Recensione

Act of Aggression

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a cura di Francesco Ursino

Se si pensa al genere degli RTS la memoria può adagiarsi su ricordi recenti, rifacendosi ad esempio alle sezioni di combattimento dei titoli Total War, ma anche e soprattutto spingersi un po’ più indietro nel tempo, ripensando a Command & Conquer. Il titolo di cui parliamo in questa recensione, Act of Aggression, sembra riproporre in alcuni elementi lo spirito del franchise Electronic Arts: scopriamone il perché, e vediamo se gli appassionati di strategia in tempo reale e fantapolitica hanno trovato il titolo che stavano cercando.

Il mondo non è mai un posto tranquilloSviluppato da Eugen Systems, nome dietro al quale si cela Act of War, Act of Aggression è un RTS che propone soluzioni tutto sommato tradizionali, a partire dalla storia e dalla narrazione. Siamo infatti nel 2025, e la situazione globale è tutto tranne che rosea. La grande crisi finanziaria cinese del 2019, infatti, ha scatenato una serie di reazioni a catena che vede le economie del terzo mondo in crisi profonda. L’obiettivo finale dei misteriosi responsabili del crollo cinese, però, sembra essere quello di indebolire gli Stati Uniti, che si vedono costretti a tagliare le spese militari. Il mondo di gioco, dunque, è pressappoco diviso tra l’esercito a stelle e strisce, gli stati facenti parte delle Nazioni Unite e appartenenti al protocollo Chimera, oltre che al Cartello. E’ proprio quest’ultimo attore a risultare l’elemento destabilizzante per la sicurezza planetaria, nonché a essere responsabile delle catastrofi economiche descritte in precedenza. Ma non è tutto, perché in Act of Aggression non mancheranno separatisti di fittizi stati rivoluzionari, corporazioni segrete, e tutto un corollario di soggetti che in una storia come questa riescono sempre a trovare una collocazione; insomma, come si può vedere la storia narrata non è delle più originali, ma ha consentito agli sviluppatori di proporre due campagne, per un totale di circa 15 missioni: la prima ci vedrà al comando di Chimera e degli Stati Uniti, mentre la seconda ci farà vestire i panni dei cattivi, e cioè del Cartello. In tutto questo, le vicende di gioco vengono raccontate in maniera tutto sommato tradizionale, con i classici titoli dai toni allarmanti dei telegiornali a contestualizzare il tutto, e i consueti briefing super segreti precedenti alle missioni.

Tre modi diversi di combattereIl titolo, almeno dal punto di vista del single player, propone dunque la possibilità di giocare scenari predefiniti e con parametri a scelta del giocatore, ma anche e soprattutto la già citata campagna. La scelta degli sviluppatori è stata quella di integrare il tutorial nelle prime fasi della campagna che ci vedrà al controllo di Chimera e degli Stati Uniti, ma la scelta paga fino a un certo punto. Durante le prime missioni, infatti, verranno introdotti via via i vari elementi del gameplay, con il giocatore che imparerà a familiarizzare con il sistema di obiettivi primari e secondari, oltre che con i fondamenti del gioco. C’è da dire infatti che Act of Aggression proporrà attività che i giocatori di RTS non faticheranno a riconoscere; quello che bisognerà fare in ogni missione, pur con prevedibili variazioni sul tema, sarà organizzare le proprie forze militari, raccogliere risorse di modo da costruire mezzi e arruolare nuove unità, e ovviamente sconfiggere il nemico. La sensazione è che il tutorial fallisca parzialmente il suo ruolo introduttivo a causa di una difficoltà in alcuni casi mal calibrata, specie nelle ultime fasi di una delle prime missioni. La campagna in sé, in ogni caso, non proporrà mai grossi sussulti, considerato anche il carattere degli obiettivi principali, che includono il recupero e la difesa di un determinato personaggio, la costruzione di strutture in punti strategici, oltre che la ovvia conquista militare di basi e avamposti nemici. Il fatto che la campagna introduca volta per volta le strutture e le unità più interessanti, poi, ci induce a pensare che la scelta migliore per i giocatori maggiormente esperti sia sicuramente iniziare a prendere confidenza col titolo con la modalità Skirmish, grazie alla quale ci si potrà sbizzarrire grazie alle venti mappe presenti. Questa opzione di gioco, infatti, propone gli arsenali completi delle tre fazioni, e permette di personalizzare la propria partita scegliendo vari parametri come il livello di difficoltà degli schieramenti della IA, la presenza di risorse sulla mappa e così via.

