Data di uscita: 31 ottobre 2012 console - 22 novembre 2012 PC - 21 maggio 2019 Switch
Se la vostra vita è dedicata al Credo, se avete fatto della morte di ogni templare la vostra ragion d’essere, se siete dei fan della guerra d’indipendenza americana, o se più semplicemente avete vicino al televisore una console HD e in borsa una PS Vita questo è decisamente il vostro giorno. Ad invadere i negozi infatti ci saranno non uno, ma ben due Assassini nuovi di pacca pronti a mettere le loro abilità e il loro istinto al nostro servizio. Se Assassin’s Creed III è già stato ampiamente sviscerato nella nostra recensione, è il momento di fare un viaggetto in Louisiana per conoscere Aveline, la conturbante protagonista di Liberation, il capitolo esclusivo per la console portatile Sony
Subito in azioneDimenticate le lunghe introduzioni e i lunghi prologhi della versione casalinga: la natura portatile di questo Liberation, infatti, si traduce in prima istanza in un’immediatezza non comune che, superato un brevissimo prologo utile a farci familiarizzare con i controlli base, ci lancerà subito nel bel mezzo dell’azione. Nel prologo sopracitato inizieremo a conoscere Aveline e l’evento traumatico che ha condizionato la sue infanzia, e continua a condizionare il suo presente, nonostante l’adozione da parte di una benestante famiglia nobile di New Orleans le abbia permesso di vivere con serenità gli anni della spensieratezza e dell’adolescenza. Esattamente come per la recensione dell’epopea di Connor non ci addentreremo eccessivamente nella trama, ma ci concentreremo maggiormente sul gameplay e le novità introdotte in questo capitolo, alcune delle quali decisamente interessanti e meritevoli di un’attenta disamina.
Un guardaroba per tutte le stagioniPartiamo subito dalla meccanica più innovativa introdotta nella serie: gli Alias. L’importanza di questa feature è tale che le primissime missioni che affronteremo verteranno proprio sulle possibilità che dei semplici cambi d’abito potranno avere sulle dinamiche del gioco. Aveline infatti avrà a disposizione tra abiti diversi (corrispondenti agli alias di cui accennavamo prima), che la faranno apparire agli occhi degli abitanti di New Orleans come un’Assassina (la nostra uniforme d’ordinanza), una schiava o una nobildonna. Ognuno di questi Alias avrà il suo specifico livello di notorietà (giallo, arancione e rosso), che varierà in base alle azioni illegali che compiremo e determinerà ovviamente un diverso comportamento da parte delle guardie. La notorietà sarà abbassabile con i classici sistemi a cui Ubisoft ci ha abituato, e cioè rimuovendo i poster segnaletici (per la schiava), corrompendo i magistrati (per l’Assassina) e uccidendo i testimoni delle nostre malefatte (per la nobildonna). Potremo cambiarci in ogni spogliatoio presente in città (una sorta di negozio che andrà prima ristrutturato) e ogni abito avrà delle caratteristiche peculiari che incideranno sensibilmente sul gameplay. Vestiti da schiava, ad esempio, avremo accesso a tutte le abilità acrobatiche della nostra assassina, ma potremo tenere solo un numero molto limitato di armi. A favore di questo travestimento ci sarà la possibilità di infiltrarsi nei campi di lavoro, o accedere, magari fingendo di trasportare una cassa, in zone altrimenti inaccessibili. Stesso discorso in linea di principio per la nobildonna, che a fronte di una rinuncia quasi totale al solito armamentario (rimarranno infatti solo le lame celate e uno ombrello da James Bond) e a qualsivoglia abilità ginnica avrà la facoltà di sedurre (tramite la pressione del tasto cerchio) dei giovanotti solitari, che la seguiranno e difenderanno nelle situazioni più concitate.
L’Assassina è mobileLa struttura delle missioni che affronteremo in questo spin off sarà del tutto similare alla controparte per console HD, con sequenze suddivise in diverse missioni, ognuna delle quali, qualora puntassimo alla sincronizzazione totale, condite da sotto obiettivi facoltativi come, ad esempio, uccidere silenziosamente tutte le guardie o compiere la missione con un’arma specifica, piuttosto che in un tempo limite. La natura portatile del titolo si riflette in una suddivisione più frequente delle missioni, che hanno di conseguenza una durata media minore, proprio per favorire il più possibile la fruizione in mobilità dell’esperienza di gioco. Oltre alla trama principale ci saranno quattro diverse categorie di missioni secondarie, più tutta una serie di collezionabili che porteranno la longevità del gioco Ubisoft Sofia senza fatica intorno alle venti ore. Troveremo a farci compagnia le classiche missioni di infiltrazione, di assassinio e di fuga a bordo di mezzi come carri o canoe, e molto spesso vagheremo per una poco invitante palude, casa del nostro mentore e luogo che in sostanza replica quello che per Connor è la frontiera. Anche qui potremo arrampicarci e correre sugli alberi, così come cercare le uova di poco amichevoli alligatori o commerciare con un gruppo di contrabbandieri ivi stabilitisi. L’ambientazione palustre, così come la nostra gita fuori porta in Messico o la splendida New Orleans, è molto ben realizzata e, grazie ai suoi toni che richiamano l’immaginario della tradizione Voodoo, aiuta a creare una certa atmosfera. Anche New Orleans, di cui già vi avevamo parlato in fase di anteprima è capace di stupire e sorprendere probabilmente ancora di più rispetto a Boston o New York, per merito sopratutto della sua architettura peculiare.Liberation non è un surrogato di quanto apprezzabile su PlayStation 3 e Xbox 360, ma un vero e proprio capitolo a sé stante, che mutua dal filone principale la quasi totalità delle meccaniche di gioco. Con PS Vita tra le mani potete (e dovete) compiere tutto quel set di azioni che ha reso famosa la serie fin dalla sua prima uscita, sperimentando (purtroppo) gli stessi difetti atavici che non sembra riuscire a scrollarsi di dosso. Corsa acrobatica, assassinio in volo, armi esclusive (a parte l’opinabile ombrello-pistola ci sarà una molto meglio integrata cerbottana con dardi avvelenati ed una frusta), corse a rotta di collo sui carri e anche rivolte da fomentare: non manca davvero nulla a questa produzione per essere considerata alla stregua degli altri titoli usciti. Il sistema di combattimento si fonda sulle stesse meccaniche, con sostanzialmente l’utilizzo degli stessi tasti: potremo infatti contrattaccare quando l’indicatore del nostro assalitore sarà rosso, rompere la difesa con X, o, sempre mantenendo premuto X, bloccare temporaneamente una guardia per usarla come scudo umano e difenderci dalle guardie armate di moschetto.
