Recensione

Alien Breed

Avatar

a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Sebbene non stia a noi stabilire se il fenomeno della riproposizione di vecchi classici in forma digitale per le console attuali sia da intendersi come una manna dal cielo o come una becera trovata commerciale, è fuor di dubbio che questo si sia propagato costantemente, di anno in anno, passando dalle raccolte di classici in voga fino a tre o quattro anni fa al bombardamento odierno di remake cui il giocatore medio viene sottoposto.Alien Breed, indimenticato sparatutto con visuale dall’alto che infiammò i pomeriggi dei meno giovani tra i lettori di Spazio ai tempi dell’Amiga, torna così sugli schermi PS3 e PSVita. Abbiamo giocato a fondo proprio quest’ultima versione, ed eccovi le nostre impressioni.

Carta velinaLa trama alla base del gioco originale aveva la consistenza della carta velina, ma d’altronde potremmo dire lo stesso sia delle tanto osannate trilogie di Dead Space in ambito videoludico e di Alien in ambito cinematografico: nella fattispecie, proprio sulla scia dell’immane successo di quest’ultima, Alien Breed propone la “solita” nave alla deriva nello spazio, dalla quale proviene un segnale di S.O.S. che due eroi intergalattici non possono ignorare, andando a cacciarsi in una situazione non proprio delle più piacevoli.Non che uno sparatutto abbia bisogno di chissà quale intreccio narrativo, beninteso, ma al videogiocatore scafato di oggi la storia sembrerà davvero troppo trita, con conseguente skippaggio delle sequenze testuali adibite al suo racconto.Il Team 17, comunque, fece un buon lavoro nel 1991, giocando, come d’altronde i film con protagonista la bella Sigourney Weaver, più sull’atmosfera da incubo che sulla bontà della sceneggiatura.Questa versione di Alien Breed permette al giocatore di scegliere tra la modalità Classica, che include pari pari il gioco di ventidue anni fa, con gli stessi controlli, le musiche e i pixel grossi come mosche, e quella Potenziata, riadattata alle capacità di definizione degli schermi odierni e particolarmente a suo agio sull’OLED di PSVita. Fatta questa scelta, è ora di triturare alieni.

Escono dal fottuto pavimento!!!Il gameplay che ci aveva portato i calli sulle dita quando ancora eravamo a 6-7 anni buoni dall’usare un rasoio per la prima volta è ancora lì, intatto nella sua immediatezza e nella sua diabolicità, e l’aggiunta del secondo analogico rende, se possibile, le partite ancora più divertenti, fornendo la possibilità di camminare in una direzione e fare fuoco in un’altra.Le linee direttive non sono cambiate: il giocatore vedrà il suo alter ego dall’alto, e dovrà condurlo indenne lungo una serie di livelli (in totale questa versione ne comprende ben 26, ovvero tutti quelli inclusi nella Special Edition del gioco più 8 inediti) attraverso dei labirinti infestati di alieni, con l’antipatica tendenza a respawnare continuamente e quella, ancora peggiore, di lanciarsi contro il nostro personaggio in attacchi suicidi.Se la memoria non ci inganna, il ritmo a cui i nemici vengono generati è sensibilmente inferiore a quello dell’originale, che ricordiamo come un titolo davvero ostico, soprattutto negli ultimi tre livelli, ma cionondimeno il livello di sfida rimane uno dei punti forti anche di questo omaggio ai tempi che furono.La struttura labirintica dei livelli, abbastanza simili tra loro e disseminati di porte sigillate, è un altro forte elemento distintivo del titolo, che più di una volta vi vedrà tornare sui vostri passi per recuperare chiavi perse chissà dove.Rispetto all’originale, a facilitare il giocatore c’è oggi la possibilità di accedere in qualsiasi momento, dal menu di pausa, ad un negozio virtuale, che al modico prezzo di 500 crediti, rilascia kit salute che ripristinano interamente l’energia vitale del protagonista: questo elemento semplifica notevolmente il gioco da un lato, ma lo rende anche appetibile a quanti non hanno mai giocato l’originale e sono abituati al deprimente livello medio di difficoltà delle produzioni odierne.Bilanciamento della difficoltà a parte, le ore scorrono veloci, perché il gameplay, disarmante nella sua semplicità, rimane attuale, se è vero che non è altro che una versione bidimensionale di moltissimi sparatutto usciti negli ultimi anni e mossi dall’Unreal Engine 3, dove sparare, scappare e recuperare chiavi per avanzare è tutto ciò che l’utente è chiamato a fare.Ideale dopo una giornata di lavoro particolarmente stressante.Le limitate dimensioni dei livelli, originariamente dovute alle limitazioni di memoria della mai troppo lodata piattaforma ospite (l’Amiga, per chi non lo sapesse) si rivelano perfette per una fruizione mordi e fuggi, e quindi per PSVita, dove la produzione guadagna mezzo punto in più in sede di valutazione proprio per questa peculiarità.Le funzionalità di cross play per il multiplayer online e di cross save, per poter proseguire su portatile la partita iniziata in salotto e viceversa, sono aggiunte di qualità, che aumentano il valore del pacchetto e ne giustificano il prezzo leggermente sopra la media (7,99 euro, con sconto del 20% per gli utenti Playstation Plus).

Dal floppy con furorePronunciarsi oggi sull’aspetto tecnico di un gioco uscito per la prima volta nel 1991 sarebbe irrispettoso e inutile nei confronti del lavoro dei ragazzi del Team 17, ma non soprassediamo invece sull’ottimo lavoro di ottimizzazione e pulizia del remake proposto, che riesce a rendere omaggio ad un titolo che all’epoca faceva la sua sporca figura e che oggi mantiene comunque un’identità ben precisa, rimanendo godibile tanto in modalità Classica quanto in quella Potenziata.Stesso discorso per il sonoro, i cui prolungati silenzi riescono a creare un pizzico di tensione, soprattutto in chi giocherà con un buon paio di cuffie, se pure nulla di paragonabile alle ultime performance della console Sony.Nonostante il buon numero di livelli, la durata complessiva non giustificherebbe il prezzo richiesto per il download, ma la componente multiplayer è più che soddisfacente e l’occasione di giocare un titolo imprescindibile della ludoteca Amiga riequilibrano la situazione, finendo col “costringerci” a consigliarvi il download, a meno di avere una personale idiosincrasia con tutto ciò il cui polygon counting corrisponda a zero.

– Edizione curata e ricca a livello contenutistico

– Multiplayer online, cross play e cross save

– Un classico senza tempo nel palmo della vostra mano

– Adatto ad una fruizione portatile

– Concept e gameplay (troppo?) semplici

– Non troppo economico

8.0

Se siete appassionati di vecchia data del brand, probabilmente non avete nemmeno letto la recensione, come anche se invece siete nati nella seconda metà degli anni ’90:i primi saranno già in coda per il download, i secondi avranno già chiuso la pagina del browser.

Per tutti gli altri, e per le eccezioni che confermano questa regola, Alien Breed rappresenta un buon investimento, uno shooter più vicino alle meccaniche moderne di quanto l’anno di pubblicazione possa far pensare, cui viene reso omaggio con perizia in un’edizione curata, ricca di contenuti e che ben si sposa con la fruizione portatile che dovrebbe essere il cavallo da battaglia di PSVita.

Voto Recensione di Alien Breed - Recensione


8

Leggi altri articoli