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PS5 vs Xbox Project Scarlett, il primo round

Dopo la presentazione all'E3 2019 di Project Scarlett, possiamo farci un'idea di come sarà la sfida next-gen

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a cura di Paolo Sirio

Informazioni sul prodotto

Immagine di PlayStation 5 (console)
PlayStation 5 (console)
  • Sviluppatore: Sony
  • Produttore: Sony
  • Distributore: Sony
  • Data di uscita: 19 novembre 2020

Il 2020 sarà l’anno delle console di nuova generazione, e sapevamo che l’E3 2019 sarebbe stato un passaggio importante nel percorso di avvicinamento che ci porterà all’uscita di PS5 e Project Scarlett. Sony ha adoperato un mezzo abbastanza inusuale per svelare al mondo di stare lavorando alla sua prossima console, ovvero l’ormai stracitata intervista di Mark Cerny, lead system architect, concessa a Wired una manciata di mesi fa, mentre Microsoft si è attenuta al copione impostato con Xbox One X e ha mostrato una breve clip a Los Angeles con nome in codice, specifiche abbastanza generiche, filosofia e una finestra di lancio.

Adesso che il lavoro, nostro e dei protagonisti, all’E3 è terminato, possiamo concentrarci sulle proposte dei due platform owner, cercando di capirne i punti di contatto e le differenze, con i primi che man mano che andiamo avanti in quella che con un termine desueto potremmo definire ‘console war’ diventano sempre di più e le seconde che si assottigliano fino a sparire. Il primo round, come lo abbiamo chiamato, è un modo per tirare le somme su quanto ci è stato detto finora in attesa di un reveal completo, che dovrebbe arrivare tra la fine di quest’anno e la prima metà del prossimo.

PlayStation 5, cosa sappiamo finora

PS5 è stata la prima a gettare la maschera, sebbene sia stata nominata sin qui soltanto come “PlayStation next-gen” e non abbia ancora un nome ufficiale – non ci aspettiamo sorprese in tal senso, sia chiaro. L’intervista di Cerny ha svelato qualche particolare in merito a come Sony abbia intenzione di portare avanti la strategia di successo percorsa con PlayStation 4, arricchendola di alcune componenti che, nella concorrenza, si sono rivelate molto apprezzate presso il pubblico dei gamer.

Tecnicamente, parliamo di una console che sarà mossa da una CPU Zen 2 da 7nm, con 8 core, e una GPU Radeon sempre da 7nm basata sulla tecnologia Navi. In entrambi i casi non ci è stato detto a quali velocità di clock gireranno, e neanche il numerino cui ci siamo ormai affezionato dei teraflop: sono aspetti che, come per Microsoft, potranno essere definiti in seguito, in modo da farsi trovare pronti nel momento in cui il competitor dovesse decidere di alzare improvvisamente l’asticella.

Sappiamo che la console sfrutterà questa potenza di calcolo per implementare il ray tracing, una tecnica usata nel mondo della computer grafica per simulare il comportamento fisico della luce e la sua interazione con gli oggetti in un’ambientazione, in virtù della quale il colore dei pixel viene definito “tracciandone” il percorso come se dovesse partire realmente dal nostro occhio alla scena tridimensionale: la conseguenza diretta è una resa molto più dinamica e realistica dell’illuminazione. Grazie soprattutto agli sforzi di Nvidia, tale tecnica ha già messo piede nel mondo del PC gaming con risultati che, sulle schede grafiche compatibili e su pannelli abbastanza performanti, hanno dato un’idea dell’impatto di questa soluzione sul futuro del gaming.

Fino a quando non scopriremo le specifiche nel dettaglio, comunque, non sapremo se per PlayStation 5 si starà parlando di una RTX accelerato dall’hardware in tempo reale oppure emulato via software, qualcosa che Sony ha dimostrato di saper fare con la tecnica del checkerboard rendering quando c’è stato da simulare il 4K su una piattaforma come PS4 Pro non abbastanza potente da reggerne l’urto. Per ora, di questo particolare aspetto non è stata fatta menzione.

Si è parlato di un supporto all’output 8K, ma chiaramente non ci aspettiamo né dalla nuova PlayStation né da Project Scarlett che sfornino giochi a questa risoluzione; immaginiamo si tratterà di un supporto per i prodotti d’intrattenimento, com’è stato per il 4K su Xbox One S, e non possiamo dire che la cosa ci dispiaccia. L’8K sarà un po’ il sogno proibito della prossima generazione, similmente al ruolo che ha avuto il 4K per buona parte di quella che volge al termine, con i primi televisori che cominceranno a battere sulla tecnologia in arrivo nel prossimo paio di anni e presumibilmente qualche soluzione mid-gen che proverà ad approcciarcisi come hanno fatto Xbox One X e PS4 Pro.

