Il coraggio di osare
Come abbiamo messo in evidenza
nelle recensioni dei precedenti episodi, c’è una caratteristica della serie
Batman firmata da Telltale che ci sta piacendo molto: gli autori non hanno avuto mai paura di osare. Presi un contesto e personaggi visti e rivisti, la loro serie di episodi si è rivelata via via capace di dare una nuova interpretazione al Cavaliere Oscuro e alla sua Gotham, con intrecci inaspettati e vere e proprie riscritture di alcuni pilastri della saga DC. Se possibile, la cosa non solo non cambia, ma si mostra in tutta la sua convinzione proprio in
New World Order. Il terzo episodio, anche più dei primi due, propone un intreccio che punta al colpo di scena forte, ragionato anche a fronte delle differenze che si rendono evidenti rispetto ai canoni classici del mondo
Batman. Il risultato, senza fare spoiler di alcun tipo, è una scrittura efficace, firmata in questo caso dalla sceneggiatrice Nicole Martinez e dalla narrative designer Emily Garrison – che con il passare degli anni e dei giochi, abbiamo scoperto essere due pesi massimi del team Telltale, chiamati in causa quando si arriva al
punto di svolta. Rimane sullo stomaco solo uno dei colpi di scena di questo episodio, che non vi anticipiamo: ci limitiamo solo a dire che un Bruce sempre più nei guai si ritroverà di fronte un avversario ben giustificato dal contesto narrativo, ma poco credibile nella parte che gli sarà assegnata, che risulta un po’ improvvisata. Il pathos garantito da questa scelta è però notevole, al punto che sicuramente rimarrete impazienti dell’arrivo degli altri due capitoli per riuscire finalmente ad avere la vostra rivalsa. Dopotutto, le stesse Martinez e Garrison, pubblicamente su Twitter, hanno dichiarato con gioia di aver avuto molta libertà di sperimentazione per la scrittura di
New World Order – una cosa che ha quindi consentito di esprimere pienamente le loro idee narrative.
Altro elemento importante da sottolineare è, però, la gestione dei ritmi: la prima metà dell’episodio, infatti, si dipana in modo davvero lento e, sebbene i dialoghi siano sempre di altissimo livello, manca di adrenalina e a tratti di mordente. Di tutt’altro taglio, invece, la seconda parte, che dopo alcuni colpi di scena forti e l’impennarsi della tensione, si rivela anche in grado di coinvolgervi in una scena dalla scrittura particolarmente raffinata, con battute dei personaggi efficaci e caratterizzazioni davvero ben fatte. Un episodio a due facce (che battuta!), insomma, in cui la narrativa procede in modo imperioso e il cliffhanger finale vi farà contare i giorni verso il quarto capitolo, ma nel quale i ritmi impiegano parecchio ad ingranare.
Il più grande investigatore pipistrello del mondo
Per quanto riguarda le meccaniche, rimangono immutate quelle classiche di Telltale di cui vi abbiamo parlato abbondantemente nelle recensioni dei precedenti episodi. Dopo l’assenza nel secondo capitolo, però, è finalmente tornata la meccanica delle indagini, che ben si lega al personaggio di Batman. Peccato, però, che quest’ultima venga sfiorata appena nel corso di una sequenza che risolverete in pochi minuti. Sembra, insomma, che Telltale abbia deciso di non puntarci poi così fortemente e, anche a fronte delle necessità narrative, di lasciare maggior spazio alle colluttazioni in QTE e ai dialoghi – marchio di fabbrica della compagnia statunitense. In merito proprio ai dialoghi, abbiamo apprezzato un elemento particolare: i giochi Telltale, infatti, propongono spesso bivi morali, che vi vengono generalmente sottoposti nei momenti più carichi di adrenalina. Facciamo degli esempi: “due persone care sono in pericolo, chi aiuterò?”, o magari “questo nemico non parla, devo fargli del male e passare per mostro o uso le buone rischiando di non avere nessuna informazione?”. Si tratta di esempi che, senza andare troppo lontano, abbiamo già visto nella stessa Batman: The Telltale Series, che ha però imparato a fare un passo oltre: una delle scene migliori dell’episodio 3, infatti, vi chiede di compiere delle scelte morali senza che ci sia nessuna tensione, senza che vi sentiate tirati in causa da supereroi, ma semplicemente da esseri umani. “Come devo relazionarmi con questa persona? E con quest’altra?”. Il buon Bruce se lo chiederà più di una volta, e sarete voi a dovergli far prendere una decisione. I risvolti, in questo caso, sembrano anche più influenzabili rispetto al solito, visto che la decisione avrà effetti istantanei sulla sequenza che starete vivendo.
