Ritmi serrati
Fin dal primo episodio della serie, c’è una cosa di cui Telltale non ha mai avuto paura: osare. Con la sua reinterpretazione dei personaggi della storica serie DC, la software house statunitense è riuscita ad offrire, fino ad ora, una lettura tutta sua dell’epopea di Bruce Wayne, tra rapporti con le altre icone del fumetto, protagonisti i cui ruoli si allontanano dalla tradizione e una Gotham più corrotta che mai. Con il terzo episodio,
New World Order, abbiamo potuto ammirare come non mai una scrittura coraggiosa, capace di prendersi dei rischi e di inanellare una serie di colpi di scena che hanno dato una decisa scossa alla storia. Peccato, però, che i ritmi che li hanno resi realtà siano stati molto lenti, soprattutto in apertura, e che, a livello di gameplay, il capitolo non fosse all’altezza della scrittura, come vi abbiamo raccontato
nella nostra recensione dedicata.
Guardian of Gotham prende quindi sulle sue spalle la responsabilità di ricollegarsi a questi capovolgimenti di scenario, accompagnandoci passo dopo passo verso l’epilogo delle vicende. Il risultato è un capitolo che, al contrario del precedente, punta su pochi colpi di scena, sicuramente d’effetto, gestiti con un ritmo lodevole e carico di adrenalina. Se, insomma, si muovono meno pedine che nel capitolo precedente, è anche vero che questa volta lo fanno con tempismi ben congegnati, complice anche il tema che abbiamo trovato ricorrente in tutte le scene di Guardian of Gotham: il passare il limite.
La decadenza di Bruce e della sua figura pubblica, quella della sua generazione, della sua città, di Harvey Dent, della Wayne Enterprise: rispetto al punto iniziale della storia, quando abbiamo incontrato per la prima volta questi personaggi, le vicende arrivano nell’Episodio 4 ad un precipizio dal quale Bruce e Batman devono riuscire a rialzarsi, districandosi in quella fase che, nella narrativa, precede il colpo di scena finale e in cui sembra che, per l’eroe e i suoi alleati, tutto abbia cominciato a prendere la piega sbagliata—quella del non ritorno, della possibile sconfitta, della cosiddetta darkest hour. Senza aggiungere troppo pepe a quanto già abbiamo dovuto scoprire e digerire nell’Episodio 3, quindi, Guardian of Gotham assolve decisamente bene al suo compito di episodio-prologo del finale, andando ad incastrare nuovi tasselli nelle vicende di Bruce.
Peccato che, per via dell’esigua durata dell’episodio (parliamo di poco più di un’ora e mezza, motivo per cui è stato sicuramente più facile tenere ritmi serrati), alcuni personaggi siano rimasti completamente in sordina rispetto ai capitoli precedenti, finendo con essere delle vere e proprie comparse. Sicuramente, Telltale troverà il modo di metterli tutti insieme nell’episodio finale—nuovi, inquietanti arrivi compresi—ma, dopo la splendida penultima scena dell’Episodio 3, ad esempio, saremmo stati felici se l’episodio fosse durato mezz’ora in più ed avesse intrecciato le vicende di più personaggi.
Da grandi mantelli derivano grandi responsabilità
A fronte, quindi, di una narrativa che punta sulla frenesia e prepara il terreno all’Episodio 5, Guardian of Gotham è risultato molto godibile da giocare, al punto che le sue scene scorrono via velocemente senza che nemmeno vi accorgiate del tempo che passa: oltre alla tensione delle scene proposte, contribuiscono a rendere l’esperienza godibile anche il ritorno della meccanica delle indagini, sempre gradevole, e quello della scelta tra Batman e Bruce. Vi abbiamo già ampiamente parlato della prima, in cui dovete mettere insieme gli indizi di una scena del crimine per ricostruire l’accaduto, mentre la seconda vi consente di decidere se recarvi alla prossima scena nei panni di Bruce o in quelli di Batman, con i risultati che ovviamente differiranno, almeno in qualcosa. Se già la scelta tra l’uomo e il supereroe risulta difficile, quella che vi viene proposta nella scena finale del capitolo lo è in misura ancora maggiore e potreste ritrovarvi, come noi, a fissare le opzioni per qualche minuto, valutando tutte le eventualità, prima di prendere la decisione definitiva. Estrema, in entrambi i casi, certo, ma necessaria.
Per quanto riguarda il resto delle meccaniche, Guardian of Gotham si mantiene fedele allo zoccolo duro targato Telltale, con numerosi dialoghi a risposta multipla e personaggi che “si ricorderanno di questo” in base alle vostre parole, oltre agli immancabili QTE. Questi ultimi, complici i ritmi narrativi, sono risultati gradevoli ed efficaci in qualche colluttazione decisamente attesa, che vi porterà, completamente assorbiti nel vostro ruolo di Batman, a fare un po’ di pulizia senza troppe esitazioni, perché ce n’è davvero bisogno. Nessuna dissonanza ludonarrativa, quindi, ma una meccanica e uno storytelling che si incastrano molto bene, consentendo alle emozioni dell’utente di trovare finalmente sfogo.
Purtroppo, però, il gioco si porta dietro ancora qualche difetto tecnico dai capitoli precedenti: se il frame rate ci è sembrato migliorato, questa volta è il comparto audio a destare preoccupazioni, con qualche sequenza in cui le battute doppiate si interrompono o saltano del tutto. Speriamo che nel gran finale si possano evitare inconvenienti del genere che, pur non compromettendo in alcun modo la godibilità del gioco, rischiano comunque di rovinare per qualche secondo il vostro coinvolgimento.
– Tensione e adrenalina altissime
– Tornano le indagini e i bivi tra Bruce e Batman
– Uso dei QTE intelligente e ben miscelato allo storytelling
– Buon tessuto narrativo in vista dell’epilogo
– Abbastanza breve
– Diversi bug nel comparto audio
In definitiva, Guardian of Gotham non si propone con una scrittura ricca di spunti ma lenta come quella dell’episodio 3, preferendo ritmi serrati e pochi colpi di scena che puntano dritti alla conclusione. Sebbene, quindi, non ci siano tante scene che vi faranno saltare sulla sedia per lo stupore, è anche vero che la tensione è altissima e che vi ritroverete così coinvolti nelle vicende da affrontare i QTE davvero con il coltello tra i denti. Il merito, ovviamente, è della ragnatela narrativa costruita solertemente dagli autori, che ci sentiamo di premiare per quanto visto (e per quanto osato) in questi quattro episodi, tutti di pregevole fattura, anche a fronte dei peccati tecnici.
Il terreno per il finale delle vicende di Bruce è ormai pronto e sta solo a Telltale proporci un epilogo all’altezza delle alte aspettative.