Il punto su cui ha battuto maggiormente Cerny durante la sua intervista è stato l’ingresso in campo dell’SSD, un disco a stato solido con cui i giocatori e più in generale quanti lavorano su PC hanno già una grande familiarità. Per ora mancano delle specifiche ma ci è stato spiegato che l’ampiezza di banda sarà superiore a quella vista su qualunque altro disco a stato solido su PC, e che il raffinamento dei meccanismi di input e output avranno un ruolo fondamentale; questo ribadisce l’ambizione della casa giapponese di dettare legge in campo tecnologico, com’è stato ai tempi dei suoi primi exploit nel gaming, e non accontentarsi soltanto di rimanere al palo attendendo le ultime novità dal PC per poi adattarle in un ambiente living room.

spider-man vendite in giappone

In una demo di Marvel’s Spider-Man fatta girare appositamente su una versione “low speed” del dev kit di PS5, è stato fatto vedere come grazie a questa soluzione i tempi per un viaggio rapido nel titolo di Insomniac Games siano passati da 15 a 0.8 secondi. In questa gen abbiamo visto il proliferare degli open world grazie all’aumento delle disponibilità di memoria RAM nelle mani degli sviluppatori, che hanno potuto creare mondi grandissimi e parecchio immersivi, ma questo incremento non è andato di pari passo con la velocità di accesso; questo ha comportato tempi di caricamento lunghissimi specie al primo avvio. Con l’SSD nelle mani degli sviluppatori, e installato di base sulle console, questa problematica verrà aggirata e siamo curiosi di vedere se ci saranno delle novità anche in termini di game design ispirate dalla maggiore rapidità.

Un elemento di forte discontinuità rispetto a PS4 sarà rappresentato dall’introduzione della retrocompatibilità. Sony ha chiarito che questa avrà un ruolo centrale nella sua strategia per la prossima generazione, dal momento che intende usarla soprattutto nella fase iniziale del ciclo vitale per non disperdere la grande libreria software a disposizione (peraltro ancora in costruzione) e non separare quanti rimarranno nella futura old gen dagli amici che vorranno giocare a fare gli early adopter di turno.

Si tratta di una grossa retromarcia a confronto con le dichiarazioni precedenti, e una di quelle che ci fa piacere sentire, sebbene non sia stato chiarito con quali piattaforme PlayStation 5 sarà compatibile: la gen attuale possiamo darla per scontata, visto che le architetture saranno assai simili, mentre per PS1, PS2 e PS3 il discorso è assai articolato e bisognerà capire la volontà del gigante di Tokyo, se avrà l’ardire di investire pesantemente su un lavoro di adattamento dei prodotti già disponibili o ci dirotterà ancora una volta su PlayStation Now (e in quel caso, se vorrà implementare tariffe più favorevoli agli enthusiast delle passate generazioni).

A proposito di streaming, Cerny ha tenuto a precisare il ruolo di pioniere di Sony nel mondo del cloud gaming, a ragione, sebbene ad oggi non siano chiari i programmi per questo specifico ramo; dall’intervista ad oggi sono cambiate un po’ di cose, dal momento che è stato siglato un accordo tra il platform owner nipponico e Microsoft per l’uso di Azure (e in seguito di una piattaforma sviluppata a quattro mani), per cui ci aspettiamo un’accelerata – che arrivi prima del lancio di PS5 o in corsa – sotto questo fronte a mo’ di risposta non solo a Project xCloud ma soprattutto a Google Stadia.

Sulla realtà virtuale, un aspetto distintivo della console in questa gen, Sony ha spiegato diverse volte di non avere in mente il lancio di un PlayStation VR 2 contestualmente alla nuova console, specie per evitare di generare confusione negli utenti e costringerli ad acquistare hardware per migliaia di euro al pronti via. Ci sentiamo di appoggiare questa posizione non tanto per l’aspetto economico quanto per quello tecnico: l’attuale PlayStation VR ha parecchie cose da poter migliorare, e che speriamo vengano effettivamente migliorate nella sua prossima iterazione (cablaggio, risoluzione, motion sickness), ma allo stato corrente ha bisogno più di ogni altra cosa di una piattaforma maggiormente performante a sostenerlo. Già nel passaggio da PS4 a PS4 Pro abbiamo visto uno stacco di non poco conto, per cui con alla base una console next-gen ci aspettiamo un altro piccolo grande salto.

