Un po’ come gli RTS di un certo livello, non si può dire che i city builder stiano vivendo un periodo di grande risalto. Certo, qualche titolo esce ancora e persino in ambito mobile non manca una discreta quantità di gestionali cittadini, ma a ben vedere gli ultimi tre anni ci hanno riservato quasi solo il problematico SimCity targato Maxis e il sempre ottimo Cities: Skylines, che non a caso abbiamo premiato su queste pagine con un 8 pieno. Oggi, a Electronic Arts e Paradox Interactive, torna ad aggiungersi Ubisoft, che ormai da 6 anni (più precisamente da Anno 1404 del 2009) ha preso in meno la serie strategico-gestionale nata nel 1998 da Sunflowers. E lo fa con Anno 2205, secondo titolo della serie ad ambientazione futuristica dopo Anno 2070 e ultimo city builder di un certo peso ad approdare sul mercato nel 2015. Per l’occasione il team tedesco di Ubisoft Blue Byte Mainz si è concentrato prevalentemente sul miglioramento grafico, su una nuova sezione RTS del tutto inedita nella serie e su un approccio più user-friendly rispetto al passato, che se da un lato ha certamente abbassato la difficoltà ed eliminato alcuni degli elementi più “spinosi” del passato, dall’altro ha puntato molto sull’accessibilità e su una struttura di gioco davvero adatta a tutti, anche a chi non ha mai preso in mano un city builder.
Il piacere di costruire
La principale novità di Anno 2205 si chiama Luna. È infatti sul satellite terrestre che dovremo andare e costruire basi e insediamenti in un futuro in cui ormai la Terra ha esaurito tutte le sue risorse naturali e in cui, come in un classico blockbuster catastrofico, l’uomo cerca nuove fonti di sostentamento e nuovi territori in cui insediarsi. Prima di arrivare sulle grigie e desolate lande lunari, dovremo però farne di strada. Anno 2205 inizia infatti sulla Terra, in zone ancora temperate e ricche di risorse e vegetazione in cui, nei panni di una multinazionale, dovremo sviluppare i nostri insediamenti. Tutta questa prima parte è molto classica e già si nota un approccio molto liscio e facilitato alla costruzione della città. Strade, abitazioni, fonti energetiche (per lo più idriche), fabbriche e altri centri produttivi formano l’ossatura di questo city builder e il tutto appare molto semplice fin da subito, senza la presenza di ostacoli o problemi particolari in fase di costruzione e di scelta delle unità. Certo, se si esagera con le abitazioni e con i quartieri residenziali, c’è il rischio di non avere abbastanza energia per alimentare il tutto, ma capito questo non ci vuole molto per sviluppare velocemente un insediamento già piuttosto popoloso. Ogni unità può inoltre essere potenziata e modificata in meglio con il raggiungimento di certi obiettivi e non mancano le costruzioni “accessorie” con le quali abbellire la nostra città. Ottima l’interfaccia e ci vuole davvero poco per seguire tutto lo sviluppo dell’insediamento a livello di comandi e controlli, anche se a causa di aree di gioco non proprio vastissime quando iniziano a sorgere i primi grattacieli e la città si espande ai massimi livelli, non è proprio semplicissimo capirci qualcosa e la microgestione in certi punti diventa un po’ scomoda (nulla di drammatico comunque).
