Recensione

Batman: The Telltale Series - Ep. 2

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Quando, a inizio agosto, ha fatto il suo debutto l’Episodio 1 di Batman: The Telltale Series, abbiamo imparato a vedere un Batman diverso, più umano che mai, fianco a fianco con quel Bruce Wayne che non può che portare con sé. Inoltre, la potenza da giustiziere del Cavaliere Oscuro ha consentito a Telltale di spaziare rispetto alle sue abituali meccaniche di gameplay, proponendo alcune novità interessanti. In caso vi foste persi la recensione del primo episodio, potete leggerla cliccando qui.

Quanto, di tutto ciò, è rimasto in Episode 2: Children of Arkham? Cosa è migliorato e cosa no? Vediamolo insieme.
Tra le ombre di Gotham
Se il primo episodio era stato una vera e propria introduzione ad una Gotham e una famiglia Wayne decisamente diverse da come siamo stati abituati a conoscerle, Children of Arkham aveva il compito di portare avanti l’interessantissimo telaio narrativo, arricchendolo di nuovi dettagli e mettendo il giocatore in trepidante attesa del prossimo capitolo. Da questo punto di vista, possiamo dire senza alcun dubbio che l’operazione è perfettamente riuscita: le vicende si susseguono rapidamente e i ritmi del secondo episodio, rispetto a quelli del primo, non calano mai—complice anche il fatto che la durata, questa volta, è solo di un’ora e mezza, e non di due ore. Il dualismo tra Bruce Wayne e Batman continua a convincere, anche se in alcuni frangenti che non vi anticipiamo gli sceneggiatori sembrano averlo giocato come la classica carta del “poliziotto buono” (Bruce) e del “poliziotto cattivo” (Batman).
Il merito più grande degli sceneggiatori, fino ad ora, è stato quello di non aver avuto in alcun modo paura di osare: gli abili scrittori di Telltale hanno ripreso i canoni dell’epopea di Batman, scegliendo percorsi diversi e in qualche modo rivoluzionari per portarci di fronte a personaggi che credevamo di conoscere, di cui pensavamo ci fosse stato raccontato tutto, e che sono stati invece reinventati in modo coerente e credibile. Il risultato, sopratutto in questo episodio, è un comparto narrativo che spinge sull’emozione e sul colpo di scena, dipingendo una Gotham che, mai come ora, ha bisogno di Batman. Proprio come Bruce.
Bruce o Batman?
Dal punto di vista del gameplay, Children of Arkham è un gioco Telltale in tutto e per tutto: ci sono le immancabili opzioni di dialogo, ci sono i combattimenti (molti più che nel primo, vista l’alta tensione di questo capitolo) e ci sono le fasi in cui si passeggia per lo scenario a caccia di elementi su cui posare l’attenzione. Come in A Realm of Shadows, la maggior parte dei QTE rimane largamente permissiva e dovrete davvero impegnarvi per riuscire a farvi uccidere negli scontri, peccando di tempismo. Torna, ma è solo accennata, anche la meccanica di cui vi avevamo parlato, che vi consente di pianificare gli attacchi furtivi contro i nemici associandoli ad oggetti sparsi per l’ambientazione, scandendo così la vostra entrata in azione. Anche in questo caso, come la prima volta, ci è sembrato però fin troppo semplice trovare la soluzione più efficace, complice anche il fatto che non fossero presenti molte possibilità tra cui destreggiarsi.
Non abbiamo rivisto, invece, la meccanica da cui ci aspettavamo di più, ossia quella di investigazione: messa alla prova per brevi scorci in A Realm of Shadows, la capacità investigativa dell’Uomo Pipistrello non viene, qui, mai affidata al giocatore. Possiamo solo sperare che quella che sembrava un’interessante meccanica di gioco possa tornare nei prossimi capitoli. In caso contrario, Batman: The Telltale Series perderebbe l’occasione di differenziarsi anche nel gameplay dagli altri prodotti a marchio Telltale.
Il capitolo vede comunque l’introduzione di un’altra meccanica interessante, che vi consente—laddove previsto dagli sviluppatori—di decidere se recarvi verso il prossimo scenario come Bruce Wayne o come Batman. Proprio in questo contesto (che farà da trigger a due scene diverse) si vede un po’ l’idea di poliziotto buono e poliziotto cattivo a cui facevamo riferimento nel paragrafo precedente. Il dilemma morale ci è piaciuta e immaginiamo che, nei prossimi episodi, sarà riproposto, con tutte le conseguenze narrative del caso. 
Molto meno entusiasmanti, invece, le sequenze di gioco nella Bat-Caverna, che per il momento sono quelle che ci convincono meno: quando Bruce siede davanti all’enorme computer per analizzare i dati in suo possesso, infatti, tutto ciò che il giocatore può fare è cliccare sui punti proposti senza nemmeno muoversi, con l’impossibilità di fare autonomamente collegamenti logici che ha il sapore di un’occasione sprecata.
Nelle mani di Telltale
Fatto il punto sulla scrittura e sul gameplay del gioco, segnaliamo che il frame rate fa registrare solo qualche sporadico calo, anche se chi di voi ha la vista più aguzza potrà notare qualche difetto grafico qua e là. Nel complesso, comunque, la realizzazione è curata e lo stile fumettistico degli artisti Telltale è più che mai appropriato, anche nelle atmosfere cupe di questo capitolo che fa svoltare le vicende.
Ancora una volta interessante anche la regia, che riesce a rendere merito con scelte di montaggio efficaci anche alle scene in cui la tensione sale di più—oltre che ad una rissa, decisamente tamarra ma soddisfacente, di cui non vi anticipiamo niente. Menzione anche per la colonna sonora di Jared Emerson Johnson, di nuovo azzeccata nei brani e nelle atmosfere, perfettamente legati all’intreccio narrativo. Non si può dire lo stesso per il doppiaggio, non sempre all’altezza non solo per le performance degli interpreti, ma anche per alcuni problemi presenti sopratutto ad inizio capitolo, in cui il bilanciamento dei volumi delle diverse tracce risulta parecchio ballerino.

– Narrativa ben sviluppata

– Niente cali di ritmo rispetto al primo episodio…

– Non ha paura di sfidare i punti saldi della saga Batman

– Colonna sonora e regia sempre d’impatto

– Qualche problemino di frame rate e di audio

– … ma dura mezz’ora in meno

– Alcune delle nuove meccaniche sono in stand-by

7.5

In Children of Arkham, Telltale ha lavorato per far per bene sopratutto ciò che il suo nome stesso dice: raccontare una storia. Le vicende del suo Batman sono coinvolgenti, coraggiose e ben scritte, affiancate da un uso sapiente della regia e del potenziale narrativo del videogioco. Di fronte ad una scrittura che sale di tono rispetto al prologo abbiamo però un gameplay che rischia meno, rimandando l’appuntamento con le nuove meccaniche che potevano diventare distintive di Batman: The Telltale Series e puntando sopratutto su dialoghi e QTE—da sempre anima dei giochi della software house statunitense. Il risultato è un episodio più breve ma dal grande ritmo, senza però sorprese nel gameplay, che vi metterà in attesa per il terzo capitolo.

Voto Recensione di Batman: The Telltale Series - Ep. 2 - Recensione


7.5

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