Infine, una considerazione sul pricing: Sony ha vinto la generazione, per usare questa espressione comune, facendo leva soprattutto sui reveal delle esclusive a lungo termine e sul prezzo di lancio, piazzato a cento euro in meno rispetto alla rivale diretta. Per ora si è parlato soltanto di una scelta che farà piacere ai giocatori in relazione con le tecnologie adottate, una puntualizzazione che la farebbe sembrare disposta a rinunciare al vantaggio sotto il profilo economico forte della propria posizione di vantaggio stabilita nel ciclo corrente, e ad accettare di confrontarsi su un terreno comune con specifiche di altissimo livello; per questo il pensiero di uscire a 499,99 euro è tutt’altro che da scartare.

Project Scarlett, cosa sappiamo finora

Sebbene Project Scarlett si sia già esibita in un video, non abbiamo troppe informazioni in più rispetto a PS5; la strategia comunicativa scelta per l’E3 2019 è stata la stessa del primo reveal di Project Scorpio, nonostante in quel caso Microsoft abbia spinto molto sulle specifiche precise della macchina dal momento che 1) Sony aveva già lanciato PS4 Pro, 2) aveva bisogno di riaffermare la propria superiorità tecnologica dopo i passi falsi in quella direzione di Xbox One.

Per quello che ci è stato detto, il colosso di Redmond punterà su una CPU Zen 2 e su una GPU Radeon Navi, tutta farina del sacco di AMD come per la concorrenza e come per le console della generazione che volge al termine; metterà a disposizione dei giocatori una memoria GDDR6 e, cosa che è stata già precisata mentre Sony non ha toccato questo tasto, al di là del supporto al futuribile 8K potrà contare su un frame rate fino a 120fps qualora gli sviluppatori volessero implementarlo.

Chiaramente anche in questo caso, al pari o quasi dell’8K, il claim dei 120 fotogrammi al secondo va fatto rientrare nell’alveo delle possibilità, qualcosa, lo ha già specificato l’EVP Phil Spencer, che i team di sviluppo di ciascun gioco potranno decidere in maniera indipendente nella gestione delle risorse a loro disposizione, similmente a quanto avviene oggi quando si parla di 4K, 1080p, 1440p, 1800p, risoluzioni variabili e via discorrendo. Il supporto sarà in campo pure per il refresh rate variabile.

In aggiunta, un tasto su cui ha battuto la casa americana è stato quello del ray tracing, con una specificazione rispetto a quanto spiegato in precedenza da Sony: la tecnologia sarà accelerata dall’hardware in tempo reale, chiarimento che toglie ogni dubbio invece rimasto per PS5 circa l’uso di una tecnica di emulazione software, e forse un’indicazione circa la potenza della macchina.

Project Scarlett è progettata per essere quattro volte più potente di Xbox One X, sebbene sia stato già chiarito che non si parla di teraflop ma dell’insieme dei teraflop, delle novità tecnologiche introdotte e delle ottimizzazioni compiute dall’uscita dell’ultima piattaforma ad oggi. Un’affermazione abbastanza fumosa che aspettiamo di verificare sul campo, pad alla mano come sempre.

La console disporrà di un lettore ottico, nonostante l’uscita recentissima di un modello di Xbox One S che ne faceva a meno e la spinta su Xbox Game Pass (e Project xCloud) potesse far pensare il contrario, e si sforzerà di trovare un equilibrio maggiore tra CPU e GPU a confronto con le passate generazioni, che hanno tradizionalmente visto nel processore un collo di bottiglia.

L’SSD è stato tirato in ballo allo stesso modo, sebbene il team Xbox abbia rivelato l’intenzione di utilizzarlo pure in veste di memoria virtuale; ciò vuol dire che una porzione dello spazio sul disco verrà adoperata per aggiungersi alla RAM presente nel sistema, forse per gestire il sistema operativo o una parte di esso per scaricare dalla memoria reale questo compito, lasciandola occuparsi esclusivamente del lato gaming.

