Recensione

A Story About My Uncle

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a cura di Francesco Ursino

Certi giochi partono da un’idea molto semplice, e sviluppano attorno a questo frammento di creatività un’esperienza immediata, diretta, e per questo molto godibile e piacevole. Parliamo di titoli come A Story About My Uncle, sviluppato da Gone North Games e protagonista di questa recensione. Vediamo perché questo platform disponibile su PC e presente su Steam a € 12,99 ha saputo regalarci sensazioni positive.

Uno zio di un certo livelloA Story About My Uncle viene alla luce, nel 2012, come un semplice progetto universitario: quella che in primo tempo appariva quindi come una versione provvisoria del progetto, continua a crescere e ad espandersi sotto la guida di Sebastian Eriksson, CEO dello studio sviluppatore, fino ad arrivare alla pubblicazione su Steam. Come altre storie riguardanti videogiochi nati sui banchi dell’università (il rimando a Portal, vista anche la tipologia di gioco, sembra più che mai puntuale), anche questa piccola produzione poggia su idee tanto semplici quanto convincenti. Partiamo dalla narrazione: siamo in una normale cameretta, e la scena proposta è di quelle classiche; un padre, seduto sul bordo del letto, si accinge a raccontare una storia buona per far addormentare serenamente la propria bambina. Il soggetto della favola è lo zio Fred, protagonista di imprese formidabili e sempre in cerca di avventura. Quello che il padre, vero protagonista della storia, racconterà alla ragazzina, dunque, sarà il proprio tentativo di ritrovare questo brillante zio. Noi giocatori, perciò, rivivremo questa impresa in prima persona: ad aiutarci in questa missione sarà una tuta speciale, ritrovata nell’armadio di Fred. Una volta indossata, infatti, partiremo in un viaggio attraverso sette mondi fiabeschi popolati da personaggi singolari.Una delle caratteristiche più positive della narrazione di A Story About My Uncle è la capacità di far sentire il giocatore allo stesso tempo protagonista e spettatore della storia. Da una parte, così, saremo noi in prima persona a compiere le imprese raccontate, ma allo stesso tempo, d’altro canto, assisteremo agli avvenimenti anche in modo passivo. L’accorgimento attraverso il quale il titolo riesce a effettuare questo sdoppiamento è la dinamica dei dialoghi: durante l’interazione con gli altri personaggi, infatti, questi parleranno con noi in modo diretto, mentre il nostro avatar non aprirà mai bocca: sarà il padre della ragazzina, protagonista principale della storia, a descrivere le parole dette, usando il discorso indiretto. Per il resto, dal punto di vista del plot, la storia narrata presenta i tipici elementi della fiaba: durante il nostro viaggio incontreremo diversi aiutanti, e alcuni sparuti nemici. Possiamo dire che, in effetti, la minaccia più grande sarà rappresentata dagli ambienti di gioco, elementi principali di un gameplay decisamente ben realizzato.

