3D Gunstar Heroes
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a cura di Gianluca Arena
Senior Editor
Ogni volta che mi trovo a recensire uno dei classici della serie 3D, con la quale Sega ripropone al pubblico odierno alcuni dei suoi titoli storici, mi trovo costretto a mettere da parte il teenager che si consumava i polpastrelli tra la console a casa e la sala giochi per favorire l’integerrimo redattore, che analizza un gioco come qualunque altro.Ma 3D Gunstar Heroes non è un gioco come qualunque altro, come chiunque ci abbia speso almeno un pomeriggio potrebbe testimoniare.E questa versione stereoscopica, come la gran parte di quelle che l’hanno preceduta, gli rende pienamente giustizia.
Proiettili ovunqueIl 1993 sarà probabilmente ricordato per la divisione dell’ex Cecoslovacchia in due paesi distinti, o l’ascesa di Bill Clinton alla Casa Bianca, ma, tra gli avvenimenti degni di nota, dovrebbe avere un posto anche l’uscita di Guardian Heroes, run and gun shooter sviluppato da quei geniacci di Treasure (Ikaruga e Radiant Silvergun anyone?) e pubblicato da una Sega ancora in stato di grazia, nel periodo di maturità del suo MegaDrive.Il gioco, che pure non proponeva dinamiche particolarmente innovative, riscosse un successo straordinario, generando l’invidia degli allora possessori di Super Nintendo e giungendo su macchine della grande N solo parecchi anni dopo, prima nel 2009, su Virtual Console per Wii, e finalmente adesso, all’interno della collana di classici con cui Sega sta graziando 3DS.Come per tutti i giochi fin qui rilasciati, la cura per il dettaglio rasenta la maniacalità e il lavoro di conversione del gioco è eccellente, così da permettere tanto ai neofiti quanto alle vecchie volpi di apprezzare uno degli sparatutto più adrenalinici e giocabili degli ultimi vent’anni abbondanti.L’abbozzo di trama vede quattro fratelli come protagonisti: Blue e Red sono quelli inizialmente controllabili, decisi a liberare gli altri due, Green e Yellow (quest’ultima è una donzella) dalle grinfie di un misterioso antagonista, che schiera, dalla sua, un esercito di droni, robot e mech pronti a fare la pelle ai nostri due intrepidi.Se, a livello di plot, siamo in territorio banalità, a livello di giocabilità c’è davvero di che gioire.
L’orologio si è fermatoSebbene siano passati oltre ventidue anni, bastano quindici minuti in compagnia di 3D Gunstar Heroes per accorgersi di come il pregio più grande della produzione Treasure è di aver fermato il tempo: sarà perché il genere si è seduto sugli allori, senza fare sostanziali passi avanti, sarà la solita nostalgia canaglia, ma giocarci regala ancora scariche di adrenalina incredibili.Il concept riprende giochi come Metal Slug o Contra, ma è la realizzazione a fare la differenza: qui è possibile scegliere tra quattro tipi di spari diversi (menzione particolare per quello a ricerca, ovviamente), scegliere se poter sparare mentre ci si muove o meno, con la possibilità però di indirizzare meglio lo sparo rimanendo sul posto, e perfino comporre il proprio percorso personalizzato una volta completato il breve prologo, come fossimo in un Mega Man qualunque.Una volta sul campo di battaglia, poi, la varietà e la frenesia la fanno da padrone: si passa con grande disinvoltura da un livello a scorrimento ad uno in cui dovrete barcamenarvi tra i nemici mentre scendete da una piramide, per non parlare delle sparatorie ad alta quota, sulle ali di un aereo, o dello stage a mo’ di gioco dell’oca, che che spezza efficacemente il ritmo dell’azione.E poi le boss fight: una più inventiva dell’altra, mediamente molto impegnative, queste sfide vi vedranno affrontare i nemici più improbabili, da baobab che sputano semi esplosivi a robot rosa che sembrano delle gru sotto steroidi.Se a tutto questo si aggiunge la possibilità di affrontare i nemici che si avvicinano troppo con delle rudimentali tecniche di combattimento corpo a corpo, quella di appendersi a pareti e piattaforme e quella di unire le caratteristiche di due armi, creando così lo strumento di morte preferito, appare evidente come ci si trovi davanti, nonostante gli anni sul groppone, ad un action game con i fiocchi.
Gran lavoroM2 non si smentisce, e dopo gli ottimi risultati raggiunti con molti dei titoli precedenti, sforna un’altra versione da applausi: le aggiunte più significative al gioco sono due modalità extra, ovvero quella Gunslinger, che permette di sbloccare da subito tutti e quattro i diversi tipi di arma, così da sbizzarrirsi sin dai primissimi istanti con le numerose combinazioni possibili, e quella Mega Life, che raddoppia l’energia vitale del nostro alter ego.Soprattutto quest’ultima, in accoppiata con la possibilità di effettuare un save state in ogni momento, ammorbidisce notevolmente la difficoltà media del titolo, di per sé piuttosto elevata, e apre le porte di questo classico anche a tante giovani leve, che magari nel ’93 non erano nemmeno nate.A livello tecnico, oltre alla possibilità di visualizzare il gioco come apparirebbe su un tubo catodico, con un effetto distorsivo che oggi gli occhi fanno fatica ad accettare, ci sono due colonne sonore tra cui scegliere, la versione internazionale e quella giapponese del gioco, comandi completamente personalizzabili e addirittura un duplice effetto tridimensionale, che arricchisce l’esperienza di gioco e stupisce anche i meno affezionati a questa (sottosfruttata) feature di Nintendo 3DS.
– Lo stesso, magnetico gameplay di ventidue anni fa
– Effetto tridimensionale
– Due modalità inedite e ben inserite
– Costa come un kebab ben farcito
– L’effetto tubo catodico serve a poco
9.0
Con un altro lavoro certosino, M2 regala l’ennesima perla del passato a tutti i possessori di Nintendo 3DS, permettendo anche a quanti abbiano iniziato da poco a videogiocare di confrontarsi con uno degli sparatutto bidimensionali più influenti degli anni ’90.
Il rapporto tra il costo e la qualità di 3D Gunstar Heroes è clamorosamente sbilanciato a vantaggio di quest’ultima, e sareste dei pazzi a lasciarvelo scappare, indipendentemente dal vostro anno di nascita e dai sentimenti che provate verso titoli simili.
Voto Recensione di 3D Gunstar Heroes - Recensione
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