PlayStation 5 ha già le sue pagine su Amazon Italia: trovate a questo indirizzo i futuri pre-order per l’edizione standard, mentre qui potete vedere la Digital Edition.
PS5 è di nuovo prepotente con un look bianco e futuristico - Speciale
PlayStation si lascia alle spalle quel nero che sapeva di rispettoso mimetismo in favore di un bianco che grida sì, sono la nuova PS5, e questa è casa mia
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a cura di Paolo Sirio
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Sony
- Produttore: Sony
- Distributore: Sony
- Data di uscita: 19 novembre 2020 - 7 novembre 2024 (Pro)
Il primo appuntamento con la next-gen di PlayStation è andato ed è probabilmente stato al di sopra delle aspettative: ci si attendevano solo giochi, e tanti giochi in effetti ci sono stati, ma non era del tutto previsto che ci sarebbe stato mostrato anche l’aspetto, finalmente, di PS5.
Come accade sempre in questi casi, la rete si è scatenata tra commenti e meme, in un mondo in cui al giorno d’oggi non puoi fare un passo senza suscitare ilarità più o meno benevola tra gli osservatori – lo stesso successe con Xbox Series X e la sua forma a frigorifero.
Al di là dei sani sfottò bipartisan, è il caso di dare uno sguardo a come funzionerà questa console sul piano pratico, dal momento che in tanti ci hanno posto domande di natura squisitamente tecnica sul design, dal sempreverde “posso tenerla in orizzontale?” fino ai dilemmi di nuova generazione come “l’edizione Digital sarà meno potente?”.
Sony ha tenuto il proprio showcase sul più semplice e immediato possibile, lo stesso Jim Ryan – presidente e CEO di SIE – ha precisato all’inizio della presentazione che avrebbe speso soltanto alcune parole prima di lasciare lo spazio ai veri protagonisti della serata, eppure alcuni interrogativi sono rimasti e noi siamo qui per scioglierli insieme a voi, oltre a fornirvi qualche commento sulla riuscita o meno degli sforzi dei progettisti del gigante giapponese di portare nelle nostre case un prodotto dall’estetica intrigante.
Il futuro del gioco
Prima di approfondire gli aspetti legati al look della console, spendiamo due parole sull’evento digitale tenuto da PlayStation nella serata dell’11 giugno.
Quello che ci è stato mostrato finora è stato la prima vera esibizione della next-gen, preparato a dovere dalla comunicazione di Sony che ha alzato in tutti i modi possibili le aspettative dei fan per far sì che la pensassero come ad un E3, contrariamente a quanto abbiamo visto nei mesi passati dalla concorrenza che, nel tentativo (riuscito) di condurre una conversazione molto trasparente coi giocatori, si è dilungata parecchio in chiacchiere e deve ancora trovare la chiave di volta per passare dalle parole ai fatti.
L’impressione destata ieri con PS5 è stato che le danze non iniziano davvero se Sony non è scesa ancora nella pista da ballo, e adesso che la compagnia nipponica ha finalmente rotto gli indugi è molto probabile che tutte le altre concorrenti comincino ad alzare il tiro per provare ad essere alla sua altezza. De facto, la prossima generazione del gaming è iniziata soltanto adesso, e fa riflettere che Microsoft abbia presentato la sua nuova console, contando teaser e reveal completo, tra giugno e dicembre dello scorso anno senza riuscire a destare questa sensazione.
All’atto pratico, però, sarebbe semplicemente sbagliato fare un confronto tra questo evento e quello del 7 maggio di Xbox Series X, perché le strategie per queste presentazioni digitali sono del tutto invertite: Sony ha tenuto ora il suo showcase più importante, scegliendo di dare subito fuoco alle polveri con i botti più grossi (sebbene qualcosa sembrerebbe essere rimasto fuori), mentre ne terrà un altro più piccolo nei prossimi mesi – si parla di uno State of Play fissato già ad agosto; Microsoft invece terrà il suo appuntamento più importante a luglio, dove mostrerà i first-party e titoli tripla-A dai partner, avendo optato per un approccio alquanto blando lo scorso mese, presumibilmente anche per aspettare e vedere la mossa del concorrente, e avere il tempo giusto per replicare a dovere.
Nel concreto, sono stati esibiti tanti titoli e di elevato livello, alcuni meno attesi come Gran Turismo 7, un’ennesima versione di GTA V, il ritorno di Sackboy e Astro Bot in una forma tutta nuova e Ratchet & Clank Rift Apart, altri ampiamente pronosticati ma non per questo meno desiderati come Horizon Forbidden West e il rifacimento di Demon’s Souls a cura di Bluepoint Games.
