalle, e le munizioni sono piuttosto contate negli abissi. 
Per il resto, le meccaniche sono le stesse viste nell’avventura principale, e mantengono tutta la loro solidità anche in assenza di un partner attivo. Catturati dall’atmosfera di Rapture e dal buon ritmo della campagna, avanzerete per le missioni di questo DLC senza momenti morti, magari approfittando della grandezza delle mappe per darvi all’esplorazione e svelare qualche pezzo del puzzle in più trovando registrazioni e documenti vari. Qualora vi sia chiara la cura che Irrational ha sempre dedicato ai suoi prodotti, sapete già che vale la pena di prendere la strada più lunga la maggior parte delle volte. 
C’è una bella armonia nel sistema di Burial at Sea: Episode 2, una sensata fusione tra storia e gameplay che nel primo capitolo e nel gioco principale veniva parzialmente a mancare. Persino scassinare le serrature, un’azione non più automatica, e usare frecce rumorose per attirare l’attenzione di un gruppo di Splicer sono possibilità che riescono a dare soddisfazioni durante l’esperienza, specialmente se affrontata alle difficoltà più elevate. È un DLC che rende il tutto più coerente, anche se in modo diverso da quanto ci aspettavamo, e questa è una grandissima qualità. Un vero peccato che sia breve quanto è intenso.
Sempre impeccabile infine il comparto tecnico, che pur non facendo gridare al miracolo per il dettaglio grafico lascia sempre a bocca aperta per l’art direction. Inutile poi elogiare ancora il sonoro, dopo aver già lodato l’apporto dei doppiaggi alla narrativa. 

– Una soddisfacente ed elaborata chiusura del cerchio

– Cambia il gameplay in modo sensato e pregevole, spostandosi verso lo stealth

– Artisticamente sempre ispiratissimo

– Breve

– Qualche forzatura a livello di trama

8.0

Burial at Sea Episodio 2, è un degno elogio funebre a Irrational, una chiusura sensata, rifinita e solidissima a una serie che verrà ricordata a lungo negli annali dei videogiochi. Non è un DLC perfetto: è breve, muta completamente il ritmo del gameplay base, e presenta qualche forzatura nella trama, ma riesce a concludere alla grande una storia incredibilmente complessa, e a riconnettere con classe le meccaniche del titolo alla narrativa. Una casa in grado di sfornare contenuti di questo livello non può che mancarci di già.

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