Recensione

Ape Escape 2

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a cura di Upe

Forse in ritardo rispetto alla concorrenza, sta per esordire anche in Italia il gioco di platform più originale degli ultimi tempi. Siete pronti per ‘correre’ dietro ad esseri pelosi che vi spernacchiano a tutto spiano? Bene, la caccia alle scimmie può avere inizio!

In Giappone sono ormai diversi mesi che Ape Escape è presente sugli scaffali dei negozi specializzati, con grande giubilo dei videogiocatori del sol levante. Noi, poveri comuni mortali (spaghetti, pizza e mandolino), abbiamo dovuto aspettare fino ad ora. L’ipotesi che ci siamo fatti, a pensar male si fa peccato ma non si sbaglia mai, è che in casa Sony i conti li sanno fare bene. Ossia, perché far uscire titoli dello stesso genere e metterli in concorrenza? E’ preferibile, e molto più vantaggioso, diluire le ‘esternazioni’ nel tempo, con i giusti tempi. Mi riferisco, naturalmente, a Ratchet & Clank e, più recentemente, a Sly Raccon. Ma torniamo a noi. Il primo episodio, apparso come ricorderete sulla mitica scatoletta grigia, era in possesso di una marcata dose di originalità, fattore principe del buon successo commerciale che ha ottenuto. Ora, a distanza di quattro anni da quell’uscita, ecco una nuova avventura e un nuovo eroe: Hikaru. La folle capigliatura è rimasta però identica!

Uno zoo indisciplinatoL’originalità accennata in apertura, oltre all’obiettivo principale, si evidenziava nell’uso particolare del dual shock. Era Infatti (ed è tutt’ora) l’unico gioco ad utilizzare esclusivamente entrambi gli stick analogici. Dico esclusivamente, poiché senza i quali non c’era possibilità alcuna di giocarci. Non è da meno questa versione a 128 bit, che ripropone l’impareggiabile sistema di controllo: stick sinistro per il movimento e stick destro per l’utilizzo del gadget selezionato. I tasti azione, come vedremo, sono deputati alla gestione delle ‘armi’ in dotazione. Ad ognuno, in questo senso, si può assegnare un determinato strumento. Ad esempio il triangolo per la spada stordente, il cerchio per il radar e via dicendo. E per saltare? Semplice, basta premere il tasto L1 o L2, indifferentemente, e il gioco è fatto. Chi non ha provato la precedente incarnazione ne potrebbe rimanere spiazzato, almeno all’inizio. Sicuro, però, che dopo pochi minuti di pratica e grazie ad un esaustivo tutorial, tutto filerà liscio. Avrete la piena padronanza dei mezzi e della situazione. Un buon punto di partenza, almeno per quel che riguarda la giocabilità. Non è poco! La maggiore potenza hardware, ci mancherebbe, si riflette favorevolmente sul comparto grafico. Ambienti più grandi e maggiormente dettagliati, personaggi dotati di un maggior numero di poligoni ed animazioni più credibili, sono specchio di tale fattore. Però, rispetto ad altri concorrenti, la struttura tridimensionale non appare esente da difetti. Roba di poco conto, per nulla influente sulla fluidità ed immediatezza dell’azione principale. Nuove e numerose locazioni sono state approntate (si parla di venti livelli) e ben otto boss, che richiederanno precise tecniche d’attacco, fanno da “contorno” allo scopo primario. Al campionario di oggetti a nostra disposizione (spada stordente, retino, macchinina radiocomandata, ecc) si aggiungono nuove e, se vogliamo, più esilaranti armi. Troviamo ad esempio una pistola ad acqua o la fantastica banana boomerang, molto utile in particolari situazioni e per colpire, in tutta tranquillità, dalle lunghe distanze. Saranno presenti, inoltre, degli speciali veicoli, come un mini sottomarino e nuovi mini-giochi (tra cui un divertentissimo calcio a 5) che rendono ancora più ampio e coinvolgente questo titolo. Rimane invariata la raccolta di monete, utilizzabili nell’apposita area per avere accesso ai numerosi bonus presenti. Album fotografici, artwork preparatori, favole scimmiesche e molto altro.

Shock the monkeyFulcro portante di tutta la produzione è la cattura delle scimmie. Le simpatiche canaglie, già segregate su di un’isola, grazie ad un errore, tornano in possesso del casco dell’intelligenza. Tra loro ritroviamo quell’infigardo primate bianco, già protagonista negativo nel primo episodio. Ancora una volta la sua sete di potere lo porterà a sogni di conquista. Toccherà ad Hikaru, peraltro fautore di tale disgrazia, ripristinare l’ordine. L’unico modo per acciuffare gli scatenati animaletti è quello di prenderli con il retino, unico strumento in grado di scaraventarli in una sorta di limbo spazio-temporale. Il nuovo protagonista, cugino dell’eroe della prima puntata, dovrà (dovremo) darsi molto da fare per avere la meglio sull’ondata di scimpanzé sparsi per le varie locazioni. In questo senso l’intelligenza artificiale è molto buona, le ‘simpatiche’ scimmiotte ci daranno non poco filo da torcere e sarà fondamentale, quindi, approntare più di una strategia d’attacco. Spesso, infatti, affrontarle a viso aperto non porterà a nulla di buono, anzi si corre il rischio di ricevere (pure) una bella presa per i fondelli. Notevole è anche l’incremento della varietà di avversari presenti, quali: la scimmia Statua della Libertà, la scimmia cavaliere, quella che sorseggia tè e, la più stramba di tutte, la scimmia da discoteca, con tanto di treccine afro. Molto ampia anche la libertà di esplorazione con possibilità, se del caso, di poter tornare sui nostri passi ed affrontare nuovamente uno stage per portarlo a completamento. Questo avviene soprattutto nei primi livelli in cui, non avendo a disposizione tutte le ‘attrezzature’ necessarie (reperibili solo successivamente), non saremo in grado di catturare tutte le scimmie presenti, trovandosi alcune in luoghi non immediatamente raggiungibili. Già dal terzo mondo, tanto per capirci, è utilizzabile un comodo radar direzionale. Lo strumento ci consente di individuare, anche se nascoste molto bene, tutte le bestiole presenti nell’area che si sta esplorando. Fornisce, inoltre, anche un dettagliato profilo dell’avversario. In questo modo sapremo, con anticipo, quali mosse ci conviene approntare prima di affrontarlo.

– Giocabilità immediata

– Originale come pochi

– Divertente… come pochi

– Piccoli difetti grafici

– Non dura in eterno

8

L’impressione, forse un po’ di viziata, avendo apprezzato e giocato fino alla nausea la precedente versione, è più che mai ottima. Ad essere pignoli quello che meno convince è il comparto grafico, non ai livelli di altre produzioni. Di contro, vista la giocabilità e il grado di divertimento che è in grado di regalare, Ape Escape saprà certamente ricavarsi lo spazio che merita. Un appunto particolare và dedicato al doppiaggio in italiano, sicuramente degno di nota pur non essendo molti i dialoghi presenti.

Voto Recensione di Ape Escape 2 - Recensione


8

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