L’implementazione di un SSD permetterà alla console di avere aumenti di performance di 40 volte rispetto al modello attuale, e ciò vuol dire come per PS5 tempi di ingresso nei giochi notevolmente ridotti (nel video di presentazione è stato fatto un riferimento ai “finti ascensori” che veniamo spesso invitati a prendere mentre il mondo del gioco si carica intorno a noi, e che spariranno molto presto).

Se sulla realtà virtuale l’interesse di Xbox è sempre stato molto tiepido, al di là dell’apertura ai tempi di Scorpio, sul campo dello streaming i passi fatti sono stati assai rapidi e decisi: Project xCloud lancerà una “preview” pubblica ad ottobre e consentirà non solo di abbracciare il cloud gaming con una formula ancora da chiarire (prevedibile un abbonamento da collegare a Xbox Game Pass), ma anche di aggirare spese aggiuntive adoperando la propria Xbox One come datacenter; siamo oltre il semplice remote play dal momento che questo streaming funzionerebbe pure fuori dalle mura domestiche.

In materia di prezzo, non sono state fatte trapelare grosse informazioni ma a Redmond sono piuttosto familiari con la tag dei 499,99 euro, testata con insuccesso con la One del 2013 abbinata con Kinect e con soddisfazioni sicuramente maggiori su Xbox One X; l’idea è dunque che il pubblico sia disposto a spendere quella cifra a patto di avere delle prestazioni che siano all’altezza dell’esborso richiesto, e che non ci sia in giro una PlayStation che al pronti via costi cento euro in meno, ovviamente. Una decisione diversa ci sorprenderebbe moltissimo e sarebbe indice di una volontà fortissima dell’azienda di partire nel miglior modo possibile, pure a costo di vendere in notevole perdita.

Infine, la retrocompatibilità farà il suo ritorno ma alzerà ulteriormente l’asticella: Microsoft ha promesso contenuti per quattro generazioni di Xbox fruibili fin dal day one della nuova piattaforma, e questo potevamo darlo per scontato visto il lavoro portato avanti negli ultimi anni che dà un vantaggio strategico su PlayStation, e stavolta anche gli accessori acquistati per Xbox One potranno essere utilizzati sulla nuova macchina. Un programma in stile Xbox One X Enhanced, che proponga cioè miglioramenti per i giochi fatti girare su Scarlett e non soltanto un’emulazione, è stato suggerito come in dirittura d’arrivo.

La guerra dei rumor

Fin dalla conferenza Xbox si sono levate due voci che suggerivano come PlayStation 5 sarebbe stata più potente rispetto a Project Scarlett. La prima, addirittura durante lo show, è di Andrew Reiner, non il primo che passa ma l’executive editor di Game Informer, storica rivista americana. Reiner afferma di aver ricevuto questa informazione da uno sviluppatore, dunque staremmo parlando di dev kit evidentemente e non delle unità retail in arrivo il prossimo anno.

Un altro rumor dello stesso tenore è arrivato da Colin Moriatry durante il fine settimana: l’ex IGN US ora conduce un podcast a tema PlayStation e ha dichiarato di aver sentito da ambienti di sviluppo che i kit sarebbero “senza dubbio” più potenti per PS5 rispetto alla nuova piattaforma di Microsoft. I kit di entrambe le parti sarebbero già stati consegnati a diversi team che si sarebbero pronunciati così.

Le voci di corridoio vanno prese per quelle che sono, naturalmente, ma se venissero confermate vedrebbero Sony alzare nuovamente il proprio indice di qualità dopo che, per anticipare di un anno l’uscita del competitor, si ritrovò a lanciare una PS4 Pro non in grado di far girare titoli con 4K nativo se non in rari casi. Un investimento tecnologico che, sia per la rinnovata partnership con AMD, sia per la liquidità garantita dal successo di PlayStation 4 in questa generazione, sarebbe attualmente nelle corde del produttore giapponese.

Un dev kit di PS4 Pro.

C’è qualcosa che non ci convince moltissimo, specie per i riferimenti alquanto vaghi al ray tracing di cui abbiamo parlato in alto, ma per ora il chiacchiericcio dice questo: la console di Sony disporrebbe di dev kit capaci di sprigionare 13 teraflop di potenza bruta, dai quali potremmo realisticamente spuntare un teraflop o giù di lì per avere le reali proporzioni di cosa aspettarci dalla console finale.