Sono state annunciate partnership strategiche per la prima volta con Bethesda su Deathloop e GhostWire Tokyo (quest’ultimo parso alquanto in affanno tecnicamente e persino più bizzarro del previsto), che nel frattempo sono diventate esclusive console a tempo, e con Square Enix per un nuovo action RPG dai creatori di Final Fantasy XV; ed è stato preso qualche, pur lieve, inciampo, come quello che Spider-Man Miles Morales che non è affatto il Marvel’s Spider-Man 2 che ci si aspettava ma “soltanto” un remaster con espansione e nuovo protagonista dell’originale uscito nel 2018 – come pro, almeno, sarà disponibile al lancio della console di fine anno. Aggiornamento: anzi, no.
Le novità messe sul piatto sono insomma effettivamente all’altezza di un E3 di buon livello, e se consideriamo che tra un paio di mesi potrebbe arrivare un’altra portata è evidente come la tavola imbandita da PlayStation sia oltremodo ricca per convincere i suoi appassionati a fare il salto e farlo fin da subito a PS5.
Quello che è ormai un vezzo del platform owner asiatico è tornato a farsi vedere in questo primo assaggio di next-gen: le date o almeno le finestre di lancio proposte durante l’evento sono state pochissime, segno che la strategia in questo senso non differirà troppo da quella (che, d’altra parte, ha garantito il successo) di PS4, ovvero un all-in completo con tutta la carne messa a cuocere dietro le quinte e poi uscite scaglionate nel corso degli anni.
Una nota positiva è che quanto visto l’11 giugno, a detta della compagnia, sarà disponibile comunque al lancio o a ridotto del lancio della console, per cui non dovremmo andare oltre la fine del 2021 per mettere le mani su tutto quello che è stato esibito.
Serviva rompere col passato?
La domanda è un po’ la stessa che ci siamo posti alla presentazione del DualSense: ma serviva davvero rompere col passato, creando il design di PS5, dopo la generazione stravinta di PlayStation 4? Sony si è scottata parecchio in passato e, memore di certe esperienze oltre che desiderosa di arrivare molto aggressiva sul mercato, ha optato per questo approccio dirompente per ragioni molto specifiche e ben ponderate.
Una premessa: per quanto ci riguarda, queste sono chiacchiere o quasi da bar per una ragione molto semplice – quando acquistiamo una console passiamo giusto qualche minuto a guardarla, dopodiché la riponiamo dove sia più comodo per noi e dove stia più comoda lei (prevalentemente per ragioni di areazione), e tendiamo a dimenticarne il volto praticamente del tutto. È giusto commentare e avere opinioni sull’argomento, ci mancherebbe, ma il nostro punto di vista è che essere eccessivamente critici o entusiasti su un argomento dalla così scarsa praticità non abbia molto senso.
L’unico appunto che possiamo muovere con questa filosofia bene in mente è che quando tendi a dimenticarti dell’esistenza di una console – intesa come “scatola” fisica e non come centro dell’intrattenimento – i designer e gli ingegneri che l’hanno realizzata hanno fatto bene il loro lavoro. PS4 Pro la dimentichi per quanto è asciutta ma non per quanto rumore fa, ad esempio, e questo ci dice che il look da solo non è neppure sufficiente perché ci si scordi completamente dell’ingombro di un hardware.
Le ragioni della rottura sono molto più pragmatiche di quanto si possa immaginare: Sony ha sbandierato la volontà di accelerare la transizione da PS4 a PS5 ed evitare uno scenario in cui, come accaduto con PlayStation 4 per via dell’elevata base installata del modello precedente, possano volerci anni ed anni prima che la nuova console abbia una platea meritevole.
Tenendo presente che PS3 ha richiesto un rebrand e una ricostruzione dalle fondamenta della creazione dei videogiochi first-party, un autentico reset nella seconda metà del suo ciclo vitale per uscire dall’ombra di PlayStation 2, è comprensibile che si sia provato di tutto per evitare che PS5 vivesse una situazione simile, e si ripetesse la maledizione dell’alternanza di un ciclo vincente e uno perdente che ha finora affetto sia Tokyo che Redmond. Per questo motivo, l’azienda giapponese sta tentando espedienti visivi e verbali molto forti per portare dalla sua gli utenti, che siano quella famiglia da 100 milioni e passa di gamer o altri che si siano affidati finora ai competitor oppure non abbiano mai speso in videogiochi.