Tralasciando ulteriori considerazioni sulla campagna in singolo, che come si è compreso non è trascendentale ma in fondo svolge il suo compitino, ci interessa approfondire ora alcuni particolari di gameplay che risultano vitali nell’economia di un RTS. L’aver voluto proporre tre fazioni dai confini più sfumati rispetto alle classiche nazioni contrapposte tra loro, ad esempio, nasconde al suo interno il pericolo che la differenziazione tra le varie unità possa andare a farsi benedire. In questo senso, il lavoro di Eugen Systems è positivo: gli Stati Uniti, le nazioni del protocollo Chimera e il Cartello offrono infatti esperienze differenziate tra loro, in cui spiccano pregi e difetti che compongono un quadro complesso e invitante. La fazione statunitense, a questo proposito, è forse quella più intuitiva da utilizzare, anche perché si basa su unità conosciute e il cui utilizzo è facile da comprendere come i marines, o i carri armati Abrams. Il discorso si fa più interessante se si considera la fazione Chimera, che propone tra gli altri degli Exosoldier letali contro veicoli e fanteria. Grazie al loro equipaggiamento, peraltro, queste unità possono rigenerare anche la loro salute, e ovviamente tutto ciò approfondisce le possibilità tattiche a disposizione del giocatore. Abbiamo lasciato per ultimo il Cartello perché ci è sembrata la fazione probabilmente più complicata da governare (e forse non è un caso che, esigenze narrative a parte, questo gruppo sia protagonista della seconda parte della campagna). Le unità che compongono il Cartello sono forse le più avanzate dal punto di vista nanotecnologico, e ampliano ancora di più le strategie attuabili grazie a differenti possibilità di attuare tattiche stealth (alcune unità possono anche diventare invisibili); il rovescio della medaglia è costituito dalla estrema fragilità delle varie unità, il che obbliga ad ancora maggior cautela nel loro utilizzo.

Preziosi materiali e soldati disorientatiAct of Aggression è un RTS che non fa particolari sconti: l’esperienza di gioco è complessa, profonda, e richiede attenzione e pianificazione. Durante gli scontri rivestono una certa importanza gli edifici: la maggior parte di questi, infatti, risulterà occupabile dalla quasi totalità della fanteria, e ciò rappresenta un punto cardine del gameplay, specie durante le campagne. Inserire un plotone di unità in un edificio fa sì che si possa avere un punto di appoggio strategico per poter avanzare nel territorio nemico; nel caso si dovesse occupare una banca, poi, il beneficio sarebbe doppio, visto che questi particolari edifici danno la possibilità di accumulare denaro. Questo ci dà l’opportunità di parlare delle risorse necessarie allo sviluppo della nostra armata. Oltre al denaro in sé e per sé, collegato anche ai giacimenti di petrolio, bisognerà tenere d’occhio i livelli di alluminio, e soprattutto quella che viene chiamata rare earth. Una volta estratto, questo prezioso materiale può essere utilizzato per la costruzione degli armamenti più avanzati e di conseguenza letali.

Un altro modo per incrementare i propri fondi è fare prigionieri tra i nemici rimasti sul terreno di battaglia: i soldi e i vari materiali estraibili, però, servono a poco se non è presente un corretto approvvigionamento di elettricità. Senza corrente elettrica, infatti, le strutture smettono di funzionare, e con esse anche le code di produzione di unità, mezzi ed edifici. Per poter prevenire questa eventualità tutt’altro che gradita è possibile correre ai ripari, ad esempio costruendo i fragili impianti fotovoltaici della fazione statunitense.Veniamo adesso alle fasi concitate degli scontri a fuoco: uno degli elementi più fastidiosi in cui ci siamo imbattuti è stato il pathfinding non sempre soddisfacente di fanteria e mezzi. Nelle situazioni più concitate (ad esempio durante l’uscita della fanteria da un edificio assaltato), ci siamo ritrovati ad imprecare più volte perché le unità sceglievano di intraprendere il percorso sbagliato e il più delle volte esposto agli attacchi nemici. In un RTS di stampo classico, in cui quasi tutti i mezzi e soprattutto le unità di fanteria (specie quelle più lente), non resistono che pochi secondi sotto il fuoco nemico, si tratta di un contrattempo assai fastidioso.Altro elemento da rivedere è l’interfaccia: quella vista in Act of Aggression è poco agile, e a volte rende poco l’idea delle conseguenze delle azioni effettuate. Due esempi su tutti: utilizzando la fazione statunitense, ad esempio, riuscirsi a districare tra i vari livelli Defcon (da cui dipende la tipologia di edifici edificabili) sarà all’inizio un po’ complicato e macchinoso; effettuare l’upgrade delle varie unità, poi, può risultare un po’ disorientante, anche perché il gioco non sembra sottolineare abbastanza l’avvenuta fine del processo di potenziamento.