Su Xbox One X, ad esempio, i kit di sviluppo potevano contare (oltre a 24GB di RAM rispetto agli 8 finali) su 6.6 teraflop di potenza complessiva, mentre l’unità arrivata nei negozi si è assestata sui 6 teraflop; ci sembra un buon parametro per immaginare come potranno essere PS5 e Project Scarlett una volta giunte sugli scaffali, anche se, tenendo conto delle precedenti indiscrezioni che parlavano di una Scarlett da 12 teraflop, la spuntatina potrebbe essere inferiore nel caso in cui la macchina di Sony fosse davvero più potente.

Se lato PlayStation le indiscrezioni finiscono qui, abbiamo visto un fermento maggiore per quanto riguarda Project Scarlett, sebbene quanto stiamo per riportare vada in contrasto con le indicazioni che la vorrebbero meno performante. Un tweet comparso in rete e condiviso da Tom Warren di The Verge, sempre molto bene informato sulle faccende di Microsoft, sembra infatti suggerire che il kit di sviluppo abbia 14.336 teraflop spalmati sugli 80CU della GPU Arcturus contro i 13 di PS5.

La CPU disporrebbe di 12 core da 3.4GHz, contro gli 8 core annunciati per PlayStation 5, mentre sarebbero stati inclusi 28GB di RAM GDDR6 (4GB per il sistema operativo) con un’ampiezza di banda di 672GB/s. Inoltre, quanto allo storage, ci sarebbero 500GB su SSD NVMe (6GB/s di cache) affiancati da un HDD da 1TB; soluzione ibrida che non sappiamo se verrà proposta anche nella console finale o meno – tendiamo a credere alla prima pista, forse con una capienza maggiore. Infine, oltre al classico “ingrediente segreto” ci sarebbe un’implementazione di qualche genere dell’intelligenza artificiale di Microsoft.

Il modello meno performante dei due che si credevano previsti, nome in codice Lockhart, sarebbe stato inoltre cancellato, dal momento che non lo si è visto all’E3 2019 e Spencer & co abbiano insistito per parlare soltanto della versione esibita alla conferenza Xbox; immaginavamo che ci potesse essere un reveal all’E3 del prossimo anno, con uno slittamento deciso soltanto per evitare di generare confusione, ma l’ultima voce afferma che si sia scelto di puntare esclusivamente sul rendere la console principale quanto più performante e d’appeal possibile.

Se non fosse ancora chiaro, precisiamo ancora una volta che si parla di unità consegnate agli sviluppatori in modo che possano lavorare ai loro titoli, che siano per il lancio, per la finestra di lancio o per gli anni a venire, e che le specifiche saranno inferiori per le console che arriveranno a casa nostra; ancora, sono soltanto rumor che potrebbero non trovare corrispondenza con la realtà, da un lato come dall’altro.

Le sole dichiarazioni ufficiali in materia di confronto e competizione sono arrivate da Phil Spencer, che all’E3 ha spiegato che “penso la potenza bruta sia molto importante… non ho kit di sviluppo per PS5, quindi non so cosa stiano sviluppando [ma] non stiamo sviluppando questo programma per puntare al secondo posto. Lo stiamo sviluppando per puntare al primo posto e questo è ciò che voglio ottenere”. Non esattamente le parole di qualcuno che si sia risparmiato sulle specifiche.

Al termine di questo primo round, dunque, possiamo dire di aver illustrato i piani di Sony e Microsoft per le loro console di prossima generazione, per certi aspetti diversi e per altri molto simili, com’è del resto capitato con Xbox One e PS4. Il confronto si sta verificando a debita distanza per il momento e bisognerà aspettare ancora qualche mese (al più tardi, all’E3 2020) per vedere un’esibizione muscolare da entrambe le parti, che ci dirà oltre che sulle specifiche anche sul prezzo che ci sarà richiesto per potercele permettere. Siamo, insomma, soltanto all’inizio di una lunga corsa.

Voto Recensione di PlayStation 5 (console) - Recensione


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Al termine di questo primo round, dunque, possiamo dire di aver illustrato i piani di Sony e Microsoft per le loro console di prossima generazione, per certi aspetti diversi e per altri molto simili, com'è del resto capitato con Xbox One e PS4. Il confronto si sta verificando a debita distanza per il momento e bisognerà aspettare ancora qualche mese (al più tardi, all'E3 2020) per vedere un'esibizione muscolare da entrambe le parti, che ci dirà oltre che sulle specifiche anche sul prezzo che ci sarà richiesto per potercele permettere. Siamo, insomma, soltanto all'inizio di una lunga corsa.
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