Sempre più in altoDicevamo in precedenza che A Story About My Uncle è un titolo che si basa su idee semplici: alla domanda: “Come raggiungere lo Zio Fred?”, dunque, gli sviluppatori hanno pensato bene di rispondere: “Saltellando”. La tuta che si andrà indossare nei primi istanti di gioco, infatti, possiede delle interessanti proprietà che permetteranno di effettuare salti molto alti, e soprattutto sfruttare la forza magnetica di alcune superfici. Tutto quello che il giocatore ha bisogno di sapere, inoltre, è raffigurato sul guanto destro della propria tuta: il cerchio centrale, se illuminato, specificherà che si potrà spiccare un grande salto, mentre le tre tacche che lo circondano indicheranno quante volte si potrà sfruttare l’apposito rampino magnetico che ci permetterà di fare affidamento sulle varie superfici. Con questo solo espediente il titolo si sbarazza della necessità di disporre di un HUD, a tutto vantaggio dell’immersività. Nel concreto, quindi, A Story About My Uncle è un platform totalmente tridimensionale in cui i giocatori dovranno cercare di superare sette macro aree sfruttando i poteri della propria tuta: la sfida, in questo senso, è quella di raggiungere i punti più impervi dei livelli. Per fare ciò occorrerà un po’ di immaginazione, e soprattutto pazienza: il fallimento, nel titolo Gone North Games, sarà un compagno costante, visto che il numero di morti salirà in modo vertiginoso dopo le prime fasi di gioco. La progressione della difficoltà del gameplay, in verità, è molto ragionata: se nei primi momenti dell’esperienza tutto quello che bisognerà fare sarà trovare le superfici giuste su cui azionare il rampino, di modo da coprire grandi distanze aeree e raggiungere le piattaforme giuste, andando avanti le cose si complicheranno sempre di più. Verso la metà di gioco, infatti, i giocatori potranno usufruire di una sorta di salto doppio, gentile concessione dei formidabili stivali della tuta lasciataci in dono dallo zio Fred. Questo espediente ha permesso agli sviluppatori di creare ambienti di gioco che si sviluppano in altezza, più che in larghezza, aggiungendo anche la presenza di appigli mobili e pericolanti come stalattiti.Da ciò si deduce come A Story About My Uncle non sia un titolo particolarmente semplice: spesse volte ci si potrebbe tranquillamente smarrire nei meandri dei vari livelli, considerato che il pericolo di perdere di vista il traguardo da raggiungere è sempre dietro l’angolo. Questo è frutto di una scelta aperta degli sviluppatori i quali, nel tentativo di allungare una longevità che altrimenti si attesterebbe sulle due, tre ore di gioco, hanno incluso percorsi alternativi alla fine dei quali si nascondono collezionabili ed elementi che aiutano a capire meglio la storia narrata; è disponibile, peraltro, anche una modalità time trial separata dalla campagna principale, buona per battere i record di tempo nella risoluzione dei livelli.E’ nel momento in cui si capirà dove andare, in ogni caso, che cominceranno i problemi maggiori: alcuni passaggi saranno infatti particolarmente complessi, e richiederanno diversi tentativi prima di poterli portare a termine. Fortunatamente, il buon sistema di salvataggio in checkpoint consente di vivere un’esperienza un po’ meno frustrante, anche se è bene dire che le ultime aree di gioco saranno veramente ardue da affrontare.
In un platform dove la precisione è requisito necessario al superamento dei livelli, infine, un ruolo molto importante è quello del sistema di controllo; il titolo è fruibile senza particolari problemi attraverso l’accoppiata mouse più tastiera oppure tramite un qualsiasi pad, ma la prima soluzione si fa preferire maggiormente, proprio a causa di una sensibilità maggiore.

And that, kid, is how I met your uncleIl comparto tecnico riesce senza dubbio a ricreare quell’aspetto fiabesco su cui A Story About My Uncle fa sicuro affidamento. Non siamo difronte a una realizzazione tecnica che fa gridare al miracolo per definizione delle texture e numero di poligoni, ma non c’è dubbio che l’alternanza tra location illuminate e aree avvolte nell’oscurità restituisca un’esperienza visiva in tre dimensioni molto piacevole e leggera. Se negli spazi chiusi la mancanza di definizione potrebbe sentirsi di più, è negli ambienti aperti che il gioco dà il suo meglio. Tra le altre, la realizzazione della quinta area di gioco, Star Haven, è quella che forse merita il plauso maggiore, per via della ricostruzione di un’area aperta e formata da corpi fluttuanti occupati da pacifici abitanti.Positivo anche il doppiaggio in inglese, che propone una buona recitazione da parte dei personaggi principali: l’accompagnamento audio è altrettanto sufficiente, anche se spesso relegato a un ruolo fin troppo discreto e di supporto.

HARDWARE

Requisiti minimi:OS: Windows XP (SP3), Windows Vista (SP2), Windows 7, Windows 8 Processore: Intel Core 2 Duo, AMD Athlon X2, equivalente a 1.6GHz o superioreMemoria RAM: 2 GBScheda grafica: compatibile DirectX 9.0c-compatible, Shader model 3.0DirectX: Versione 9.0c Spazio su HDD: 2 GB

Requisiti raccomandati:OS: Windows 7 o 8 Processore: QuadCore 2.0 GHz o superiore Memoria RAM: 4 GBScheda grafica: compatibile DirectX 9.0c, shader model 3.0, 1024MB di VRAMSpazio su HDD: 4 GB

– Storia profonda, più di quanto non sembri

– Dinamiche di gioco impegnative e soddisfacenti

– Regala piacevoli scorci dal punto di vista visivo

– Buon level design

– Longevità non proprio ai massimi livelli

8.0

Un platform che nasce da idee semplici, sviluppa un gameplay discretamente impegnativo, e propone un comparto narrativo più importante e profondo di quanto non si possa pensare in un primo momento: A Story About My Uncle, in sintesi, può ridursi a questi aspetti, che vanno a disegnare un quadro decisamente positivo. La produzione Gone North Games riesce a proporre un’ottima esperienza di gioco, che soffre però di una longevità forse troppo esigua. Nonostante questo difetto l’acquisto del titolo rimane consigliato, e non mancherà di soddisfare gli amanti dei buoni platform supportati da ambientazioni suggestive.

Voto Recensione di A Story About My Uncle - Recensione


8

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