Nonostante le ottime potenzialità però, la risposta dei comandi non è precisa come dovrebbe, e la difesa dei nemici è troppo facilmente penetrabile da una violenta ripetizione di attacchi base. Insomma, rispetto alla versione casalinga il sistema di combattimento fa un piccolo passo di lato, non mostrando quei miglioramenti che era lecito aspettarsi in un tipo di meccanica ormai conosciuta alla perfezione per i suoi difetti. Piacevole l’introduzione dell’istant kill, che ci permetterà, al riempimento dell’apposito indicatore, di effettuare una serie di uccisioni senza alzare praticamente un dito, anche se il rischio di facilitare troppo alcune situazioni è ben evidente. Anche la corsa acrobatica, a dire il vero, è più imprecisa, il che si tramuterà in rovinose cadute da alberi o campanili. Ultimo appunto infine per la sceneggiatura, davvero sotto tono. Non è il plot, per quanto con poca inventiva, ad essere sotto esame, quanto la scrittura stessa degli eventi, la loro concatenazione e le giustificazioni morali e sceniche che vengono utilizzate per legare i diversi capitoli e avvenimenti, che in alcuni momenti risulteranno slegati e poco organici. A chiudere l’offerta ludica di questo spin off per PS Vita ci penserà la modalità multiplayer, molto diversa da quello che potrete aspettarvi se avete provato la versione per console HD. In Liberation infatti ci troveremo a combattere una sorta di guerra tattico/gestionale su scala globale: una volta scelta la fazione e gli elementi che la compongono potremo, richiamando un po’ la gestione della setta dei precedenti capitoli, lanciare le nostre squadre alla conquista delle roccaforti nemiche, in scontri che si risolvono da soli e nei quali il recupero dei nostri membri sarà molto lento. Se dobbiamo essere sinceri, questa moralità non ci ha convinto quasi per nulla, dimostrandosi poco più che accessoria e francamente evitabile a piè pari.
Muscoli spigolosiSul fronte tecnico, esattamente come la produzione di punta della saga, il titolo gode di alti e bassi. Il colpo d’occhio è notevole, così come la gran parte delle animazioni e dell’art direction, ma l’aliasing eccessivo e il marcato pop-up minano in parte l’esperienza visiva generale, piagata in alcune situazioni anche da qualche sporadico calo di frame rate e inevitabili effetti di compenetrazione tra i poligoni, sopratutto durante i combattimenti più concitati. Le funzionalità specifiche di PS Vita, come l’utilizzo dei touchscreen, sono implementate in maniera altalenante: se infatti risulterà comodissimo selezionare i nemici o navigare tra i menù, sarà più problematico aprire una lettera o pagaiare con la canoa, a dimostrazione che i titoli che riescano a impiegare organicamente i pannelli tattili si contano davvero sulle dita di una mano. La colonna sonora offre brani decisamente coerenti con le diverse situazioni, che varieranno dalla scampagnata in palude al thé con le amiche altolocate. Buono infine il doppiaggio in italiano, di cui sono presenti anche i sottotitoli.
– Interessante la meccanica degli Alias
– Un ottimo Assassin’s Creed in versione portatile
– Buon comparto tecnico
– Trama sottotono e non sempre ben sviluppata
– Sistema di combattimento impreciso
– Alcuni elementi non sono sviluppati a dovere
8.0
Liberation è un titolo molto difficile da valutare: all’inizio stupisce il feeling da Assassin’s Creed vero che riesce a restituire nonostante si parli di console portatile, ma mano a mano che ci si addentra nel pantano delle paludi si notano quei difetti senza i quali staremmo parlando di un piccolo capolavoro. Nonostante però la trama sia forse troppo slegata, il sistema di combattimento un po’ impreciso e sul fronte tecnico AnvilNext sia promettente ma non perfettamente ottimizzato, Liberation è un prodotto validissimo e sorprendente, capace di portare lo scontro tra templari e assassini in ambito portatile senza di fatto effettuare rinunce troppo evidenti.
Voto Recensione di Assassin's Creed III - Recensione