Mi travesto da Batman, ma sono Bruce
Visto che Children of Arkham aveva fatto discutere a causa della sua brevità, è bene sottolineare che New World Order è lievemente più lungo, con una longevità di circa un’ora e quarantacinque minuti – complici anche i già citati ritmi iniziali. Nel complesso, comunque, fino ad ora riteniamo che la durata risulti ben commisurata all’esborso richiesto all’utente, a patto che l’episodio 4 e l’episodio 5 si mantengano sugli stessi tempi di gioco.
Ci sono altri due aspetti, questa volta più tecnici, che vogliamo mettere in evidenza: prima di tutto, merita una menzione ancora una volta la colonna sonora, che riesce sempre a sposarsi ottimamente alle sequenze e ad arricchire l’esperienza offerta dai narratori. Purtroppo, non si può dire lo stesso della realizzazione tecnica, dal momento che i problemi di frame rate non solo non sono risolti, ma sono più evidenti che mai – al punto che, solo in sporadici casi, ci sarà un secondo di freeze prima che la scena prosegua. Un problema oramai atavico per Batman: The Telltale Series, che speriamo possa trovare soluzione in futuro. Per quanto riguarda regia e montaggio, invece, abbiamo notato alcune soluzioni particolarmente raffinate, sopratutto nella seconda parte. Nella prima, complice anche la lentezza dei ritmi, non si evidenziano soluzioni capaci di lasciare il segno e il tutto scorre via mostrandosi abbastanza scolastico.
Dove l’episodio 3 riesce a colpire nel segno è anche nella scelta, sempre più approfondita, di fare di Batman: The Telltale Series il gioco di Bruce Wayne, e non di Batman. Il supereroe è solo un alter ego del nostro protagonista, e ci troviamo finalmente a vivere i dilemmi e gli obblighi non dell’agire da Batman, ma del convivere con l’essere, Batman. Possiamo solo sperare che Telltale decida di continuare così anche negli ultimi due capitoli.
– Caratterizzazione dei personaggi e dialoghi di altissimo livello
– Colonna sonora sempre splendida
– Torna la meccanica delle indagini
– Longevità superiore al secondo episodio
– C’è un colpo di scena che pecca di credibilità
– Cali di frame rate molto vistosi
– Prima metà decisamente lenta
New World Order ottiene una valutazione lievemente inferiore agli altri due episodi, sintesi della prima metà molto lenta e della seconda metà davvero ottima di questo episodio. A ciò, bisogna affiancare che apprezziamo sempre di più la scelta di rendere Bruce il protagonista delle vicende – mentre Batman è “solo” la sua maschera, in tutto e per tutto. Da notare, però, anche il fatto che i problemi di frame rate risultano ancora presenti e che le novità di gameplay introdotte nell’episodio di esordio sono ridotte all’osso.
In compenso, comunque, il capitolo – grazie ad un’ottima scrittura – riesce a prendersi sulle spalle la responsabilità di essere quello della svolta, quello che segna il passaggio verso la conclusione dell’intreccio, anche se come detto non lo fa in modo omogeneo per tutta la sua durata. Ci basta, però, il fatto che si chiuda in crescendo e con un importante cliffhanger, il che può solo fare ben sperare per i dilemmi morali e gli scenari che vedremo negli ultimi due appuntamenti.