Ankh Il Cuore di Osiride
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a cura di SAH
Tra i generi più amati dai giocatori per pc, un ruolo di rilievo è occupato indubbiamente dalle avventure grafiche. I numerosissimi capolavori della Lucasarts dei primi anni novanta, l’arte in movimento dei titoli di Benoit Sokal, le trasposizioni dei gialli più famosi di Doyle e della Christie hanno regalato agli appassionati emozioni a non finire. Rispetto ai titoli citati in precedenza tuttavia Xider Games ha sempre nutrito una passione sfrenata per Monkey Island e per il suo protagonista Guybrush. Con Ankh gli sviluppatori tedeschi hanno voluto rendere omaggio ad una delle serie che è ancora oggi nel cuore di ogni vero giocatore.
Le (dis)avventure di Assil parte secondaAl termine del primo titolo Assil era riuscito a scampare alla maledizione di Osiride e a salvare l’Egitto dal suo ritorno dal regno dei morti rubandogli l’Ankh, l’unico strumento in grado di rendere possibile tutto ciò. Il faraone aveva deciso di premiarlo promettendogli metà del suo regno e la mano di sua figlia. Sembrava un lieto fine perfetto.. non secondo gli sviluppatori evidentemente che aprono “Il cuore di Osiride” in medias res presentandoci Assil intento a sventare il furto dell’ Ankh, del quale a quanto pare è diventato il custode. Inizia così un flashback e conseguentemente il primo capitolo del gioco (cinque in totale) che vede il nostro piccolo eroe alle prese con la vita notturna del Cairo. Il primo impatto, graficamente parlando, non è certamente esaltante. Gli sviluppatori hanno ripreso a piene mani dalla loro prima esperienza rifinendo il tutto con qualche texture qua e la, una migliore gestione dinamica degli effetti di luce e qualche scenografico effetto speciale in più che non guasta mai. Tuttavia la componente grafica passerà in secondo piano non appena il giocatore entrerà nei meccanismi della trama. Fin dai primi istanti di gioco infatti il nostro protagonista entrerà in contatto con tutta una serie di personaggi assolutamente particolari. Il grande merito degli sviluppatori è stato quello di riuscire a caratterizzarli in un modo pressochè unico. Sia che si tratti di un veggente truffatore che di un comico appena licenziato dal faraone, ogni personaggio reagisce in un modo completamente diverso che per quanto possa essere stereotipato dimostra una straordinaria carica espressiva che potranno riflettersi sulle decisioni del giocatore. A nostro giudizio questa peculiarità mette in luce uno dei maggiori difetti delle avventure grafiche moderne, ovvero la scarsa caratterizzazione dei personaggi che sembrano tutti troppo simili tra loro, sia nei gesti che nelle risposte alle domande. Grande merito va anche attribuito ad un doppiaggio splendido che sicuramente sarà apprezzato anche dai non anglofoni. L’enfasi posta su ogni dialogo rivela una carica espressiva straordinaria che rende ancora più forte l’immedesimazione del giocatore nel contesto del gioco.
Il cuore nero dell’EgittoUn’altro degli elementi portanti della serie è l’incredibile ironia che pervade tutto il gioco. Ogni dialogo prevede un doppio approccio, uno più serioso che quasi sempre risulta la soluzione più consigliata e una decisamente meno credibile con frasi ad effetto che non sarà particolarmente utile ai fini della trama ma sicuramente strapperà più di qualche sorriso. L’alternarsi nel corso del gioco di tre personaggi (Assil, la donna dei suoi sogni Thara e persino il Faraone) permetterà di valutare i vari punti di vista dei personaggi creando spesso situazioni veramente comiche. Anche gli enigmi richiedono una certa predisposizione a valutare l’utilizzo di alcuni oggetti per le funzioni più impensabili: secondo l’ambasciatore d’Arabia ad esempio gli escrementi di cammello provocano una incredibile voglia di fumare, invece per svegliare una mummia in letargo cosa c’è di meglio di un delicato ai massaggio ai piedi con una piuma d’uccello? Come i personaggi anche le situazioni sono al limite del surreale ma raramente si eccede al punto tale da bloccare il giocatore in alcuni punti della trama. L’impossibilità di morire concede la libertà di sperimentare più soluzioni senza il timore di un game over. L’inventario è posto sulla parte superiore dello schermo è può essere richiamato con il semplice passaggio del mouse. Con un tasto è invece possibile visualizzare in ogni momento gli obiettivi della missione che pertanto possono fungere da piccolo aiuto per i meno esperti. La longevità si attesta su livelli decisamente bassi, un giocatore di medio livello infatti non avrà problemi a ricacciare Osiride nel regno dei morti in poco più di sette ore. Per essere un’avventura grafica le ambientazioni risultano troppo limitate sia come numero che come estensione e pertanto basterà anche una serie di tentativi casuali per trovare la soluzione del problema. L’assenza di enigmi stile puzzle non aiuta in questo senso.
HARDWARE
Configurazione minimaWindows 2000/XP/VistaProcessore da 1,5 GhzScheda grafica GeForce 3 Ti con 64 MB di memoria256 mb RAMDirectX 9,0c
Configurazione consigliata:
Windows XP/VistaProcessore da 2 GhzScheda grafica Radeon 9800 o GeForce 5800 con 128 mb di memoria512 mb RAMDirectxX 9,0c
MULTIPLAYER
– Divertente come pochi
– Doppiaggio(in inglese) ottimo
– Enigmi ben congegnati..
– Ma a volte frustranti
– Graficamente non eccelso
– Dura poco
7.4
Pur ripresentando le medesime meccaniche del primo capitolo, Ankh Il cuore di Osiride si dimostra una divertentissima avventura grafica condita da enigmi fuori di testa e dove la risata è sempre dietro l’angolo. Nonostante un comparto grafico ormai datato e una longevità non proprio eccelsa, il titolo di Xider Games lascerà un segno nel cuore di ogni appassionato grazie ai suoi personaggi surreali e alle situazioni tragi-comiche che non faranno rimpiangere il miglior Monkey Island.