Lo sbarco lunare
Dopo un po’ si ha accesso alla seconda grande area di Anno 2205, ovvero la regione artica. Qui il procedimento di costruzione e sviluppo è lo stesso (bisognerà iniziare naturalmente tutto da capo a livello di costruzione ed espansione), ma gli sviluppatori hanno comunque aggiunto qualche elemento distintivo non solo a livello di unità e costruzioni, ma anche nella gestione globale. Tra i ghiacci infatti, oltre a raccogliere particolari risorse chimiche presenti solo lì, dovremo avere l’accortezza di costruire il più vicino possibile a fonti di calore e ciò costringe a scegliere meglio il posizionamento delle varie unità. Lo sblocco della regione artica permette inoltre di scambiare risorse con la prima zona temperata, alla quale si può tornare in qualsiasi momento tramite la pratica mappa del mondo. Un’aggiunta utile e che aumenta il grado di attenzione gestionale, così come la possibilità di vendere prodotti e di acquistarne altri da appositi “commercianti” sparsi per la mappa di gioco. Insomma, oltre a costruire bene bisogna anche saperci fare un minimo con valutazioni e scambi commerciali, sebbene anche in questo caso Anno 2205 non rappresenti chissà quale sfida gestionale. La terza e ultima macroarea del gioco è appunto la Luna, a cui potremo arrivare solo dopo aver sviluppato a dovere il centro comando terrestre e aver avuto accesso alla stazione spaziale. Le novità non mancano nemmeno qui, tra una nuova e preziosa risorsa (l’Elio-3) e la necessità di costruire le unità abitative (ma non solo) all’interno di cupole protettive, in modo da proteggerle dalle tempeste di asteroidi. Anche in questo caso, aprendosi un nuovo fronte operativo, si può aumentare il giro di scambio di risorse e materiale con le altre zone già sviluppate, senza contare che un city builder lunare fa sempre la sua figura a livello estetico.
Meglio oggi o il passato?
Fin qui Anno 2205 mantiene bene o male le promesse. Il tutto, lo ripetiamo, non presenta mai particolari difficoltà e si ha come la sensazione che il team tedesco abbia voluto improntare il gioco su un gameplay più lineare e “chiuso” rispetto al passato. Lo si nota anche nelle nuove sezioni RTS al comando di una flotta terrestre. Si tratta di missioni del tutto facoltative che però hanno la loro utilità sia perché permettono di sbloccare dei potenziamenti per alcuni fabbricati, sia perché seguono una story-line parallela a quella principale e perché in fondo è sempre divertente distruggere navi nemiche a suon di siluri, missili, mine, cariche elettromagnetiche e altri gingilli bellici. Il tutto poi è proposto con una struttura davvero semplice (quasi basilare) e senza particolari pretese strategiche, anche perché in una decina di missioni non ci siamo mai ritrovati a corto di armi o vicini ad essere annientati dalla flotta nemica. Prendente insomma queste sezioni come un divertente rilassante diversivo a tutta la parte da city builder e lo stesso vale per le “quest” che si possono ottenere qua e là nella mappa aiutando altre fazioni. Alla fine le cose da fare sono insomma molte e anche dopo aver raggiunto l’obiettivo finale, si può continuare a giocare per ammassare quanto più denaro e risorse possibili. Il consiglio è comunque di affrontare il tutto a livello difficile, partendo quindi con meno soldi e affrontando ostacoli e sfide un po’ più impegnative, visto che anche a livello medio Anno 2205 non è proprio un gioco da ragazzi, ma quasi. Di buon livello il comparto sonoro (musiche evocative, epiche e incalzanti) e quello grafico, che però richiede ancora un po’ di ottimizzazione vista la fluidità non proprio impeccabile in Full HD con la nostra GeForce GTX 770, affiancata da 12 GB di RAM, da un SSD e da un Intel Core i7 970. Il gioco, disponibile su Steam a 59,99 euro, è tutto in inglese (doppiaggio e sottotitoli), ma per fortuna la comprensione dei testi non è mai stata un problema.
– City builder piacevole e alla portata di tutti
– Buon comparto grafico
– Tre diverse ambientazioni
– Non molto impegnativo
– Andamento fin troppo lineare
Anno 2205 scontenterà probabilmente i fan di vecchia data di questa serie gestionale con quasi vent’anni alle spalle, essendo di fatto un gestionale più lineare, semplificato e meno impegnativo rispetto ai primi capitoli. Eppure questa nuova formula funziona, grazie all’ottima interfaccia, alle tre diverse ambientazioni e alle nuove sezioni RTS, che saranno pure riempitive ma che in fondo divertono e servono per staccare un po’ dalla solita trafila da city builder.