Recensione

Amazing Discoveries In Outer Space

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a cura di Aeffe87

Perlopiù imperscrutabili e al contempo straordinariamente seducenti, i misteri del cosmo hanno avuto da sempre la capacità di appassionare e ammaliare il genere umano come pochi altri argomenti di discussione. Non è un caso, dunque, che sui viaggi spaziali il mondo dell’intrattenimento abbia puntato a più riprese per mettere in scena storie fantastiche e confezionare prodotti che fanno del fascino della scoperta il proprio vessillo. Il videogioco, che con astri e astronavi ha un rapporto strettissimo fin dalle origini, sta riscoprendo con convinzione il gusto dell’esplorazione interstellare proprio in questi ultimi anni. L’ha già dimostrato con Elite: Dangerous, lo dimostrerà -si spera- con l’attesissimo No Man’s Sky. Ma non soltanto di produzioni così imponenti vive l’industry, motivo per il quale vale di certo la pena di segnalare la release di Amazing Discoveries In Outer Space, nome in codice ADIOS, che ha fatto capolino nel digital delivery di PS4 da pochi giorni e che con il summenzionato “most wanted” di Hello Games, concettualmente parlando, pare avere qualcosa di che spartire. Benché in formato mignon.

Space oddityNon è facile entrare in sintonia con il primigenio di Cosmic Picnic, piccolo team svedese composto di soli quattro sviluppatori. Senza troppi convenevoli, l’esperienza si apre con una grigia navicella dalle morbide forme precipitata violentemente sul perimetro di un pianeta disabitato. Il computer di bordo, fortunatamente ancora integro, ci ragguaglia su come aggiustarla alla bell’e meglio, e in seguito su cosa si debba fare per provare a riportare a casa la pellaccia. Il veicolo va difatti alimentato costantemente con il poco combustibile abbandonato sugli astri che visiteremo man mano, e in più preservato da eventuali urti troppo bruschi contro superfici solide –asteroidi, satelliti e quant’altro- e dalle temperature infuocate delle gigantesche stelle madri che, dal centro della galassia di turno, ne regolano ogni moto. Oltretutto il nostro pianeta d’origine dista ben dodici anni luce da dove ci troviamo ora, ed è quindi necessario compiere un medesimo numero di z-jump, sorta di propulsione a curvatura di startrekiana memoria, da un sistema planetario a quello immediatamente successivo. Il compito si rivelerà presto gravoso, dato che per effettuare ciascun salto è indispensabile ispezionare quanti più pianeti possibile, recuperando oggetti di fortuna e accumulando informazioni sulle forme di vita che li popolano. Il tutto, peraltro, destreggiandosi tra le peculiari leggi ambientali che li governano e che non sempre agevolano la navigazione. Rimanere senza carburante, così come distruggere la propria navicella, equivale al game over istantaneo e permanente, salvo aver superato le soglie dei quattro od otto anni luce, che corrispondono ai check point forniti dal software per far fronte ad eventuali momenti di sconforto. Utilizzando tali scorciatoie il giocatore rinuncia a compiere una run completa e smette di accumulare punti utili ad entrare nella leaderboard mondiale, il che rende la sfida ancor più faticosa ai cultori del punteggio da record.

Sulle prime Amazing Discoveries In Outer Space ha tutta l’aria di una rilettura del classico Lunar Lander in chiave moderna. L’utente è difatti chiamato a controllare il proprio mezzo di trasporto, assoggettato a una fisica che richiede tanta pratica per essere padroneggiata a dovere, al fine di percorrere in circolo la superficie 2D prescelta e atterrare di volta in volta nei punti desiderati, limitando il più possibile i danni. Il gioco, in realtà, è ben più di un semplice simulatore di allunaggio, e per rendersene conto basta spiccare definitivamente il volo dal singolo pianeta che si sta visitando. Quel che poi appare è una mappa in due dimensioni che svela la galassia-stage nella bellezza dei suoi corpi celesti in movimento continuo. Sta al videogiocatore scegliere quali degli astri scandagliabili approcciare per racimolare il numero di risorse necessario a proseguire, sfruttandone i moti orbitali per intercettarli senza troppo dispendio energetico. Avanzando nell’avventura, soprattutto, il titolo affianca alla sua anima simulativa meccaniche tradizionali da platformer a scorrimento laterale, per cui è possibile far scendere il pilota a terra e controllarlo per procacciare collezionabili e catalogare le creature viventi che appaiono qua e là lungo lo scenario. È in questa insolita commistione di generi che la spinta esplorativa alla base della produzione Cosmic Picnic si fa decisa e avvincente. Spinta peraltro alimentata dal fatto che, di partita in partita, il software è solito sbloccare nuovi gingilli fondamentali per la perlustrazione nel lungo periodo, che spaziano da un gancio che consente alla navicella di spostare pietre pesanti a jetpack e torce elettriche utili all’astronauta per muoversi in sicurezza all’infuori del velivolo.

Valzer nello spazioAmazing Discoveries In Outer Space ha la singolarissima capacità di coniugare perfettamente una richiesta d’impegno non comune con una sensazione di rilassatezza quasi estatica. Il gioco, l’abbiamo accennato, pone sul piatto della bilancia una competizione dalla difficoltà elevata e ben avvertibile, che pretende dall’utente una serie di azioni “al risparmio”, per cui valutare ogni mossa è cruciale per non incorrere in un fallimento che incombe sempre minaccioso sulla sua testa. Ragionando sul da farsi, nel contempo, è inevitabile posare lo sguardo a più riprese sulle meraviglie che il team svedese ha realizzato in termini di art design. Pur nel minimalismo più assoluto, l’universo qui rappresentato colpisce per la raffinatezza estetica degli elementi che lo modellano, che emergono quando la camera zooma sulle superfici dei singoli pianeti disvelando ambientazioni tinteggiate con colori pastello e disegnate in uno stile personalissimo, sempre vivace e ricco di sfumature. A coronare quest’atmosfera da sogno concorre poi l’ottima colonna sonora, le cui sette tracce di Joakim Kanon sanno accompagnare le gesta di chi gioca con una finezza rara, quasi a voler ammortizzare quel po’ di frustrazione che, faccia a faccia con l’ennesimo insuccesso a pochi passi dalla meta, potrebbe talvolta emergere in maniera non troppo garbata.

– Convincente commistione tra gioco di simulazione e di piattaforme

– Atmosfera affascinante

– Artisticamente delizioso

– Impegnativo e stimolante

– Alle volte un po’ frustrante

– Testi dei tutorial minuscoli

7.5

Amazing Discoveries In Outer Space è sicuramente un’opera di nicchia, che richiede a chi vi si avvicina lo sforzo di non desistere dinanzi a un gameplay dall’apprendimento nient’affatto rapido e indolore. Ed è al contempo un’esperienza d’esplorazione spaziale ben più profonda e stratificata di quanto la sua esile confezione lasci ad intendere, spietata se presa sottogamba ma anche estremamente soddisfacente laddove coltivata con un po’ di sana pratica pad alla mano. Si tratta, insomma, di un originale e riuscito mix di simulazione e platform game al quale i viaggiatori virtuali veterani dovrebbero dare quantomeno un’opportunità, in attesa di partire per avventure tra le stelle di dimensioni più corpose, ma non necessariamente di ugual fascino.

Voto Recensione di Amazing Discoveries In Outer Space - Recensione


7.5

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