Scontri ravvicinatiDal punto di vista tecnico, Act of Aggression brilla soprattutto grazie a un comparto grafico di tutto rispetto. Il motore Iriszoom, molto scalabile, si è dimostrato capace di gestire situazioni in cui erano presenti su schermo diversi elementi in movimento, applicando anche filtri e orpelli grafici in maniera soddisfacente. Il titolo, poi, possiede un livello di zoom veramente elevato, che consente di avvicinarsi all’azione e ammirare nel dettaglio costruzioni (specialmente nel mentre queste vengono costruite) e mezzi. Va detto che il livello di zoom cosi ravvicinato ha una sua utilità tutto sommato limitata durante gli scontri, ma se non altro si tratta di un particolare utile soprattutto in alcune situazioni che coinvolgono gli elementi di fanteria; spesso questi, infatti, specie se vicino a un edificio, tenderanno a essere un po’ nascosti anche girando l’inquadratura. Per chi vuole una visuale ancora più larga del campo di battaglia, è possibile attivare la modalità di vista satellitare, utile anche per identificare unità nemiche in maniera più veloce.; questa speciale modalità, però, funziona solo se si possiede abbastanza elettricità.Il comparto audio, invece, non si segnala per particolari picchi qualitativi, attestandosi invece su un livello solo sufficiente per quanto riguarda le musiche di accompagnamento, i rumori ambientali, e il doppiaggio in inglese.

HARDWARE

Requisiti minimi:OS: WINDOWS VISTA/WINDOWS 7/WINDOWS 8 Processore: AMD/INTEL DUAL-CORE 2.5 GHZ Memoria RAM: 2048 MBScheda grafica: con 512 MB COMPATIBILE DIRECTX 10 (AMD RADEON HD 4870/NVIDIA GEFORCE 9800 GT O SUPERIORE)Spazio su HDD: 15 GBNote: CONNESSIONE INTERNET RICHIESTA PER IL GIOCO ONLINE E L’ATTIVAZIONE

Requisiti raccomandati:OS: WINDOWS VISTA/WINDOWS 7/WINDOWS 8 Processore: AMD/INTEL QUAD-CORE 3 GHZ Memoria RAM: 4096 MBScheda grafica: con 2 GB COMPATIBILE DIRECTX 11 (AMD RADEON HD 7870/NVIDIA GEFORCE 660 O SUPERIORE)Spazio su HDD: 15 GB

MULTIPLAYER

Per i giocatori più esperti, probabilmente, la componente multiplayer è quella di maggior interesse. Il comparto online, nello specifico, consente di lanciarsi in schermaglie fino a un massimo di 8 giocatori (dunque 4 vs 4), nelle mappe presenti anche nella modalità in single player. E’ in questo ambito che Act of Aggression può esprimere al meglio la propria profondità strategica, soprattutto nel momento in cui sono presenti più giocatori che conoscono al meglio il genere.

– Sfida profonda e di alto livello

– Comparto grafico molto positivo

– Divertente sia in singolo che online

– Interfaccia di gioco che richiede un po’ di apprendimento

– Alcune imprecisioni nel gameplay

8.0

Act of Aggression è uno strategico in tempo reale solido, profondo e divertente da giocare sia in singolo che online. Per quanto riguarda il single player abbiamo preferito (in modo peraltro prevedibile) la modalità schermaglia alla campagna, risultata un po’ insipida dal lato narrativo e in alcuni casi anche mal calibrata, specie nelle primissime missioni. L’elenco degli elementi che ci hanno soddisfatto di meno include poi anche alcuni tentennamenti nel gameplay e nell’interfaccia di gioco, ma difatti la lista si ferma pressappoco qua, e lascia ai giocatori un titolo da gustare con le tre diverse fazioni disponibili, oltre che un comparto grafico molto positivo. Se amate gli RTS, allora, il titolo Eugen Systems rappresenta un acquisto da valutare molto attentamente.

Voto Recensione di Act of Aggression - Recensione


8

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