Recensione

A Normal Lost Phone

Avatar

a cura di Francesco Ursino

Dove si trova il vostro cellulare in questo momento? Un rapido movimento degli occhi dovrebbe bastare a darvi una risposta rassicurante. Forse state leggendo questo articolo proprio da uno smartphone, seduti in autobus, in attesa della metropolitana, sul sedile posteriore di un’auto. È un po’ inquietante pensarlo, ma questo specifico oggetto contiene – forse più di ogni altro apparecchio – dettagli intimi della nostra vita che non vorremmo fare conoscere a nessuno. Eppure può capitare di smarrire il cellulare o, semplicemente, di buttarlo via. C’è però un problema: le persone possono dimenticare, ma gli smartphone in buona salute no, ed ecco che il ritrovamento accidentale di un apparecchio del genere può aprire una finestra sulla vita di un estraneo mai incontrato. È questa la situazione in cui ci mette A Normal Lost Phone, piccolo titolo sviluppato da Accidental Queens che ci permetterà di spiare la vita del proprietario di uno smartphone ritrovato per caso.

Do solo un’occhiataIn effetti il gioco dà l’opportunità di comportarsi onestamente: appena avviato l’eseguibile, infatti, ci siamo ritrovati davanti alla schermata di uno smartphone con sistema operativo simil-Android. Comportantoci come avremmo fatto con un qualsiasi cellulare nuovo, siamo andati subito nell’area delle impostazioni, e da lì abbiamo selezionato la voce per cancellare tutti i dati. Il gioco ci ha accontentato, regalandoci anche un achievement, e facendo terminare la partita all’istante. Comportandosi bene, come spesso succede, ci si diverte però davvero poco, ed ecco che nella seconda run abbiamo ovviamente iniziato a curiosare tra i messaggi e le app dello smartphone. Scopriamo quindi che il proprietario si chiama Sam, un ragazzo che appena dopo aver compiuto 18 anni ha deciso di rendersi irrintracciabile. I primi SMS che è possibile leggere, infatti, sono proprio del padre del protagonista, preoccupato della sua scomparsa. Da qui dovremo iniziare a scavare nella vita di Sam attraverso la lettura di numerosi testi, di messaggi di chat e forum, nonché tramite l’utilizzo di app, l’esplorazione delle foto della galleria e dei file audio delle varie playlist. In un titolo che si atteggia a metà tra l’avventura testuale e il puzzle game, la sfida più difficile è quella di riuscire a carpire i messaggi più importanti da una serie di testi molto lunghi, scritti peraltro in maniera sempre efficace  e – iniziamo a sottolinearlo già da ora – ben tradotti in italiano. Quali sono gli enigmi che saremo chiamati a risolvere nell’ora abbondante di gioco destinata a farci conoscere la storia di Sam? È presto detto: dopo aver letto un po’ di messaggi, ad esempio, scopriremo di aver bisogno di collegarci a internet, e l’unico modo per farlo è connettersi alle reti Wi-Fi rilevate dallo smartphone. Qui arriva il primo inghippo: qual è la password? Per scoprirlo dovremo immergerci nella lettura degli SMS, cercando appunto di carpire la conversazione giusta da seguire per arrivare alla risoluzione. Il meccanismo di quasi tutti gli enigmi, difatti, ricalca questo schema, con il giocatore chiamato a seguire conversazioni in grado di far luce sul prossimo gradino necessario a svelare il mistero narrativo. In quello che si configura come un racconto di formazione in grado di trattare temi abbastanza delicati, ci è piaciuta soprattutto la naturalezza con la quale si sono espressi i vari protagonisti. Certo, è necessaria un po’ di pazienza vista la mole di contenuti da leggere, ma se questo non vi spaventa A Normal Lost Phone potrebbe incuriosirvi non poco.