Il colore bianco serve per rendere l’idea di qualcosa di totalmente nuovo e avere un prodotto che spicchi immediatamente come diverso, dai modelli esistenti o dall’idea che possa trattarsi di un semplice upgrade (pensiero che sarà venuto in mente a tanti dopo la trovata delle mid-gen pochi anni fa).
Lo svincolo dall’idea di cross-gen è un modo per trasmettere ai giocatori l’urgenza di spostarsi da una piattaforma all’altra: se non lo fanno, non potranno giocare la nuova avventura di Spider-Man o Aloy e nemmeno il nuovo Gran Turismo, e da grandi appassionati di gaming quali sono non possono certo permetterselo. Per evitare di destare l’impressione di oggetti esotici o di lusso si è evitato persino di parlare di VR: ce lo aspettavamo, ma questo dato di fatto è stato rumorosamente sottolineato dal reveal di un nuovo gioco di Astro Bot, mascotte del mezzo, incluso in tutte le PS5 senza il requisito della realtà virtuale.
L’edizione Digital è essa stessa un ammiccamento in tal senso: la console next-gen di Sony potrebbe costare troppo per le vostre tasche, ed è così che questo modello viene in vostro soccorso per evitare che abbiate scuse e non compiate il grande salto, subito, alla fine del 2020.
Diversamente da quanto si vocifera per Xbox Lockhart, o Xbox Series S, la piattaforma non avrà prestazioni differenti dal modello principale, per cui ai fan non sarà richiesto di sacrificare risoluzione o effetti grafici di nuova generazione per risparmiare sull’acquisto; questo sembra suggerirci che, in effetti, il risparmio non sarà particolarmente ampio a confronto con il modello base, che di più avrà soltanto il lettore Blu-ray. Chiaramente, perché l’investimento su questa edizione abbia un senso bisognerà che la rinuncia al supporto ottico comporti uno stacco di almeno cento euro.
Dopo la diffidenza cui vi si era approcciata tra PS2 e PS3, Sony è stata premiata dalla buona gestione del PlayStation Store, che ormai ricopre una fetta non trascurabile delle vendite assestate su console, e la riorganizzazione e la tanto attesa stabilità di PlayStation Now e PlayStation Plus fanno sì che i tempi siano maturi perché la firma nipponica abbracci il modello ispirato da Microsoft con Xbox One.
La recente dichiarazione di Phil Spencer, che aveva preparato il terreno all’Xbox Series S non ancora annunciata e a modelli di pagamento stile iPhone affermando di non voler gravare sui bilanci delle famiglie, è stata così rapidamente disinnescata… almeno fino a quando non si parlerà dei prezzi.
L’analisi del design
Con la scelta di questo design dall’aspetto futuristico, Sony è andata oltre i mockup cui siamo stati sottoposti negli ultimi mesi. In quanto fantasia dei giocatori, i fotomontaggi sono sempre molto spinti, ma stavolta la casa giapponese ha alzato ulteriormente l’asticella e proposto qualcosa di diametralmente opposto rispetto alle aspettative che – guardando a PS4 – lasciavano pensare ad un profilo più basso.
Disposta in verticale, com’è stata presentata, la console è più alta persino di Xbox Series X, che ha di per sé l’aspetto di un piccolo tower PC e un look completamente differente da quanto abbiamo visto sinora mettere in palio dal gaming su console.
Non ci sono state riferite le dimensioni al millimetro del prodotto ma un rapido confronto in base alle dimensioni del lettore Blu-ray rende l’idea di come la nuova PlayStation sia non solo più alta ma pure più estesa in larghezza, guadagnando qualcosa forse solo a livello di spessore rispetto alla concorrente.
Le prime immagini della piattaforma sono state comprensive di uno stand che permetterà di disporla in verticale, ma che sarà utilizzabile anche per quanto riguarda la disposizione orizzontale: sì, potrete stendere PS5 su un fianco, ma dagli screenshot ufficiali di Sony abbiamo potuto notare che – per via immaginiamo della forma tondeggiante – sarà necessario pure in questa evenienza adoperare lo stand per permetterle di restare in equilibrio. Disposta in orizzontale ci ha ricordato ancora di più il modello originale di PlayStation 3, con la rinuncia a tocchi di praticità poco eleganti come le grate per la dissipazione e il graffio dell’involucro bianco.
