Così, dopo essersi dedicata ai folli volatili che si lanciavano a suon di fionda contro i rifugi degli odiati suini, Rovio ha deciso di rimettere insieme il cast dei suoi successi, e di realizzare quel titolo di kart che sembra essere divenuto d’obbligo per tutti i franchise cartooneschi di grande successo.
Le macchine di lusso non sono mai free-to-drive
Il titolo, disponibile gratuitamente sia su Android che su iOS, è davvero immediato come si può immaginare: una volta installato e scaricati gli eventuali aggiornamenti, si viene fiondati nei circuiti – non sempre ispiratissimi – e si segue Red nelle sue corse verso il traguardo. L’utente ha fin da subito l’opportunità di decidere se controllare la rudimentale vettura tramite l’accelerometro o se preferisce invece fare tap sui lati dello schermo. In entrambi i casi, il gioco offre un modello di guida arcade immediato ed estremamente fruibile.
Una volta deciso il sistema di input, si ha modo di scegliere la vettura che il nostro pennuto pilota potrà guidare: le tre monoposto a disposizione inizialmente si differenziano per caratteristiche come accelerazione, manovrabilità, velocità massima e robustezza – che possono essere tutte migliorate via via, vincendo le corse ed ottenendo monete virtuali da investire sui potenziamenti della propria vettura. Ma è proprio sulla questione veicoli che balza all’occhio un difetto intrinseco ad Angry Birds Go!: sfogliando le macchine a disposizione, vi accorgerete dell’esistenza dei veicoli ben più attraenti e dalle statistiche notevoli, se paragonati ai tre carretti a motore che potete selezionare in principio. Se, però, volete acquistare queste rimanenti vetture, non ci sono monete virtuali che tengano: Rovio chiede l’esborso di denaro reale, che va dai 2€ della prima auto ai 45€ (no, non è un errore di battitura) del bolide più affascinante. Inutile dilungarsi in questa sede sullo spiegare quanto un investimento tale – che è richiesto per entrambe i veicoli più potenti, per un totale di 90 e rotti € per averli entrambi – appaia spropositato per una singola monoposto in un titolo mobile. Il modello freemium di Angry Birds Go! viene quindi a galla in maniera prepotente fin da subito, risultando in momenti come questo quasi grottesco per l’esborso sproporzionato richiesto a fronte del prodotto offerto.
Pronti, partenza, via
Una volta che – superato il minuto di perplessità per i costi delle vetture migliori – avrete deciso probabilmente di guidare uno dei kart disponibili gratuitamente, sarà il momento di gettarsi in pista: il gioco offre diverse modalità, e fa leva in maniera insistente sulla ripetitività. Una volta sbloccato un circuito, potrete scorrazzarci su con la modalità corsa classica, in una modalità time attack, in una dove vi viene richiesto di raccogliere la frutta dall’asfalto e in una in cui affrontere un singolo sfidante.
Per quanto riguarda la corsa classica, dovrete semplicemente fare del vostro meglio per arrivare almeno sul podio; nella modalità miccia, invece, dovrete tagliare il traguardo ed evitare gli ostacoli prima dello scadere del tempo. Nella modalità frutta, come accennavamo, dovrete raccogliere un tot di frutta sparso sul circuito prima di giungere all’arrivo, mentre nella modalità VS dovrete far mangiare la polvere ad un altro pilota che ha deciso di sfidarvi. Il gioco non vi chiede di completare le sfide in un ordine particolare, né vuole che le completiate tutte per proseguire: per affrontare il boss dell’area, infatti, è necessario aver fatto raggiungere alla propria vettura un minimo di cilindrata. La cosa è possibile ottenendo un determinato numero di monete utili a potenziare la monoposto: manco a dirlo, esse posso essere guadagnate pagando con denaro reale, o vincendo le gare proposte. Ed è proprio in merito a questa volontà di ottenere le monete, che parlavamo di ripetitività: il gioco, infatti, propone che affrontiate ogni corsa almeno tre volte, superate le quali sbloccherete una nuova sfida da affrontare in quella specifica modalità (ad esempio, speronare un avversario durante la corsa). Il sistema viene applicato anche all’ottenimento della vittoria contro i boss, che dovete costringere sul secondo gradino del podio per almeno tre volte, prima di poterli dichiarare sconfitti. Una scelta che sembra abbastanza campata per aria, se si considera che i tre tentativi non hanno mai variazioni né sono di difficoltà crescente: ci si ritrova semplicemente a fare la medesima cosa per tre volte consecutive.