Domande indiscreteLa descrizione del gioco su Steam contiene una domanda che ci ha spiazzato, e che riportiamo di seguito: “ll gioco pone una semplice domanda: se continuate a pensare al gioco dopo averlo lasciato, avete davvero smesso di giocare?” Dobbiamo dire che ci siamo posti immediatamente la domanda e, volendo essere un po’ cattivi, dobbiamo dire che il caso specifico descritto non ci è capitato dopo aver concluso A Normal Lost Phone, sebbene capiamo bene perché questo possa invece succedere ad altri giocatori. Il titolo, infatti, si avventura in territori narrativi molto complessi, trattandoli sì con una certa delicatezza ma attraverso una struttura di gioco che, ingannando un po’ la mente, può riuscire a far immedesimare anche molto il giocatore. Destreggiarsi tra le pagine di quello che pare davvero essere un telefono può far perdere di vista il fatto che si sta parlando di un videogioco. Vero è che titoli anche di genere differente possono fare proprio questo effetto: a chi vi scrive, ad esempio, è capitato di ripensare alla storia di Actual Sunlight o di The Cat lady per intere giornate anche dopo aver terminato i due giochi in questione. Si tratta perciò di un parametro molto personale che, però, può essere presente, e questo senza dubbio è un pregio della produzione Accidental Queens. È giusto parlare, però, anche di qualche dettaglio più pratico: se siete interessati a questa tipologia di gioco, potreste pensare che sia molto simile ad un altro prodotto oggetto delle nostre attenzioni negli scorsi mesi, ovvero Replica. In effetti anche in quest’ultimo titolo avevamo per le mani un cellulare da “hackerare” in vari modi, ma l’impostazione narrativa era – se così si può dire – decisamente più “orwelliana”, misteriosa e un po’ più articolata, considerati i vari finali disponibili. A Normal Lost Phone compensa la rigidità della storia, però, con un calore narrativo che Replica non proponeva (e non doveva proporre, considerato il plot).

Che versione di Andorid è questa?Pare stucchevole parlare di analisi tecnica in un titolo del genere, che in effetti ritrae il display di un cellulare dove l’animazione più importante è il passaggio da una schermata statica all’altra. Certo, i disegni e lo stile dei personaggi ritratti nelle foto sono gradevoli, ma veramente non esiste un qualche altro punto di discussione. Scegliamo di scrivere un paragrafo di analisi “tecnica” all’interno di questa recensione, però, per esprimere una nota di merito per la traduzione totale dei testi in italiano. Un titolo indipendente, nato peraltro come progetto gratuito e sperimentale, offre a € 3 una storia sì breve e non rigiocabile, ma totalmente fruibile da tutti i giocatori, e tutto ciò è un bene se si considerano le varie sfumature della narrazione nascoste tra i messaggi contenuti dal cellulare.

HARDWARE

Requisiti minimi:Sistema operativo: Windows 7+Memoria: 4 GB di RAMMemoria: 250 MB di spazio disponibile

Requisiti consigliati:Sistema operativo: Windows 7+Memoria: 4 GB di RAMMemoria: 250 MB di spazio disponibile

– Una storia che tratta temi delicati

– Localizzazione italiana completa e ben realizzata

– Mole non indifferente di testi da leggere e ricordare

– Esperienza tutto sommato breve e non rigiocabile

6.5

A Normal Lost Phone è un gioco che cerca di trattare temi importanti e scomodi con una certa dose di delicatezza, e con una narrativa che si innesta in un gameplay al limite tra puzzle game e avventura testuale. Girovagare per le schermate del cellulare del protagonista, utilizzare app e SMS per scoprirne i segreti svelerà una storia spiazzante, e darà anche del discreto filo da torcere. Tutto questo assume ancora più valore se si considera l’ottima traduzione in italiano. Attenzione, però: per avere ragione del titolo Accidental Queens dovrete leggere molti testi, ricordarvi di riferimenti, nomi e situazioni, e in generale prepararvi ad un’avventura tutto sommato corta e quasi per nulla rigiocabile. Se questi difetti non vi spaventano, il cellulare di Sam è lì che vi aspetta.

Voto Recensione di A Normal Lost Phone - Recensione


6.5

Leggi altri articoli