Un involucro che, forse non tutti lo hanno notato, ha una esclusiva forma a “V”: come con i devkit che hanno fatto il giro del mondo negli ultimi mesi, nel modello finale PlayStation ha voluto omaggiare la quinta iterazione della sua console con questo curioso tocco di classe; non ci è dato sapere quanto saranno comode o fragili queste atipiche paratie, ma c’è già chi promette che non la sposterà mai più dalla sua posizione originale per portarla a casa di amici in modo da evitare ogni qual si voglia rischio.
La dissipazione è un tema molto delicato quando si parla di PlayStation, dal momento che con PS4 e PS4 Pro sono stati commessi degli errori, evidentemente, che hanno comportato l’introduzione di ventole rumorosissime per impedire il blackout del sistema al minimo innalzamento della temperatura.
Gli ingegneri di Sony non sembrano essersi spaventati troppo per quanto accaduto nella generazione corrente e hanno proposto ancora una volta un sistema coraggioso, che prevede delle “branchie” disposte a destra e a sinistra lungo tutto il corpo centrale nero che diano la possibilità alla console di respirare senza intaccare il brillante design esterno, che fungerà quindi anche da copertura per elementi tradizionalmente considerati antiestetici. Una soluzione diversa da quella adottata da Microsoft che, puntando sul granitico design di un monolite, ha puntato per la gimmick della grata in cima alla console. Sul corpo centrale sono disposti il lettore Blu-ray, qualora presente, e le porte USB, in modo da lasciare del tutto vergine l’elemento bianco.
Un’eleganza che è stata preservata nel sistema in sé, che avrà una schermata d’avvio – anticipata brevemente all’evento di presentazione della piattaforma e dei suoi primi giochi – minimalista ma meno di PlayStation 4 e bagnata da effetti di luce che rendano l’idea della potenza celata sotto la scocca.
L’avvio della console, proposto come rapidissimo grazie al nuovo SSD, promette di venire eseguito in una manciata di secondi e mostrare, dopo il consueto avviso per l’epilessia, una schermata in cui premere il tasto PlayStation per identificarsi e dare il via alla propria sessione. Anche in questo caso richiamiamo il ricordo di PS3 che giocava molto sul tema dell’eleganza che incontra la potenza bruta, leggermente diversa dal basso profilo della console current-gen.
Sulla questione estetica, sappiamo bene che si tratta di giudizi molto personali e non è nostro costume dirvi cosa dovreste pensare; che vi piaccia o no, l’impressione è che il design di partenza sia stato quello dell’edizione Digital, “ritoccato” poi in base all’esigenza di avere un lettore Blu-ray sul modello principale.
In tal senso, è la versione senza Blu-ray quella che a nostro avviso rappresenta la completa realizzazione del progetto di Sony, e questo appare abbastanza evidente se considerate che stiamo parlando di un look asimmetrico in cui la console abbia semplicemente un gonfiore su una parte (a destra del frontale) mentre sia gradevolmente sfinata su tutto il resto del corpo.
È probabilmente questo gonfiore, al di là delle valutazioni sul bianco o sul nero del colore principale e la commistione con i led blu, a causare un primo impatto particolarmente critico con l’aspetto di PlayStation 5 perché sembra quasi un’aggiunta dell’ultimo minuto, un compromesso cui i designer hanno dovuto cedere per mantenere la funzionalità del sistema e al contempo proporre un abito che avesse la forza di spiccare.
Appare chiaro, comunque, che con PS5 Sony abbia affermato la propria idea di console-oggetto di design da sfoggiare: è un prodotto coraggioso e altezzoso, che riporta alla mente, insistiamo, i tempi di quella PlayStation 3 che si vedeva come centro del mondo dei giocatori e che non si preoccupava di calarsi silenziosamente nel loro salotto – perché, semmai, sarebbe stato il salotto a doversi adeguare per ospitarla degnamente.
Con la quinta iterazione di PlayStation, il concetto è stato ribadito e spinto all’ennesima potenza. La console prova prepotentemente a diventare un desiderio di freschezza e diversità, e sul lungo termine a non essere soltanto messa in un cassetto e dimenticata ma a ritagliarsi uno spazio fisso nelle menti dei giocatori, con dimensioni che rendono impossibili non tenerla in bella vista e un colore oltre che un design che brillano nella notte. Lo fa lasciandosi alle spalle quel nero e quella squadratura che sapeva di rispettoso mimetismo in favore di un bianco che grida sì, sono la nuova PS5, e questa è casa mia.
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