Una volta che avrete sconfitto l’avversario, potrete reclutarlo nelle vostre schiere, ed utilizzarlo nelle corse future: dopo aver battuto il primo di essi, infatti, avrete la possibilità di scegliere non solo la vostra monoposto, ma anche il pilota che dovrà condurla, e verrete introdotti alla barra della stanchezza: il gioco spiegherà che ogni pilota può fare fino ad un massimo di gare consecutive, dopo le quali dovrà riposarsi e dare il cambio ad un altro. L’idea è effettivamente buona ed ha un retrogusto strategico, se si considera che ogni pilota vanta una diversa abilità speciale, che può utilizzare una volta per gara (a meno che non compriate dei power-up): ad esempio, Red conta su uno scatto improvviso, Stella su una bolla che la protegge da eventuali danni e le consente di superare gli avversari, mentre Bomb è in grado di lasciare degli ordigni esplosivi dietro di sé. Peccato che, una volta che il pilota selezionato sarà stanco, dovrete attendere un tempo prestabilito (sì, come accade nei giochi su Facebook) per poterlo riavere in forma – oppure potrete spendere monete virtuali per recuperarlo subito.
I potenziamenti sono effettivamente i grandi assenti del gioco: se non fosse per la brevità delle corse – che non vanno oltre al giro singolo – il gameplay avrebbe sicuramente giovato di un sistema di armi più simile a quello di classici a là Crash Team Racing: trovare degli oggetti sulla pista ed utilizzarli per avere la meglio sugli altri corridori. Con gare così brevi, però, la scelta avrebbe avuto poco senso, e Rovio ha preferito puntare su corse in circuiti-lampo con power-up singoli per ogni personaggio, realizzando uno stile di guida arcade ridotto all’osso rispetto ai canoni del genere.
Chi vuole, paga
Se c’è una cosa di cui siamo comunque certi, è che Rovio offre sempre dei prodotti curati dal punto di vista artistico: il passaggio al 3D degli uccellacci arrabbiati è gradevole alla vista, sicuramente ben realizzato, con i volatili che sfrecciano in un mondo vivace e coloratissimo. Nota di merito anche per l’eccezionale colonna sonora, sempre adeguata e di grande personalità, capace di cogliere l’eredità del brillante main theme lanciato dal primo Angry Birds.
Il vero peccato originale di Angry Birds Go! è indubbiamente rappresentato dal fatto che il gameplay sia stato impostato in maniera tale da dare fin troppa linfa alla scelta del modello freemium: a forza di ripetere le gare per ottenere le monete utili a potenziare la sua rudimentale carretta, il giocatore potrebbe finire con il valutare se acquistare a suon di € i pacchetti di crediti, ed alcuni potrebbero anche pensare di mettere mano alle vetture a pagamento – almeno alle più economiche – per affrontare le sfide più ardue. Per fortuna, Rovio ha ben pensato di proporre per i kart di lusso dei prezzi talmente fuori mercato da far passare la voglia di acquistarli anche al più sfegatato degli spendaccioni.
– Grafica cartoon in 3D allegra e ben realizzata
– Immediato
– Colonna sonora adeguatissima
– Microtransazioni, ovunque
– Modello freemium a tratti spudorato
– Guida arcade ridotta all’osso
Nel complesso, Angry Birds Go! è un gioco immediato, comunque godibile e sicuramente realizzato con cura dai ragazzi di Rovio. L’esperienza di gioco viene purtroppo minata da un template freemium a tratti spudorato, che mostra agli utenti la via breve per il successo ma gliela propone a caro prezzo. All’interno di questa prospettiva, il modello di guida fortemente arcade e comunque gradevole – supportato da un sistema di power-up abbastanza limitato – viene circondato da uno scheletro ludico impregnato di ripetitività, non aiutato nemmeno da circuiti a tratti poco ispirati. In definitiva, insomma, ci troviamo innanzi ad un titolo sufficientemente gradevole per i fan del franchise, sicuramente fruibile anche senza gli acquisti in-app, che finiscono però per risultare penalizzanti e gravosi nell’economia della struttura di gioco.