Kairosoft è un piccolo studio di sviluppo giapponese che nel corso degli ultimi anni si è specializzato nel realizzare quasi esclusivamente giochi mobile. Tanti piccoli simulatori molto particolari, al punto da poter quasi rappresentare un genere a parte, hanno piano piano superato i confini del territorio nipponico approdando spesso sia su piattaforme Android che iOS, localizzati con calma invidiabile (abbiamo peraltro già parlato della software house in un nostro speciale tempo addietro).
Ebbene ora è giunto il momento per il team di Tokyo di provare qualcosa di leggermente diverso, che non rientri nei canoni cui ci aveva abituato. Beastie Bay infatti non è più un manageriale vero e proprio, bensì una sorta di via di mezzo tra Dragon Quest, Pokemon e quel simulatore leggero che sarebbe lecito aspettarsi dalla minuta compagnia giapponese.
Assieme a tutto ciò è stato sperimentato un nuovo modello di business: si tratta de facto di un prodotto disponibile gratuitamente, caratterizzato da banner pubblicitari per di più nemmeno troppo invasivi o fastidiosi. Nel caso in cui diano fastidio è possibile rimuoverli mediante un acquisto in-app del costo di una manciata di euro. Non mancano anche altri acquisti in-app ma questi si rivelano disponibili solo dopo un determinato e avanzato punto del gioco, oltre che del tutto secondari: l’esperienza ludica gratuita non viene in alcun modo intaccata o forzata.
Dopo essere uscito inizialmente sul Play Store di Google qualche mese fa è ora finalmente disponibile anche sull’App Store di Apple con la medesima formula.
Un genere unico
Ci risvegliamo su di un isola deserta accompagnati da una piccola bestiola di nostra scelta alla quale dovremo subito fornire una umile abitazione. Poco dopo si parte all’avventura esplorando le aree circostanti attraverso dungeon lineari, vero e proprio marchio di fabbrica di molte produzioni Kairosoft. In questo caso però si scende in campo in prima persona con il nostro fido compagno dispensando ordini durante combattimenti a turni che ricordano effettivamente molto da vicino quelli della serie Pokemon. Si prosegue quindi ampliando la propria isola, scoprendone altre tramite ardite esplorazioni, costruendo gli edifici più disparati, ricercando e craftando utili e preziosi oggetti, scoprendo ricchi tesori, catturando altri buffi animaletti da far salire lentamente di livello e combattendo in modo che possano diventare sempre più forti e imparare nuove utili mosse. L’evoluzione dei nostri mostriciattoli purtroppo non è contemplata.
La natura open-ended, senza un vero e proprio fine cui tendere, porta in dote con sè una durata pressoché infinita; per di più la sua particolare struttura, grazie alla possibilità di salvare in praticamente qualsiasi momento, si coniuga in maniera ottimale sia a partite mordi e fuggi che a lunghe sessioni di gioco. È ovviamente preclusa la presenza di una storia vera e propria. Il gioco si può riassumere come un continuo ciclo di esplorazione, sopravvivenza ed espansione. Il tutto sempre facendo estrema attenzione nel gestire correttamente le proprie risorse quali legno, cibo e monete. Insomma chi ha avuto la fortuna di provare altri titoli come Dungeon Village, Epic Astro Story o soprattutto Kairobotica ha senza dubbio già inquadrato correttamente Beastie Bay.
Tra i difetti annoveriamo qualche tempo morto, dovuto ai talvolta lunghi tempi di ricerca, e sporadici dungeon dagli improbabili picchi di difficoltà. Anche il tutorial o per meglio dire gli hint che si ricevono nelle fasi iniziali, per quanto precisi e puntuali, non aiutano a rivelare tutte le meccaniche di gioco, quasi costringendo il giocatore a sperimentare per scoprirle. È un po’ il bello di questo gioco, però è doveroso constatare come alcuni aspetti rischino seriamente di rimanere oscuri a chi non ha già dimestichezza e familiarità con gli ultimi prodotti della casa nipponica. Anche le battaglie non sono sempre così coinvolgenti o intriganti, ma il comando auto-attack può comunque giungere in aiuto dei più pigri.
Permane l’inconfondibile humor che tratteggia ogni piccolo elemento del gioco, nonostante si sia forse persa un pizzico dell’originalità vista in passato nelle opere dell’ormai affermata Kairosoft. Intendiamoci: la simpatia c’è ancora, ma forse è un filo meno riuscita e sorprendente.
Pixel retrò
Graficamente parlando Beastie Bay si presenta vivace e colorato e con il medesimo stile retro-pixelloso che si ama o si odia. Simpatiche pure le animazione delle bestiole.
I temi di accompagnamento risultano estremamente piacevoli, ricchi di mordente, rilassanti o galvanizzanti a seconda della situazione. Inevitabilmente dopo svariate ore di gioco inizieranno ad annoiare, ma si faranno comunque apprezzare proprio per la loro qualità intrinseca.
Il sistema di controllo touch è semplice intuitivo e anche qualora si rivelasse poco preciso, magari per le limitate dimensioni dello schermo, si può sempre ricorrere alla croce direzionale virtuale per le regolazioni di fino nel piazzamento degli edifici. Anche i menu sono comodi, semplici e intuitivi con ogni elemento al posto giusto come giusto che sia.
– Gratuito per davvero
– Può diventare una droga
– L’inconfondibile stile Kairosoft
– Tutorial poco chiari
– Qualche tempo morto di troppo
Pur essendo paradossalmente un filo meno ispirato rispetto ad altri titoli proposti da Kairosoft, a conti fatti Beastie Bay è l’ennisima perla della software house, capace di inchiodare per ore e ore i nostri occhi allo schermo dello smartphone.
Senza dubbio un gioco che gli aficionados della casa nipponica troveranno appagante e convincente. Considerando poi il riuscitissimo modello free to play utilizzato, una prova è quantomeno d’obbligo per tutti.