Recensione

Aqua Moto Racing Utopia, la recensione della versione Nintendo Switch

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a cura di Valentino Cinefra

Staff Writer

Ve lo ricordate Wave Race? Se sì, realizzate che come me siete ormai fuori dalla categoria “young adults” da un pezzo; se no, vi siete persi uno degli arcade racing migliori della storia, anche perché basato su una disciplina poco affrontata nel mondo dei videogiochi, ovvero le moto d’acqua.Aqua Moto Racing Utopia, pubblicato da Big Ben Interactive su Nintendo Switch, è la volontà di riportare quel gameplay che fece la storia su Game Boy e Nintendo 64, e GameCube poi, infilandoci una progressione che strizza l’occhio a Gran Turismo, con una fisica leggermente più votata al realismo. Dopo essere sbarcato su Steam e console di attuale (o forse bisogna dire vecchia, ora?) generazione, per la quale vi rimando alla nostra precedente recensione, è tempo di vedere come se Aqua Moto Racing Utopia (AMRU da ora, ok?) se la cava sulla console ibrida di Nintendo.

Onda su onda

La versione Switch di AMRU non ha nessun contenuto aggiuntivo rispetto a quanto visto su PC e console. Siamo di fronte, quindi, ad un racing arcade che non vuole far nulla per non sembrare un omaggio continuo al già citato Wave Race. Il gameplay è, ad esempio, identico. Le gare si svolgono su tracciati acquatici (ovviamente), i quali devono essere portati a termine passando tutti i checkpoint delle boe dal lato giusto. Con tre errori, quindi tre boe saltate (dello stesso colore di quelle di Wave Race, per altro), si viene eliminati e posizionati immediatamente all’ultimo posto della gara in corso. Saltare le boe, poi, è abbastanza facile visto che la IA è molto aggressiva e tende a non voler concedere niente al giocatore. Il che è un bene, perché AMRU diventa così un gioco da metabolizzare nel tempo per poter essere competitivi, ma le prime ore di gioco sono difficili da affrontare, perché la frustrazione regna sovrana. Complice anche la fisica dell’acqua che vuole essere realistica ma, nel farlo, di tanto in tanto dà l’impressione di viaggiare su una struttura gommosa irregolare, più che sulla superficie di un oceano, un grande lago, o un’arena acquatica che sia. Ci si ritrova quindi a rimbalzare tra le onde, i cui movimenti vanno assimilati ed assecondati, per la gioia dei giocatori più impazienti, ma non di chi cerca un titolo arcade con cui esibirsi fin da subito in gare spettacolari. Il titolo però si allontana da Wave Race nell’offrire una progressione, nonché uno stimolo al giocatore, che ricorda quello dei racing game più classici in stile Gran Turismo.

Le gare, infatti, sono divise per categorie a difficoltà crescente. Completandole è possibile accumulare dei crediti con i quali acquistare dei nuovi bolidi acquatici, differenti per estetica ma soprattutto per le caratteristiche come accelerazione, sterzo e velocità massima, ma anche la capacità di effettuare acrobazia in fretta. Infatti, oltre alle categorie Runabout e Ski, dove si sale a bordo dei rispettivi tipi di moto d’acqua, tra le gare che è possibile affrontare ci sono anche quelle definite Freestyle. Com’è facilmente intuibile, in queste competizioni lo scopo è accumulare più punti possibili effettuati acrobazie aeree o “terrestri”. Barcamenandosi tra i comandi della console Nintendo è possibile cimentarsi in evoluzioni più o meno pirotecniche, le quali garantiranno punti soprattutto se fatte in sequenza. Per altro, le acrobazie garantiscono un accumulo più veloce del turbo nelle gare regolari. La modalità Freestyle non è l’elemento esattamente più brillante della produzione. I problemi sono due principalmente: il leggero input lag (unito alla macchinosità di alcune mosse), e la strana fisica della collisione tra la moto d’acqua e le rampe. In quest’ultimo caso, basta prendere una rampa anche leggermente spostati dalla traiettoria ideale (ed è probabile che accada per il discorso delle onde di cui sopra) per saltare in modo completamente scomposto, ed atterrare altrettanto malamente.

Gare portatili

Come va AMRU su Nintendo Switch? Come per altri titoli multipiattaforma (quindi non perfettamente ottimizzati) presenti sulla console Nintendo, giocare in mobilità è di gran lunga più consigliabile che in modalità docked. Abbiamo gli ormai soliti problemi di instabilità del frame rate, in una produzione che, tutto sommato, non si presenta proprio malissimo come estetica. Oltretutto, la visuale in prima persona in modalità portatile ha un fascino niente male. Per il resto, il gioco è ancorato ai 30 frame per secondo, e nonostante i cali non ho mai riscontrato problemi enormi o situazioni in cui il gioco si blocca eccessivamente.Il titolo ha un sacco di contenuti, però, e grazie alle gare molto veloci è perfetto per essere giocato “mordi e fuggi”. Ci sono dieci ambientazioni diverse, sette modalità di gioco (tra cui il multigiocatore in locale con quattro party game studiati appositamente), oltre cinquanta gare e quaranta moto d’acqua. Insomma, c’è di che divertirsi con Aqua Moto Racing Utopia, a patto di essere consci del fatto che non si tratta di una grandissima produzione e che, bene o male, il rischio ripetitività è lo stesso di ogni racing game sulla piazza.

Tanti contenuti

Buona progressione in stile Gran Turismo

Quando ci si prende la mano è appagante…

– IA fin troppo aggressiva, alle volte

– Tecnicamente non esaltante

– …ma nel frattempo sono dolori.

6.5

Aqua Moto Racing Utopia non è Wave Race, anche se prova ad esserlo. Questa produzione potrebbe anche risultare più esaltante, se non fosse per alcuni problemi difficilmente trascurabili, che solo lontanamente riguardano l’aspetto tecnico che, tutto sommato, fa il suo lavoro. La IA troppo aggressiva e la fisica poco curata rendono AMRU un titolo inizialmente ostico, e per una console come Switch che vive dell’immediatezza questo è un problema. Tuttavia, se siete orfani del racing game storico di Nintendo e volete un’esperienza simile, non c’è niente che la replichi come AMRU.

Voto Recensione di Aqua Moto Racing Utopia, la recensione della versione Nintendo Switch - Recensione


6.5

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