Recensione

Bayonetta 2, recensione della versione Switch

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a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

Quando il primo Bayonetta sembrava già il non plus ultra del genere, ecco arrivare il suo seguito diretto, quel Bayonetta 2 che come unico peccato ha avuto la sfortuna di sbarcare su una console che non è riuscita a fare breccia nel mercato. Considerata la scarsa penetrazione di Wii U, e di conseguenza il bacino d’utenza per forza di cose un po’ ristretto al quale Bayonetta 2 si è affacciato, sono molti gli utenti che si sono persi quello che non a torto è considerabile il miglior action di sempre. In attesa di Bayonetta 3, che sarà ancora una volta esclusiva di una console Nintendo, ci è sembrata ottima l’operazione di portare in coppia i due precedenti capitoli, per dare modo al pubblico di prepararsi degnamente al nuovo arrivo.
“Ciù is megl’ che uan”
Oltretutto, come dimostrava anche la precedente edizione, separare i due Bayonetta sarebbe stato in ogni caso una cattiva scelta per via della continuità narrativa e i parecchi riferimenti presenti nel secondo capitolo. Certo, chi gioca a un Bayonetta non lo fa di certo per le finezze della sceneggiatura o per la storia avvincente, ma capire quantomeno quali siano i collegamenti tra i personaggi e il mondo di gioco rappresenta senz’altro la base necessaria di partenza per comprendere da quali fili è sorretta la trama. 
È una trama sguaiata, volutamente esagerata, sopra le righe e piena di assurdità che ben si coniugano con quello che è lo stile di gioco, motivo per cui bisogna abbandonare ogni logica e spegnere il cervello per seguire tutti i divertenti passaggi che inframmezzano le missioni presenti.
Se il primo capitolo era stato giustamente criticato per tutti questi elementi considerati sottotono e blandi, Kamiya nel secondo episodio ha di certo limato le più evidenti asperità narrative, ma resta sottinteso che lo stile è il medesimo e che tutto sia poco più che un pretesto per menare le mani. 
La vicenda ruota attorno a un’evocazione fallita che obbliga Bayonetta ad andare all’Inferno per aiutare Jeanne, con la misteriosa figura del ragazzino Loki che appare fondamentale sin da subito. Il resto lo lasciamo a voi, ma vogliamo sottolineare quanto Platinum nemmeno questa volta si sia risparmiata, osando e andando oltre il capostipite in certi frangenti. 
Se qualcuno all’epoca si pose il dubbio sul passaggio di testimone tra Kamiya e Hashimoto, a costoro bastarono poche sequenze di gioco per comprendere sin da subito quanto fuori di testa, esagerato e “over the top” fosse quel titolo.
Stregonerie sexy
Il fascino di Bayonetta 2 è rimasto immutato, nel passaggio a Switch. Sebbene l’uso dei controlli touch venga visto non a torto come uno svilimento totale di quel combat system così elaborato e affinato, è vero anche che può aiutare i casual ad avvicinarsi a una console che ha come obiettivo il raggiungimento della più ampia platea possibile. 
Sebbene le innovazioni siano poche, i miglioramenti e il perfezionamento del sistema di combattimento sono elementi evidenti, Quando bisogna esibirsi in tecnicismi per ottenere il massimo dal punteggio e bisogna abbinare meccaniche difensive e d’attacco in un abbraccio perfetto che non conosce sbavature, Bayonetta 2 riesce a regalare un senso di soddisfazione forse mai eguagliato da altri titoli di grande rilievo nel genere d’appartenenza. A ciò, va aggiunta la possibilità di equipaggiare armi differenti e intercambiarle durante una combo, esibirsi in mosse da poter continuare dopo le schivate, meccaniche con la pressione prolungata dei tasti, attacchi a distanza, attacchi punitivi e tutta una serie di movenze coreografate che sono diretta conseguenza di meccaniche calcolate alla perfezione.
Forse il gran numero di boss enormi va un po’ a svilire tutto questo ben di dio, che dà il meglio di sè in situazioni dove i nemici sono parecchi, e in fin dei conti è chiaro come alcune sezioni particolari puntino molto più alla spettacolarità e un po’ meno alla tecnica, ma rientra tutto nella logica del “bigger, better and more badass“.
Su Switch, Bayonetta 2 migliora: gira a 60 FPS solidi e viene ancorato a 720 in entrambe le soluzioni. Certo, in una tv di ragguardevoli dimensioni potreste in effetti notare questo dei dettagli non al top per quanto riguarda la risoluzione, ma la scelta di privilegiare il frame rate – per un gioco del genere – è davvero imprescindibile. Anche girando a 720, insomma, il gioco rimane fantastico, e lo si nota soprattutto quando decidete di affidarvi alla modalità portatile. Al di là del supporto agli Amiibo, a livello contenutistico è assolutamente il gioco che abbiamo visto su Wii U.

– Più fluido e solido

– Soddisfacente, divertente e fuori di testa

– Riesce a superare il suo predecessore e ad affinare le meccaniche di gioco

– Non aspettatevi grandi migliorie a livello di trama rispetto al primo capitolo

– In alcuni frangenti, la spettacolarità tende a sacrificare l’elaborato combat system

9.0

Bayonetta 2 su Switch appare come la versione migliorata di un titolo che senza tentennamenti di sorta e una maggiore fluidità riesce a presentarsi meglio della sua prima uscita, avendo finalmente il palcoscenico che si merita: quello di una console di grande successo. Il pacchetto con entrambi i giochi, dunque, è da avere assolutamente in attesa del terzo capitolo.

Voto Recensione di Bayonetta 2, recensione della versione Switch - Recensione


9

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